Guarire dal dolore al ginocchio: nuova terapia
Medicina Non Convenzionale
Il dottor Corbucci propone un nuovo metodo di cura per i problemi al ginocchio che permette un totale recupero della funzionalità evitando l’intervento chirurgico
Massimo Corbucci – 11/06/2019
Nessuna parte del corpo sarebbe dolorante, se non ci fosse un sistema nervoso a trasmettere
un danno tessutale, una lesione, una pressione, una variazione termica, sotto forma di un segnale, il dolore.
La scoperta importante è che proprio nel sistema nervoso che si nasconde il segreto della cura di alcune patologie fra cui il dolore cronico al ginocchio.
Supponiamo che il ginocchio di un paziente si sia bloccato, facendogli sentire un tremendo dolore.
Il gonfiore, sovrapposto ad un dolore di fondo molto fastidioso, suggerisce un problema allinterno
del ginocchio, che generalmente si pensa di diagnosticare con una artroscopia, una RMN, o altri metodi di diagnosi per immagine.
Di solito, per fronteggiare una situazione del genere, se si ricorre allapproccio medico
tradizionale, la terapia sarà rappresentata dalla somministrazione di farmaci antiflogistici,
antidolorifici ed eutrofici sulla formazione delle cartilagini strutturali del ginocchio. Il risultato è ovviamente palliativo.
La terapia chirurgica è rappresentata da vari step, dove si parte dallinfiltrazione semplice, per
continuare con il tentativo di pulizia attraverso una artroscopia. Possono seguire vari interventi
chirurgici a ginocchio aperto, fino ad arrivare alla sostituzione dellintera articolazione, con una protesi.
Ammesso e non concesso che dopo la protesi i problemi per cui il soggetto ha deciso di sottoporsi ad
un intervento così demolitivo e invasivo, in parte si risolvano (cosa che non sempre avviene), resta
il fatto che limpianto richiede frequenti sostituzioni nel tempo, rendendo controindicata una tale procedura.
Ora esiste unaltra possibilità!
Grazie al nuovo metodo ideato dal Dott. Corbucci è possibile cambiare il destino di tutte le persone
che, ad una certa età non necessariamente senile (talvolta giovanile), senza alcuna causa
traumatica, vedono insorgere problemi al ginocchio e che impropriamente curati, sono vittime di pesantissime complicazioni, di gran lunga peggiori del problema iniziale.
Per capire meglio il presupposto su cui poggia il nuovo metodo di MEDICINA CANALARE ® del dott.
Corbucci, possiamo immaginare, per esempio, che dal menisco del ginocchio parte un tubicino che sale
verso la coscia, entra nella regione pelvica e poi si insinua verso la colonna vertebrale dove, a
livello delle vertebre T12-L1 si collega con le vie spinali e da queste risale fino a sbucare nel piano cutaneo dorsale.
Ora che abbiamo conosciuto lesistenza di veri e propri canali fisici che, dal piano cutaneo dorsale
(livello spinale T12-L1) COMUNICANO con le parti articolari del ginocchio (menisco, legamenti e
tessuti dello spazio articolare, compresa la vascolarizzazione e le vie linfatiche) come utilizzare questa preziosa scoperta a livello clinico.
Diagnosi e cura passo per passo
Serve una DIAGNOSI iniziale che, intanto, ci consente di conoscere:
1) Quanto dolore affligge il soggetto affetto da gonartrosi (in una scala da 1 a 10) 2) Se, oltre al dolore, cè anche un deficit motorio dellarto.
3) Se, oltre al dolore e al deficit motorio, cè anche un deficit propriocettivo che sostiene un
disallineamento (in genere atteggiamento antalgico) della gamba o un valgismo o, al contrario, un varismo, che incidono sulla postura e sul tipo di deambulazione.
Dopo aver avuto la certezza oggettiva che il problema apparentemente a carico del ginocchio e delle
sue strutture interne è dovuto a un vero e proprio deficit di conduzione di segnali
neuro-fisiologici a carico delle vie nervose che presiedono all’innervazione di quella parte del
ginocchio e di quelle strutture interne, possiamo capire quanto improprio e inutile sarebbe sia lapproccio classico medico, sia lintervento chirurgico.
Terapia classica del dolore al ginocchio e intervento chirurgico
Lapproccio medico standard, vale a dire la terapia medica che prevede la somministrazione OS o
parenterale di antiinfiammatori (FANS o STEROIDI) o di antidolorifici (OPPIACEI), sarebbe solo un
palliativo momentaneo, che ovviamente non può risolvere il problema insorto, destinato a perdurare nel tempo e ad aggravarsi.
Lintervento chirurgico al ginocchio, sia che preveda la programmazione di una serie di
infiltrazioni di farmaci eutrofici sui tessuti (acido ialuronico, condroitinsolfato, cortisone) o
antidolorifici (lidocaina cloridrato), sia che arrivi al caso estremo dellintervento per
limpianto di una protesi articolare, non può non suscitare considerazioni di carattere clinico-pratico.
La più importante è quella che valuta il rapporto rischio-beneficio, e la considerazione circa
lintervallo di tempo lungo, richiesto dopo lintervento stesso, per vedere se cè stato o meno
qualche risultato. Infatti è richiesto un lungo periodo riabilitativo post-chirurgico, che precede
il primo tentativo di far deambulare liberamente il soggetto operato di artro-protesi.
Purtroppo, in molti casi, nemmeno limpianto della protesi al posto del ginocchio, che sembrava la
causa, determina la remissione del dolore né permette di liberare larto dal blocco funzionale.
Allora qual è il percorso giusto da seguire?
Il percorso giusto da seguire è capire e neutralizzare la causa del dolore al ginocchio. Nella
totalità dei casi analizzati di dolore al ginocchio, alla base del problema cè una radicolopatia
discale T12 L1 in cui al problema del ginocchio si accompagna una sciatalgia e una compromissione
funzionale e antalgica dellarto inferiore, correlata con sovrapposte discopatie L5 S1, L4 L5.
La risoluzione di queste discopatie consente l’istantaneo sblocco del ginocchio, la scomparsa del
gonfiore e, di conseguenza, del dolore, con la possibilità di una guarigione totale e definitiva.
Pertanto la ripolarizzazione della via neurofisiologica (cioè la corretta ripresa della differenza
di potenziale di membrana sui neuroni che hanno sofferto dello schiacciamento discale o di una
semplice compressione) equivale alla scomparsa del dolore riflesso sul ginocchio.
La ripresa dei segnali neuro-fisiologici si traduce in una immediata cessazione dei processi degenerativi e nel ripristino di un ottimale trofismo.
Avvenuta questa ripresa neuro-fisiologica iniziale, limpianto (usiamo questo termine preso in
prestito dalla MESOTERAPIA) di pochissime molecole di sostanze che partecipano al metabolismo
tissutale delle strutture cartilaginee, facenti parte delle strutture legamentose e di sostegno
dellarticolazione, hanno un effetto eutrofico sorprendente e di gran lunga più efficace di una infiltrazione locale.
In 5 sedute il problema al ginocchio scompare
Con la prima seduta si ottiene limmediata scomparsa dei sintomi dolorosi, il ginocchio si sgonfia
immediatamente e riprende la sua forma naturale e la sua funzione articolare, antecedente allinsorgere del problema.
Con una seconda seduta si possono individuare le vie neurofisiologiche che nemmeno era possibile
rilevare subito, in quanto soverchiate da quelle maggiormente implicate nella disfunzione e nel
dolore di importanza più notevole. Queste vie di minore rilevanza, tuttavia, sostengono limitazioni
funzionali più lievi a carico dellarto inferiore, persino non inerenti il ginocchio, bensì altre parti anatomiche.
Queste potrebbero essere la tibia e le dita del piede che, comunque, contribuiscono sensibilmente a
disturbare una perfetta deambulazione o quantomeno a far percepire un non perfetto atteggiamento
degli arti, fino ad un disallineamento rispetto allarto contro laterale o ad una linea di perfetta stazione eretta.
In una terza seduta, una volta accertato che la causa del problema sia stata rimossa e che i
disturbi funzionali sono stati eliminati totalmente, si può cominciare un lavoro sulleutrofismo dei
tessuti, che porterà alla perfetta guarigione del ginocchio, definitiva e duratura nel tempo.
Quasi sempre il ginocchio rimesso in funzione con questo tipo di procedimento, risulta poi essere in
condizioni migliori del ginocchio contro-laterale che, oggettivamente, se allinizio del problema
veniva portato dal paziente come termine di paragone per indicare una funzionalità perfetta, infine
sorprende il paziente stesso che lo percepirà come ginocchio meno funzionante del ginocchio guarito.
Questo tipo di cura è dunque così efficace da permettere di guarire un ginocchio in modo così
perfetto che viene percepito, e appare oggettivamente, in condizioni di gran lunga migliori, più sano dell’altro.
Al massimo in 5 sedute, distribuite nellarco di poco più di un mese, il caso di gonartrosi più
grave che si possa inquadrare, certamente candidato allimpianto di protesi, viene guarito perfettamente.
Ecco alcune testimonianze arrivate in redazione:
“Volevo ringraziare pubblicamente il dott. Massimo Corbucci , mi ha ridato la vita, grazie infinite.
Dopo lunghi anni di atroci dolori ossei alla colonna vertebrale , si sono aggiunti gravi problemi
alle ginocchia. Ero praticamente ridotta con le stampelle in casa. Messuna cura faceva effetto,
notti insonni e vita distrutta. La disperazione, mi ha portato a cercare qualcosa di alternativo;
non potevo più intossicarmi con 4 scatole di Feldene al mese, senza curare la causa (che reputavo
alla colonna vertebrale) ed essere derisa dagli ortopedici che, pensando fossi solo molto esaurita,
mi prescrivevano psicofarmaci (ho ancora le ricette). L’unico e il solo e’ stato il dott. Massimo
Corbucci che mi ha creduto e confermato ciò che io pensavo, cioè che il problema partiva dalla
colonna vertebrale. A lui devo la mia nuova vita da allora non ho più preso nessun farmaco e più
passavano i mesi meglio stavo, ho ritrovato il riposo, la mia colonna si e’ raddrizzata, il
ginocchio si è sgonfiato i dolori atroci sono scomparsi. Che dire? Gli angeli ci sono basta saperli trovare. Grazie dott. Corbucci Massimo.” – Lucia Micottis
“Mi chiamo Renata ed ho 49 anni e sono felice di portare la mia testimonianza sull’operato del
dottor Massimo CORBUCCI. Nel periodo di tempo all’incirca di due anni durante i quali ho manifestato
diverse sintomatologie, all’inizio di sopportabile sofferenza divenuta poi ingestibile stravolgendo
la mia vita, mi sono rivolta al dottor. Corbucci presentandogli le seguenti diagnosi: ernia lombare
fuoriuscita e risalita, marcata sofferenza del nervo ulnare con formicolio persistente alle dita
anulare e mignolo della mano sinistra, artrosi con calcificazione e fuoriuscita liquido
dell’articolazione della spalla destra, cervicalgia acuta e cronica della terza e quarta vertebra
cervicale, sofferenza al polso sinistro per tunnel carpale, emicranie invalidati per giorni
associate ad intolleranze alimentari. Le applicazione si sono dimostrate da subito efficaci, con
miglioramenti esponenziali e risolutivi nell’arco di questi 2 mesi come preventivatomi. Sarò
eternamente grata al dottor Corbucci per avermi ridato la vita. Consiglio vivamente di fermarsi in
loco per valutare in condivisione con il dottor Corbucci i tempi di risposta fisiologica ai
trattamenti e le quantità di sedute. Ciò è fondamentale per la risoluzione dei casi essendo tutti
unici. Grazie da parte mia e del mio compagno che ancora vive con il ricordo e l’onore di aver
conosciuto un grandissimo scienziato che si rivolge a tutti in maniera disponibile e semplice con le parole di un amico”.
https://www.macrolibrarsi.it/autori/_massimo_corbucci.php?pn=1567
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