Dietro al termine insonnia potrebbero nascondersi 5 diversi modi di riposare male: la scoperta
potrebbe portare a terapie più specifiche ed efficaci.
29 luglio 2024 – Elisabetta Intini
Dormire male? Lo si può fare in 5 modi diversi, ciascuno corrispondente a un tipo ben preciso di
attività cerebrale. Se appartenete a quel 10% di persone che avrebbe tutte le carte in regola per
una diagnosi formale di insonnia, conoscere il tipo preciso di disturbo del sonno di cui soffrite
potrebbe sembrarvi superfluo: tanto, la sostanza è che non si dorme! Eppure, comprendere meglio
quali forme di insonnia ci sono servirà a studiare terapie e accorgimenti più mirati per ritrovare
un riposo sereno.
Insonnia: le notti in bianco non sono tutte uguali
Analizzando le scansioni cerebrali in risonanza magnetica di 200 persone con insonnia e decine di
volontari con un sonno regolare, gli scienziati del Netherlands Institute for Neuroscience di
Amsterdam (Paesi Bassi) hanno verificato che a ciascuno dei cinque sottotipi di insonnia che in
precedenza avevano individuato corrisponde in effetti uno schema preciso e ben riconoscibile di
attività cerebrale: i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica
Biological Psychiatry.
Già nel 2019 il gruppo di lavoro guidato dalla neuroscienziata Tessa Blanken aveva infatti
identificato 5 sottotipi di insonnia, associati a diversi tratti di personalità. Il sottotipo 1 è
caratterizzato da alti punteggi nei tratti del neuroticismo (una forte instabilità emotiva) e nel
sentirsi giù di morale o tesi. I sottotipi 2 e 3 sperimentano meno stress e sono contraddistinti da
una bassa, o al contrario da un’alta, sensibilità alla ricompensa. I sottotipi 4 e 5 provano ancora
meno stress e si distinguono dal modo in cui il loro sonno risponde agli eventi stressanti della
vita (tipo 4: gli eventi stressanti causano un’insonnia grave e duratura; tipo 5, l’insonnia non è
condizionata dagli eventi stressanti).
Le scansioni cerebrali hanno confermato che ai diversi sottotipi sono associati diversi schemi di
connettività cerebrale, e dunque, che alle radici dell’insonnia ci sono precisi connotati
neurobiologici. L’insonnia è insomma un insieme eterogeneo di disturbi, molto influenzati dai tratti
di personalità e dall’umore, che sembrerebbero avere un’influenza simile sulle ore di veglia e su
quelle del riposo notturno.
A ogni insonnia la sua terapia
Questa deduzione potrebbe servire a trovare strumenti più specifici e appropriati per combattere
l’insonnia. Alcuni esempi? Se una persona tende a essere molto sensibile allo stress nella vita
diurna (sottotipo 1), allora è plausibile che lo stress interferisca con il suo riposo, e che le
strategie per contrastarlo, come la meditazione o alcune tecniche di rilassamento mirato, possano
aiutare a ritrovare il sonno. Inoltre, alcuni sottotipi di insonnia correlano più strettamente con
un disturbo depressivo: riuscire a categorizzare il proprio potrebbe servire a intraprendere
percorsi adeguati per la cura della salute mentale.
Insonnia: un disturbo da prendere sul serio
Intanto, alcuni esperti di insonnia non coinvolti nello studio hanno definito molto interessante il
fatto che le scansioni cerebrali abbiano di fatto confermato la validità della distinzione tra i
vari tipi di insonnia derivante dai questionari di personalità. Inoltre, il fatto che l’esistenza di
un disturbo di insonnia possa essere associata a precisi correlati neurali potrebbe aiutare questa
snobbata condizione a essere presa un po’ più sul serio.
www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0006322324014185
neurosciencenews.com/insomnia-five-types-10457/
da focus.it
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