Golf: è il cervello alfa a “imbucare”

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Golf: è il cervello a “imbucare”

La precisione vuole le onde alfa

Spedire un colpo direttamente in buca, dopo aver fatto rotolare la pallina per qualche decina di
passi: è tutt’altro che facile e in qualche occasione lo abbiamo sperimentato tutti, anche se non
siamo giocatori di golf. Secondo i professionisti, quella del “putt”, ossia di questo tipo di colpo
con cui si “imbuca” la pallina, è una vera arte e un’abilità che contraddistingue i veri campioni.
Per un buon colpo servono calma, respirazione, posizione delle mani e del corpo, ma soprattutto, le
onde cerebrali giuste, ossia le onde alfa. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’istituto di Medicina
e Scienza dello Sport del Coni, secondo i quali è possibile prevedere se la pallina finirà o no
nella buca solo osservando la forma delle onde cerebrali del giocatore nel momento in cui tira il
suo colpo. E analogamente alla sorte della pallina in prossimità del colpo decisivo, così sembra
accadere per tante altre azioni che richiedono precisione e concentrazione.

Durante lo studio, che è stato pubblicato dalla rivista “Journal of Physiology”, i ricercatori
hanno chiesto ad un gruppo di golfisti di elite di eseguire colpi di precisione su un simulatore del
prato. Mentre gli atleti erano all’opera, il loro equilibrio veniva valutato con una pedana
stabilometrica e l’attività cerebrale era sotto controllo mediante elettroencefalogramma. Da questo
esperimento è risultato che non esiste alcuna correlazione tra equilibrio ed esito del colpo, mentre
la pallina andava sempre in buca in presenza di precisi valori delle onde cerebrali alfa subito
prima del tiro.

”L’importanza delle onde alfa è stata spesso oggetto di studio, ma mai con una strumentazione
precisa come la nostra – spiega Claudio Babiloni, uno degli autori della ricerca. – Le conclusioni a
cui siamo arrivati per il golf probabilmente possono essere estese a tutti gli altri sport di
precisione, e con questo metodo si potrebbe verificare”. Secondo il ricercatore, questa scoperta
potrebbe aprire la strada a nuove forme di allenamento, perché è possibile “esercitare” le onde alfa
per mezzo di apposite tecniche di visualizzazione. Spiega l’esperto: ”Immaginiamo di sederci in
poltrona e tramite dispositivi di realtà virtuale giocare a golf – spiega ancora il ricercatore –
questo dovrebbe aumentare proprio il tipo di onde che poi serve nei colpi veri. Il nostro prossimo
passo sarà proprio di verificare se questo si traduce in colpi più precisi nella realtà”.

Le onde cerebrali alfa sono le onde caratteristiche del cosiddetto “rilassamento vigile”. Hanno di
solito una frequenza che varia dai 7 a 13 Hertz e un andamento regolare e sincronizzato. Sono
associate ad uno stato in cui la mente è più calma e ricettiva, è concentrata sul raggiungimento di
uno stato meditativo leggero o anche si trova in uno stato introspettivo, ad esempio sulla soluzione
di problemi esterni o nel raggiungimento di un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio,
dell’attività cerebrale di chi è impegnato in una seduta di meditazione, yoga, taiji, ma anche della
veglia ad occhi chiusi e degli istanti che precedono l’addormentamento.

www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo386683.shtml

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