HATA YOGA: LO YOGA DEL SOLE (HA) E DELLA LUNA (THA)
di Amadio Bianchi
Tutti sentiamo il bisogno di migliorare la qualità della nostra vita. Sempre
più spesso, incontro persone che si dicono disposte a cedere una grossa
parte del loro successo materiale in cambio di un po’ di serenità o di
salute, oppure di una formula che guarisce dalle conseguenze dello stress.
Da trent’anni mi occupo di questi problemi.
Ho esplorato vari metodi alla ricerca di come migliorare la qualità del
sonno, o recuperare il controllo in generale e quello del sistema nervoso in
particolare; per non parlare del ritrovamento della fiducia in se stessi e
nel mondo, del quale molti soggetti sono, attualmente, profondamente delusi.
Le mie sperimentazioni mi hanno condotto allo Yoga, remota disciplina
indiana di indagine esistenziale, che con le sue luci e le sue ombre oggi si
presenta, in veste moderna come un variegato sistema in grado di aiutare a
risolvere molti problemi psicofisici e di vita.
Lo Yoga, ha le radici nella più profonda antichità dell’India misteriosa e
spirituale. Una volta in più, analizziamo il significato di questa parola
(yoga) per vedere se potrebbe già di per sé fornirci utili indicazioni. Si
tratta di un vocabolo della antica lingua sanscrita che deriva dalla radice
del verbo Yuj e che significa aggiogare. Era usato, ad esempio, per indicare
l’atto di aggiogare i buoi al carro. Il suo significato accorda a questo
sistema il ruolo di disciplina se si intende aggiogare la personalità,
soprattutto istintuale, presente nella natura umana, per orientarla e
finalizzarla verso scopi più alti.
Chi pratica questa disciplina, infatti, inizialmente si esercita, in ambito
psicosomatico ad aggiogare mente e corpo per ottenere una perfetta armonia e
sperimentare gli stati piacevoli che una mente organizzata può donare.
Riorganizzare la propria mente: questo secondo me è uno dei punti chiave
intorno a cui si può lavorare per migliorare la qualità dell’esistenza.
Si sa, tuttavia, che mente e corpo sono strettamente correlati tra loro,
pertanto, possiamo, per il momento, partire molto più facilmente
dall’analisi di tecniche Yogiche, considerate più propriamente corporee, che
donano salute, giovinezza ed elasticità al corpo; che tendono a bilanciare
in modo armonico le energie presenti nell’entità umana ed indirettamente
agiscono anche sul mentale.
Ho scelto, con questo fine, tra le centinaia di procedimenti che lo yoga
suggerisce il Surya Namaskara (saluto al sole) e le pratiche ad esso
comparabili, ad esempio il Candra Namaskara (saluto alla luna) di mia
ideazione, una pratica che mi sembra un “fai da te” semplice da apprendere
ma che presenta enormi vantaggi di acquisizione energetica, di corretto
atteggiamento interiore e di scioglimento del corpo.
Il Saluto al Sole è relativamente giovane, se si considera che la nascita
dello yoga si perde nella notte dei tempi, ma si esegue ancora oggi negli
Ashram indiani (comunità yogiche), rigorosamente al sorgere del sole, per
poter meglio sfruttare un particolare aspetto dell’energia solare presente
in quel momento. La sua funzione oltre quella cosiddetta Bhakti
(devozionale) nella quale si impara ad aprire i propri centri alla energia
solare, considerata di origine divina, può essere, nel nostro caso, anche
quella di sciogliere sapientemente il corpo e prepararlo ad affrontare lo
stress della giornata.
Il Surya Namaskara rappresenta una dimostrazione di come lo Yoga non sia
soltanto statico, come normalmente si è portati a credere, ma, talvolta,
attraverso azioni più dinamiche, tenti di accelerare il processo di
evoluzione.
Il rapporto sia psicologico, sia fisico, con questo splendente astro, pone
tuttavia in relazione solo con l’energia maschile e l’emisfero sinistro del
cervello, spesso già troppo attivo nella società occidentale. Per questa
ragione, ho ritenuto importante elaborare una mobile sequenza che creasse i
presupposti per una relazione con l’altro aspetto, ed un recupero di alcuni
importanti valori presenti nell’espressione femminile della manifestazione.
Il Candra Namaskara, vuole dunque essere un devoto omaggio a ciò che il
femminile è, sia nel macrocosmo, sia nel complesso psicosomatico
microcosmico.
Come potete facilmente intuire, le posizioni di questa sequenza, rievocano
alcuni aspetti della luna e stabiliscono con essa una relazione basata sul
risveglio interiore di un tipico atteggiamento di apprezzamento. La luna,
come tutti sanno, è in grado di interferire nei ritmi biologici di chiunque
ma, ancor più di chi per nascita o per scelta si trovi in maggiore relazione
con essa. Basti pensare a cosa accade in un reparto di maternità quando c’è
la luna piena o agli artisti (l’arte è femminile) i quali di notte si
svegliano e sentono risvegliarsi i loro impulsi più creativi.
Le posture che qui presento fanno parte della sequenza relativa al saluto
alla luna (candra namaskara). Durante l’esecuzione l’interiorizzazione può
portare questa pratica a divenire una meditazione in movimento, soprattutto
se dopo un po’ di esperienza si conquista l’abilità di eseguire ad occhi
chiusi.
In generale si inspira durante le posture di espansione del torace e si
espira durante la sua compressione.
Per stimolare simmetricamente il corpo, posso raccomandare di effettuare
sequenze sia utilizzando un lato del corpo, sia l’altro per portar fuori in
modo equilibrato tutti gli effetti benefici che la pratica può donare.
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