Gli insegnamenti nascosti di Gesù – 1
Traduzione a cura di Furio Sclano – fsyukteswarji@yahoo.com
Gli insegnamenti nascosti di Gesù
– Una spiegazione mistica degli insegnamenti di Cristo,
basata sul vangelo secondo Giovanni
di Roy Eugene Davis
“All’inizio era il verbo, il verbo era presso Dio, e il verbo era Dio”
Giovanni 1:1
Prima della creazione, la pura coscienza riposava in uno stato
incondizionato e senza vibrazioni. Questo è l’aspetto trascendentale di Dio,
che è perennemente immutabile. Esiste però anche un aspetto manifesto che
appare sotto forma di creazione. I due aspetti non sono separati, poiché l’aspetto
trascendentale è la sola causa sostenitrice di tutte le manifestazioni
relative.
Per permettere alla creazione di essere manifestata, la pura coscienza
iniziò una lieve vibrazione che perdurò fino a diventare una forza
attivante. Un fluire duale di potere divenne evidente nei poli positivo e
negativo.
Alla “mano destra ” apparve l’intelligenza universale ( o coscienza
cristica ) e alla sinistra, il verbo. Alcuni mistici si riferiscono ad esso
con le parole di “Om” o “Amen”. L’intelligenza universale, attraverso il
verbo, guida il processo creativo.
“Tutte le cose furono fatte da lui, e senza di lui non c’era niente, di
fatto, che era fatto” Giovanni 1:3
Tutte le cose create sono estensioni in forma della pura coscienza, perciò,
non esiste nulla in questo, o in ogni altro mondo che non sia coscienza in
manifestazione.
La creazione, così come la vediamo, è la vita che agisce su se stessa. È la
mancanza d’intuizione che ci fa concludere che la materia è qualcosa di
diverso dallo spirito con forma. Anche gli scienziati, oggi, dichiarano che
la creazione è energia con forma, e noi possiamo concludere, seguendo l’energia
fino alla sua origine, che è luce, e che questa non è altro che una
manifestazione di coscienza. Sul percorso spirituale è molto importante
ricordare questa verità basilare: la coscienza, ossia la sola realtà, appare
come creazione.
“In lui c’era la vita; e la vita era la luce degli uomini. E la luce
risplendette nel buio; e l’oscurità non la comprese” Giovanni 1:4,5
Vita e luce sono solamente in quest’oceano di coscienza che è apparso, e
appare, come creazione. Vita e luce esistono anche quando l’uomo è nell’ignoranza
spirituale, e pertanto non le comprende. Un uomo nell’oscurità, cui manca la
percezione intuitiva, non può percepire la luce che è dentro e attraverso di
sé, e senza la quale lui non esisterebbe. Tutti gli uomini dovranno essere,
alla fine, risvegliati o spiritualmente accelerati in modo da poter
comprendere la verità della vita. Questo risveglio è la seconda nascita, che
risveglia l’intuizione dell’anima e ci permette, sia di divenire consapevoli
delle forze ed elettricità sottili presenti in natura, sia di realizzare
alla fine la vera natura di Dio.
La volontà intellettuale può precedere questo risveglio, ma non può occupare
il suo posto. I gradi di risveglio spirituale sono accompagnati dalle
comprensioni di nuove aree della vita e della coscienza. La legge è la
stessa per ogni uomo: chi cercherà, troverà.
“C’era un uomo, mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come
testimone per portare testimonianza della luce, in modo che tutti gli uomini
potessero credere attraverso di lui. Egli non era la luce, ma ne portava
testimonianza”. 1:6.8
Ogni nuovo stadio di consapevolezza cosciente è preceduto da uno stato
riconoscibile di consapevolezza con determinate caratteristiche. Lo stato
precedente porta testimonianza a quello che lo segue. Nella narrazione del
vangelo, Giovanni battista è considerato il precursore di Gesù. Egli preparò
la via per la consapevolezza illuminata che sarebbe stata evidente nella
vita di quest’ultimo, attirando l’attenzione verso la necessità del percorso
spirituale. Giovanni non era la luce, ossia non era completamente illuminato
in quel tempo, ma era sufficientemente consapevole per sapere che un’espressione
più grande della coscienza di Dio stava per giungere sulla scena. Secondo la
tradizione occulta, Giovanni battista era il guru di Gesù in un’incarnazione
precedente, con i rispettivi ruoli di Elijah ed Elisha. Nel vecchio
testamento troviamo Elijah dare il suo mantello ( coscienza spirituale ) ad
Elisha, che acquisì nuovo potere e nuova realizzazione. E’ tradizione nell’est,
per un guru, poco prima di lasciare il mondo, di impartire il risveglio
spirituale ad un discepolo scelto che porta avanti il lavoro di mostrare ad
altre anime la via per la liberazione.
“Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel
mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo
riconobbe. Venne in mezzo alla sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A
quanti però l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio,
persino a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né dalla
volontà della carne, né dalla volontà dell’uomo, ma da Dio sono stati
generati”. 1:9..13
Dio è la vera luce che anima ogni uomo. La manifestazione positiva della
pura coscienza, intelligenza universale ( coscienza cristica ) rivelò Dio,
ma, benché questa luce fu rivelata nella vita di Gesù, il mondo non fu in
grado di concepirla o comprenderla a livello di percezione di massa. Questo
è vero anche oggigiorno. La luce è disponibile oggi come lo è stata in ogni
momento della storia, ma le persone non intuitivamente risvegliate non
possono discernerla. Quando gli uomini sono nell’illusione, le loro
percezioni sono deboli e tendono ad essere materialisti, poiché l’aspetto
materiale della creazione è tutto quello che possono percepire attraverso i
loro sensi. La condizione di illusione nel quale l’uomo vive non è la sua
vera, ed è solamente temporanea.
Quando l’uomo impara a risvegliarsi, e inizia a ricevere ( accettare ) l’infinito
qui e adesso, realizza lo straordinario potere dovuto alla sua comprensione
dell’onnipotenza e dell’onnipresenza. Egli comprende la sua vera natura di
figlio di Dio, essere divino. Ogni anima è spirito individualizzato, e
perciò, è quello che Dio è. Un vero messaggio spirituale incoraggia l’uomo a
risvegliarsi e a realizzare questa verità, in modo da potersi salvare dal
dolore e dalla sofferenza dovute all’ignoranza. Tutti quelli che “credono
nel suo nome” o comunicano con la propria natura divina, sono condotti alla
comprensione della realtà suprema.
Così come la creazione fu manifestata partendo dal puro e incondizionato
stato attraverso stadi successivi, così l’uomo può iniziare da dove si trova
e ritornare alla realizzazione di se stesso come puro spirito. Una persona
che si muove attraverso i veli della consapevolezza, per stabilirsi nella
coscienza cristica ( o intelligenza universale ), finisce per conoscerla e
manifestarla. E’ letteralmente vero che tutti devono “pentirsi” o dirigere
nuovamente la propria attenzione dal mondo all’origine di tutte le forme e
apparenze.
L’anima, spirito individualizzato, in verità non è mai nata dalla carne.
Essa si identifica con il corpo a causa dell’ignoranza. Ma il suo inizio era
in Dio, quando lo spirito si individualizzò in esso. E’ ovvio che solamente
credere in una dottrina di salvezza non è sufficiente a liberare l’uomo dal
legame terreno, ma, la contemplazione che culmina nella realizzazione dell’unità
con Dio è una via sicura.
“E il verbo si fece carne e venne a dimorare in mezzo a noi; e noi vedemmo
la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e verità”
1:14
Il verbo ( coscienza attivante ) appare come forma. In questo punto, la
scrittura si riferisce all’incarnazione di Gesù. Egli si incarnò uomo e
apparve come uomo tra gli uomini, ma c’era una differenza. Egli era vicino
all’illuminazione, e perciò di lì a poco sarebbe stato consapevole della sua
missione. Si afferma che quando un essere perfetto – un’anima
autorealizzata – decide di incarnarsi per uno scopo preciso, a causa dello
shock della nascita fisica ci sia un temporaneo annebbiamento della
consapevolezza. Durante i primi anni sul piano terreno, l’anima si risveglia
ancora una volta alla piena realizzazione che possedeva prima di incarnarsi.
Giovanni, essendo intuitivo, era in grado di vedere questa cosa in Gesù e
quindi “vide la sua gloria”. Egli era in condizione di discernere la
luminosità spirituale dovuta all’interiore realizzazione di Gesù. Un’anima
consapevole della coscienza cristica ( il solo “figlio unigenito” del Padre,
essendo tutto il resto, una nuova modificazione della stessa ), vive in una
coscienza che trascende la personalità, ed è sempre consapevole della sua
natura divina. Non era Gesù il “solo figlio unigenito”, ma la coscienza
cristica. C’è una differenza tra la personalità e l’anima realizzata. La
scrittura, qui rivela che la gloria di Gesù è “come di unigenito dal padre”.
Essendo pervaso dalla realizzazione della coscienza cristica, Gesù è,
naturalmente e automaticamente, pieno di grazia e verità, che sono attributi
di questa coscienza.
“Giovanni gli rende testimonianza e grida: ecco l’uomo di cui io dissi,
colui che viene dopo di me, mi è passato avanti, perché era prima di me”
1:15
Giovanni riconobbe Gesù come un essere spiritualmente consapevole e come uno
in cui la pienezza della conoscenza era manifestata. Qui abbiamo un gioco di
parole, “Colui che viene dopo di me, mi è passato avanti, perché era prima
di me”. Il ministero della coscienza cristica appare come fase successiva a
quello di Giovanni battista. Quest’ultimo va in ogni caso avanti e dichiara
che la ragione per la quale la coscienza cristica viene prima della sua, è
perché la prima precede, nell’ordine della manifestazione creativa, tutte le
altre ombre di coscienza. Giovanni battista era indubbiamente risvegliato
spiritualmente per essere in grado di scorgere questa verità, ma al tempo
non era completamente realizzato, o, se lo era, era consapevole del suo
ruolo predestinato.
“Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la
legge fu data da Mosè, ma la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù
Cristo” 1:16,17
Ogni uomo è pervaso dalla coscienza cristica e perciò, possiede tutti i suoi
desiderabili attributi, sia che lo comprenda oppure no. In tempi antichi (
in questo caso quelli di Mosè ), quando la consapevolezza delle masse era
debole, un’elaborata lista di leggi fu data per servire come guida del
comportamento umano nella società. Quando l’uomo si risveglia alla sua
natura di essere coscientemente cristico, si eleva sopra le leggi degli
uomini ( benché non le infranga se il suo esempio può danneggiare la
società ) e vive per mezzo della grazia ( di Dio N.d.T. ). Quando viviamo
attraverso la grazia, ci muoviamo in questo mondo in sintonia con la volontà
infinita, e, benché ci si possa conformare esteriormente ( agli altri
N.d.T. ), siamo guidati interiormente in ogni cosa che facciamo.
“Nessun uomo ha mai visto Dio: solo il figlio unigenito, che è nel seno del
Padre, egli lo ha rivelato” 1:18
Nessuna persona che vive nel mondo tridimensionale e che limita la sua
percezione a ciò che è rivelato dai sensi, ha mai percepito la realtà.
Possiamo percepire gli attributi dello spirito: luce, vibrazione, gioia,
beatitudine, pace, amore, onnipresenza, onnipotenza e onniscienza, ma fino a
che siamo limitati a causa della nostra identificazione con le apparenze
esteriori della natura, non possiamo vedere o percepire direttamente l’aspetto
trascendentale di Dio. Quando una persona percepisce la vera natura del
supremo, e questa visione domina la sua vita, questa persona non è più un
uomo nel senso classico del termine, ma un figlio di Dio risvegliato.
La coscienza cristica, essendo il primo e, quindi, unigenito del Padre (
pura coscienza ), dichiara o rivela la natura di Dio. Poiché la pura
coscienza è incomprensibile ( solo realizzabile ), la coscienza cristica dà
un’indicazione di Dio stesso.
Nei versi che seguono, Giovanni battista va avanti e afferma di non essere
il Cristo ( Non manifesta in quel momento la coscienza cristica ) e nega
persino di essere la reincarnazione di Elijah perché non consapevole di
quella incarnazione passata. Tutto ciò che può dire, è di essere una voce
che grida nel deserto del pensiero umano che prepara la via per uno stato di
coscienza nuovo e più rivelante che sarà incarnato in Gesù.
Giovanni battezzava con l’acqua, e questo è un simbolo di purificazione, un’indicazione
di una vita trasformata. Egli disse però che, chi sarebbe venuto dopo di lui
( Gesù ), avrebbe battezzato con lo spirito santo. Lo spirito santo ( sacra
vibrazione ) è il verbo, l’OM o Amen. Una persona battezzata o immersa in
esso, sperimenta la spinta magnetica dello spirito che chiarisce mente e
coscienza e permette di poter realizzare Dio.
Una persona può essere battezzata con lo spirito santo sia come risultato di
un forte desiderio interiore di conoscere la verità che forza il risveglio
dell’anima, sia contattando una figura di grande autorealizzazione. La
presenza di un simile essere risveglia ricordi addormentati dell’anima e
forza il risveglio spirituale. Attraverso il nostro contatto con una persona
spiritualmente risvegliata, siamo magnetizzati, le forze vitali sono
accelerate e siamo intuitivamente risvegliati.
A questo punto, nel ventinovesimo verso, Giovanni battista vede Gesù e si
prepara a battezzarlo. Benché Gesù sia destinato a recitare un ruolo
esteriore più drammatico di Giovanni, egli segue lo stesso il percorso
secondo la tradizione e va da Giovanni, il suo Guru, per il tocco mistico: l’niziazione – o
risveglio -. Mentre Giovanni lo battezza con l’acqua, in
conformità al suo rituale, Gesù ha un’esperienza ed è elevato oltre la
condizione umana.
“Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo spirito scendere come una
colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha
inviato a battezzare con l’acqua, mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai
scendere e rimanere lo spirito è colui che battezza con lo spirito santo”.
1:32,33
Giovanni fu condotto dallo spirito sino ad un livello meraviglioso. Egli
sapeva che, mentre faceva il suo dovere di battezzare e cercare di
risvegliare spiritualmente le persone, avrebbe, alla fine, incontrato un
essere che avrebbe indicato il compimento della sua missione. Giovanni vide
che lo spirito sembrava discendere e che la consapevolezza di esso
“dimorava”, o rimaneva. Ora, molte persone hanno un barlume di visione
cosmica, quindi ritornano al loro stato normale di coscienza, ma, come
Giovanni comprese, in quel momento era davanti a lui una persona che, per
virtù dell’essere ricettiva, era in grado di ritenere la consapevolezza di
Dio una volta risvegliata. Questa era la prova che Giovanni stava cercando
ed era anche “l’inizio della fine” del suo personale ministero. Da quel
momento in avanti, il lavoro vitale si sarebbe manifestato nel susseguirsi
di azioni compiute da Gesù. Giovanni era così sicuro di aver incontrato il
suo successore che testimoniò:
“…che questo è il figlio di Dio” 1:34
Chiunque diventi consapevole della propria reale natura di essere
spirituale, e viva da questa realizzazione, è un figlio di Dio risvegliato.
Un altro vangelo ci ricorda che dopo questo drammatico risveglio, Gesù si
ritirò in un posto appartato per stabilirsi permanentemente nella sua nuova
coscienza. In quel posto, egli riuscì a resistere alla tentazione delle
tendenze subcoscienti di utilizzare la sua intuizione ed abilità per
guadagno personale. Prendete nota di questa lezione, dalla quale tutti
possiamo trarre beneficio.
A questo punto, il ministero di Gesù iniziò, ed egli procedette per
raccogliere i suoi discepoli intorno a lui. Andrea, Simone, Pietro, Filippo
e Natanaele furono tra i primi. Molti studiosi discutono sul perché questi
uomini seguirono Gesù così prontamente. Comprendendo però la legge occulta
che vuole i discepoli stretti di un Avatar venuto per uno scopo preciso,
incarnarsi in un tempo conveniente per assisterlo e lavorare con lui, non è
strano che quando Gesù li chiamò, essi risposero velocemente.
Un maestro conosce i suoi discepoli e spesso, il discepolo, quando è
chiamato, si risveglia immediatamente ed entra in un rapporto di
collaborazione con il maestro. Come Giovanni battista riconobbe Gesù per
quello che era, così Gesù era in grado di riconoscere i suoi prescelti. Gesù
disse di Natanaele:
“Guarda un israelita nel quale non c’è falsità” 1:47
Natanaele era senza malizia. Egli era puro o aperto, e quindi il tipo ideale
per ricevere la saggezza dei tempi.
Egli fu lo stesso sorpreso, e chiese: ” Come mi conosci? ” Gesù rispose: ”
Prima che Filippo ti chiamasse, io ti avevo già visto “.
Questo accadimento impressionò Natanaele, ed egli accettò Gesù come
precettore o Guru. D’altro canto, Gesù fu contento di questa pronta risposta
da parte del suo discepolo, e gli disse che poiché era stato ricettivo,
avrebbe visto cose più grandi ( più importanti di mere dimostrazioni di
chiaroveggenza ), come cieli aperti e angeli ( esseri astrali ) ascendere e
discendere sul figlio dell’uomo. Egli sarebbe stato in grado di percepire le
anime vestite di luce astrale entrare ed uscire dai corpi, ed avrebbe anche
potuto percepire gli esseri celestiali che avrebbero comunicato in seguito
con Gesù.
Da questo momento in poi, seguendo la narrazione di Giovanni, il ministero
di Gesù si muove avanti nel tempo. Lo troviamo nel secondo capitolo alle
nozze di Cana, e da lì a Gerusalemme. Laggiù è descritto come talmente
seccato a causa delle attività del tempio, scambio di denaro, compravendite
ecc. che è riportata la sua reazione alquanto violenta con lo scopo di
mettere ognuno al proprio posto.
A quel tempo, molti avevano visto i suoi miracoli di guarigione ed erano
rimasti impressionati, ma egli non sì “confidava con loro, perché li
conosceva tutti”, ossia, era consapevole del livello di comprensione dell’uomo
medio, e non vide quindi la ragione per dichiarare loro chi egli realmente
fosse e forzarli così a soffermare l’attenzione sulla sua persona in un modo
o nell’altro.
Un fariseo, Nicodemo, raggiunse Gesù nella notte e affermò di credere nella
consapevolezza spirituale di Gesù.” poiché nessun uomo può fare questi
miracoli, a meno che Dio non sia con lui” ( 3:2)
“Gesù rispose e gli disse: In verità ti dico, a meno che un uomo non nasca
nuovamente, non può vedere il regno di Dio” 3:3
Qui è affermata una profonda verità. Salvo che un uomo non nasca in un nuovo
stato di coscienza, non può comprendere le verità sottili della vita, non
può sperimentare uno schiarimento della sua coscienza e non può realizzare l’ultima
realtà. Nicodemo, come molti uomini in stato di coscienza ordinario, non può
capire questo, e così dice: “Come può un uomo nascere quando è già
vecchio?”.Gesù risponde:
“Io ti dico, a meno che un uomo non sia nato dall’acqua e dallo spirito, non
può entrare nel regno di Dio” 3:5
L’acqua sta ad indicare gli elementi del mondo fisico. Un uomo deve, perciò,
nascere in una maniera normale e, in seguito, risvegliarsi spiritualmente
per dirigersi coscientemente verso la consapevolezza del mondo della realtà,
ossia la creazione perfetta non distorta da errori e false percezioni, del
quale questa dimensione ordinaria è solo un riflesso.
“Quello che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo spirito è
spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: devi nascere nuovamente. Il
vento soffia dove vuole, tu lo senti, ma non puoi sapere da dove arriva e
dove va; così è di chiunque è nato dallo spirito”. 3:6..8
Tutto ciò che è sotto la legge dell’incarnazione fisica, deve vivere secondo
le leggi materiali, ma quando l’anima si risveglia spiritualmente, essa può
vivere in accordo al nuovo livello di comprensione. ” Non siate sorpresi per
questo “, c’è detto, poiché l’accettazione intellettuale rende più facile la
comprensione. Il vento soffia dove vuole e noi possiamo sentirne il suono,
ma non sappiamo da dove viene e dove sta andando. Chi nasce dallo spirito è
così, si muove a piacere attraverso questo mondo, ma i suoi movimenti sono
sempre in linea con la volontà cosmica, poiché egli è sempre in sintonia con
essa. Una persona intuitivamente risvegliata non segue un piano rigido di
azione a meno che non sia per uno scopo specifico. Per la maggior parte dei
casi, compie quello che deve compiere nel momento più opportuno e giusto.
Nicodemo non capisce ancora e Gesù gli dice che gli sta parlando di quello
che lui vede e conosce:
“Se ti ho detto di cose terrene, e non mi credi, come potresti credere se ti
parlassi di cose celesti”? 3:12
Gesù rileva il concetto secondo il quale un uomo può vedere solo quello che
il suo livello di comprensione gli permette. La risposta non soddisfa ancora
Nicodemo, e siccome questo non può comprendere semplici verità, in questo
momento non è ovviamente in grado di comprendere realtà più sottili. Gesù
continua:
“Eppure nessun uomo è mai salito al cielo, fuorché il figlio dell’uomo che è
disceso dal cielo” 3:13
Gesù spiega che nessun uomo può ascendere alla consapevolezza celeste, il
regno della realtà, a meno che non discenda da quel livello di comprensione.
In altre parole, tutte le anime, anche quelle che non sono consapevoli della
loro natura, risiedevano una volta nella dimensione della libertà e della
beatitudine, prima di essere coinvolte nell’apparenza esteriore della
natura. E’ per questa ragione che gli è possibile risvegliarsi e divenire
nuovamente consapevoli di quelle stesse realtà già conosciute. Ogni anima,
durante l’atto creativo iniziale, “cadde” nel coinvolgimento della creazione
ad un qualche livello. Alcune divennero coinvolte al livello della creazione
materiale, altre, furono coinvolte nelle dimensioni sottili di luce e
“caddero” in seguito nella creazione materiale poiché la loro curiosità
vinse su di loro. Poiché ogni anima è divina, risvegliarsi e realizzare (
ricordare ) la natura di Dio è possibile per tutti.
“E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così anche il figlio dell’uomo
deve essere innalzato, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la
vita eterna” 3:14,15
Gesù qui si riferisce al vecchio testamento ( Numeri 21: 9 ) dove Mosè
eresse un serpente di rame ( era un simbolo di salvezza N.d.T. ) per il suo
popolo da guardare quando essi erano in tribolazione. Apparentemente questo
permise loro di innalzare le loro coscienze, liberandoli dai problemi e
dalla discordia. Allo stesso modo, per le persone di questa generazione ( mi
riferisco al tempo di Gesù e a qualunque altro nel quale le masse non sono
risvegliate ) è una buona idea elevare il figlio dell’uomo ( Gesù ) ad un
livello dove, attraverso la contemplazione di questo ideale, le persone
possano elevarsi oltre i problemi, frutto del pensare in maniera egocentrica
e del comportamento mal guidato.
Coloro che potranno sostenere coscientemente questa visione verso l’alto,
potranno, con il tempo, ” credere in lui “, ossia essere in grado di
discernere la verità spirituale del ministero di Gesù e percepire
intuitivamente la coscienza cristica impersonale. Questo permetterà loro di
non perire ( perdersi nella confusione e nei problemi ) e risulterà nella
realizzazione della vita eterna. Un’anima non può perire ( nel senso di
essere distrutta ), ma può – rifiutandosi di mantenere l’attenzione sull’origine
– perdersi nella confusione delle opinioni e teorie conflittuali, perdendo
di vista la vita e la vera luce.
“Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” 3:16
Dio, la coscienza, la sola realtà, per manifestarsi nella creazione dovette
estendere dei flussi elettrici duali. L’impulso positivo iniziale fu l’intelligenza,
senza la quale la creazione sarebbe stata cieca e disordinata. Quest’intelligenza
è il ” solo unigenito ” del padre. Tutte le anime – indipendentemente dal
loro grado di illusione – che ” credono ” o comunicano con la coscienza
cristica, si risvegliano alla realizzazione della loro vera natura e
conoscono coscientemente la ” vita eterna “.
Dopo il battesimo dello spirito santo – o risveglio spirituale iniziale – il
sincero ricercatore della verità è istruito sul come contemplare la
coscienza cristica, quella che è più vicina al ” padre “, lo stato
trascendentale. Facendo questo con successo, l’anima è in grado di
sperimentare la chiara consapevolezza, e da questo livello può divenire
consapevole della sua natura divina. E’ letteralmente vero che la sola via
per raggiungere l’autorealizzazione è attraverso il risveglio spirituale (
la seconda nascita ), la contemplazione della coscienza cristica (
intelligenza universale ), e la consapevolezza dell’aspetto trascendentale
di Dio. Indipendentemente dalle tecniche, dai metodi e dalle credenze, tutte
le anime seguono la stessa strada per raggiungere la liberazione.
“Dio non ha mandato il figlio nel mondo per condannarlo, ma perché il mondo
si salvi attraverso di lui. Chi crede in lui non è condannato, ma chi non
crede in lui è già condannato, poiché non ha creduto nel nome dell’unigenito
figlio di Dio “. 3:17,18
L’intelligenza infinita che pervade tutto lo spazio e anima ogni forma, non
condanna. Nel mondo, coloro che sono nella coscienza mortale, possono
salvarsi dal dolore causato dall’illusione ” credendo in… ” ( comunicando
con… ) questa intelligenza.
Chi non ” crede in… ” ( comunica con… ) essa, dovrà continuare nell’ignoranza
spirituale fino a che non sarà alla fine risvegliato. Essi si condanneranno
da soli a vagare nell’illusione per tutta la durata della loro ignoranza.
Dio non punisce le anime, che sono individualizzazioni di lui stesso. Le
anime nell’illusione devono continuare nella loro condizione cieca fino a
che non si risveglieranno ed impareranno a contemplare la vera natura di Dio
( loro stessi ). A quel punto, essi sperimenteranno la liberazione.
I principali fattori limitanti da superare sono cinque in numero, e più
precisamente:
Ignoranza – Un’anima è ignorante dell’unica verità sulla vita quando si
identifica incoscientemente con la natura. Questa condizione è la causa di
tutti i problemi umani.
Senso dell’ego – E’ la credenza di essere separati da Dio. La cura per l’egoismo
è l’umiltà, ossia comprendere che Dio è l’unica realtà che appare come ogni
cosa in natura. Non esiste nulla che sia separato dal supremo.
Attaccamento ( in senso generale N.d.T. ) – E’ un’indicazione che una
persona non capisce realmente la verità che la coscienza appare come tutte
le cose. La cura per questo atteggiamento è di smettere di contare
esclusivamente su persone specifiche, condizioni o cose nel mondo, e
dirigere l’attenzione verso l’origine del tutto.
Avversione – Rigettare istintivamente ogni manifestazione della vita
significa non comprendere che Dio è in tutto e che egli si esprime
attraverso ogni cosa. Quando osserviamo una situazione creata da persone non
sagge, che secondo la nostra opinione non sembra essere in accordo con il
piano divino, non dovremmo rigettarla, ma, sforzarci di mettere ordine,
direzione e scopo in essa.
Attaccamento al corpo – Benché sia importante mantenere il corpo in salute
in modo che ci serva bene, dobbiamo anche ricordare che la nostra vera
natura è spirito e che il corpo è solo un veicolo che, un giorno, sarà
abbandonato.
“E il giudizio è questo: La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini le hanno
preferito le tenebre, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque,
infatti, compie il male, odia la luce e non viene ad essa perché non siano
svelate le sue opere. Ma chi opera la verità, viene alla luce, perché appaia
chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” 3:19,21
Quando gli uomini sono nello stato di illusione, essi sono come ipnotizzati
e non possono capire nulla riguardo alle verità sottili della vita. Essi
preferiscono la loro condizione perché non hanno conosciuto nient’altro.
Essendo nell’oscurità, essi sono in uno stato negativo e ricercano se stessi
in quasi tutte le cose che fanno o pensano. A questo livello le persone
tendono ad essere ciniche, competitive e critiche verso quegli insegnamenti
spirituali che possono invece rivelare loro la luce e mettere a nudo la loro
mancanza di comprensione. Queste persone difendono il loro punto di vista
sulla vita con lo scopo di proteggere e giustificare se stessi.
D’altro canto, una persona che si muove verso la luce dell’autorealizzazione,
ama l’idea di un’ulteriore evoluzione perché desidera essere in armonia con
il principio creativo in ogni cosa. Queste persone vogliono che le loro
azioni siano ” fatte in Dio “, ossia, che siano compiute nella
consapevolezza del supremo.
Poco dopo, sorge la questione della purificazione ( Giovanni, 3:25 ). Alcune
persone si recano dal battista e sostengono che Gesù, il quale era stato
battezzato proprio da Giovanni, sta attirando a sé tutte le persone. Queste
persone sentono che il ministero di Gesù è più grande, più efficace e dà più
risultati di quello di Giovanni. Quest’ultimo non è invidioso perché conosce
bene la sua missione e quella del suo discepolo, Gesù. Egli dice:
“Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo” 3:27
“Egli deve crescere e io, invece, diminuire” 3:30
Giovanni battista riconobbe che le esperienze di un uomo sono il risultato
della sua realizzazione interiore. Egli sapeva che Gesù aveva la
consapevolezza della sua missione e che avrebbe attirato gli uomini verso
una vita più elevata. ( Tutti gli uomini sono, con il tempo, attirati verso
la realizzazione della coscienza cristica ). Egli sapeva inoltre che la sua
missione era ormai conclusa e che la sua influenza sarebbe diminuita, mentre
quella di Gesù sarebbe aumentata. Egli non era triste, ma felice di vedere
il compimento della sua missione. Egli disse:
“Infatti, colui che Dio ha mandato, parla le parole di Dio, perché Dio gli
ha dato lo spirito senza misura” 3:34
Chi è un canale aperto dell’infinito, può vedere e parlare chiaramente. Il
potere spirituale non gli è stato dato con una qualche misura, ma
illimitatamente, perché lo spirito è illimitato.
Nei primi cinque versi del capitolo cinque, leggiamo che Gesù, divenuto
consapevole della confusione causata dal suo successo personale, in
contrasto con il battista, e lasciò la Giudea per la Galilea. Qui, la
confusione era tra i farisei e non tra Giovanni e i suoi seguaci. E’ anche
riportato che a quel tempo Gesù non battezzava direttamente, ma lasciava
questa responsabilità ai suoi discepoli. Durante il viaggio, Gesù si fermò
presso un pozzo, e una donna samaritana sopraggiunse per prendere dell’acqua.
I discepoli erano andati in città per prendere del cibo, e Gesù chiese alla
donna dell’acqua. La donna fu sorpresa perché era samaritana, e di solito i
samaritani non avevano a che fare con i giudei. Gesù a quel punto informò la
donna che se lei avesse saputo chi lui fosse – se avesse conosciuto la sua
natura di anima cosciente in Dio -, avrebbe chiesto “acqua viva”. Un
maestro, quando gli è richiesto, può risvegliare nel discepolo ( quando
questo è in sintonia ) la consapevolezza dell’anima in modo che il discepolo
stesso, cosciente della sua natura divina, diventi anche cosciente di vivere
grazie al potere dello spirito che scorre liberamente.
Quando la donna chiese a Gesù circa l’acqua di cui parlava, egli le rispose
di chiamare suo marito. La donna rispose di non averne. Gesù dimostrò in
questo caso chiaroveggenza – o visione chiara – dicendole che ciò che lei
affermava rispondeva a verità. Lei, infatti, non aveva marito, ma aveva
conosciuto almeno cinque uomini con i quali aveva vissuto, e l’uomo con il
quale stava vivendo in quel momento non era suo marito.
La donna fu sorpresa, e dichiarò che Gesù dovesse essere un profeta,
altrimenti non avrebbe potuto sapere questo su di lei. Quando disse –
secondo la sua tradizione – che la montagna era il suo posto di adorazione,
Gesù la illuminò:
“Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in
Gerusalemme adorerete il padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi
adoriamo quello che conosciamo. Ma è giunto il momento, ed è adesso, in cui
i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché il Padre li
cerca. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono farlo in spirito e
verità” 4:21.24
Nell’adorazione, il posto non è importante. Poiché Dio è spirito, chi vuole
adorare il Padre con successo deve comunicare spirito con spirito. L’anima,
essendo spirito individualizzato, deve essere realizzata così, ed è per
questo che tutti i legami alla tradizione ed ai rituali devono essere
lasciati da parte.
La donna rimase impressionata e andò nella città per raccontare la sua
esperienza con Gesù. Dopo poco, i discepoli tornarono e offrirono a Gesù una
porzione di cibo. Egli, forse ancora in uno stato di coscienza
trascendentale, disse loro:
” Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete. (.) Il mio cibo è fare la
volontà del Padre che mi ha mandato, e di terminare il suo lavoro”. 4:32-34
Il “cibo” o, in ogni caso, quello che sosteneva Gesù, era il potere infinito
che lo motivava e gli dava la visione e il potere di portare a termine il
compito della sua vita. La ragione della sua incarnazione era sempre in
primo piano nella sua coscienza. Gesù sposa perfettamente la descrizione
data nelle scritture orientali di “Avatar”, ossia un essere perfetto che
ritorna sulla terra per illuminare l’umanità. Non vi è da meravigliarsi se
gli psicologi che cercano le motivazioni subcoscienti del suo comportamento
non riescono a giungere a delle conclusioni.
L’incarnazione di un’anima autorealizzata è parte di un piano cosmico e di
questo abbiamo conferma sia dal fatto che Giovanni battista stava aspettando
Gesù sia dal fatto che c’erano già discepoli pronti ad essere chiamati per
assisterlo nel suo ministero.
“Non dite voi: ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco,
io vi dico: alzate gli occhi e guardate i campi, perché già sono pronti da
mietere. E chi miete, riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna,
che sia colui che miete che colui che semina possano goderne insieme”
4:35,36
A proposito dei raccolti da mietere, possiamo dire il tempo della mietitura
guardando i segni che la precedono. In materia spirituale, invece, benché
noi possiamo dire in base ai segnali che precedono il risveglio che stiamo
per raccogliere i frutti della serenità e della beatitudine interiore, non
abbiamo bisogno di aspettare.
Dirigendo l’attenzione verso la natura di Dio, possiamo immediatamente
“mietere il raccolto” dell’autorealizzazione e “raccogliere i frutti della
vita eterna”. Possiamo quindi manifestare gli attributi dello spirito e
realizzare la verità che chi miete e chi raccoglie sono la stessa cosa. Chi
miete è Dio, e lo è anche chi raccoglie.
Abbastanza naturalmente, ci furono alcuni che poterono accettare questa
dottrina e altri che non poterono farlo. Gesù continuò a muoversi in
Galilea, e gli fu chiesto da un uomo di guarire suo figlio. Gesù disse
semplicemente: ” Vai per la tua via, tuo figlio vivrà “. L’uomo tornò a
casa, con fede, e trovò il figlio guarito dalla febbre che lo aveva divorato
fino al momento in cui Gesù non aveva pronunciato quelle parole a suo padre.
Questo è considerato come il secondo miracolo. Alla luce dei moderni
insegnamenti della verità, sappiamo che è relativamente semplice, per una
persona in completa sintonia con Dio, “parlare il verbo” e guarire a
distanza, ma ancora oggi, simili guarigioni sono considerate da molti come
miracoli.
Dopo questo accadimento, Gesù si trasferì a Gerusalemme e lì, presso il
mercato delle pecore, c’era una piscina chiamata “Betzata”. Molte persone
frequentavano questo posto come un altare di guarigione, nella speranza di
essere curate.
Un uomo non era in grado di entrare nella piscina e lo disse a Gesù ( 5:7 ).
Quest’ultimo lo istruì di prendere il lettuccio e di camminare, e l’uomo,
credendo nelle sue parole, fece come gli fu detto.
Era il giorno del sabato e i giudei non erano d’accordo sul fatto che un
uomo potesse trasportare il suo lettuccio. Poiché una folla incominciò a
riunirsi, Gesù lasciò quel posto e andò nel tempio, dove, più tardi,
incontrò la persona che era stata guarita.
Egli diede all’uomo un sonoro avviso: “Non peccare più, perché non ti abbia
ad accadere qualcosa di peggio” ( non ritornare al tuo precedente modo di
pensare e credere negativo, o peggiorerai la tua condizione di malato… )
L’uomo pecca, o commette un errore, nel credere e pensare, e crea la sua
limitazione nel corpo o nell’ambiente in cui vive. Questo a causa della
legge dell’equivalenza mentale: Le immagini mentali interiori tendono a
riflettersi come circostanze esteriori.
Ogni persona proietta nell’ambiente che lo circonda quello che segretamente
crede e che è meritevole di sperimentare. Così come una persona può creare
malattia e limitazione, la stessa può, rilasciando questi stessi concetti,
sperimentare salute ed espressione illimitata. Non importa per quanto tempo
siamo stati prigionieri dell’immaginazione mentale negativa; quando
interrompiamo il flusso di questo modo di essere, possiamo essere liberati
in un momento. Questo è il segreto della guarigione istantanea.
L’uomo guarito riportò l’accaduto ai leader giudei ed essi vollero punire
Gesù perché aveva violato il sabato. Gesù risponde: “Il Padre mio opera
sempre, e anche io opero”. Quest’affermazione complicò le cose, perché ora
non aveva solo violato il sabato, ma si era anche dichiarato uguale a Dio. A
questo punto della storia, segue una lunga spiegazione del rapporto del
figlio con il Padre. ( La coscienza cristica che riflette la volontà dello
spirito ). La spiegazione è che la coscienza cristica, essendo un’emanazione
dello spirito, può fare solo quello che è spinta a fare; Gesù quindi,
essendo stabile nella coscienza cristica, può solo fare quello che è incline
a fare in quel momento. La sua intuizione, e non la tradizione degli uomini,
è la sua guida.
Nel capitolo sei del vangelo secondo Giovanni, vediamo Gesù oltre il mare
della Galilea. A questo punto è descritto il fatto dei pani e dei pesci. Un
altro miracolo è compiuto, e la moltitudine lo segue, attirata dalle voci
sul suo potere miracoloso. In una discussione con gli scettici, ( 6:24.40 )
la gente dice: “Non è Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo
padre e madre? Come mai allora egli dice di venire dal cielo?” (6:42)
“Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato, e io
lo risusciterò nell’ultimo giorno. E’ scritto nei profeti: E tutti saranno
ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a
me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo chi viene da Dio lo ha
visto”. 6.44.46
Gesù dichiara che nessun uomo può comprendere le sue parole a meno che non
sia spiritualmente accelerato in modo da poter percepire con gli occhi dell’intuizione.
E’ lo spirito che si manifesta attraverso Gesù che attira lo spirito
manifestato nelle altre persone. Abbastanza naturalmente, chiunque “senta”
con l’orecchio dell’intuizione è attirato verso un vero maestro,
manifestazione di Dio in terra. Colui che ” è di Dio ” ( che è
intuitivamente consapevole ), può realizzare la sua natura divina. Nessun
uomo può percepire il Padre ( Spirito ), a meno che non sia intuitivamente
risvegliato.
Nel capitolo otto, troviamo Gesù andare al monte degli ulivi. Una mattina,
mentre si trovava al tempio, la gente accorreva perché lui insegnasse loro.
Gli scribi e i farisei gli portarono una donna che era stata riconosciuta
colpevole di adulterio. Essi stavano testando Gesù, dicendogli che Mosè,
nella sua legge, affermava che una simile persona dovesse essere lapidata, e
gli chiedevano che cosa avesse da dire sull’argomento. Ovviamente questa era
una sorta di trappola. Gesù fece finta di non udirli, e fece quello che è
comune fare in certe parti del mondo, quando si è assorti profondamente nei
propri pensieri. Egli si chinò e scrisse sul terreno. Questa è un’attività
senza un senso specifico per avere il tempo di pensare e di far passare un
po’ di tempo. Quello che scrisse nella polvere non aveva nessun rapporto con
il momento in questione, indicando che era solamente un gesto senza senso. E’
riportato che “egli scrisse come se non li avesse uditi”.
Dopo aver pensato per un po’, egli si alzò in piedi e disse: “Chi è senza
peccato, scagli la prima pietra”. Dopo aver detto questo, iniziò nuovamente
a scrivere nel terreno. Non avendo nulla da rispondere a questa domanda di
sfida, gli uomini si allontanarono con calma.
Dopo poco, segue una breve spiegazione, data da Gesù, circa il suo rapporto
con l’infinito e sul come una persona autorealizzata si comporta:
“Io sono la luce del mondo: Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma
avrà la luce della vita” 8:12
Come rilevato nel capitolo d’apertura di questo libro, la coscienza cristica
è quella che illumina il mondo. Ogni anima che si risveglia a questo livello
di coscienza, trascende l’influenza delle tenebre ( la natura ). Un’anima
non realizzata è definita “nel peccato” o “nell’ignoranza”. La via d’uscita
dall’oscurità e dall’ignoranza è di cercare la realizzazione e diventare
coscientemente cristici.
” Voi non conoscete né me, né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche
il Padre mio ” 8:19
Una persona nell’illusione non può comprendere intuitivamente la verità
circa la natura di Dio. Potrà farlo solo diventando coscientemente cristica.
“Io vado, e voi mi cercherete, e morirete nei vostri peccati. Dove vado io,
voi non potete venire” 8:21
“Voi siete di quaggiù, io sono di lassù. Voi siete di questo mondo, io sono
di un altro. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; poiché se non
crederete che io sono Lui, morirete nei vostri peccati”. 8:23,24
Una persona che non è autorealizzata, non può vivere la vita di una che lo
è. Questa persona, a meno che non cerchi l’autorealizzazione, è destinata a
lasciare questo mondo nell’ignoranza ( nel ” peccato ” ).
Gesù era cosciente di essersi incarnato come un’anima illuminata e dichiarò
di provenire da “lassù”, ossia, dalle dimensioni della luce. Coloro ai quali
lui si riferiva in quel tempo, erano invece ” del mondo “, o attaccati alle
cose materiali. Egli dichiarò la pura verità, ossia che un uomo, a meno che
non realizzi la sua vera natura di anima coscientemente cristica e non si
risvegli, lascia sicuramente questo mondo in uno stato di illusione.
Ovviamente, tali anime si risvegliano nell’incarnazione successiva o in
quelle che seguiranno.
“Disse allora Gesù: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora
saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato
il Padre, così io parlo” 8:28
Quando innalziamo e purifichiamo la nostra natura umana ci risvegliamo alla
realizzazione della nostra natura divina e possiamo comprendere quella di
una persona spiritualmente elevata come Gesù. Vediamo quindi come la
saggezza scorra da dentro, risultato della coscienza illuminata.
“Se continuerete nella mia parola, sarete davvero miei discepoli;
conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi” 8:43
Se un serio ricercatore della verità segue il saggio consiglio di un maestro
realizzato, sarà riconosciuto come un vero discepolo. Egli conoscerà alla
fine la verità sulla natura di Dio, su se stesso, e sul suo rapporto con la
vita. Questa realizzazione lo renderà libero.
A questo punto, quelli che ascoltavano Gesù non riescono a capire bene
quello che egli intende affermare, e Gesù continua:
“Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto
alle mie parole?” 8:43
Le persone non capiscono quello che Gesù afferma poiché esse vivono in un
mondo diverso, ossia una coscienza differente dalla sua. Essi non lo
“ascoltano” e cercano di relazionarsi a quello che lui dice partendo dal
proprio punto di vista, invece di cercare di usare l’intuizione per
comprendere il significato delle parole.
” Voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre
vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella
verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo,
perché è menzognero e padre della menzogna.” 8:44
Qui Gesù si riferisce al tessuto della natura già compreso dai saggi
orientali. Gli antichi si riferivano a quanto qui espresso come a Maya;
composta dagli elementi di spazio, tempo, movimento e particelle di luce,
dalle quali le forme della creazione furono plasmate. Un’anima che divenga
coinvolta con questo tessuto della natura è illusa, perché l’intuizione è
disturbata. Una persona completamente identificata con tutto questo è ” del
Diavolo ” -nella terminologia del nuovo testamento – perché la parola greca
diabolus significa Diavolo. I saggi dell’antico testamento si riferivano ad
esso come a “Satana”, o “l’avversario”, ossia, quello che una persona sul
percorso spirituale deve combattere e – alla fine – superare per ottenere l’illuminazione.
Si dice quindi che una persona la cui attenzione è principalmente centrata
nelle cose del mondo, senza guida Divina, è coinvolta con il lavoro del
Diavolo. Il Diavolo, Satana, Maya, il senso di illusione o in qualunque modo
vogliamo chiamarlo, è la causa dell’errore. Non esiste verità in esso. E’
solamente la sostanza utilizzata dalla suprema intelligenza per dare forma
ai mondi.
continua…
da: angelfire.com/yt/KRIYAYOGA/facile.html
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