I gesti quotidiani ci mostrano che la mente e il corpo rappresentano un’unione inscindibile. Al
tempo stesso, notiamo che il comportamento umano non può essere compreso solo su base biologica.
Le neuroscienze hanno studiato diversi gesti quotidiani che ci fanno riflettere sulla grande
complessità dellessere umano. Giorno dopo giorno, sono in corso studi sui processi biologici
coinvolti in queste azioni, nei pensieri e nei sentimenti degli esseri umani, ma i misteri sono
ancora tanti.
Nello specifico alcuni gesti cosiddetti normali, risultano enormemente complessi dal punto di vista
fisiologico. Oltre a ciò, ci danno unidea delle numerose espressioni del cervello umano. Per questo
motivo, largomento ha suscitato linteresse di molti scienziati e affascina tutti.
La biologia ci dà un cervello la vita lo trasforma in una mente.
-Jeffrey Eugenides-
Eppure la descrizione neuroscientifica di alcuni gesti quotidiani va oltre la loro natura biologica.
Il corpo umano è biologico, ma è anche simbolico. Il cervello ci rende individui profondamente
autonomi, perché rappresenta una rete nervosa altamente complessa.
5 gesti quotidiani spiegati dalle neuroscienze
1. Arrossire
La tendenza ad arrossire è stato spiegato dalle neuroscienze, almeno dal punto di vista fisiologico.
E vogliamo sottolineare almeno perché fino a oggi la scienza non è riuscita a spiegare del tutto
perché arrossiamo. Siamo lunica specie la cui pelle cambia colore e per questo Darwin parlava
dellarrossire come la più umana delle espressioni.
La scienza ci dice che dinnanzi a una situazione imbarazzante, il corpo rilascia adrenalina. Questo
fenomeno stimola la vasodilatazione, necessaria per aumentare il flusso sanguigno e la circolazione
dellossigeno.
Le vene del viso si dilatano e lasciano passare più sangue del normale, motivo per cui compare il
rossore. Dal punto di vista psicologico, tuttavia, corrisponde al sentirsi traditi.
2. Baciare, tra i gesti quotidiani spiegati dalle neuroscienze
Il bacio non è unespressione universale, ovvero non è presente in tutte le culture, ma comunque
nella maggior parte di esse. Anche alcuni primati si baciano, come gli scimpanzé e i bonobi, ma non
premono le labbra luno contro laltro né si scambiano saliva.
Nellessere umano la questione è diversa. La saliva maschile contiene una proteina che dipende dal
testosterone. La presenza di questa proteina permette alla femmina di riconoscere il maschio più
adatto alla riproduzione.
Al tempo stesso, le mestruazioni e lovulazione cambiano lalito femminile. Durante il bacio, luomo
rileva questo aspetto e capisce quando una donna è predisposta alla procreazione.
3. La generosità
Uno studio condotto dal Dipartimento di Psicologia dellUniversità di Lubeck, in Germania, ha
stabilito i meccanismi cerebrali coinvolti nella generosità. Gli studiosi sono partiti dallidea che
laltruismo non è solo il prodotto delleducazione, bensì corrisponde anche a un meccanismo
biologico.
Dopo aver condotto un esperimento su alcuni volontari, è stato possibile stabilire che le persone
più generose presentano due caratteristiche. La prima è che larea cerebrale chiamata giunzione
temporoparietale (TPJ, dallacronimo inglese) è più attiva.
La seconda è che questarea è strettamente collegata al nucleo striato, rilevante per la felicità.
Lessere umano è geneticamente predisposto a essere generoso.
4. Mangiarsi le unghie tra i gesti quotidiani studiati dalle neuroscienze
Mangiarsi le unghie è un altro gesto quotidiano spiegati dalle neuroscienze, sebbene venga percepito
come un atteggiamento irrazionale. Sappiamo che fino al 30% della popolazione adulta ha questa
abitudine. Tra i bambini la percentuale è ancora più alta.
In una prima fase questa abitudine ubbidisce a un meccanismo atto a liberare le tensioni. Tale
tensione genera un accumulo di energia che si riduce quando mangiamo le unghie.
Alcuni esperimenti condotti su cavie hanno dimostrato un aspetto interessante. Dopo aver percorso lo
stesso labirinto per diverse volte, questi animali riuscivano a scoprire un modo per attraversarlo.
Da quel momento, ripercorrevano sempre la stessa strada.
Quando si verificava ciò, le onde cerebrali erano più lente. In altre parole, labitudine
tranquillizza, aiuta a gestire lenergia a disposizione.
5. Il pianto
Sono ancora tanti gli enigmi riguardo il pianto umano. Le lacrime sono state studiate dalle
neuroscienze, ma solo in parte. Prima di tutto, dobbiamo avere chiaro che esistono lacrime
fisiologiche e lacrime emotive. Le prima compaiono quando, per esempio, peliamo una cipolla. Le
seconde si formano in presenza di determinati stati emotivi.
Secondo William H. Frey, biochimico presso il Centro Medico St. Paul- Ramsey, in Minnesota, le
lacrime emotive contengono manganese, cloruro di potassio, prolattina, endorfine,
adenocorticotropina e leucina encefalina. Espellendo queste sostanze, si riduce la tensione emotiva.
Ciononostante, lesperto olandese Ad Vingerhoets assicura che piangere è un modo per esprimere
labbandono. Una sorta di istintiva richiesta di aiuto.
Il cervello è ancora oggi una misteriosa realtà sulla quale la scienza ha fatto appena qualche
progresso. Sebbene siano molte le novità su alcuni gesti che realizziamo ogni giorno, siamo ancora
lontani dal comprende appieno molti fenomeni.
Bibliografia
Benedet, M. J. (1997). Evaluación neuropsicológica. La evaluación psicológica en el, 2000, 135-147.
it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_d%27ansia_da_separazione
www.amadeux.net/sublimen/dossier/onde_cerebrali_e_risonanza.html
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