Scienza e Fisica
Se fino alla fine del Settecento era predominante la concezione newtoniana secondo cui la luce
sarebbe composta da particelle, nel 1802 il medico inglese Thomas Young realizzò un esperimento
sensazionale che sembrò sbaragliare il modello corpuscolare. Lesperimento di Young è molto
semplice.
Davide Fiscaletti – 25/01/2022
La luce entra in una piastra con due fenditure. Si osserva quindi, su un apposito schermo,
posizionato a una certa distanza dietro la fenditura, il comportamento della luce dopo che ha
attraversato le fenditure. La cosa interessante, e a quei tempi rivoluzionaria, è che Young vide
sullo schermo bande chiare e scure che si alternavano.
Se però copriva una delle due fenditure in modo che la luce passasse solo dallaltra, le bande
scomparivano. Supponendo che la luce sia composta da particelle, la luminosità dovrebbe dipendere
direttamente dal numero di particelle: più particelle arrivano in un punto, più esso ci apparirà
luminoso.
Con questa ipotesi non è però possibile spiegare le bande effettivamente osservate da Young. In
particolare, non si riesce assolutamente a spiegare perché in certi punti avvenga un fenomeno
bizzarro: la diminuzione della luminosità se sono aperte entrambe le fenditure e laumento della
luminosità quando solo una fenditura è aperta. Insomma, lipotesi secondo la quale la luce è
composta da particelle sembra essere smentita dallosservazione sperimentale di bande chiare e
scure.
I risultati ottenuti da Young possono essere invece compresi facilmente ipotizzando che la luce si
comporti come unonda sul lago, che la luce sia unonda che si diffonde nello spazio. Lesperimento
di Young evidenzia il cosiddetto fenomeno di interferenza di due onde luminose, cioè della
sovrapposizione di due onde luminose provenienti da due sorgenti coerenti (che emettono onde di
eguale frequenza e mantengono inalterata la differenza di fase): dietro le due fenditure compaiono
due onde che nelle zone in cui oscillano nella stessa direzione si rafforzano generando bande chiare
(interferenza costruttiva), mentre nelle zone in cui oscillano in direzioni opposte si annullano a
vicenda generando bande scure (interferenza distruttiva).
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