Gesù ha bisogno dei cristiani…
Thich Nhat Hanh
IL BUDDHA VIVENTE
IL CRISTO VIVENTE
NERI POZZA EDIZIONE
TITOLO ORIGINALE
LIVING BUDDHA, LIVING CRISTO
TRADUZIONE DI FRANCESCO BRUNELL
*Gesu’ ha bisogno dei cristiani*
Perche’ il Buddha sia presente nel Sangha, dobbiamo agire in modo tale da
tenerne in vita gli insegnamenti e da non confinarlo nei sermoni e nelle
scritture. Il miglior modo con il quale un buddhista puo’ tenere vivi gli
insegnamenti del Buddha e’ quello di vivere consapevolmente nel modo in cui
vissero il Buddha e la sua comunita’. Per i cristiani il modo per rendere
veramente presente lo Spirito Santo nella chiesa e’ quello di praticare in
tutto e per tutto cio’ che Gesu’ visse e insegno’. Non e’ vero soltanto che
i cristiani hanno bisogno di Gesu’, anche Gesu’ ha bisogno dei cristiani
perche’ la sua energia continui in questo mondo.
*Coscienza collettiva*
Nel discorso della montagna Gesu’ disse:
“Beati coloro che operano per la pace, perche’ saranno chiamati figli di
Dio”.
Per operare in favore della pace occorre avere un cuore pacifico. Quando
agite a tal fine, siete figli di Dio. Ma molti che operano per la pace non
sono in pace. Sono ancora pieni d’odio e frustrazione, e la loro azione non
e’ veramente pacifica. Di costoro non possiamo affermare che giungeranno al
Regno di Dio. Per preservare la pace i nostri cuori debbono essere in pace
con il mondo, con i nostri fratelli e le nostre sorelle.
Quando cerchiamo di vincere il male con il male, non operiamo per la pace.
Se dite:
“Saddam Hussein e’ il male. Dobbiamo impedirgli di continuare ad esserlo”, e
se impiegate gli stessi mezzi che costui ha usato, allora siete esattamente
come lui. Cercare di vincere il male con il male non e’ la via per fare la
pace.
Anche Gesu’ disse: “Non uccidere, e chiunque avra’ ucciso sara’ condannato
dal tribunale, ma io vi dico che, chiunque si adiri contro il suo fratello,
sara’ condannato dal tribunale… chi poi dice: Stolto, sara’ punibile nella
Geenna del fuoco”.
Gesu’ non ha detto che, se vi adirate contro vostro fratello, verrete
gettati in un luogo chiamato inferno. Ha detto che se vi adirate contro
vostro fratello, siete gia’ nell’inferno. L’ira e’ l’inferno.
Ha anche detto che non occorre uccidere materialmente per essere condannati
alla prigione. Basta soltanto che uccidiate con la mente, e vi trovate gia’
in catene.
La pena di morte e’ un segno di debolezza, un’espressione del nostro timore
e della nostra incapacita’ di sapere che cosa fare per porre rimedio alla
situazione. Uccidere una persona non giova ne’ a lei ne’ a noi. Dobbiamo
cercare insieme i modi per potere veramente aiutare gli altri.
Il nostro nemico non e’ l’altro, qualsiasi cosa abbia fatto. Se penetriamo
nel nostro intimo, possiamo vedere che l’atto omicida era una manifestazione
della nostra coscienza collettiva. Tutti trabocchiamo di violenza, odio e
paura, e dunque perche’ biasimare una persona la cui educazione sia stata
priva di amore o comprensione?
Educatori, legislatori, genitori, giornalisti, registi cinematografici,
economisti, artisti, poveri, ricchi, tutti noi dobbiamo discutere della
situazione e vedere cio’ che possiamo fare. La meditazione puo’ essere
d’aiuto. La meditazione non e’ una droga che ci renda immemori dei nostri
problemi reali. Dovrebbe produrre consapevolezza in noi e anche nella nostra
societa’. Per ottenere dei risultati la nostra illuminazione deve essere col
lettiva.
In quale altro modo possiamo porre termine al ciclo della violenza? Noi
stessi dobbiamo contribuire, in qualche modo, maggiore o minore che sia,
ponendo termine alla nostra stessa violenza. Avendo una visione profonda
della nostra mente e della nostra vita, cominceremo a capire che cosa fare o
non fare per determinare un autentico cambiamento.
*Visione profonda*
Spesso pensiamo che pace significhi assenza di guerra, riteniamo che, se le
grandi potenze riducessero i propri arsenali militari, avremmo la pace.
Tuttavia, se osserviamo in profondita’ la questione delle armi, vediamo la
nostra mente con i suoi pregiudizi, le sue paure e la sua ignoranza. Anche
se trasportassimo tutte le bombe sulla luna, le radici della guerra e delle
bombe sarebbero ancora presenti, nei nostri cuori e nelle nostre menti, e
presto o tardi finiremmo per costruire nuove bombe.
Operare per la pace e’ sradicare la guerra da noi stessi e dai cuori degli
uomini e delle donne. Preparare la guerra, offrire a milioni di uomini e
donne l’occasione di praticare l’assassinio notte e giorno nei loro cuori,
significa piantare milioni di semi di violenza, collera, frustrazione e
paura che si trasmetteranno per molte generazioni a venire.
“Avete sentito che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente, ma io vi
dico di non resistere al maligno. Anzi a chi ti schiaffeggia nella guancia
destra, porgi anche l’altra, e a chi vuol contendere con te e prendere la
tua tunica, lascia anche il mantello”.
Questo e’ l’insegnamento di Gesu’ riguardo alla vendetta. Quando qualcuno vi
chiede qualcosa, dategliela. Quando vuole qualcosa in prestito da voi,
prestategliela. Quanti di noi agiscono veramente cosi’? Devono esistere dei
modi per risolvere i nostri conflitti senza uccidere. Dobbiamo prendere in
considerazione questo punto. Dobbiamo trovare i modi per aiutare le persone
a trarsi fuori dalle situazioni difficili, dalle situazioni conflittuali,
senza che debbano ricorrere all’omicidio. La nostra saggezza e la nostra
esperienza collettive possono farci da fiaccola e illuminarci il cammino,
mostrandoci che cosa fare. Avere tutti insieme una visione profonda e’ il
compito principale di una comunita’, o di una chiesa.
*La piu’ elevata forma di preghiera*
“Voi sapete che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma
io vi dico: Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano,
affinche’ siate figli del Padre vostro che e nei cieli; poiche’ egli fa
sorgere il suo sole sopra i cattivi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti
e sugli ingiusti”.
Molte persone pregano Dio affinche’ esaudisca alcuni loro bisogni: se
vogliono fare un picnic domandano a Dio una giornata serena e soleggiata.
Allo stesso tempo, gli agricoltori probabilmente pregheranno per avere la
pioggia.
Se il tempo e’ sereno, i gitanti diranno:
“Dio e’ dalla nostra parte; ha esaudito le nostre preghiere”.
Ma se piove, gli agricoltori diranno che Dio ha ascoltato le loro preghiere.
Questo e’ il modo in cui siamo abituati a pregare.
Quando pregate solamente per il vostro picnic e non per gli agricoltori che
hanno bisogno della pioggia, fate esattamente l’opposto di quanto insegno’
Gesu’.
Egli disse:
“Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano…”.
Grazie a una visione profonda della vostra collera, vedrete che anche la
persona che chiamate nemico e’ sofferente. Appena lo capirete, in voi si
fara’ presente la capacita’ di accettare il nemico e di averne compassione.
Ecco l’amore per il prossimo, come Gesu’ lo chiamava.
Quando siete capaci di amare il vostro nemico, costui non sara’ piu’ il
nemico.
L’idea di “nemico” svanisce e viene sostituita dall’idea di persona che
soffre e ha bisogno di compassione. Agire in questo modo e’ a volte piu’
facile di quanto possiate immaginare, ma bisogna passare all’atto pratico.
Se la leggete senza metterla in pratica, la Bibbia non vi sara’ di
grand’aiuto.
Nel buddhismo mettere in pratica l’insegnamento del Buddha e’ la forma piu’
elevata di preghiera.
Il Buddha disse:
“Se qualcuno sta su una sponda e vuole andare dall’altra parte, deve usare
una barca o nuotare. Non puo’ pregare solamente:
“Oh, altra sponda, ti prego di venire da questa parte perche’ possa
attraversare!””.
Per un buddhista la preghiera senza la pratica non e’ una vera preghiera.
*La comprensione porta la liberazione*
In America Latina, i teologi della liberazione parlano della preferenza, o
“opzione”, di Dio per i poveri, gli oppressi e gli emarginati.
Ma non penso che Dio voglia che prendiamo partito, nemmeno dalla parte dei
poveri.
Anche i ricchi soffrono, in molti casi piu’ dei poveri!
Ci possono essere dei ricchi sotto il profilo materiale, ma molti di costoro
sono poveri spiritualmente e soffrono profondamente. Ho conosciuto persone
ricche e famose che l’hanno fatta finita suicidandosi. Sono certo che chi e’
in possesso della comprensione piu’ elevata riuscira’ a vedere la sofferenza
sia nei poveri sia nei ricchi.
Dio abbraccia sia i ricchi sia i poveri e vuole che si comprendano gli uni
con gli altri, che siano mutuamente partecipi del dolore e della felicita’,
e lavorino insieme per la pace e la giustizia sociale.
Non abbiamo bisogno di prendere partito. Quando prendiamo partito
fraintendiamo la volonta’ di Dio.
So che sara’ possibile per alcune persone usare queste parole per protrarre
l’ingiustizia sociale, ma si tratta di un abuso di quanto sto dicendo.
Dobbiamo scoprire le cause reali dell’ingiustizia sociale e, una volta
giunti a scoprirle, non condanneremo un certo tipo di persone. Domanderemo:
“Perche’ la situazione di queste persone e’ rimasta tale?”.
Ciascuno di noi e’ dotato del potere di amare e comprendere. Sono le nostre
armi migliori. Qualsiasi risposta dualistica, qualsiasi risposta motivata
dalla collera, non fara’ che peggiorare la situazione.
Quando pratichiamo la visione profonda, intuiamo che cosa fare e non fare
perche’ la situazione cambi. Tutto dipende dal nostro modo di vedere.
L’esistenza della sofferenza e’ la Prima Nobile Verita’ insegnata dal
Buddha, e le cause della sofferenza costituiscono la seconda.
Quando abbiamo una visione profonda della Prima Verita’, scopriamo la
seconda.
Dopo aver colto la Seconda Verita’, vediamo la successiva, che e’ la via
della liberazione.
Ogni cosa dipende dalla nostra comprensione della situazione complessiva.
Quando arriviamo alla comprensione, il nostro stile di vita cambiera’ in
conformita’ e le nostre azioni non favoriranno mai il rafforzamento della
posizione degli oppressori.
Avere una visione profonda non significa essere inattivi. Grazie alla nostra
comprensione diveniamo molto attivi. Non violenza non significa inattivita’.
Non violenza significa agire con amore e compassione.
*La comprensione porta la compassione*
Prima di darsi fuoco nel 1963, il monaco vietnamita Thich Quang Duc aveva
meditato per parecchie settimane e poi aveva scritto molte benevole lettere
al proprio governo, alla sua chiesa e ai suoi compagni, monaci e monache,
spiegando perche’ era giunto a quella decisione.
Quando si e’ motivati dall’amore e dalla volonta’ di aiutare gli altri a
conseguire la comprensione, anche l’autoimmolazione puo’ essere un atto
compassionevole.
Quando si lascio’ crocifiggere, Gesu’ agi’ alla stessa maniera, motivato dal
desiderio di risvegliare le genti, di reintegrare la comprensione e la
compassione, e di salvare gli esseri umani. Quando siete motivati dalla
collera o dalla discriminazione, anche se agite alla stessa maniera, il
vostro comportamento sara’ l’esatto contrario.
Se ne leggerete le lettere, verrete a sapere molto chiaramente che Thich
Quang Dong non era motivato dal desiderio di contrastare, o distruggere
bensi’ dalla brama di comunicare.
Quando si e’ intrappolati in una guerra in cui le grandi potenze hanno una
schiacciante superiorita’ in fatto di armamenti e il completo controllo dei
mass media, bisogna compiere qualcosa di straordinario per farsi ascoltare.
Senza accesso alla radio, alla televisione o alla stampa, e’ necessario
creare nuove vie per aiutare il mondo a comprendere la situazione in cui ci
si trova . L’autoimmolazione puo’ essere uno di tali mezzi. Se lo fate con
amore, agite davvero come Gesu’ sulla croce e Gandhi in India.
Gandhi non digiunava in preda alla collera ,bensi’ con compassione, rivolto
non solamente ai suoi compatrioti, ma anche ai britannici.
Questi grandi uomini sapevano tutti che e’ la verita’ a renderci liberi, ed
essi fecero il possibile per far conoscere la verita’.
La pratica buddhista e quella cristiana sono identiche: rendere disponibile
la verita’, la verita’ su noi stessi, la verita’ sui nostri fratelli e
sorelle, la verita’ sulla nostra situazione.
Questa e’ l’opera di scrittori, predicatori, media e anche di coloro che
praticano la meditazione. Ogni giorno pratichiamo la visione profonda,
guardando nel profondo di noi stessi e nella situazione dei nostri fratelli
e sorelle.
E’ l’opera piu’ seria che possiamo compiere.
*La comprensione trasforma*
Se nella nostra pratica non siamo consapevoli del fatto che il mondo soffre,
che i bambini muoiono di fame, che l’ingiustizia sociale avanza ovunque, non
pratichiamo la consapevolezza.
Cerchiamo solamente di scappare.
E la collera di per se’ non basta. Gesu’ ci disse di amare il nostro nemico.
“Padre, perdona loro perche’ non sanno quello che fanno”.
Quest’insegnamento ci aiuta a comprendere come guardare la persona che
consideriamo la causa della nostra sofferenza.
Se pratichiamo la visione profonda della sua situazione e delle cause per le
quali e’ arrivata a essere nel modo in cui e’ ora, e se ci immaginiamo nati
nella sua condizione, forse comprenderemo che saremmo potuti divenire
esattamente come lei.
Quando agiamo cosi’, la compassione sorge in noi spontaneamente, e vediamo
che l’altra persona dev’essere aiutata e non punita.
In quel momento, la nostra collera si trasforma nell’energia della
compassione.
A un tratto colui che avevamo chiamato nemico si muta in nostro fratello o
nostra sorella.
Questo e’ il vero insegnamento di Gesu’. La visione profonda e’ uno dei modi
piu’ efficaci per trasformare la nostra collera, i nostri pregiudizi e la
discriminazione.
La nostra pratica e’ individuale e anche di gruppo.
*Comprendere noi stessi ci aiuta a comprendere gli altri*
Nel buddhismo parliamo di salvezza attraverso la comprensione. Osserviamo
che e’ la mancanza di comprensione a creare sofferenza. La comprensione e’
la potenza che puo’ liberarci. E’ la chiave che puo’ aprire la porta della
prigione della sofferenza.
Se non pratichiamo la comprensione, non ci valiamo del piu’ potente
strumento che puo’ liberare noi e gli altri esseri viventi dalla sofferenza.
Il vero amore e’ possibile solamente con una comprensione reale. La
meditazione buddhista – star fermi, calmarsi e avere una visione profonda –
deve aiutarci a comprendere meglio. In ognuno di noi esiste il seme della
comprensione Quel seme e’ Dio, ed e’ anche il Buddha.
Se si dubita dell’esistenza di quel seme di comprensione, allora si dubita
di Dio e si dubita del Buddha.
Quando Gandhi diceva che l’amore e’ la forza liberatrice, egli intendeva che
dobbiamo amare il nostro nemico. Anche se il nostro nemico e’ crudele, anche
se ci schiaccia seminando terrore e ingiustizia, dobbiamo amarlo.
Questo e’ il messaggio di Gesu’.
Ma come possiamo amare il nostro nemico? Esiste un’unica via: comprenderlo.
Dobbiamo comprendere perche’ egli e’ fatto cosi’, come e’ arrivato a essere
cosi’, perche’ non vede le cose come le vediamo noi.
Comprendere una persona ci investe del potere di amarla e accettarla. E nel
momento in cui la amiamo e la accettiamo, cessa di essere il nostro nemico.
“Amare il nostro nemico” e’ impossibile, perche’ nel momento in cui lo
amiamo non e’ piu’ il nostro nemico.
Per amarlo, dobbiamo praticare la visione profonda al fine di comprenderlo.
Se attuiamo questa pratica, lo accettiamo, lo amiamo e inoltre amiamo e
accettiamo noi stessi.
Come buddhisti e come cristiani non possiamo mettere in discussione il fatto
che la comprensione e’ la piu’ importante componente della trasformazione.
Se ci parliamo l’un l’altro, se organizziamo un dialogo, e’ perche’ crediamo
esista una possibilita’ di riuscire a capire meglio l’altro. Quando
comprendiamo un’altra persona, comprendiamo meglio noi stessi. E quando
comprendiamo meglio noi stessi, comprendiamo meglio anche l’altro.
*La comprensione porta il perdono*
“Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Ciascuno di noi compie degli errori. Se siamo consapevoli, vediamo anche che
alcune nostre azioni in passato hanno causato l’altrui dolore e che alcune
azioni di altre persone ci hanno fatto soffrire. Vogliamo essere clementi.
Vogliamo cominciare daccapo.
“Tu, fratello o sorella, mi hai fatto torto in passato. Ora capisco che era
a causa della sofferenza che non vedevi chiaramente. Non provo piu’ alcuna
collera nei tuoi confronti”.
Non potete costringervi a perdonare. Solamente quando comprendete che cosa
e’ accaduto, potete avere compassione nei confronti degli altri e
perdonarli. Quel genere di perdono e’ il frutto della consapevolezza. Quando
siete consapevoli, potete capire le tante cause che inducono l’altro a farvi
soffrire e, quando capite questo, il perdono e la liberazione si presentano
naturalmente. Si trae sempre grande giovamento mettendo in pratica gli
insegnamenti del Buddha e di Gesu’.
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