EVITATE DI CONDANNARE CHI HA TORTO

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EVITATE DI CONDANNARE CHI HA TORTO

(gli autori dei brani sono elencati nella bibliografia a fondo pagina)

“È molto meglio vivere bene e avere torto che non vivere male ed aver
ragione.” (Louis Hay)

Ricordate che il vostro interlocutore può anche avere torto marcio, ma è
convinto del contrario. Non condannatelo per partito preso, tutti gli
stupidi ne sarebbero capaci. Cercate di capirlo. Solo le persone sagge,
tolleranti e fuori del comune ci riescono.

C’è sempre un motivo se gli altri si comportano in un certo modo. Scovate
questo motivo e avrete in mano la chiave del loro comportamento, per non
dire addirittura della loro personalità.

Cercate onestamente di mettervi nei panni del vostro interlocutore.
Chiedetevi: “Se fossi nei panni di questo qui, come mi sentirei? Come
reagirei?” ed eviterete di sprecare tempo e di arrabbiarvi per nulla,
perché “interessandosi alla causa, si avverte minore avversione per
l’effetto ad essa collegato”. Inoltre diventerete sempre più abili nel campo
delle relazioni umane.

“Fermatevi un attimo,” consiglia Kenneth M. Goode nel suo libro How to Turn
People Into Gold (Come mutare le persone in oro), “e paragonate l’interesse
che nutrite per i vostri affari con quello che avete nei confronti di quelli
degli altri”. Così facendo capirete che chiunque altro al mondo si comporta
esattamente come voi; in effetti il successo nei rapporti interpersonali
dipende dalla capacità di vedere le cose dal punto di vista altrui.”

Sam Douglas di Hempstead, New York, diceva sempre alla moglie che lei
sprecava troppo tempo a lavorare nel prato di casa, a strappare erbacce,
mettere il fertilizzante, tagliare l’erba due volte la settimana, mentre le
condizioni del prato sarebbero state accettabilissime anche se la donna ci
avesse impiegato meno ore e meno energie. Ovviamente lei prendeva malissimo
le critiche del marito e ogni sera era una discussione.

Dopo aver seguito i nostri corsi Douglas si rese conto di essere stato uno
stupido. Non si era mai reso conto che a sua moglie piaceva occuparsi del
prato e che si aspettava magari dei complimenti per tanta diligenza.

Una sera la moglie disse che voleva uscire a strappare delle erbacce e gli
chiese di tenerle compagnia. Lui prima disse di no, poi ci ripensò e la
seguì fuori a strappare le erbacce. Lei era tutta contenta, e così passarono
un’ora a lavorare duramente e a conversare allegri.

In seguito Douglas la aiutò parecchie altre volte col prato e cominciò a
lodare la bellezza di quell’erba che lei era riuscita a far spuntare da una
terra peggiore del cemento. Risultato: la moglie era felicissima perché
finalmente lui aveva imparato a vedere le cose anche dal punto di vista di
lei – anche se la cosa riguardava solo le erbacce.

– LA CRITICA ED IL PETTEGOLEZZI SONO DISTRUTTIVI (2) –

“La fiducia nella bontà degli altri è una non piccola testimonianza della
propria bontà.” (M. de Montaigne)

Ognuno di noi dovrebbe osservare ogni cosa e persona in modo metodico e
trarne delle conclusioni allo scopo di coltivare la facoltà del ragionamento
logico. La logica è la miglior maestra nel Mondo Fisico, come è la più
sicura guida in qualsiasi mondo.

Praticando questo metodo di osservazione, si dovrebbe sempre ricordare che
esso è impiegato unicamente per raccogliere dei fatti e non a scopo di
critica, tanto meno di critica superficiale e malevola. La critica
costruttiva che sottolinea i difetti e indica i mezzi per correggerli, è la
base del progresso; ma la critica distruttiva che demolisce vandalicamente
tanto il buono che il cattivo senza mirare ad un più alto fine, è una piaga
del carattere e deve essere sradicata. Il pettegolezzo e l’ozioso riportare
i fatti altrui sono ostacoli e impedimenti. Certo non si richiede che noi
affermiamo che il nero è bianco, e che si giustifichino azioni
manifestamente cattive; ma la critica dovrebbe essere fatta allo scopo di
aiutare, e non per offuscare alla leggera la reputazione del nostro prossimo
del quale abbiamo sorpreso una piccola colpa.

Ricordando la parabola della pagliuzza e della trave, dovremmo rivolgere la
nostra critica più severa verso noi stessi. Nessuno è così perfetto da non
aver bisogno di migliorarsi. Più un uomo è irreprensibile, meno egli è
propenso a trovare difetti in un altro ed a scagliare la prima pietra contro
di lui. Se indichiamo le manchevolezze e suggeriamo i modi di miglioramento
ciò deve esser fatto senza risentimento personale. Dobbiamo sempre cercare
il bene che è celato in ogni cosa. Il coltivare questo atteggiamento di
discriminazione è di particolare importanza.

– MOSTRATE AGLI ALTRI CHE APPREZZATE LE LORO IDEE (3) –

“Il saggio impara molte cose dai suoi nemici.”(Aristofane)

Nel suo libro Getting Through to People (Creare buone relazioni con gli
altri), il dottor Gerald S. Nirenberg commenta: “Nella conversazione,
l’accordo si raggiunge immediatamente se mostrate di considerare le idee e i
sentimenti dell’altro altrettanto importanti dei vostri. Cominciate a
parlare dando all’altro la possibilità di guidare il dialogo nella direzione
voluta, e date più importanza a quello che sentite anziché a quello che
dite, e accettando il punto di vista dell’interlocutore indurrete l’altro a
mostrarsi altrettanto aperto quando si troverà ad ascoltare le vostre
opinioni.”

Vedere le cose dal punto di vista altrui facilita molto in caso di problemi
personali. Elizabeth Novak del New South Wales, in Australia, era in ritardo
di sei settimane col pagamento della rata dell’automobile. “Un venerdì,”
racconta la Novak, “ricevetti una telefonata molto dura da parte della
persona che aveva in mano la mia pratica che mi informava che se non avessi
provveduto a pagare, la ditta mi avrebbe fatto causa.

Purtroppo non avevo modo di procurarmi i quattrini durante il week-end,
così il lunedì mattina non potevo far altro che aspettare il peggio; però,
invece di guardare la cosa dal mio punto di vista, cercai di mettermi nei
panni del mio creditore. Attaccai a scusarmi con grande sincerità e gli
dissi che dovevo essere una cliente davvero impossibile, tanto più che non
era la prima volta che ero in ritardo con le rate.

Il tono di voce dell’uomo cambiò immediatamente: si senti perfino in dovere
di rassicurarmi che non ero poi questa gran spina al fianco. Mi raccontò
esempi di quanto fossero a volte tremendi i suoi clienti e cercassero di
mentirgli o di non farsi trovare quando lui telefonava. Io lo stetti a
sentire, lasciando che si sfogasse con me. Alla fine, senza che io
accennassi a niente, lui spontaneamente mi disse che non importava se non
pagavo tutto e subito. Potevo versargli magari venti dollari entro la fine
del mese e scaglionare il resto a mio piacere.”

Domani, prima di chiedere a qualcuno di fare qualcosa, perché non provate a
chiudere un attimo gli occhi e a mettervi nei panni dell’altro? Provate a
chiedervi:

“Perché costui (o costei) dovrebbe darmi retta?” Si, ci perderete un attimo
di tempo, ma eviterete di farvi dei nemici e otterrete risultati ottimi,
senza bisogno di lottare come disperati.

“Preferirei andar su e giù per il marciapiede di fronte due ore prima di un
colloquio,” dice Dean Donham dell’Harvard Business School, “piuttosto che
entrare in un ufficio senza avere un’idea chiara di quello che io dovrò dire
e di quello che il mio interlocutore, per quanto ne posso sapere io,
vorrebbe sentirsi chiedere.”
È un concetto estremamente importante che dovreste tenere sempre presente.

– È MOLTO MEGLIO… (4) –

“Si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene; e così si finirebbe
anche a star meglio.”(A. Manzoni)

Louis Hay, ammalata di cancro in fase terminale, è guarita quando ha
iniziato a perdonare in cuor suo tutti coloro con cui aveva avuto un cattivo
rapporto. In seguito ha scritto diversi libri di cui il primo (Guarisci il
tuo corpo) può diventare uno strumento di crescita e guarigione. Al volume è
annessa una cassetta con esercizi di visualizzazione che aiutano il processo
di guarigione. Il riassunto del lavoro fatto da Louis Hay si può racchiudere
nella frase:

“È molto meglio vivere bene e avere torto… che non vivere male e aver
ragione!”.

– RICORDA

1. Se tu ami gli uomini e ogni cosa allora soltanto tu ami veramente Dio.

2. Fa’ agli altri ciò che vorresti sia fatto a te. Fa’ il meglio che puoi e
lascia a Dio il resto.

3. Ritorna a te quello che parte da te: semina il bene e raccoglierai amore.

4. Sappi volere: la volontà è ii mezzo più potente per chi sa valersene.

5. Ciò che tu pensi si avvera. perciò pensa a ciò che è costruttivo e che ti
migliora. Non essere vittima di mali immaginari.

6. Il pensiero deve andare d’accordo con le tue parole e le parole con le
azioni.

7. Nulla è peggiore della depressione. Accogli con viso sorridente
qualunque cosa ti avvenga.

8. Questo mondo è come uno specchio: se sorridi, ti sorride; se lo guardi
arcigno e diffidente, cor lo stesso viso arcigno e diffidente guarderà a te.

9. Se sei fra coloro che vogliono riformare il mondo, comincia col
riformare te stesso: sii pronto ad agire sempre per il bene. Vinci tutte le
antipatie. Vivi come Volontario del Bene e sarai una benedizione per tutti.

10. Se vuoi imparare una vita più alta segui fedelmente queste parole: sii
buono, franco e semplice. Sii cortese, sereno e sicuro di te.

– Otto principi basilari (5) –

“Parlare è il modo di esprimere se stessi agli altri. Ascoltare è il modo di
accogliere gli altri in se stessi.”(Wen-Tzu)

PRINCIPIO 1 – Siate prodighi si apprezzamenti onesti e sinceri.
PRINCIPIO 2 – Richiamate l’attenzione degli altri sui loro errori in maniera
indiretta.
PRINCIPIO 3 – Parlate dei vostri errori prima di sottolineare quelli altrui.
PRINCIPIO 4 – Fate in modo che l’altra persona ne esca salvandosi la faccia
e la reputazione.
PRINCIPIO 5 – Lodate ogni più piccolo progresso. Siate generosi con le
approvazioni e con le lodi.
PRINCIPIO 6 – Fate in modo che la persona veda un suo interesse nel fare
quello che gli suggerite.
PRINCIPIO 7 – Date agli altri la sensazione che siano stati loro per primi
ad avere l’idea giusta.
PRINCIPIO 8 – Cercate onestamente di vedere le cose dal punto di vista del
vostro interlocutore.

– LA RICETTA DUJANY (6) –

“Un sorriso che non dai, è un sorriso che non avrai”.(Anonimo)

Tutti avete notato che i depressi fanno fatica ad essere allegri. Possono
lavorare come assatanati tutto il giorno (vedi più sopra), ma fanno una
grande fatica, quasi non possano usare un singolo muscolo: lo zigomatico
maggiore, quel muscoletto che, fermo sullo zigomo, tira i lati della bocca
verso l’alto e l’esterno nel più bello dei sorrisi.

Bene, il depresso non ride, non può ridere!… Il cervello, infatti, manda
un impulso che blocca quel muscolo. Non pretendo che sia fisiologia, ma
l’effetto finale è questo. Allora si fa così: superate tutte le difese, i
ragionamenti fallaci, le scuse, “ma è ridicolo!”, eccetera. Si atteggi la
bocca (i piu volonterosi anche il volto) in un bel sorriso. Il cervello che
è logico, ma di buon senso non ne ha, si spaesa: “Mah, là si ride? Boh, mi
sarò sbagliato!”, e gira l’interruttore verso l’allegria.

Facile? Difficilissimo! Pochi avranno l’animo di farlo, anche perché il
primo “sorriso” è una maschera grottesca. Si crede di ridere e invece si
chiude un occhio, eccetera… I volti amati dei familiari sono soffusi di
imbarazzo e di sgomento: “Caro stai male?”, “Sì, sto male e me la rido a
crepapelle!!!”, urlerete voi tra una crisi e l’altra, ma avanti sulla strada
della vittoria, come Napoleone sul Moncenisio.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1) Dale Carnege, Come trattare gli altri e farseli amici.
Bompiani Editore.
2) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce.
Edizioni del Cigno, Paschiera del Garda (VR).
3) Dale Carnege, Come trattare gli altri e farseli amici.
Bompiani Editore.
4) Hay, Louise L., Guarisci il tuo corpo.
Armenia Editore, Roma.
5) Dale Carnege, Come trattare gli altri e farseli amici.
Bompiani Editore.
6) R. Dujany, Manuale Pratico di Omeopatia.
Edizioni So-Wen.

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