EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA – 10

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EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA – 10

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

EVOLUZIONE NEUROFISIOLOGICA DEL CERVELLO E DELLA COSCIENZA

I due emisferi di Sperry e Gazzaniga

La simmetria è una delle più interessanti caratteristiche del cervello dei mammiferi superiori e in
particolare del cervello umano, in cui l’esuberante corteccia è divisa in due metà speculari:
l’emisfero destro e l’emisfero sinistro.

Queste due emi-sfere, anatomicamente simili, rappresentano neuropsicologicamente i due aspetti della
mente, quello maschile.razionale e quello femminile.intuitivo, l’animus e l’anima, come lo Yin e lo
Yang racchiusi nel cerchio del Tao. Ognuno dei due emisferi possiede delle sue proprie funzioni che
lo differenziano nettamente dall’altro e lo rendono indispensabile al corretto funzionamento
dell’intero cervello.

La differenza delle funzioni dei due emisferi era stata già evidenziata nel 1861, ad un convegno
della Società di Antropologia di Parigi, quando il chirurgo Paul Broca sostenne, sulla base di dati
neuroanatomici, che alcune aree dell’emisfero sinistro del cervello erano direttamente implicate nel
linguaggio e che la loro lesione provocava afasia, l’incapacità di pronunciare le parole pensate.
Alcuni anni più tardi, un altro neuroscienziato, J.Cotard dimostrò che la lesione di quell’area in
un adulto porta ad una permanente perdita della funzione del linguaggio, mentre la stessa lesione,
in bambini fino ai 6-7 anni, viene in qualche modo compensata anche completamente. Esami
neuroanatomici rilevarono che, in due terzi dei cervelli osservati, l’area del linguaggio
nell’emisfero sinistro, il “planum temporale”, è maggiore che nel destro. Tale asimmetria è stata
rilevata anche nei neonati mentre è statisticamente meno marcata nelle persone mancine. Ricerche
condotte sul cranio di uomo di Neanderthal e di Pechino hanno evidenziato simili asimmetrie.

Split brains: gli emisferi divisi

Negli anni ’60, al California Institute of Technology, Roger Sperry e Michael Gazzaniga studiarono
il comportamento di persone a cui era stato reciso chirurgicamente il “corpo calloso”, l’insieme di
fibre nervose che collegano tra loro i due emisferi. I risultati di queste ricerche fruttarono a
Sperry il premio Nobel, rilevando che vi è una profonda diversità nella qualità di elaborazione dei
dati tra i due emisferi: l’emisfero sinistro è dominante nei processi linguistici, il destro nei
processi visivi.

Un quarto di secolo di successivi esperimenti ha portato ad un quadro ben più articolato, in cui,
statisticamente, l’emisfero sinistro è specializzato nei processi che richiedono logica,
razionalità, capacità di analizzare e di dividere un problema nelle sue parti, mentre l’emisfero
opposto, il destro, è specializzato nell’intuizione, nella percezione globale di un problema, nella
comprensione analogica e simbolica.

Va ricordato che, per l’incrociarsi delle fibre nervose, l’emisfero destro governa la parte sinistra
del corpo e viceversa.

I due emisferi rappresentano quindi l’espressione neurocibernetica più archetipica della psiche
maschile e femminile, ossia della mente razionale.logico.analitica, che ha trovato la sua massima
espressione nelle scienze esatte e nella tecnologia e della mente intuitiva.analogico.estetica che
costituisce l’anima delle arti e dei sentimenti.

Emisfero razionale conscio, emisfero intuitivo inconscio

Una sconcertante differenza rilevata tra i due emisferi concerne il loro stato di coscienza.
L’emisfero razionale ha coscienza delle informazioni che elabora, mentre l’emisfero intuitivo, pur
svolgendo la stessa quantità di operazioni con identica precisione, è completamente inconscio.

I soggetti a cui è stata recisa chirurgicamente la connessione tra i due emisferi sono coscienti
degli oggetti che vedono solo con l’emisfero razionale, ma non sono in grado di descrivere ciò che
vedono con il solo emisfero intuitivo. Un’immagine di nudo femminile proiettata direttamente
all’emisfero logico.razionale provocava un arrossamento del viso del soggetto sperimentale,
accompagnato da un tipico sorriso imbarazzato; se allo stesso soggetto veniva domandato cosa gli
stesse capitando, rispondeva qualcosa come: “Beh! ho visto una donna nuda…”. Quando la stessa
immagine veniva inviata all’emisfero analogico.intuitivo, si ottenevano le stesse identiche
reazioni, ma i soggetti, interrogati sul motivo della reazione, rispondevano con un vago “mah, non
so… forse stavo pensando ad una cosa buffa” o con altre razionalizzazioni come “probabilmente
avevo caldo” o “credo che fosse una barzelletta”.

L’emisfero destro parla anche per quello sinistro

È evidente che l’emisfero razionale si assume il ruolo di “parlare per l’intera persona”, ma non è
cosciente delle informazioni presenti nell’emisfero opposto. I motivi di questa importantissima
differenza non sono ancora stati chiariti dalla scienza ufficiale, anche se sono state avanzate
diverse ipotesi. Tra queste, una delle più affascinanti è quella che considera l’emisfero intuitivo
come una porta sull’inconscio e sull’intelligenza “del cuore” o della sensibilità, contrapposta
all’intelligenza “della testa” o mentale. Come una sorta di due differenti personalità interiori Yin
e Yang.

Dai dati riportati fino ad ora, appare un quadro di perfetta complementarietà funzionale e
psicologica tra i due emisferi, che concorda nelle sue linee essenziali con la concezione junghiana
di animus e anima e con le categorie taoiste conscio.luminoso e inconscio.oscuro associate ai
simboli dello Yang e dello Yin, che lo stesso Jung aveva commentato nella sua introduzione al testo
di Lu Tzu Il mistero del fiore d’oro.

Questa dualità così profondamente unitaria e complementare non può non ricordarci, per analogia, i
due “cromosomi” materni e paterni dalla cui fecondazione nasce la cellula che darà vita a tutto il
nostro essere. Già la prima unità contiene ed è costituita dai due aspetti complementari del
maschile e del femminile.

Emisferi e sessualità

In tutte le società industriali più avanzate, si è registrato un costante aumento delle disfunzioni
sessuali, come l’eiaculazione precoce, il vaginismo, l’anorgasmia. Secondo alcuni ricercatori,
l’eccessiva attività dell’emisfero cosciente.razionale sarebbe l’origine di queste gravi turbe:
un’eccesssiva attenzione e controllo “di testa” ostacolerebbe infatti il rapporto sessuale,
impedendo all’emisfero inconscio-affettivo, più legato al sistema limbico, di facilitare il
rilassamento, la respirazione intensa, la naturalezza del comportamento e tutte le complesse
reazioni emotive.ormonali che richiedono spontaneità e abbandono.

L’eccessiva attività conscia bloccherebbe infatti alcuni delicati processi che richiedono
un’intelligenza più femminile e di cuore. L’eccessiva lucidità di coscienza di Apollo mette in fuga
e inibisce l’ombrosa e dolce ninfa Dafne. L’eccesso di Yang secca e brucia l’umido Yin.

Al di là di queste differenze rilevate sperimentalmente, il cervello è e deve essere considerato una
struttura unitaria, una totalità che comprende tutte queste parti che interagiscono, si vicariano
nelle operazioni, si alternano, si fondono e si compensano tra di loro proprio come fossero un uomo
e una donna interiori, dalla cui armonia e differenza di polarità nascono tutte le nostre nuove ed
antiche qualità.

La memoria emozionale di Gray e LaViolette

Ritorniamo alla concezione olistica psicosomatica. Sulle linee di questa tendenza si sviluppano le
ricerche e le scoperte dello psichiatra William Gray del Newton Center, Massachussets, e del teorico
dei sistemi Paul LaViolette. I due studiosi americani sostengono che il centro funzionale
dell’intero sistema nervoso sarebbe il cervello mammifero, ossia il cervello delle emozioni e dei
feelings, contrariamente alla comune ipotesi che vede il centro della coscienza nel cervello più
evoluto ossia nella corteccia. Secondo la loro tesi, il Sé soggettivo, ossia la coscienza
individuale di un essere umano, che influenza profondamente tutti i nostri comportamenti e sta alla
base delle nostre malattie psicosomatiche, sarebbe intimamente connesso con le emozioni ed il loro
centro funzionale nel sistema limbico.

Secondo questa ipotesi, la corteccia dei due emisferi sarebbe una evoluzione necessaria al sistema
limbico, una sorta di elaboratore e banca di informazioni periferiche, per poter avere maggiore
discriminazione dei dati sensoriali del mondo esterno e maggiore elaborazione razionale e
discriminativa delle informazioni. Il sistema limbico ossia il cervello emozionale diventa quindi il
vero cuore delle attività nervose.mentali, il cervello rettile la sua base fisiologica.istintiva e
la corteccia la sua estensione culturale.mentale.

Il mondo psichico infantile infatti sarebbe caratterizzato maggiormente dalle emozioni primarie,
paura, piacere, ira, gioia, che sono analoghe ai colori primari: nero, rosso, blu, giallo, verde e
bianco. Ogni esperienza sarebbe associata così ad una certa vibrazione o frequenza elettrochimica
come se fosse colorata da una certa emozione. L’evoluzione del bambino corrisponderebbe ad un
aumento delle esperienze e ad un costante incremento delle infinite possibilità di colori secondari
e di sfumature emotive, che Gray e LaViolette chiamano feeling-tones ossia tonalità emotive.

Le emozioni seguono quindi il processo di civilizzazione che porta ad una loro progressiva
differenziazione che si realizza grazie al potenziale cognitivo della corteccia.

Le esperienze sono memorizzate secondo toni emozionali

Secondo LaViolette, la teoria di Gray può confermare quindi l’ipotesi olografica di Pribram in
quanto le informazioni delle esperienze sarebbero registrate dal cervello non come i bit di un
computer, ma come onde neuroelettriche in cui le differenti frequenze sarebbero correlate con
analoghe sfumature delle emozioni. L’esperienza personale e terapeutica sembra confermare questa
visione; quando viviamo una particolare emozione, di solito ci tornano alla memoria anche dei
ricordi correlati ad essa, e spesso un’emozione nociva e persistente può essere rimossa dal vissuto
di un paziente solo aiutandolo a rivivere l’emozione e l’esperienza primaria che l’hanno causata,
magari nella primissima infanzia.

Le sfumature emotive servirebbero quindi come codici per le esperienze archiviate nella memoria.

Questa teoria si accorda perfettamente con la concezione che la medicina cinese ha del cervello, che
viene appunto chiamato “cuore celeste” per via della forte connessione con il “cuore umano”.

La teoria di Gray e LaViolette risanerebbe la frattura cartesiana tra sentire e pensare, senza per
questo ridurre pensieri o emozioni a entità materiali, ma considerandoli sempre dei processi
dinamici che, insieme, costituiscono la “struttura emozionale.cognitiva” (emotional-cognitive
structure) che concorre all’ampiamento del modello olistico umano.

Corteccia frontale e sentimenti superiori

Una parte fondamentale di questa teoria è costiuita dalla corteccia frontale che sarebbe il punto di
maggior connessione tra la corteccia superiore ed il cervello limbico. Come un supervisore finale
delle complesse attività che si riflettono sull’intero cervello, la corteccia dà l’ultima
valutazione prima che le informazioni elaborate ritornino al centro ipotalamico e di qui all’intero
corpo come ordini muscolari e messaggi ormonali. Come molti altri ricercatori sostengono, la
particolare evoluzione dell’area prefrontale spiegherebbe non solo la maggiore intelligenza delle
specie più evolute, ma anche la loro maggiore attenzione e cura per gli altri. Per questa ragione,
nelle nostre ricerche sul cervello e gli stati più evoluti di coscienza, esposte più avanti, abbiamo
utilizzato prevalentemente i punti frontale destro e sinistro (F1 e F2).

Il cervello olografico di Pribram

L’ologramma, come abbiamo già visto nel terzo capitolo, è un sistema di fotografia a luce laser, in
cui la lastra fotografica produce un’immagine tridimensionale. La particolarità della lastra
olografica è che ogni sua parte contiene l’intera figura. Il paradigma olografico, basato sulla
sincronica presenza dell’intera unità delle informazioni in ogni punto dell’ologramma, permette di
impostare scientificamente una visione olistica che può fornire una spiegazione ai fenomeni più
disparati.

Karl Pribram, professore e ricercatore di neuroscienze alla Stanford University, ritiene che
l’ologramma possa spiegare l’incredibile capacità del cervello di memorizzare esperienze ed
informazioni in maniera “non-localizzata”. Contrariamente a quanto normalmente si crede, le memorie
non sono localizzate all’interno di specifici neuroni, anche se la stimolazione di un neurone può
portare alla memoria un particolare ricordo. Le approfondite ricerche di Karl Spencer Lasley sulla
localizzazione della memoria, durate circa un trentennio, hanno infatti evidenziato che il ricordo
non è situato in una specifica area o cellula del cervello ma, inesplicabilmente, la memoria è
estesa all’intero cervello. È possibile rimuovere con la chirurgia vaste aree del cervello di un
uomo (per tumori o incidenti) senza compromettere la memoria. Verso la fine degli anni ’40, Pribram
si unì al team di neuroscienziati di Lashley; quando venne a conoscenza del fenomeno olografico,
intuì che il cervello si comportava come una lastra olografica su cui l’informazione del ricordo si
fissava in modo analogo all’immagine laser, sincronicamente e in modo unitario su tutto il cervello.

Il cervello, secondo questo affascinante paradigma, può quindi essere considerato un ologramma
cibernetico dell’intero corpo umano.

Ogni evento che accade nel corpo umano si trasmette attraverso le complesse reti di trasmissioni
informatiche al cervello dove viene rappresentato in modo globale: dalle informazioni fisiche, alle
informazioni emozionali, psichiche ed evolutive.

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