Ghiandola Pineale, l’orologio del corpo

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Ghiandola Pineale, l’orologio del corpo

Neuroscienze e Cervello

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Come mantenere in salute la ghiandola che sincronizza la risposta ormonale e rinforza la risposta
immunitaria delle cellule natural killer

Paolo Giordo – 29/06/2021

La ghiandola pineale o epifisi è situata nella parte più profonda del cervello, all’estremità
posteriore del terzo ventricolo e si collega mediante fasci nervosi alle strutture adiacenti.

Le sue cellule, dette pinealociti, producono prevalentemente melatonina che viene riversata sia nel
sangue che nel liquido cefalo-rachidiano.

L’epifisi produce anche delle quantità di serotonina (5-OH-triptamina) e, inoltre anche la DMT o
dimetiltriptamina, una sostanza dagli effetti allucinogeni contenuta anche nella pianta ayahuasca
usata per scopi mistici, la quale è stata messa in relazione con alterati stati di coscienza, con
esperienze trasformative e stati di consapevolezza mistica, specialmente presenti durante la fase
REM del sonno, fase nella quale sembra che questa sostanza sia maggiormente prodotta.

La pineale è un organo ontogeneticamente molto vecchio e appartiene alla famiglia dei cosiddetti
organi secretori circumventricolari, chiamati anche “finestre del cervello” i quali hanno la
caratteristica di non avere la barriera emato-encefalica.

La ghiandola pineale, comunque, è un organo conosciuto da tempi antichissimi; tra i primi a
descriverla fu Galeno (De Usu Partium) che descrisse la sua forma come quella di una piccola pigna
(da cui il nome).

In epoca moderna il filosofo Cartesio identificò la pineale come sede dell’anima o meglio come il
punto d’incontro tra l’anima immortale (res cogitans) e il corpo caduco (res extensa).

La medicina occidentale non ha mai riservato una grande attenzione a questa ghiandola osservando,
comunque, che essa tende ad atrofizzarsi e a calcificarsi con il passare degli anni.

La melatonina

Abbiamo detto che l’ormone più importante e conosciuto secreto dalla pineale è la melatonina, nota
per la sua regolazione dei ritmi del sonno notturno.

La biosintesi della melatonina inizia con la captazione dell’aminoacido triptofano dal sangue che
circola all’interno della ghiandola. Il triptofano viene idrossilato in posizione 5 e diventa
5-OH-triptofano il quale viene a sua volta decarbossilato sino a diventare serotonina (5
idrossitriptamina). Attraverso altri passaggi chimici (acetilazione e metilazione), la serotonina si
trasforma in melatonina. La melatonina scompare poi rapidamente dal plasma e dai tessuti dopo essere
stata coniugata dal fegato ed escreta con le urine.

La ghiandola pineale può essere considerata un trasduttore neuroendocrino in quanto converte un
input nervoso in un output chimico ormonale.

Il buio è fondamentale perché avvenga la secrezione di melatonina; maggiore è il buio e maggiore è
la secrezione di questo ormone, mentre la secrezione si attenua man mano che ci si avvicina
all’alba.

Durante la notte la ghiandola pineale ripara e risincronizza i danni e le attività alterate durante
la vita diurna. Infatti nelle prime ore di sonno il livello di cortisolo diminuisce sino
all’azzeramento, mentre quello della melatonina aumenta sino a raggiungere il suo massimo.

In condizioni di stress, veglie prolungate, ecc. il livello di cortisolo permane alto, bloccando la
trasformazione della serotonina in melatonina e di fatto riducendone la produzione.

Pertanto, dal momento che il corpo riposa e “guarisce” di notte, questi processi sono bloccati o
alterati; di qui la stanchezza al mattino e la mancata attivazione dei processi di guarigione.

[continua…]

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