Le ricerche e i progressi scientifici nellambito del sonno sono sempre affascinanti. Per molte
persone, sognare rappresenta un importante strumento per scoprire se stessi. Uno studio condotto da
un team di neuroscienziati provenienti da Stati Uniti, Italia e Svizzera ha scoperto la cosiddetta
hot zone.
La hot zone è unarea del cervello la cui attività sembra indicare il momento in cui si producono i
sogni e che potrebbe aiutarci anche a svelarne il contenuto. Si è scoperto, inoltre, che non
sogniamo solo nella fase R.E.M. Scoperte molto interessanti per quanto riguarda linconscio.
La ricerca
Il team di studiosi ha monitorato lattività elettrica del cervello di 32 persone in una clinica del
sonno per un periodo che variava da 5 a 10 notti. I partecipanti venivano svegliati spesso per
riferire le loro esperienze riguardo ad eventuali sogni fatti mentre dormivano. I ricercatori
volevano sapere se ricordavano parte del sogno, il sogno completo o se non ricordavano nulla.
La differenza rispetto ai precedenti studi è che in questo caso lattività cerebrale è stata
monitorata con un casco che conteneva 256 cavi e consentiva di avere una visione più completa
rispetto a quelle solitamente ottenute nelle cliniche del sonno.
I risultati
Léquipe ha scoperto che durante lesperienza onirica una parte del cervello tende ad attivarsi in
maniera significativa. Questa zona calda è localizzata nella regione parieto-occipitale della
corteccia cerebrale. Sembrerebbe essere il correlato neurale dei sogni.
Quando questarea viene stimolata durante la veglia, si ha la sensazione di essere in un mondo
parallelo o in un sogno. Si tratta senzaltro di una scoperta affascinante che sembrerebbe
suggerire che la coscienza si trova in una zona posteriore e non nei lobi frontale e parietale come
si pensava.
Quando i soggetti sognavano, unarea della parte posteriore del cervello tendeva a essere molto
attiva, come se fosse un po più sveglia, ha dichiarato la ricercatrice Francesca Siclari
dellOspedale Universitario di Losanna, Svizzera.
Hot zone: le opinioni
Ci sono opinioni discordanti in merito alla possibilità che questa tecnica di studio possa svelare
il contenuto dei sogni. Il professore di Psichiatria della Harvard Medical School, il Dottor
Stickgold, non crede che il risultato della ricerca sia questo.
Ritiene che i sogni ricordati e i sogni dimenticati abbiano unattività elettrica diversa.
Condivide, però, lidea che questa ricerca possa portare a svelare uno dei più grandi misteri
dellessere umano: la natura e lorigine della coscienza.
Lidea che durante il sonno le varie aree del cervello agiscono in maniera diversa è condivisa da
circa un decennio da diversi ricercatori. Il sospetto cera, ma mancavano prove empiriche
sufficienti.
Il potenziale di questa ricerca risiede nellipotesi che determinate aree cerebrali siano
responsabili di particolari attività mentre il corpo e il cervello si trovano in uno stato di sonno
profondo.
Dr. Danny Eckert del NeuRA (Neuroscience Research Australia)
Studi futuri sulla hot zone
In futuro si contempla lidea di stimolare la hot zone di pazienti che si trovano in stato di coma,
con crisi epilettiche o sotto anestesia totale.
I ricercatori concordano sul fatto che in futuro le ricerche daranno accesso ad altri stati della
coscienza umana, oltre a permettere di capire quali aree cerebrali sono coinvolte. Forse si arriverà
a scoprire anche larea esatta in cui si trova la coscienza e il modo in cui vi entriamo in
connessione. Dipenderà da chi e da come lo interpreterà. Si tratta certamento di un argomento
appassionante che ogni giorno apre il cammino a nuove scoperte.
Le aree cerebrali coinvolte in questa ricerca sembrano offrire unintegrazione multisensoriale che
ben si adatta a sostenere la simulazione virtuale di un mondo che caratterizza i sogni.
Dr. Lampros Perogamvros, dellUniversità del Wisconsin-Madison, coautore dello studio.
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