Esiste un mondo spirituale

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Esiste un mondo spirituale

Come raggiungere il mondo spirituale: SDG A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada espone la scienza
della Bhagavad-gita, il più antico testo di conoscenza spirituale dell’India.

avyakto ‘ksara ity uktas tam ahuh paramam gatim yam prapya na nivartante tad dhama paramam mama

“La Mia dimora suprema è detta non manifestata e infallibile ed è la destinazione suprema. Chi la
raggiunge non torna più in questo mondo materiale.” (B.g. 8. 21).

In questo verso il termine avyaktah significa “ciò che non è manifestato”. Il mondo materiale è
manifesto davanti a noi, ma il mondo spirituale non è manifestato, tuttavia è eterno, aksarah.
Aksarah significa “ciò che non conosce distruzione”. Nel mondo materiale ogni cosa nasce, si
mantiene per qualche tempo, si sviluppa, si riproduce, si deteriora e poi scompare; queste sono le
sei trasformazioni, o tappe, dell’esistenza materiale. Ma il mondo spirituale, che al presente non è
manifesto di fronte a noi, è aksarah, o eterno. Esso non è mai annientato.

Poiché al momento presente siamo coperti dall’abito dei sensi materiali, il mondo spirituale, e
qualsiasi altra realtà spirituale, ci risultano inconcepibili. Però siamo in grado di percepire che
c’è qualcosa di spirituale, questo sí. Pur essendo completamente ignari della realtà spirituale,
possiamo percepirne l’esistenza. Se vi sedete in silenzio ad analizzare voi stessi: “Chi sono? Sono
queste dita? Sono questi piedi? Sono questi capelli? Sono questo corpo?”, sicuramente concluderete:
“No, non sono nessuna di queste cose.” Ciò che è al di là di questo corpo è spirituale e siamo in
grado di percepirlo.

Non siamo in grado di vedere lo spirito all’interno del corpo – eppure c’è – però possiamo
distinguere un corpo vivo da un corpo morto; al corpo morto manca qualcosa. Di nuovo, quel
“qualcosa” è lo spirito. Quindi, anche se non abbiamo occhi capaci di vederlo, lo spirito esiste.
Questo è il punto di partenza della Bhagavad-gita: avinasi tu tad viddhi yena sarvam idam tatam
(B.g., 2.17), l’esistenza spirituale è eterna, mentre il corpo non è eterno.

Ora, qui è spiegato che la realtà spirituale è avyaktah, non manifestata. Come ottenere, dunque, che
si manifesti di fronte a noi? Ne abbiamo una percezione parziale, ma come ottenere che diventi
manifesta? Sí, è possibile fare in modo che si manifesti praticando il metodo della coscienza di
Krishna che vi stiamo esponendo.

I testi vedici affermano: atah Sri-Krishna-namadi na bhavet grahyam indriyaih. Indriyaih significa
“i sensi”. Noi percepiamo o raccogliamo informazioni attraverso i sensi: gli occhi, gli orecchi, il
naso, la lingua e la pelle. Questi sono i cinque sensi capaci di raccogliere informazioni.

Ci sono poi cinque sensi di azione: la voce, le mani, le gambe, i genitali e l’ano. Quindi abbiamo
dieci sensi e tutti sono guidati dalla mente. Atah Sri-Krishna-namadi na bhavet grahyam indriyaih:
“Con questa mente e questi sensi materiali ottusi non possiamo capire il nome, la forma e tutto ciò
che riguarda Krishna. Perché? Perché Krishna è completamente spirituale e assoluto; quindi anche il
Suo nome è spirituale, la Sua forma è spirituale, le Sue qualità, le Sue opulenze, tutto ciò che Lo
riguarda è spirituale. Tuttavia, a causa della nostra pigrizia e del nostro condizionamento alla
materia, al momento presente non siamo in grado di capire ciò che è spirituale.

Grazie al canto del mantra Hare Krishna si può dissipare questa ignoranza. Come è possibile? Voglio
farvi un esempio. Quando un uomo dorme, come si fa a svegliarlo? Con dei suoni: “Signor Tal dei
tali, sveglia ! Sveglia ! È ora di alzarsi !” Sebbene egli giaccia praticamente inconscio e incapace
di vedere, la potenza dell’ ascolto è tale che con il suono si può svegliare una persona che dorme.
Analogamente, anche se ora l’anima è coperta dai legami e dai condizionamenti materiali, questi
suoni trascendentali possono risvegliare la coscienza spirituale: Hare Krishna, Hare Krishna,
Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.

Sono parole sanscrite, quindi molti di voi forse non conoscono il significato del mantra Hare
Krishna. Hare Krishna vuol dire semplicemente rivolgersi al Signore Supremo e alla Sua energia. Hara
è l’energia, e Krishna è il Signore Supremo, cosí noi diciamo: “Hare Krishna, Hare Krishna, o
energia del Signore, o Signore, per favore accettami.” Tutto qui: “Per favore, accettami.” Non
abbiamo altra preghiera: “Per favore, accettami.”

Caitanya ci ha insegnato che dobbiamo semplicemente piangere chiamando il Signore e pregare che Egli
ci accetti. Questo è tutto. Quindi questo mantra è soltanto un pianto per rivolgersi al Signore
Supremo e chiedergli: “Per favore, accettami. Per favore, accettami.”

ayi nanda-tanuja kinkaram patitam mam visame bhavambudhau krpaya tava pada pankaja
sthita-dhuli-sadrsam vicintaya

Sri Caitanya ha scritto questa preghiera: “Mio caro Krishna, figlio di Nanda…” Krishna ha fatto la
parte del figlio adottivo di Nanda Maharaja ed è contento quando viene nominato insieme a uno dei
Suoi devoti; quindi Sri Caitanya si rivolge a Lui in questo modo: “O Krishna, figlio di Nanda, per
una ragione o per l’altra sono caduto in questo oceano di ignoranza. Per favore, risollevami e
ponimi come un granello di polvere ai Tuoi piedi di loto.” Per un uomo che cade nell’oceano l’unica
speranza di salvezza è che qualcuno vada a tirarlo fuori. Se qualcuno lo alza anche di pochi
centimetri dall’acqua, immediatamente egli si sente risollevato. Istantaneamente. Così, appena ci
stabiliamo nella coscienza di Krishna, sentiamo un sollievo immediato; non c’è dubbio, è
un’esperienza veramente piacevole.

Dunque con la nostra mente e i nostri sensi condizionati dalla materia non ci è possibile percepire
la natura trascendentale del Signore Supremo, il Suo nome, la Sua gloria e così via. Cercando di
speculare sul nome di Dio non è possibile arrivare a capirlo, né speculando sulla forma di Dio è
possibile conoscerla. Però appena vi situate nella coscienza di Krishna: sevonmukhe hi jihvadau
svayam eva sphuraty adah, se vi impegnate nella coscienza di Krishna, Dio stesso Si rivelerà
gradualmente davanti a voi. Sì, non potete vedere Dio con i vostri sforzi, ma se vi qualificate, Dio
stesso Si rivelerà a voi e potrete vederLo. Il metodo è questo. Non si può ordinare a Dio: “Per
favore, Dio, vieni qui e danza per me.” No, Dio non è il nostro subalterno, siamo noi a dover agire
in modo tale che Egli sarà contento di rivelarSi di fronte a noi, e allora noi Lo potremo vedere
pienamente.

Questo verso dice: avyaktah, aksarah, c’è un mondo trascendentale. Poiché è detto nella
Bhagavad-gita, e poiché è Dio, il Signore Supremo in persona a parlare, non c’è motivo di dubitarne.
L’unica cosa è come provarlo, come capirlo. Questa comprensione evolverà gradualmente e vi sarà
rivelata chiaramente se canterete: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare, Hare
Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.

E un metodo estremamente semplice, può seguirlo anche un bambino. La volta scorsa forse avete visto
anche voi che c’era un bambino, un neonato, seduto in braccio a suo padre e anche lui partecipava
(Srila Prabhupada batte le mani per imitare il bambino). Capite? E automatico, può danzare anche un
cane, un gatto, anche un bambino. Non sono necessarie qualificazioni preliminari per capire il
mantra Hare Krishna, perché esso viene dal mondo spirituale e agisce sul piano spirituale. Quindi
questo semplice processo vi rivelerà che cos’è il mondo spirituale, chi è Dio, chi siete voi, che
cos’è il mondo materiale, perché siete condizionati, qual è il rimedio… tutto vi sarà gradualmente
rivelato passo per passo. Avyakto ‘ksara ity uktah: i testi vedici spiegano che il mondo spirituale
è non-manifestato, tuttavia è eterno. Dobbiamo imparare a vedere attraverso i libri del sapere,
dobbiamo credere e, man mano che seguiamo il cammino, tutto ci verrà rivelato. Supponiamo per
esempio che voi compriate un biglietto per l’India dall’Air India o dalla Pan America. Perché lo
comprate? Potreste dubitare: “Dove sono le prove che comprando questo biglietto potrò andare in
India?” Però quando vedete che altre persone vanno in India, che la compagnia aerea funziona e tante
altre cose, cominciate ad avere una certa fede: “Si, questo aereo mi porterà in India.” E infatti,
quando comprate il biglietto e salite sull’aereo, la mattina dopo vi trovate in India. Che cosa vi
ha portato ad avere fede? Il fatto che la Pan America è una compagnia aerea riconosciuta e
autorizzata.

La fede è necessaria, senza fede è impossibile muovere un passo anche nella vita ordinaria. Ma fede
in che cosa? Il credo, la fede devono essere riposti in ciò che è autorizzato. Questo è il metodo.
Dovete avere fede perché senza fede non potete fare alcun progresso, ma la fede non deve essere
cieca, dovete accettare ciò che è riconosciuto. La Bhagavad-gita è riconosciuta. Per quanto riguarda
l’India, la Bhagavad-gita è riconosciuta al cento per cento. Che siano atei o credenti, uomini di
ogni classe in India accettano la Bhagavad-gita. E fuori dell’India tutti gli studiosi, i religiosi
e i filosofi hanno accettato l’autorità della Bhagavad-gita. Quindi non ci sono dubbi sul fatto che
la Bhagavad-gita sia autorevole. Perfino Einstein, il grande scienziato, la leggeva regolarmente, e
come lui anche molti altri.

Quindi dovete credere che il mondo spirituale esiste e che è il regno di Dio. Qui si afferma yam
prapya na nivartante, se riuscite a raggiungere il mondo spirituale il risultato sarà nanivartante,
non dovrete piú prendere un altro corpo materiale. Quindi tad dhama paramam mama, sarete
tranquillamente e felicemente situati nella vita eterna. Non credete? Supponete di trovarvi in un
paese dove capite: “Non dovrò piú conoscere morte, vecchiaia, miserie e malattie”. Non sareste
contenti? Immaginate di trasferirvi in un paese dove questo sia possibile… “Si, sarò certamente
contento di andare in un posto dove non dovrò piú morire, invecchiare o ammalarmi! Ci voglio andare
subito, è il mio piú grande desiderio.”

Perché lo desiderate? Perché ne avete il diritto, è una vostra prerogativa. Siete eterni, pieni di
beatitudine e di conoscenza, ma ora siete coperti dagli elementi materiali e avete dimenticato la
vostra vera identità.

In questo verso Krishna spiega come risvegliare la nostra natura originale. E spiegato chiaramente:
yam prapya na nivartante, se in un modo o nell’altro riuscite a raggiungere il mondo spirituale non
dovrete piú ritornare in questo luogo di sofferenze. Adesso l’uomo cerca di essere felice andando
sulla luna, pensa che se potrà andare sulla luna sarà felice. Ma è inutile, come dice la
Bhagavad-gita: abrahma-bhuvanal lokah punar avartino ‘rjuna, anche se andate sul pianeta piú alto
(certo non vi è possibile, ma supponiamo che possiate andarci con gli sputnik o le astronavi), non
potrete sfuggire alle quattro fonti di sofferenza materiale: nascita, morte, vecchiaia e malattia.
Quindi è inutile desiderare di andare in qualsiasi luogo del mondo materiale. In questo o quel
paese, in questo o quel pianeta, non sarete mai felici.

Qui Krishna ci fornisce un’informazione preziosa: avyakto ‘ksara ity uktas tam ahuh paramam gatim,
se riuscite a raggiungere la perfezione piú alta, la dimora suprema di Krishna, non sarete piú
costretti a tornare in questo mondo materiale. Questa è l’informazione che la Bhagavad-gita ci dà. E
là che cosa faremo? Alcuni filosofi pensano che il mondo spirituale sia impersonale, vuoto. I
seguaci di Sankaracarya e i buddisti, che sono impersonalisti, credono che il mondo spirituale sia
vuoto, ma la Bhagavad-gita non ci delude in questo modo.

La filosofia del vuoto genera l’ateismo. Cercate di capire: sono un essere spirituale quindi voglio
la felicità. La mia vita è desiderare la felicità, ma non appena il mio futuro spirituale mi appare
vuoto, sono portato a cercare la felicità nella vita materiale. Per questo gli impersonalisti
parlano, parlano di questo vuoto impersonale, ma in realtà cercano di godere il piú possibile della
vita materiale. Sono solo discussioni filosofiche da salotto, perché se osserviamo il loro
comportamento ci accorgiamo che sono molto attratti dai piaceri materiali. Quelle di cui godono sono
dunque solo speculazioni prive di un beneficio reale.

In realtà, invece, chi ha una qualsiasi conoscenza spirituale abbandona subito questi piaceri senza
significato. E questo il sintomo di una spiritualità reale. Bhaktih paresanubhavo viraktir anyatra
ca. La prova che avete sviluppato la vostra coscienza di Krishna, uno spirito devozionale e
un’autentica realizzazione spirituale, è che immediatamente vi sentite distaccati da ogni genere di
piacere materiale. Come

avviene? Proprio come per un affamato che riceve un buon cibo, e non appena lo mangia si sente
soddisfatto e può dire:”No, non voglio nient’altro, sono soddisfatto.” Svamin krtartho ‘smi varam na
yace. Anche questo è spiegato nella Bhagavad-gita (18.54):

brahma-bhutah prasannatma na socati na kanksati samah sarvesu bhutesu mad-bhaktim labhate param

“Colui che raggiunge il livello trascendentale realizza subito il Brahman Supremo. Non si lamenta
mai e non aspira mai a niente; si mostra uguale verso tutti gli esseri viventi. In questa condizione
può servirMi con una devozione pura.”

Il segno di chi ha raggiunto la realizzazione spirituale è la perfetta soddisfazione. Egli non cerca
più i piaceri inutili del mondo materiale. Questa è la realizzazione spirituale, come spiega molto
chiaramente la Bhagavad-gita: rasa-varjam raso ‘py asya param drstva nivartate, “Chi prova un gusto
superiore abbandona i piaceri dei sensi.” Un dottore, per esempio, prescriverà al suo paziente: “Non
mangiare, non avere rapporti sessuali…”, molte prescrizioni negative e, anche se è costretto a
seguirle, il malato dentro di sé pensa: “Ah, se potessi mangiare sarei felice”, dentro di sé
desidera le cose che gli sono proibite. Lo spiritualista invece possiede una forza interiore. Non è
impotente, ma non vuole avere rapporti sessuali perché non gli piacciono, li detesta. La vita
spirituale si basa su questa forza interiore. Lo spiritualista può anche sposarsi tre volte, ma è
distaccato, questa è la vera vita spirituale. Param drstva nivartate: se provate qualcosa di
superiore, vi sembrerà naturale abbandonare tutto ciò che è inferiore.

Tutti noi desideriamo il piacere, ma questo ateismo, questo impersonalismo e questa filosofia del
vuoto hanno creato un’atmosfera in cui possiamo speculare quanto vogliamo, tuttavia rimaniamo
assuefatti ai piaceri materiali. Non è questo il sistema. Il verso successivo della Bhagavad-gita
(8.22) dice: purusah sa parah partha bhaktya labhyas tv ananyaya, se accettate i principi della
coscienza di Krishna, la via della devozione, e adorate il Signore Supremo, potrete ottenere la
realizzazione spirituale e distaccarvi dai piaceri materiali. Allora la vostra vita diventerà
sublime. Così agisce la coscienza di Krishna.

Qui è spiegato chiaramente: purusa, il Signore Supremo. Purusah sa parah partha: parah significa
Supremo e partha indica Arjuna. Krishna dunque dice: “Mio caro Arjuna, nel mondo spirituale Si trova
il Signore Supremo.” Egli è una persona proprio come voi e me. Come noi parliamo faccia a faccia,
così quando raggiungeremo il mondo spirituale parleremo faccia a faccia con Dio; potremo giocare con
Lui e sederci a mangiare con Lui, qualsiasi cosa.

Come si raggiunge quella posizione? Bhaktya: con la devozione. Non con le speculazioni, ma con la
devozione. Dovete sottomettervi e dedicarvi al servizio d’amore trascendentale del Signore. Questo è
il metodo. Bhaktyas tv ananyaya. Tv ananyaya significa “senza adulterazioni”. Che cosa s’intende per
adulterazione? “Amo Dio per ricavarne un beneficio materiale.” Questa è adulterazione. “Amo Dio
perché voglio fondermi in Lui.” Tali deviazioni nel servizio devozionale non vi aiuteranno. Senza
adulterazioni: tv ananyaya. Yasyantah-sthani bhutani yena sarvam idam tatam. Il Signore Supremo, pur
essendo una persona come voi e me, è così grande che tutto è all’interno di Lui e Lui all’interno di
ogni cosa. Egli è all’interno e all’esterno di ogni cosa. Questa è la concezione completa di Dio:
Egli è dappertutto, tuttavia ha un Suo regno, una Sua residenza, dei compagni, ogni cosa. Proprio
come il sole, la cui energia si diffonde in tutto l’universo, anche se il sole ha un proprio pianeta
e una propria residenza.

Così Dio, Krishna, Si trova nel mondo spirituale. Se Lo avviciniamo la nostra vita avrà successo,
tutte le nostre aspirazioni verranno appagate e saremo per sempre felici e soddisfatti. Non
temporaneamente, ma eternamente. Grazie infinite.

da Isvara.org

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