I benefici migliorativi della meditazione contemplativa e del vivere intenzionale 1

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I benefici migliorativi della meditazione contemplativa e del vivere intenzionale

(Roy E. Davis) – Parte 1 di 2

Contemplare significa osservare, esaminare, meditare su qualcosa con lo scopo di scoprire. Quando la concentrazione progredisce fino alla meditazione indisturbata, e ha come risultato un risveglio intuitivo, la pratica della meditazione contemplativa può considerarsi di successo. Per facilitare questo processo, il meditante deve essere vigile, e attento. Una partecipazione alla pratica meditativa parzialmente cosciente o passiva non produrrà risultati soddisfacenti.

Fino al ventesimo secolo, la maggior parte delle persone interessate ad imparare qualcosa sugli effetti della meditazione, doveva affidarsi all’esperienza personale o vagliare aneddoti raccontati da altri, che si dichiaravano esperti in materia. L’esperienza personale è la migliore insegnante, ma richiede tempo, unitamente ad una cauta analisi di ciò che si sperimenta o si apprende. I racconti di altri possono essere affidabili oppure no, anche se proclamati in buona fede. Fortunatamente, durante gli scorsi decenni, la ricerca scientifica, con l’aiuto di meditanti volontari, ha rivelato che la meditazione contemplativa, praticata in modo opportuno e regolare, porta molti benefici miglioramenti alla vita […].

Tenete presente che la risposta personale alla meditazione e gli sviluppi benefici che possono verificarsi, sono quasi sempre più immediati e soddisfacenti quando s’include la pratica in un programma di vita equilibrato, cosciente, e intenzionale. Rimanendo sempre attenti anche all’importanza dell’essere motivati, dovremmo compiere tutti i nostri sforzi con la coscienza del motivo per il quale li compiamo. Si sceglieranno, a quel punto, azioni essenziali per i nostri fini, e si potranno ignorare quelle che non lo sono. Questo approccio semplifica notevolmente le nostre vite, dando opportunità di appagamento personale e arricchimento spirituale nella maniera migliore.

La meditazione contemplativa dona un profondo riposo cosciente e un senso di rinnovamento

Quando la meditazione procede, la respirazione diventa più lenta e sottile. Lo stato di calma tranquillità diventa la condizione mentale predominante, donando al meditante un riposo cosciente profondo e un rinnovamento che solitamente si otterrebbero durante il sonno. Le forze vitali del corpo si equilibrano, contribuendo ad organizzare le funzioni dei sistemi del corpo.
A causa di disturbi fisici, sofferenza emotiva, e sonno irregolare, molte persone non si riposano a sufficienza mentre dormono. Gli effetti di questi problemi potrebbero essere: scarse riserve di energia, umore instabile o depressione, irritabilità, confusione mentale, scarsa concentrazione, inefficienza sul lavoro, comportamento incline ad attirare gli incidenti, e scarsa resistenza a malesseri o malattie. La meditazione non sostituisce il sonno, ma una o due brevi sessioni al giorno rafforzano il corpo, stimolano la mente, e contribuiscono al miglioramento delle prestazioni nella propria attività. Così facendo, le regolari ore di sonno possano diventare una parentesi di riposo indisturbato, e ristorare corpo e mente.

Poiché la meditazione culmina nello sviluppo degli stati supercoscienti, che possono persistere anche durante le ore di veglia, le regolari ore di sonno potrebbero essere occasionalmente interrotte da momenti di piena coscienza, mentre il corpo e la mente continuano a riposare. Durante il sonno, il divario tra i livelli di coscienza diventa meno netto, e si potrebbero sperimentare lucide percezioni dell’essere consapevoli della coscienza. Mentre si è consapevoli dell’unità infinita, si può anche sperimentare contemporaneamente la sensazione di vivere nell’eterno presente.

La meditazione contemplativa riduce lo stress e i suoi effetti debilitanti

Grazie al profondo rilassamento, ai cambiamenti fisiologici e psicologici che si manifestano durante la meditazione, e al ridursi dello stress, tensione fisica e ansia mentale scompaiono. Un esame della quantità di lattato nel sangue, prima e dopo la meditazione, rivela una riduzione dei livelli, che di solito, quando si è in uno stato fisico e psicologico del tipo “combatti o scappa”, sono più elevati. (Quest’ultima citata è la condizione comune per chi crede necessario lottare per la sopravvivenza, oppure per chi percepisce cause immaginarie o reali come minacce per il suo benessere).

Anche se una persona al momento non è interessata alla crescita spirituale, la meditazione, praticata per venti o trenta minuti una o due volte al giorno per i suoi effetti di riduzione dello stress, migliora notevolmente l’atteggiamento mentale e la funzionalità fisica, rende più facile il portare a termine i progetti, e permette di godersi la vita. Gli effetti dannosi dell’ipertensione sono ben documentati. I sintomi comuni sono: pressione alta, emicranie, e interferenze nel funzionamento normale dei sistemi del corpo. Una volta che si stabilisce una regolare routine meditativa, i sintomi, di solito, scompaiono. Non commettete l’errore, in ogni caso, di credere che la pratica meditativa sia la cura di tutti i mali. Se si rendono necessari i servizi di un medico, procuratevi l’assistenza qualificata della quale potete avere bisogno. Quando possibile, potreste avere il desiderio di cercare un terapeuta che abbia un orientamento olistico, e che comprenda il vostro interesse e la vostra partecipazione sia ai regimi di benessere, sia alle pratiche di crescita spirituale.

Il comportamento umano, influenzato dai processi biochimici, è attualmente analizzato in modo attivo nei centri di ricerca di tutto il mondo. Alcune recenti scoperte indicano che certi difetti genetici possono causare livelli anormali di serotonina e noradrenalina che possono influenzare il comportamento umano. Originate nel mesencefalo, queste sostanze chimiche, chiamate neurotrasmettitori, attivano le cellule di altre parti del cervello per comunicare l’una con l’altra, portando messaggi attraverso di esse.

La serotonina, il principale impulso del cervello, modulatore delle emozioni e delle tendenze, aiuta, nello specifico, a controllare l’aggressività. La noradrenalina è l’ormone allarme, rilasciata quando s’identifica, o si percepisce, un pericolo come reale. Essa organizza il cervello per la reazione, attivando la produzione di adrenalina e di altre sostanze chimiche. Quando i livelli di serotonina si abbassano, e quelli della noradrenalina si alzano, le persone suscettibili, esposte a stress ambientale (quali circostanze violente, e consumo di alcolici), possono avere la tendenza a compiere azioni violente. Bassi livelli di serotonina sono associati a depressione, impulsi suicidi, aggressività impulsiva, comportamenti che provocano dipendenza, devianze sessuali ed episodi di collera improvvisa. Alti livelli paiono essere connessi a timidezza, comportamenti ossessivi e compulsivi, apprensione, mancanza di autostima e bassi livelli di energia. Livelli ridotti di noradrenalina si credono abbinati ad una tendenza elevata verso la premeditazione di azioni violente o la ricerca del brivido. Alti livelli di noradrenalina si abbinano a sovreccitazione emotiva, tendenza a comportamenti impulsivi, atti di violenza passionale e battito cardiaco accelerato.

Queste scoperte possono donare alcune intuizioni sul comportamento umano. Dobbiamo anche ricordare di essere più di esseri umani: siamo eventi di spirito, mente, e corpo che si trovano nel tempo e nello spazio. Quando c’identifichiamo con il corpo e la mente, non possiamo negare gli effetti della chimica cerebrale e delle influenze ormonali sul nostro fisico e sulle nostre emozioni, poiché tutti abbiamo sperimentato queste influenze. Dovremmo sapere, tuttavia, che esistono vie per riportare il corpo ad uno stato di equilibrio, ossia con un cambiamento determinato dell’atteggiamento mentale, degli umori e dei comportamenti, scegliendo un programma di alimentazione giusto per la nostra costituzione, e aderendo ad un programma ragionevole di esercizio, riposo, vita intenzionale e pratica spirituale. Un approccio puramente fisico alla modifica del comportamento, si origina troppo spesso da una limitata visione personale che contribuisce a credere di essere principalmente effetti della chimica del corpo, delle circostanze, e delle condizioni ambientali. Quando scegliamo di diventare maggiormente coscienti e competenti, possiamo scoprire che lo Spirito è superiore alla mente e al corpo, che le condizioni mentali e fisiche possono essere corrette e organizzate, e che si possono fare le scelte in rapporto a comportamenti che possono influenzare in modo benefico la chimica cerebrale, riportandola in equilibrio. La meditazione può essere una pratica fondamentale per rafforzare la consapevolezza spirituale. Essa può influenzare in modo costruttivo la mente e il corpo, e ci dirige con forza verso il compimento di azioni intelligenti e determinate.

(continua)

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