Sia i cibi grassi, sia quelli zuccherati agiscono sugli stessi circuiti cerebrali che vengono
attivati dal consumo degli oppiacei. È questo il risultato di una ricerca presentata durante la
conferenza della Società per gli studi del comportamento alimentare che si sta tenendo a Portland
(Oregon). Oltre a delucidare i meccanismi alla base della cosiddetta acquolina in bocca, questo
studio getta nuova luce sui meccanismi alla base dei disordini dellalimentazione, come la bulimia.
La ricerca è stata condotta da unéquipe di ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora,
coordinata da Nicholas Bello. I dati ottenuti mostrano che lelevato e ripetuto consumo di questi
cibi attiva i recettori cui si legano gli oppiacei, ad esempio la morfina. Ciò è reso possibile dal
fatto che nel nostro organismo sono presenti degli oppiacei naturali che, interagendo con questi
recettori, generano le sensazioni di piacere ed euforia.
Inoltre, è stato possibile determinare che le molecole che si attivano in seguito allassunzione di
zuccheri e grassi sono localizzate nellarea del cervello che controlla la quantità di cibo assunta
durante i pasti.
Il meccanismo identificato genera un vero e proprio circolo vizioso: consumare grandi quantità di
cibi appetitosi attiva i recettori degli oppiacei, che, a loro volta, aumentano il desiderio di
abbuffarsi nuovamente. Proprio su ciò si basano le speranze di poter comprendere meglio i disturbi
legati allalimentazione.
Fonte: www.bioblog.it
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