Fare una buona morte

pubblicato in: AltroBlog 0

Fare una buona morte

Assistenza spirituale ai malati terminali

Un’infermiera cosciente di Krishna assiste le persone morenti
nelle loro necessità materiali e spirituali.

di Sangita Devi Dasi

(da Ritorno a Krishna di Novembre-Dicembre 2003)

Sono un ‘infermiera iscritta all’albo, specializzata nell’assistenza ai malati terminali degli
ospizi. I medici con cui lavoro comprendono bene che i loro pazienti non possono guarire e che è
loro compito alleviarne le sofferenze per farli stare il meglio possibile. A causa di questo, i
medici accolgono i principi della filosofia dell’assistenza negli ospizi che comporta di comprendere
che ogni malato terminale merita di essere trattato con rispetto, che ad ogni paziente deve essere
permesso di decidere le cure che accetterà o rifiuterà, che ogni malato terminale ha il diritto di
essere curato da persone sensibili, intelligenti che cerchino di comprendere le sue necessità e
siano felici di aiutarlo ad affrontare la morte e che a tutti i pazienti deve essere permesso di
morire dignitosamente nell’ambiente preferito.
Poiché affrontare la propria morte imminente o quella di una persona cara richiede una grande forza
interiore, il personale dell’ospizio offre un sostegno spirituale a coloro che lo desiderano.
Indipendentemente dalla religione a cui aderiscono i pazienti o i membri delle loro famiglie, un
operatore professionale dell’ospizio o un volontario preparato li incoraggerà a prendere rifugio
nella loro fede e nelle loro tradizioni.

La maggior parte dei pazienti dell’ospizio di cui mi sono presa cura hanno riconosciuto l’importanza
di una forte fede spirituale. Quando a qualcuno viene detto che ha sei mesi o meno da vivere le
istanze spirituali si manifestano passando in prima linea. Molte persone di cui mi sono presa cura
avvertivano l’urgente necessità di diventare più religiosi o spiritualmente illuminati prima di
morire. Per ognuno di loro, questo significava qualcosa di differente, ma io li incoraggiavo a
diventare più introspettivi e a pregare il “Supremo Signore Onnipotente” nel momento cruciale della
loro vita quando realizzavano quanto fossero impotenti di fronte alla morte. Incoraggiando i miei
pazienti a parlare della loro fede spirituale, ho aiutato molti di loro a riconoscere la forza
interiore che non si erano mai accorti di possedere, ad affrontare le paure e le sofferenze
spirituali, che possono essere intime e riservate. Spesso una persona non desidera parlare di queste
cose personali. Può anche darsi che un paziente un giorno si senta forte spiritualmente e debole a
livello emotivo e vulnerabile il giorno dopo. Ma quando i miei pazienti hanno sviluppato sufficiente
fiducia in me tanto da confidarmi la loro paura di morire e le loro incertezze spirituali, ho
apprezzato la loro onestà e la nostra relazione è divenuta più profonda.

INCORAGGIAMENTO SPIRITUALE

Essere una devota di Sri Krishna spesso mi ha dato la possibilità di conversare con i miei pazienti
della reincarnazione, delle leggi del karma e del mondo spirituale. Tuttavia non ho mai insistito
che credessero in qualcosa di diverso da quello che li aveva confortati in tutta la loro vita. Li ho
semplicemente incoraggiati ad usare quel prezioso tempo che rimaneva loro per avvicinarsi al
Signore, a quello stesso Signore che risiede nel cuore di ognuno di noi. In questo modo, abbiamo
sviluppato un rispetto reciproco per i nostri rispettivi valori e le nostre fedi.
Molte volte mi è stato chiesto d’inginocchiarmi al loro capezzale per pregare con loro – e per loro.
A volte, membri della loro famiglia mi hanno chiesto di unirmi a loro a leggere la Bibbia di
famiglia ad alta voce. Una vecchia coppia di ebrei m’invitò ad andare a casa loro quando era
presente il loro rabbino cosicché tutti potessimo tenerci per mano e pregare insieme.
In ogni situazione, ho spiegato alle famiglie che, come i genitori che aspettano la nascita di un
bambino si preparano in anticipo per una buona nascita, bisogna anche prepararsi a “morire una buona
morte”. Se si è liberi dalle sofferenze fisiche, emotive e mentali e ben situati da un punto di
vista spirituale, si avrà un più auspicioso e glorioso trapasso.

UN ATEO

Fra centinaia di pazienti di cui mi sono presa cura, solo uno ha ammesso di essere ateo. Questa
persona rifiutò le visite del pastore dell’ospizio e proclamò che “dopo la morte non c’è niente”.
“Nasci, vivi e muori”, affermava. “Questo è tutto quello che c’è.”
Sfortunatamente nonostante tutti i tentativi fatti dal personale dell’ospizio per dargli un po’ di
conforto, visse i suoi ultimi giorni adirato, solo e depresso.
E triste, ma questo paziente è l’esempio di come una vita senza spiritualità faccia aumentare tutte
le sofferenze. Nello stesso modo, affrontare la morte senza un credo spirituale farà aumentare le
paure e negherà alla persona la speranza di una vita eterna e gioiosa col Signore dopo la morte.
A questo proposito, Krishna nella Bhagavad-gita (8.6) dice: “Qualunque condizione di esistenza si
ricordi all’istante di lasciare il corpo, quella stessa condizione sarà senza dubbio raggiunta.”
Nella sua spiegazione Srila Prabhupada dice:

“In questo verso viene spiegato il processo di come trasformare la nostra condizione al momento
critico della morte… Com’è possibile morire nella giusta condizione mentale? …I nostri pensieri
all’istante della morte sono determinati soprattutto dall’insieme delle azioni e dei pensieri
accumulati durante tutta la nostra vita; perciò sono le azioni di questa vita a determinare la
nostra condizione futura… Se siamo spiritualmente assorti nel servizio di devozione a Krishna, il
nostro prossimo corpo sarà non più materiale, ma spirituale. Il canto del maha-mantra – Hare
Krishna, Hare Krishna Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare – è
dunque il miglior metodo per cambiare con successo lo stato della nostra esistenza alla fine della
nostra vita.”

Il canto del mantra Hare Krishna è il metodo di autorealizzazione raccomandato in quest’era come Sri
Krishna stesso nella forma di Sri Caitanya Mahaprabhu ci ha insegnato. Questo mantra è l’essenza di
tutta la saggezza vedica ed è il mezzo più sublime per comprendere il nostro vero sé e la nostra
relazione con il Signore. Cantare questo mantra durante tutta la vita ci aiuterà a ricordare il
Signore al momento della morte, assicurandoci così l’ingresso nel mondo spirituale, la dimora
personale del Signore.
Come la filosofia della coscienza di Krishna, così la filosofia dell’assistenza negli ospizi insegna
che la morte è inevitabile, che quelli che affrontano una morte imminente sono disponibili ad
occuparsi di temi spirituali e che aiutare a livello spirituale chi muore è degno di lode. Ancora
una volta ricorriamo alla guida della Bhagavad-gita (2.27), in cui Sri Krishna dice ad Arjuna: “La
morte è certa per chi nasce e la nascita è certa per chi muore.” Chi fra noi non avrà bisogno di
sostegno e cure spirituali alla fine della propria vita?

OSPIZI PER I SERVITORI DI KRISHNA

Il Vaisnava C.A.R.E. (Counseling, Assistance, Resource, Education per i malati terminali e le loro
famiglie) è stato fondato nel 2002 come organizzazione non-profit per aiutare i devoti di Sri
Krishna e anche altre persone con un’organizzazione di ospizi che si preoccupa che le persone
possano trarre beneficio dall’assistenza.
Il Vaisnava C.A.R.E. è un’organizzazione mondiale di volontari, composta da operatori della salute o
no, in grado di assistere all’interno delle rispettive comunità i malati terminali e i loro cari se
ce n’è bisogno.
Questi misericordiosi volontari si trovano su tutto il pianeta dagli Stati Uniti all’Australia,
all’India ed all’Europa.
Per avere maggiori informazioni su questa iniziativa e su come parteciparvi, visitate il sito
www.vaisnavascare.com

Per una guida esauriente sull’apprendimento dell’arte dell’assistenza negli ospizi, The final
journey – Complete Hospice Care far Departing Vaisnavas (disponibile presso il krishna.com Store),
insegna, passo per passo, come assistere gli altri “a fare una buona morte”, mentre fanno il loro
viaggio di ritorno a casa, da Dio.

Sangita devi dasi (Susan Pattinson, RN, operatrice negli ospizi iscritta all’Albo), discepola di
Srila Prabhupada, ha un’esperienza di anni nell’assistenza dei malati terminali. È l’autrice di The
Final Journey – Complete Hospice Care for Departing Vaisnavas ed è membro con diritto di voto della
Hospice and Palliative Nurse’s Association. È presidente del Vaisnavas C.A.R.E. Inc. ed abita a
Filadelfia.

© 2004 The Bhaktivedanta Book Trust International. All rights reserved.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *