Guarda come medito
Articolo comparso sull’inserto Salute de la Repubblica
Febbraio 2003
Una ricerca americana svela le onde particolari collegate a questa forma di pensiero.
L’ordine parte dal centro del cervello.
Di Francesco Bottaccioli, Pres. soc. ital. Psico-neuro-endocrino-immunologia.
È noto che il cervello è caratterizzato da una notevole attività elettrica, misurabile con
l’elettroencefalogramma. Quasi cinquanta anni fa, per la prima volta, vennero individuate nel
cervello delle onde ad elevata frequenza, tra i 30 e 100 Hertz (Hz, cicli al secondo), battezzate
gamma. Nell’ultimo decennio, queste onde hanno ricevuto una particolare attenzione in quanto
emergono in concomitanza dello svolgimento di vari compiti legati a stimoli sensoriali, ma anche ai
circuiti dell’attenzione e della coscienza (vedi articolo). In particolare, diversi studi hanno
segnalato l’esistenza di una forte corrente di onde gamma nell’ippocampo, area fondamentale per la
memoria.
Ma dove è situato il generatore delle gamma e che rapporto c’è tra queste e le altre onde cerebrali
e, in definitiva, qual è il significato generale dell’attività elettrica osci1latoria del cervello?
Una prima importante risposta è venuta da un gruppo misto, neuro-fisiologi e ingegneri informatici,
guidato da Gyorgy Buzsaki, dell’Università del New Jersey. Con un ampio articolo, pubblicato sulla
rivista Neuron, Buzsaki e colleghi dimostrano che una particolare area dell’ippocampo, denominata
CA3, costituita da grandi neuroni cosiddetti piramidali, contiene il generatore del ritmo gamma.
Questi neuroni sono davvero speciali: sono, infatti, dotati di notevoli ramificazioni e di una
intrinseca capacità oscillatoria. Da loro, parte un ritmo che, via via, pervade le altre aree
dell’ippocampo proiettandosi, a seconda delle necessità, in diverse direzioni.
L’anno scorso, lo stesso studioso, sempre su Neuron, aveva dimostrato che dalla medesima area
ippocampale (CA3) si origina il ritmo di un’altra classe di onde, non ad alta frequenza come le
gamma, ma a bassa (4-8 Hz), denominate teta. Qual è il rapporto tra i due ritmi cerebrali?
È stato visto che, in assenza di ritmi teta, i gamma non scompaiono, ma sono disordinati e meno
potenti. È evidente quindi che l’oscillazione teta mette in fase e potenzia anche l’oscillazione
gamma. Il teta è il ritmo di fondo dell’ippocampo che sincronizza altri ritmi ed è ciò che consente
a questa area cerebrale di svolgere compiti legati alla formazione di nuovi ricordi e al richiamo di
quelli già codificati.
Ma perché il cervello ha bisogno di un ritmo ondulatorio per svolgere i suoi compiti? Perché
qualsiasi compito, per potersi espletare, ha bisogno della integrazione in network di aree cerebrali
separate e, spesso, anche molto distanti tra loro. Ad esempio, quando percepiamo un oggetto, il
nostro cervello lo scompone in una serie di qualità, relative al colore, alle dimensioni, ecc., che
vengono elaborate da circuiti separati. Come avviene poi la ricomposizione in una rappresentazione
unitaria è ancora un mistero, ma con certezza, adesso sappiamo che si registra una forte attività
oscillatoria di tipo gamma che unifica popolazioni di neuroni collocati nelle aree visive,
nell’amigdala, nell’ippocampo, ne1le aree corticali associative parietali e frontali.
Come scrive su Nature Reviews Neuroscience, un grande neurobiologo, il cileno Francisco Varela,
direttore del Laboratorio di Neuroscienze a I’Hopital de la Salpetrière a Parigi, il nostro cervello
funziona come il Web: non ci sono assetti rigidi, ma un continuo cambiamento segnato dalla
transitoria sincronizzazione di moltitudini di neuroni, armonicamente messi in fase. Conoscere e
coltivare questa armonia è la nuova frontiera delle scienze del cervello. Per la bibliografia
sull’argomento www.simaiss.it, pagina delle news.
Approfondimento sul sito www.sublimen.com
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