Fenomeni affascinanti di neurobiologia

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Fenomeni affascinanti di neurobiologia

Alcuni casi nell’ambito delle neuroscienze ci parlano di affascinanti fenomeni che ci appaiono
inusuali e che sono prova degli infiniti labirinti del cervello. In più di un’occasione, questi casi
hanno permesso di fare importanti scoperte e oggi ve ne presentiamo alcuni.

Nel tempo, vengono scoperti molti fenomeni affascinanti che riguardano la neurobiologia che,
relativamente spesso, aprono le porte a nuove conoscenze sul cervello. A volte una malattia o un
particolare sintomo custodiscono interessanti chiavi di lettura che ci permettono di aumentare la
nostra comprensione della mente umana.

Diversi casi di neurobiologia sono interessanti per la particolarità dei sintomi. Molto spesso si
tratta di fenomeni che risultano inusuali e al contempo affascinanti. Tuttavia, l’aspetto davvero
valido risiede nel fatto che ci dimostrano che il cervello funziona in un modo a noi sconosciuto.

Il neurologo Oliver Sack viene considerato uno dei più importanti divulgatori scientifici. Il modo
in cui descrive i fenomeni e la straordinarietà degli stessi talvolta può darci la sensazione di
avere a che fare con la letteratura fantascientifica. Eppure non è così, ci parla di fatti reali che
hanno contribuito – a volte con tragici risvolti – a farci conoscere più a fondo il cervello. Quelli
che stiamo per vedere sono tre fenomeni unici.

Qualunque malattia introduce nella vita una duplicità: un “esso”, fatto di bisogni propri, esigenze
e limiti.
-Oliver Sacks-

3 fenomeni affascinanti della neurobiologia

1. Reminiscenza

Si tratta di uno dei casi più interessanti. La protagonista è una donna di oltre 80 anni che nel
1979 ha vissuto un’esperienza molto particolare. Bisogna premettere che si trattava di una donna in
buona salute e nel pieno delle proprie facoltà cognitive, nonostante alcuni problemi di udito.

Una notte sognò della propria infanzia in Irlanda. Nel sogno c’era la musica del suo passato, le
canzoni e i balli tradizionali. Al risveglio, la musica risuonava ancora nella sua testa. Pensò che
la radio fosse accesa o che qualcuno avesse attivato una registrazione, ma non era così.
Ciononostante, ella sentiva perfettamente le note musicali, a un volume abbastanza alto da assorbire
tutta la sua attenzione e da sottrarla ad altri stimoli.

Prima di essere sottoposta a un encefalogramma, la musica iniziò a sparire, dopo essere rimasta per
mesi nel suo cervello. Tutto fa pensare che si trattasse di un problema del lobo temporale,
associato a un sentimento di nostalgia. Questo caso suggerisce che ci sono aree del nostro cervello
in cui vengono immagazzinate tutte le esperienze del passato, come se si trattasse di un archivio
indistruttibile.

2. Il caso di Madeleine

Madeleine era una donna di 60 anni affetta da cecità congenita. Questo significa che non aveva mai
visto in vita sua. Aveva anche una paralisi cerebrale, e per questo aveva diritto all’assistenza in
casa. Inoltre, eseguiva movimenti involontari delle mani. In questo contesto, ci si aspettava che
avrebbe avuto un grave ritardo cognitivo, ma così non era. Madeline era una donna molto
intelligente.

Era circondata da persone che le avevano letto parecchi libri, per questo era molto colta e dedita
ad animati dibattiti. Confessò di non aver mai imparato il Braille perché – riportando le sue stesse
parole – le sue mani erano “Inutili pezzi di pasta abbandonati da Dio e che non fanno nemmeno parte
di me”.

Tuttavia, le mani di questa donna erano tutto sommato normali: erano dotate di sensibilità, ma, per
un qualche motivo, non si muovevano nel modo corretto. Oliver Sacks ipotizzò che forse le cure
eccessive della sua famiglia l’avevano privata dello sviluppo degli arti. Fu così, quindi, che
iniziò un processo di riabilitazione. Alla fine, Madeleine divenne nientedimeno che una scultrice.

3. L’uomo che cadde dal letto è tra i più affascinanti fenomeni di neurobiologia

Questo è uno dei casi di neurobiologia che racconta di uno strano disturbo conosciuto come
somatoagnosia. Esso riguarda l’incapacità di riconoscere le parti del proprio corpo. Racconta di un
giovane che mentre era ricoverato in ospedale affrontò una curiosa esperienza: vide sul proprio
letto una gamba che “non gli apparteneva” e allora la buttò fuori. Facendolo, fu lui stesso a cadere
dal letto.

Il giovane rimase terrorizzato dall’esperienza. Per un qualche motivo, pensava che la propria gamba
sinistra fosse stata amputata dal proprio corpo e che, quindi, la gamba che vedeva non fosse la sua.
La percepiva come separata dal suo corpo e anzi ne era intimorito. Gli furono poste alcune domande
in merito, ma siccome non poteva dare una risposta su dove fosse la sua vera gamba, si colpì
insistentemente e cercò di strapparsi via l’arto che considerava estraneo.

Quest’ultimo è un caso di perdita dell’identità rispetto a una parte del corpo e sfortunatamente non
si risolse nel migliore dei modi. Sono stati riportati diversi casi simili, ma finora le cause di
questo problema restano sconosciute e si ignora come aiutare queste persone.

da listamente

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