Futuro postumano (parte 3)

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Futuro postumano (parte 3)

di: Alessio Mannucci – ecplanet.net

“Siamo alla vigilia di nuove scoperte scientifiche che per la loro stessa essenza aboliranno
l’umanità in quanto tale” (Francis Fukuyama, Le Monde, 17 giugno 1999). Nel corso di molti degli
ultimi decenni è nato un movimento per la totale emancipazione del mondo progredito. Sono i
postumanisti, o transumanisti, o estropici, adoratori delle nuove tecnologie, tramite cui vogliono
niente di meno che liberare la razza umana dai propri limiti biologici, dai propri limiti naturali,
per portare la specie ad uno stadio successivo.

Secondo i transumanisti, l’umanità è pronta alla prossima mutazione: ad usare la biotecnologia per
diventare più forte, più intelligente, più longeva, perfino immortale. Il tecno-positvismo portato
all’estremo dai transumanisti è già parte dei programmi di ricerca più avanzati della biomedicina
contemporanea: manipolazione genetica, clonazione, ibernazione, chirurgia estetica e prostetica,
nanotecnologia. Il progetto postumano, di fatto, è stato già avviato.

Siamo già oltre il punto di non-ritorno.

Ciò di cui questi neo-prometeici, neo-faustiani, neo-Frankenstein, paladini della tecno-scienza e
del progresso, non sembrano rendersi conto, sono gli spaventosi “effetti collaterali” che questo
terremoto culturale sta provocando: un’onda anomala di violenza irrazionale che travolge la società
distruggendo le sue stesse fondamenta.

Se aggiungiamo il fatto che, essenzialmente, il movimento transumanista appartiene alla nuova
borghesia, che taglia fuori i cittadini dei Paesi più poveri del mondo, per i quali le meraviglie
delle nuove tecnologie rimarranno una chimera, si preannuncia un nuovo razzismo eugenetico che
minaccia di lasciare indietro gli esseri limitati, mortali, naturali, prefigurando una società
dell’avvenire che in fondo già conosciamo, tramite la fantascienza distopica.

Ora, però, dobbiamo fare i conti con la “fantarealtà”, che è ancora peggio.

TRANSUMANO (TROPPO TRANSUMANO)

T.S. Eliot descrisse in “The Cocktail Party” i rischi del viaggio umano verso l’illuminazione
descrivendolo come “un processo in cui l’umano sarà transumanizzato”.

“Io credo nel transumanesimo: quando saremo in numeri sufficienti ad affermare ciò con convinzione,
la specie umana sarà sulla soglia di nuovo genere di esistenza, tanto diverso dal nostro quanto il
nostro è diverso da quello dell’Uomo di Pechino. È allora che vedremo la cosciente realizzazione del
nostro reale destino”.

Il movimento chiamato “transumanesimo” comincia a prendere corpo grazie al libro di Julian Huxley
del 1956, “New Bottles For New Wine”, contenente il saggio dal titolo “Transhumanism” che invitava
il genere umano a migliorare le propri condizioni di vita attraverso la scienza e la modificazione
della realtà circostante. Si alludeva già ad una nuova specie post-umana in divenire.

Tra i pionieri del transumanesimo, Joseph Fletcher, considerato un fondatore della bioetica, ha
sostenuto l’idea di utilizzare la genetica e altre scienze in via di sviluppo per migliorare, e non
solo urare, la condizione umana. Nel suo libro del 1974, “The Ethics of Genetic Control: Ending
Reproductive Roulette” (“L’etica del controllo genetico: la fine della roulette riproduttiva”)
chiese di dare ai genitori il controllo sulle caratteristiche genetiche dei propri figli: essi (o lo
stato) dovrebbero utilizzare al massimo le possibilità offerte dalla scienza per dirigere la propria
riproduzione ed evoluzione, piuttosto che affidarsi al caso. Egli suggerì anche la possibilità di
creare esseri paraumani, geneticamente modificati e basati su genoma umano e di animali, a cui
potessero essere affidati lavori pericolosi, da produrre secondo le specifiche necessità di una data
impresa. Suggeriva che la scienza e la tecnologia potessero rendere la vita umana migliore e che gli
esseri umani debbano ricercare questi miglioramenti.

Idee simili riguardo l’umanità e la sua evoluzione sono state esplorate da Julian Huxley nei suoi
scritti sull’umanesimo evoluzionario – “Evolution: The Modern Synthesis” – del 1942, e da Teilhard
de Chardin, in “The Future of Man” del 1959.

Abraham Maslow ha fatto riferimento al transumanesimo in “Toward a Psychology of Being”, del 1968,
Robert Ettinger in “Man into Superman”, del 1972. Nel Dizionario Enciclopedico del Reader’s Digest,
“transumano” è definito come “sorpassante; trascendente; oltre”. Nel Nuovo Dizionario Universale
Webster, come “superumano”; mentre “transumanizzare” come “elevare o trasformare in qualcosa oltre
l’umano”. Oggi si tende diffusamente a intendere il termine come una transizione evolutiva dalla
biologia umana tradizionale verso una nuova forma di biologia fusa con la tecnologia.

“Il Transumanesimo è una classe di filosofie che cercano di guidarci verso una condizione postumana.
Il Transumanesimo condivide molti elementi con l’Umanesimo, inclusi il rispetto per la ragione e le
scienze, l’impegno per il progresso ed il dare valore all’esistenza umana (o transumana) in questa
vita. […] Il Transumanesimo differisce dall’Umanesimo nel riconoscere ed anticipare i radicali
cambiamenti e alterazioni sia nella natura che nelle possibilità delle nostre vite, che saranno il
risultato del progresso nelle varie scienze e tecnologie[…]”.

Max More, fondatore dell’ Extropy Institute, è stato il primo a definire il termine anche come
filosfia nel 1990. Mentre Huxley immaginava un’umanità che trascende i propri limiti, Max More vede
più una effettiva trasformazione dell’essere umano in post-umano. Sono state suggerite anche altre
definizioni come quella di Anders Sandberg – “Il Transumanesimo è la filosofia che afferma che noi
possiamo e dobbiamo svilupparci a livelli , fisicamente, mentalmente e socialmente superiori,
utilizzando metodi razionali” – o quella di Robin Hanson: “Il Transumanesimo è l’idea secondo cui le
le nuove tecnologie probabilmente cambieranno il mondo nel prossimo secolo o due a tal punto che i
nostri discendenti non saranno per molti aspetti ‘umani’”.

Il Transumanismo dunque aspira al miglioramento della condizione umana attraverso le nuove
tecnologie, come l’ingegneria genetica, la bionica, la crionica, la clonazione, la nanotecnologia,
gli usi avanzati dei computer e delle comunicazioni, puntando ad arrestare l’invecchiamento e
potenziare le capacità psico-fisiche dell’uomo. Seguendo una tradizione politica, morale e
filosofica risalente al XIX secolo, influenzata dall’Illuminismo e dal Positivismo, il
Transumanesimo si pone come obiettivo l’utilizzazione della scienza come mezzo per migliorare tutta
l’umanità, ponendo l’essere umano al “centro” dell’universo, e sostenendo che non esistono forze
sovrannaturali che guidino l’umanità, solo razionalità, scienza e tecnologia, tendendo ad escludere
tutto ciò che è metafisica, compreso Dio.

Il “perfezionismo” dei transumanisti è il loro unico imperativo etico, volto ad approdare ad uno
stadio post-darwinista in cui gli esseri umani potranno controllare l’evoluzione sostituendo alle
mutazioni casuali la propria morale ultra-razionale. L’obiettivo dichiarato del transumanismo è la
costruzione di un “oltre-uomo” tecnologico, in grado di superare le limitazioni naturali,
biologiche, che in qualche modo si sostituisce a Dio. Riguardo la spiritualità, essa è considerata
in termini prettamente scientifici. Alcuni transumanisti sono convinti che la futura comprensione
della “neuroteologia” (la riduzione della religione a neurofisiologia, ndr) darà la possibilità agli
umani di ottenere il controllo sugli stati di coscienza alterati, e quindi sulle esperienze
spirituali, mentre i più materialisti rifiutano l’idea di anima, piuttosto parlano di coscienza, che
equiparano ai software dei computer, e credono alla possibilità di poterne trasferire il contenuto
da una mente all’altra tramite interfacce neuro-informatiche.

TRANS-ART

Ad accrescere la popolarità del movimento ci hanno pensato poi le “Arti Transumaniste”, dedite
all’esplorazione di nuove diavolerie elettroniche per implementare i sensi e sviluppare realtà
alternative. Come teoria estetica, l’arte transumanista è stata introdotta nel 1982 (originariamente
“TransArt”) dal manifesto di Natasha Vita-More. Ma già nel 1980, il film “Breaking Away” si può dire
avesse già sancito l’inizio del movimento trans-artistico: un cortometraggio in 8 mm realizzato da
Don Yannacito dell’Independent Film Dept. della University of Colorado, su un’idea della stessa
Vita-More, che cerca di tracciare un quadro della nuova arte come riflesso delle aspirazioni
visionarie dei transumanisti.

Rispetto ad altre arti futuristiche come la “space art”, la “science fiction art” o la “hi-tech
art”, la “trans art” è arte prodotta da transumani. I Trans-Artisti si rifanno in parte al Futurismo
e al Dadaismo. Al Futurismo, in quanto rinnegava la tradizione e glorificava il contemporaneo,
enfatizzando la macchina (la tecnologia) e il movimento (la velocità), abbracciando la fusione di
arte e scienza. Il Dadaismo, soprattutto per il suo fervore rivoluzionario, in quanto portatore di
nuovi valori estetici e promotore di una radicale trasformazione dell’esistente. Anche se, mentre i
dadaisti tendevano più all’irrazionale e al negativo, e i futuristi ebbero vita breve, i
transumanisti sono razionali, esageratamente ottimisti e sono convinti di durare per sempre.

Sicuramente devono molto anche alle riflessioni sull’auto-espressione e sulla mente artistica
dell’Espressionismo Astratto e dell’Arte Concettuale, secondo cui “l’atto di pensare è già una forma
d’arte”. Della Performance Art ripropongono l’idea di forme d’arte aperte e comunicative. In questo
filone si possono far rientrare gli artisti del corpo post-organico come Stelarc che sperimentano
forme spettacolari di integrazione post-umana. Si tende a far rientrare tra i trans-artisti anche
gente come Marvin Minsky, Timothy Leary, il video-artista Bill Viola, l’artista digitale Karl Sims,
che non sono propriamente dei transumanisti.

“The UpWing philosophy is a visionary new thrust beyond Right and Left-wing, beyond conservative and
conventional radical. Beyond all our age-old philosophies and ideologies. We UpWingers want to
facilitate the flow to the emerging post-industrial world. We also want to accelerate humanity’s
thrust to the next stage in evolution. Specifically we want to marshall humanity’s genius to
overcome our supreme tragedies – aging and death. We want to help accelerate the colonization of our
solar system and open up this infinite Universe of infinite space, infinite resources, infinite
potentials. We want to speed up the thrust to post-industrial telespheres, such as teleduction and
telemedicine which can instantly provide services to anyone anywhere. We want to help accelerate the
surge to upcoming worlds of undreamed abundance. Clean, cheap, limitless energy. Limitless food.
Limitless raw materials. We want to help spread the benefits of the Biological Revolution, the new
genetics, the Brain Revolution giving each one of us control over our own bodies, our own minds, our
own emotions. Allowing us biological freedoms never before possible…”

L’attuale concetto di “transumanesimo” come transizione evolutiva fu espresso per la prima volta da
FM-2030, alias F.M. Esfandiary, mentre predicava le sue visioni futuristiche durante il corso “New
Concepts of the Human” tenuto alla New School for Social Research di New York City. Concetto poi
sviluppato nella sua trilogia – “Up-Wingers”, “Telespheres” e “Optimism One” – del 1973. I primi
transumanisti si incontrarono formalmente all’inizio degli anni 1980 alla University of California
di Los Angeles, che divenne il loro centro principale. Fu qui che FM-2030 (in precedenza “FM
Esfandiary”) insegnò l’ideologia futurista degli “Upwingers”. John Spencer alla Space Tourism
Society organizzò molti eventi transumani legati allo spazio. Natasha Vita-More (in precedenza
Nancie Clark) esibì “Breaking Away” al EZTV Media, un luogo dove i transumanisti e altri futuristi
potevano incontrarsi. FM, John e Natasha si incontrarono e presto iniziarono a tenere riunioni per i
transumanisti di Los Angeles, che includevano gli studenti provenienti da FM-2030, spettatori delle
produzioni artistiche di Natasha e la comunità spaziale ed astrofisica. Nel frattempo in Australia,
Damien Broderick, autore di fantascienza, scrisse “The Judas Mandala”. Nel 1982, Natasha scrisse
Transhumanist Arts Manifesto (“Manifesto delle arti transumane”) e più tardi produsse lo spettacolo
televisivo via cavo “TransCentury UPdate”, che ebbe oltre 100.000 spettatori. FM, successivamente,
in “Are You A Transhuman ?” (1989), definirà transumano come “la primitiva manifestazione di un
nuovo essere evoluzionario”. In questa ottica, possiamo annoverare tra i profeti del transumanesimo
anche il noto mass-mediologo Marshall McLuhan, quando annuncia che: “la tecnologia produce
simultaneamente un’esplosione dell’uomo e un’implosione del mondo: i mezzi di trasporto e di
comunicazione estendono infatti il raggio di azione dei nostri sensi all’intero pianeta, riducendolo
ad un villaggio”.

L’informatica e le biotecnologie stanno partecipando attivamente e congiuntamente a questa
ridefinizione tecnologica dell’uomo e del mondo. La convergenza di scienze quali la cibernetica, la
robotica, l’intelligenza artificiale, la telematica, l’ingegneria genetica, la nanotecnologia,
nasconde un “Progetto” che per la sua portata, promette o minaccia, a seconda dei punti di vista, il
perseguimento della sintesi artificiale del corpo e della mente umani. Per l’evoluzione personale e
l’autocreazione, i transumanisti tendono a utilizzare tecnologie e tecniche che migliorino le
proprie condizioni fisiche e cognitive, e si impegnano in esercizi e stili di vita specificatamente
progettati per aumentare la salute ed estendere la durata della vita (alcuni usano il neologismo
“fyborg” che sta per “cyborg funzionale” – “functional cyborg” – per indicare l’individuo che
incrementa le proprie capacità tramite mezzi tecnologici non innestati sul proprio organismo. In
pratica, in un modo o nell’altro siamo tutti fyborg, chi più, chi meno, chi porta occhiali, chi usa
un telefono, etc.).

EXTROPY INSTITUTE

Nel 1987, Max More si trasferì a Los Angeles dalla Università di Oxford in Inghilterra, dove aveva
fondato la prima organizzazione crionica europea, conosciuta come Mizar Limited (più tardi
Alcor-UK), per lavorare al suo Ph.D. in filosofia alla University of Southern California. More
incontrò Tom Bell alla USC, e insieme svilupparono idee sul futuro. Nel 1988, fu pubblicato
“Extropy: The Journal of Transhumanist Thought”, che raccolse pensatori per scrivere di intelligenza
artificiale, nanotecnologia, ingegneria genetica, life extension, mind uploading, Idea Futures,
robotica, esplorazione spaziale, e della politica ed economia del transumanismo. I media alternativi
iniziarono presto a recensire la rivista e questa attrasse l’interesse di pensatori con simili
attitudini. Più tardi More e Bell co-fondarono l’Extropy Institute, una organizzazione culturale
non-profit. “ExI” fu fondato come centro di informazione e di lavoro in rete per l’utilizzo delle
conoscenze scientifiche disponibili insieme al pensiero critico e a quello creativo per definire un
piccolo insieme di principi e valori che potessero aiutare a dare un senso alle nuove possibilità
che si aprivano all’umanità.

La mailing list dell’Extropy Institute fu lanciata nel 1991 e nel 1992 l’istituto iniziò ad
organizzare le prime conferenze sul transumanismo, e i membri affiliati in tutto il mondo
cominciarono ad organizzare gruppi transumanisti locali. Extro Conferences, incontri, feste,
dibattiti online e documentari continuano a divulgare il transumanismo al pubblico. Internet divenne
presto il terreno ideale per le persone interessate ad esplorare le nuove tecnologie con siti web
come Extropy Institute, Alcor Life Extension Foundation, Foresight Institute, Transhumanist Arts &
Culture, and BetterHumans.

Oggi altre organizzazioni che si sono unite all’Extropy Institute per far progredire le idee
transumaniste, come la Alcor Life Extension Foundation, Foresight Institute, Transhumanist Arts &
Culture, l’Immortality Institute, Aleph in Svezia, TransVision in Europa, la World Transhumanist
Association, Singularity Institute for Artificial Intelligence, e numerose altre organizzazioni che
si stanno sviluppando in questo momento.

I PRINCIPI ESTROPICI

“L’umanità mi sembra uno splendido inizio, ma non sarà certo la fine”. (Freeman Dyson).

Estropia: il livello di intelligenza, informazione, ordine, vitalità, auto-evoluzione di un sistema
(l’opposto di entropia, il livello di caos e disordine).

Estropici: coloro che perseguono l’incremento dell’estropia.

Estropianesimo: la filosofia, transumanista, in continua evoluzione, dell’estropia.

L’Estropianesimo è una filosofia transumanista caratterizzata da una serie di principi riguardanti
l’estropia, definiti per la prima volta da Max More in “The Principles of Extropy”. L’Estropianesimo
pone una forte enfasi sul pensiero razionale, nella promozione di una società aperta, e
nell’ottimismo pratico. Estropia, coniata da T.O. Morrow nel Gennaio del 1988, è definita come
l’insieme dell’intelligenza, dell’ordine funzionale, della vitalità, dell’energia, vita, esperienza,
capacità e spinta al miglioramento e alla crescita di un sistema vivente o organizzativo. Estropia
esprime una metafora, invece di essere un semplice termine tecnico, e quindi non significa
semplicemente l’opposto di entropia.

Secondo More, questi principi “non specificano un credo particolare, delle tecnologie o delle
politiche”. L’Estropianesimo sostiene una ottimistica visione del futuro, prevedendo considerevoli
progressi della capacità computazionale, dell’aspettativa di vita, nella nanotecnologia e simili.
Fieramente avversi al criticismo degli eco-luddisti, adorano il progresso tecnologico, da cui si
aspettano solo cose buone (“we embrace the future”) e si rifiutano di considerarne il potenziale
entropico e catastrofico. Molti estropici credono nella eventuale realizzazione di una vita
illimitata e nella resurrezione (per coloro preservati per mezzo della crionica) attraverso mezzi
tecnologici. Gli “extropiani” si raccolgono in piccole comunità (nexus) che rifiutano i valori della
società tradizionale e ogni autorità politica. Odiano i limiti che il corpo (“wetware”) impone alle
loro aspirazioni di immortalità e di trascendenza. Per rendere immortale il loro spirito si
preparano a trasformarlo in software, in modo da poterlo trasferire nei corpi incorruttibili
forgiati dalla tecno-scienza. In attesa che la carne possa così divenire logos, aspirano a
prolungare indefinitamente la loro vita “terrestre” trasformandosi in cyborg.

I Principi Estropici descrivono una specifica versione del pensiero transumanista. I transumanisti
sono per la ragione, il progresso e centrano i propri valori sul benessere materiale, piuttosto che
su di una autorità religiosa esterna. I Principi Estropici non sono considerati verità o valori
assoluti. I Principi codificano ed esprimono le attitudini di coloro che si descrivono come
“estropici”. Il pensiero estropico rappresenta una piattaforma filosofica da cui affrontare la
condizione umana.

La filosofia estropica rappresenta una visione del mondo ottimista e serena, in cerca di un continuo
auto-miglioramento, basato su motivi scientifico-razionali: progresso continuo, la continua ricerca
di maggiore intelligenza, saggezza, efficacia e longevità, nonché la rimozione dei limiti politici,
culturali, biologici e psicologici alla realizzazione personale; il continuo superamento di ogni
barriera al proprio progresso e alla realizzazione delle proprie potenzialità; l’espansione infinita
dell’universo; auto-trasformazione, la continua crescita morale, intellettuale e fisica, attraverso
razionalità, creatività, responsabilità e sperimentazione; la ricerca dell’accrescimento biologico e
neurologico, insieme allo sviluppo psico-emotivo; ottimismo pratico, l’adozione di un ottimismo
razionale, basato sull’azione, al posto della fede assoluta e del pessimismo della stagnazione;
tecnologia intelligente, l’uso creativo di scienza e tecnologia per trascendere i limiti “naturali”;
la tecnologia non fine a se stessa, ma come strumento efficace per il miglioramento della propria
vita; società aperta, un ordine sociale che favorisca la libertà di parola, di azione e di
sperimentazione, opposizione al controllo sociale autoritario, una società basata sulla
decentralizzazione del potere, la contrattazione al posto dello scontro, lo scambio al posto della
coercizione, l’apertura al miglioramento al posto di un’utopia statica; auto-governo, pensare
indipendentemente, in libertà e consci della propria responsabilità individuale; pensiero razionale,
mantenere un’adeguata apertura mentale verso le sfide alle proprie idee e pratiche, allo scopo di
migliorarle, essere aperti alle critiche alle proprie idee, mantenendo apertura mentale verso idee
nuove.

Per gli estropici, nessun mistero è sacrosanto, non esiste nessun limite.

Questo punto di vista è stato criticato aspramente dall’intellettuale anarchico Hakim Bey nello
scritto “Primitive and Extropians” che accusa il movimento estropico di “fondamentalismo” nei
confronti della tecno-scienza.

SINGOLARITARIANISMO

“Una conversazione centrata sul sempre accellerante progresso della tecnologia e del cambiamento nei
modi di vita degli esseri umani, che da l’apparenza dell’avvicinarsi di qualche fondamentale
singolarità della storia della razza oltre la quale, gli affanni degli esseri umani, come li
conosciamo, non possono continuare” (Stanislaw Ulam, Maggio 1958, riferendosi ad una conversazione
con John von Neumann).

Nel 1965, lo statistico I. J. Good descrisse un concetto anche più simile al significato
contemporaneo di “singolarità”, nel quale egli includeva l’avvento di una intelligenza superumana:
(…) Diciamo che una macchina ultraintelligente sia definita come una macchina che può sorpassare
di molto tutte le attività intellettuali di qualsiasi uomo per quanto sia abile. Dato il progetto di
queste macchine è una di queste attività intellettuali, una macchina ultraintelligente potrebbe
progettare macchine sempre migliori; quindi, ci sarebbe una “esplosione di intelligenza”, e
l’intelligenza dell’uomo sarebbe lasciata molto indietro. Quindi, la prima macchina
ultraintelligente sarà l’ultima invenzione che l’uomo avrà la necessità di fare (…).

“Information technology is the engine of the singularity; and at the same time its victim.
Information systems used to be a derivative of physical systems. Now, physical systems are becoming
the derivatives of digital systems, in a historic reversal of realities. A perfect storm in which
digital technology and molecular technologies touch and change each other, and finally blend on the
common grounds of evolutionary intelligence where the natural and the artificial are no longer
separate categories. For evolution to embrace us, we now have to embrace evolution. We should follow
the final wakeup call of our human knowledge, and crawl out of the biological mud of a Darwinian era
that already fades in the mirror that is the past. Knowledge is human nature, and emotion marks its
evolutionary past”.

Jan Amkreutz, “Digital Spirit; Minding the Future” (TransVision 2005)

Hans Moravec, noto esperto di robotica (lavora alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh), è il
teorico della possibilità di realizzare l’upload di personalità umane nei computer. Moravec è
convinto che non esisteranno più sostanziali differenze fra umani e robot non appena questi ultimi
avranno raggiunto una complessità tale da favorire l’emergenza di facoltà cognitive di livello
superiore, come la possibilità di imparare e una qualche forma di autoconsapevolezza. A quel punto,
nulla si opporrà all’integrazione fra hardware e wetware, e lo scambio di memoria e informazioni fra
l’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale si ridurrà a un banale problema di “traduzione”
fra codici informatici.

Alexander Chislenko condivide la convinzione di Moravec in merito alla possibilità di ibridare
l’intelligenza umana con quella artificiale, creando delle menti cyborg, ma immagina che ciò debba
condurre alla destrutturazione delle personalità individuali, le quali verranno ridistribuite in
identità sistemiche più ampie, contribuendo a un processo di “teogenesi” che darà vita a un’entità
superintelligente coincidente con l’intero universo. I transumanisti abrraciano il
“singolaritarianismo”, credenza basata sul raggiungimento, mediante il progresso tecnologico, di
quella soglia di mutamento evolutivo definita col termine di “singolarità”: una soglia al di là
della quale la velocità dell’evoluzione tecnologica diviene tale da sfuggire a qualsiasi
comprensione e controllo umani.

Il termine, introdotto dallo scrittore di fantascienza Vernor Vinge all’inizio degli anni ’90 e
successivamente adottato da ricercatori e studiosi di tecnologia, viene associato ad un salto
evolutivo verso una sorta di “superumanità” che usufruirà di menti capaci di interfacciarsi
direttamente alle intelligenze artificiali, e di corpi cyborg tecnologicamente e geneticamente
manipolati, superpotenziati e dotati di protesi sensoriali. Vinge cominciò a parlare sulla
Singolarità negli anni ’80, e raccolse i suoi pensieri nel primo articolo sull’argomento nel 1993,
con il saggio “Technological Singularity”. Da allora, questo è stato il soggetto di molte storie e
scritti futuristici e di fantascienza. Il saggio di Vinge contiene l’affermazione spesso citata che
“entro trenta anni, avremo i mezzi tecnologici per creare una intelligenza superumana. Poco dopo,
l’era degli esseri umani finirà”. La singolarità di Vinge è comunemente ed erroneamente interpretata
come l’affermazione che il progresso tecnologico crescerà all’infinito, come avviene in una
singolarità matematica. In realtà, il termine è stato scelto come una metafora prendendolo dalla
fisica e non dalla matematica: mentre uno si avvicina alla Singolarità, i modelli di previsione del
futuro diventano meno affidabili, esattamente come i modelli della fisica vanno a pezzi mentre uno
si avvicina ad una singolarità gravitazionale.

La Singolarità è spesso vista come la fine della civilizzazione umana e la nascita di una nuova
civiltà. Nel suo saggio, Vinge chiede perché l’era umana dovrebbe finire, e argomenta che gli umani
saranno trasformati durante la Singolarità in una forma di intelligenza superiore. Dopo la creazione
di una intelligenza superumana, secondo Vinge, la gente sarà, al suo confronto, una forma di vita
inferiore. Tra i più noti tra i singolaritarianisti vi è Ray Kurzweil, un transumanista di successo,
autore di “The Age of Spiritual Machines”, in cui delinea gli sviluppi della tecnologia e
dell’umanità nelle prossime decadi ed in cui descrive come biologia e tecnologia siano in procinto
di amalgamarsi con risultati sorprendenti ed inaspettati. Con il suo sito, KurzweilAI.net, l’autore
ha poi proseguito il discorso intrapreso nel libro, questa volta in forma interattiva, delineando la
crescita esponenziale dell’intelligenza biologica e di quella non-biologica e la loro fusione
post-umana.

“Una volta che l’intelligenza non biologica – ha affermato Kurzweil – raggiungerà l’ampiezza e la
varietà dell’intelligenza umana, andrà necessariamente ben oltre a causa della continua
accelerazione delle tecnologie basate sull’informazione, e della capacità delle macchine di
condividere istantaneamente la conoscenza”. Secondo Kurzweil, già nel 2010 i computer avranno mutato
il loro aspetto e sarà cambiato il modo in cui ci rapportiamo ad essi. Secondo lo scienziato
americano l’interfaccia sarà la retina, dove il computer con cui si sarà connessi potrà sparare le
immagini richieste. Entro il 2020, un apparato informatico da mille dollari riuscirà ad emulare
efficacemente la potenza dell’elaboratore umano. Andando ancora un po’ più in là, in un contesto in
cui il reverse engineering del cervello umano consentirà nuove applicazioni cerebrali
dell’intelligenza artificiale, entro il 2029 Kurzweil immagina la presenza nel corpo umano di
milioni di nanorobot, tra loro connessi e naturalmente connessi a internet. “Questo – ha dichiarato
– porterà ad una espansione significativa dell’intelligenza umana”.

I più scettici e i catastrofisti – che si riconoscono nello scrittore Samuel Butler – prefigurano
invece un salto involutivo dell’essere umano, destinato a soccombere in uno stato di schiavitù di
fronte alla prossima generazione di ibridi cyborg intelligenti incomparabilmente più evoluti.

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