I cicli del tempo (Introduzione 11)

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I cicli del tempo (Introduzione 11)

Brihat Parasara Hora Sastra

di Manuele

Il tempo è sempre stato un enigma per l’uomo, esso è forse il concetto più indefinibile. Fin
dall’antichità l’uomo ha cercato di afferrare il flusso del tempo per spiegarlo, dominarlo o
superarlo. Il tempo ha sempre suscitato l’immagine dell’inesauribile scorrere che tutto travolge ed
estingue, ogni cosa nel mondo sembra soggetta all’inesorabile legge del tempo. Dal punto di vista
del tempo l’Astrologia può essere definita come un mezzo per superare la limitatezza del presente.
Il tempo può essere percepito in molti modi diversi, esso può essere concepito avente un’unica
direzione oppure come un fenomeno ciclico. Nel primo caso nasceranno i concetti di passato e futuro,
nel secondo tutto si confonderà in un eterno presente.

E’ nell’esperienza comune di tutti che diversi cicli temporali dominano sia la vita individuale che
quella collettiva, allo stesso modo delle stagioni dell’anno e delle ore del giorno. Ognuno di essi
ha differenti qualità e caratteristiche che inevitabilmente si sovrappongono e si mescolano
continuamente. Essi non sono solo il risultato di un processo meccanico e periodico ma rispecchiano
e scandiscono l’evoluzione continua della coscienza individuale ed universale. Allo stesso modo che
un seme diventa albero e dà frutti in tempi diversi, così dobbiamo vedere i periodi e gli stadi che
attraversa la vita nell’universo. In ultima analisi è la natura con le sue leggi e le sue forze che
determina la qualità del tempo in cui viviamo.

Il ciclo precessionale
Il ciclo temporale principale da analizzare è sicuramente il ciclo precessionale. Come abbiamo già
visto a causa del fenomeno della precessione degli equinozi, il Sole assume una posizione differente
ogni anno rispetto alle stelle fisse in un particolare giorno dell’anno. Una rivoluzione completa
del punto equinoziale attraverso l’intera sfera celeste avviene approssimativamente ogni 25.560
anni. Questo periodo temporale può essere assunto come il ciclo principale del tempo rispetto al
riferimento terrestre. Poiché il valore in gradi di tale movimento non è uguale per ogni anno,
dobbiamo constatare che il numero totale di anni in cui si compie tale ciclo non è sempre lo stesso.
Le scritture della tradizione indiana fissano tale valore tra i 24.000 e i 26.000 anni, affermando
che esso sia stato deciso dal patriarca Manu, il capostipite della razza umana che fungerebbe da
legislatore.

Il punto equinoziale si trova attualmente a circa sei gradi nei Pesci, e lascerà tale segno circa
nel 2.436 d.C. entrando nel segno dell’Acquario. Con le premesse iniziali sopra esposte l’umanità
starebbe ancora vivendo nell’Era dei Pesci mentre l’Era dell’Acquario inizierà tra più di 400 anni.
Queste valutazioni temporali stimolano inevitabilmente suggestive considerazioni, completamente
libere. L’era attuale è ancora quella dei Pesci, segno considerato confuso ed amorfo per eccellenza,
difficile da definire, ricco di risultati ma anche di contraddizioni. L’inizio di questa era (circa
285 d.C.) coincide con la definitiva affermazione del Cristianesimo nel mondo occidentale,
curiosamente il Cristo era identificato proprio come un pesce ai primordi del Cristianesimo. Più
indietro nell’era dell’Ariete la forza e il valore marziale erano ben presenti negli Imperi che si
sono succeduti nei secoli, quasi a sottolineare l’energia di questo segno governato da Marte. L’era
del Toro coincide con gli anni migliori della civiltà egizia, da molti considerata nel bene e nel
male sotto un forte influsso di Venere, signore di questo segno.

Suggestivo notare che in questo segno si trova la costellazione delle Pleiadi e che quindi quando il
punto equinoziale si trovava nelle loro vicinanze splendevano in maniera particolare nel cielo. Più
indietro nel tempo il punto equinoziale è passato anche vicino alla costellazione di Orione,
anch’essa molto appariscente e suggestiva. Infine come non notare la coincidenza temporale tra la
presenza del punto equinoziale nel Leone e le numerose teorie di storia alternativa che identificano
proprio in quegli anni l’affermazione di una grande e potente civiltà?
Che dire del futuro? Indubbiamente l’era dell’Acquario non potrà che lasciare l’impronta della
filosofia e della ricerca spirituale propria di questo segno, come della democrazia e della
fraternità universale.

Il ciclo delle ere
La più originale suddivisione del tempo proposta dalla antica scienza indiana è quella delle ere.
Secondo la tradizione vedica tutta la creazione esiste ed ha vita durante il giorno dell’Essere
immenso, il Creatore, mentre durante la sua notte l’universo scompare riassorbito nel Creatore
stesso. Il giorno del Creatore ha la durata di 1.000 “grandi ere”, lunghissimi periodi temporali
ognuno formato da quattro cicli distinti.

Ogni “grande era” è divisa in quattro età diverse. Esse sono:

1. L’età della verità, o l’età dell’oro.
2. L’età dell’argento.
3. L’età del bronzo.
4. L’età dell’ignoranza, o l’età del ferro.

Questo classificazione mette in evidenza una differenza di qualità tra le diverse ere. La prima,
l’età dell’oro è la più splendida delle quattro, mentre l’ultima, l’età del ferro è la peggiore.

La cosmologia indiana
Il più noto ciclo degli ere descritto dalle scritture indiane stabilisce per ognuna di queste
quattro età una durata enorme. Secondo questo ciclo il mondo si troverebbe attualmente all’interno
di un’età del ferro della durata di 432.000 anni, che sarebbe iniziato nel 3102 a.C.,
tradizionalmente considerata la data della scomparsa del Signore Krishna.

Le ere
Questi problemi di datazione non sono semplici e rendono difficile ogni interpretazione. Inoltre
dobbiamo sempre considerare che ci sono cicli dentro altri cicli, allo stesso modo che vi sono
minuti, ore e giorni. E’ quindi possibile che l’umanità si trovi all’interno di un’era enormemente
più grande in cui si sviluppano cicli periodici più piccoli.
L’ignoranza del fondamentale ciclo precessionale ha portato molta confusione in questo campo, molti
occultisti hanno preso in considerazione solo il ciclo maggiore, allungando la storia dell’umanità
in maniera francamente non credibile. Allo stesso modo gli storici moderni ripudiano queste
conoscenze occulte e ritengono che 10.000 anni fa tutti gli uomini vivessero nell’età della pietra,
chiamando “miti” tutte le diffusissime tradizioni di civiltà antichissime come quelle di Atlantide,
della Lemuria, dell’India, dell’Egitto e di molti altri paesi.

Il punto essenziale da comprendere osservando e studiando i cicli del tempo, è l’importanza della
forza dell’evoluzione; tutta la vita dell’universo è in continua e perenne evoluzione. I periodi di
caduta e di “oscurità” servono solo perché la “luce” ritorni a splendere con rinnovato vigore.
Occorre ritornare ad avere fiducia nella Volontà Divina che guida l’eterno scorrere del tempo e non
considerare solo con paura e disperazione l’attuale situazione dell’umanità.

Descrizione delle quattro ere
Nell’età dell’oro gli uomini vivevano in armonia, senza ostilità o conflitti, liberi da afflizioni.
Essi non abitavano in case, ma dimoravano sui monti o sulle spiagge. Non belve feroci o piante
velenose, non vi erano stagioni, il clima era sempre temperato e piacevole. I beni sorgevano
spontaneamente dalla terra, richiamati dal semplice desiderio. Gli uomini avevano il dono di
mantenersi sani e vigorosi, liberi da ogni malattia ed in perpetua giovinezza senza bisogno di cure;
tutti erano uguali per aspetto ed età. Il comportamento era spontaneo e non esisteva distinzione tra
azioni buone e cattive; la condotta non era influenzata né dall’amore né dall’odio, tutti erano
uguali. La legge delle “caste” e degli “stadi” della vita non esisteva e dunque non poteva essere
violata. Non vi era brama né avversione, piacere né dispiacere, e gli uomini erano dediti alla pura
e disinteressata contemplazione. Dopo un intervallo cosmico in cui viene smarrito il gioiello della
realizzazione mentale, l’ingresso nell’età dell’argento, è annunciato dalla comparsa di scure nubi
annunciatrici di tempesta. La terra fecondata partorisce alberi prodigiosi, che provvedono tutto
quanto occorre per una vita felice. Compare il ciclo mestruale nelle donne, che porta con sé
l’accoppiamento. Nuove discordie nascono per l’accresciuta popolazione ed a causa della cupidigia.
Gli alberi prodigiosi muoiono, ma vengono rimpiazzati da nuovi alberi che danno frutti e vesti. Ma
la cupidigia fa nascere la brama per il loro possesso, causandone la distruzione.

Il clima si fa difficile e gli uomini debbono trovare rifugio in abitazioni, costruite ad imitazione
delle impalcature di rami degli alberi. Gli uomini incominciano a soffrire la fame e la sete. Le
acque di una nuova pioggia torrenziale danno origine ai fiumi, che irrigano la terra facendo nascere
le piante spontanee perenni. La cupidigia porta altri danni e gli uomini un tempo uguali si dividono
in caste secondo la loro natura e le loro azioni: gli equanimi sacerdoti, gli impulsivi guerrieri,
gli operosi commercianti e i tribolati artigiani. Nel tumulto della diversificazione sociale, le
piante vengono strappate con le mani, ed i frutti si dissipano “come rena tra le dita”. Le creature
affamate si rivolgono al Creatore, che accetta le loro preghiere e munge la “vacca terrestre” il
“latte” ottenuto saranno i semi delle piante annuali, che non si estinguono e possono essere
riprodotti per la coltivazione. Vengono quindi stabiliti gli ordinamenti delle caste: ai guerrieri
viene dato il potere, il governo e la guerra; ai religiosi la celebrazione del rito e
l’insegnamento; ai commercianti l’allevamento, la compravendita e l’agricoltura; agli operai
l’artigianato ed il servizio. Ma gli uomini, divisi dalle rivalità, sono incapaci di mantenersi
sulla retta via: perciò viene istituito il re, che brandisce lo scettro della giustizia per la
custodia della “legge”.

Nella successiva età del bronzo, si accentuano le divisioni ed i contrasti. Il sacro verbo, un tempo
unico, si divide nei dettati della “Rivelazione” e della “Tradizione”. Il Veda è diviso da Vyasa
nelle quattro raccolte, i trattati si moltiplicano, aumentano le branche del sapere seminando la
confusione sull’essenza della vera conoscenza. Ogni mansione viene svolta con la fatica fisica e con
il travaglio. Morte, malattia e calamità si diffondono, ma il disgusto per le sofferenze causate
dalla parola, il pensiero e l’azione suscita negli uomini il bisogno della ricerca della liberazione
dal dolore.
Infine, nell’età del ferro, la distruzione si compie: trionfa la violenza, l’invidia, la menzogna,
la frode, il delitto, si diffondono le malattie, la fame e la paura.
La morte colpisce indiscriminatamente le creature nell’età adulta, nella gioventù, nella
fanciullezza o addirittura nel grembo materno. L’ordinamento delle caste si corrompe; i religiosi
trascurano lo studio delle scritture ed i riti sacri; i militarti derubano ed opprimono i sudditi
che dovrebbero proteggere; i commercianti fanno imbrogli pensando unicamente al guadagno; gli
artigiani usurpano le prerogative delle caste superiori. La terra è avara di frutti e poco prospera,
si moltiplicano le creature nocive come vermi e serpenti e ovunque la fame e la miseria opprimono la
popolazione. La religione decade, fioriscono i culti eretici predicati da persone indegne che
s’improvvisano nel ruolo di religiosi e si fa mercato delle cose sacre.
Così si continua, di male in peggio, finché, trascorsi gli anni dell’età del ferro, una catastrofe
cosmica distrugge ogni cosa riportando il mondo alla purezza di una nuova era.

Alcune idee e concetti relativi alla cosmologia vedica
Secondo la cosmologia indiana non può essere descritta o immaginata nessuna creazione dell’universo.
Lo sviluppo dell’universo avverrebbe solo secondo una sequenza ciclica di manifestazioni e di
riposo.
Ognuno di questi cicli di manifestazione è chiamato “periodo”. All’inizio di ogni “periodo”il mondo
è manifestato da Dio e messo in opera dall’essere preposto a questo compito; durante il suo
sviluppo, Dio mantiene insieme l’universo; ed alla fine è distrutto dall’essere preposto alla
distruzione.
Ogni “periodo” corrisponde ad un giorno per l’Essere immenso (Brahma), quindi secondo la cosmologia
vedica tutta la creazione esiste ed ha vita durante il giorno di Brahma, mentre durante la sua notte
l’universo scompare riassorbito da Brahma stesso. Ogni “periodo” corrisponde al tempo assegnato a
parte dell’universo per il suo sviluppo e comprende 12.000 anni divini, cioè 4.320.000.000 anni
terrestri.
Al principio di ogni giorno, quando l’Essere immenso si sveglia, gli Dèi, i Demoni, gli uomini e
tutte le creature, si manifestano di nuovo in maniera conforme alla loro natura ed alle azioni
compiute nel “periodo” precedente. Assieme ad essi riappaiono i “tre sistemi planetari”, cioè i
pianeti inferiori, i pianeti mediani e i pianeti superiori. Gli esseri che nel “periodo” anteriore
ottennero la “liberazione” non riappariranno più in questa nuova manifestazione.

Alla fine del giorno di un “periodo” tutti i tre sistemi planetari, assieme alle loro creature
vengono riassorbiti dal caos, conservando durante la notte di Brahma solo il seme della
manifestazione. Il periodo notturno di Brahma è uguale in durata al suo giorno.
La vita intera di Brahma è di cento anni divini, alla fine dei quali i tre sistemi planetari, con
tutti i loro esseri, si dissolvono nel grande caos, per la durata di altri cento anni di divini.
Solo dopo questo enorme periodo di tempo nasce un nuovo Essere immenso e con esso si manifesta un
nuovo universo.
Secondo questi principi cosmologici è la causalità che governa l’esistenza dell’universo.
In una manifestazione cosmica determinata dalla legge di causalità ne discende che non vi è una
causa prima della creazione, in quanto la legge della causalità non ha principio né fine.
Il processo di manifestazione deve quindi essere considerato fuori dal tempo, o senza tempo; non si
può parlare propriamente di passato, presente e futuro.
In ultima analisi nessuna causa o motivo può essere riferito a questa volontà di manifestazione,
tranne che l’Essere desidera vedere il proprio riflesso specchiato nel non Essere.

Il giorno di Brahma viene diviso in quattordici “ere patriarcali”, ognuna delle quali è governata da
un patriarca, un maestro. Ogni patriarcato è seguito da un diluvio che distrugge tutti gli esseri
viventi, tranne pochi scelti per ripopolare la terra.
Il nome del patriarca attuale è Vaivasvata-Manu, che è considerato anche il codificatore delle
leggi, un trattato della letteratura che contiene le regole su cui è basata la società induista.
Un secondo tipo di divisione del giorno di Brahma è quella delle “ere minori”. Ogni giorno è diviso
in mille “grandi ere”, ognuno formato da quattro età distinte.
Le quattro età durano complessivamente 4.320.000 anni. Secondo la datazione tradizionale l’anno
attuale (2.002) sarebbe il 5.104 della presente età del ferro.
I tre sistemi planetari rappresentano anche il ciclo trasmigratorio, la ruota delle rinascite, in
cui il desiderio e la personalità sono i principi guida della vita.
Tra i tre sistemi planetari si trovano degli spazi chiamati intervalli dei mondi, che sono “residui
dell’infinito”. La terra possiede 10 direzioni. Ogni direzione ha una Divinità che funge da
guardiano.

Le dieci direzioni sono:

1. Est
2. Sud-est
3. Sud
4. Sud-ovest
5. Ovest
6. Nord-ovest
7. Nord
8. Nord-est
9. Alto
10. Basso

Da un discorso tra due saggi: “…Poiché tu conosci le regioni del cielo insieme con i loro Dei e i
loro fondamenti, quale Divinità tu consideri protettrice dell’Oriente?”. “Il Dio Sole” “Il Sole su
cosa è Basato?”. “Sulla vista”. “E la vista su cosa è basata?” “Sulle forme: infatti è con la vista
che si scorgono le forme”.
“Quale Divinità consideri protettrice del Sud?”. “Il Dio della morte”. “E il Dio della morte su cosa
è basato?”. “Sul sacrificio”. “E il sacrificio su che cosa è basato?”. “Sui doni fatti ai
sacerdoti”. “E i doni fatti ai sacerdoti?”. “Sulla fede: poiché soltanto chi ha fede fa doni ai
sacerdoti. Quindi i doni sono basati sulla fede”.
“Quale Divinità consideri protettrice dell’Ovest?” “Il Dio della pioggia”. “E il Dio della pioggia
su cosa è basato?”. “Sulle acque”. “E le acque su cosa sono basate?”. “Sullo sperma”. “E lo sperma
su cosa è basato?”. “Sul cuore: è per questo che di un figlio immagine del padre, si dice è uscito
fuori dal cuore”.
“Quale Divinità consideri protettrice del Nord?”. “Il Dio della Luna”. “E il Dio della Luna su che
cosa è basato?”. “Sulla consacrazione”. “E la consacrazione su che cosa è basata?”. “Sulla verità.
Perciò a chi è stato consacrato si dice: Di la verità. Infatti la consacrazione ha il suo fondamento
nella verità”.
“Quale Divinità consideri protettrice dello Zenith?”. “Il Dio del fuoco”. “E il Dio del fuoco su che
cosa è basato?>. “Sulla parola”. “E la parola su che cosa è basata”. “Sul cuore”.” (Brihadaranyaka
Upanisad 3-9:19-24)

I grandi cicli planetari
Uno dei metodi più interessanti per determinare la qualità del tempo è l’osservazione dei cicli
planetari. Ogni pianeta infatti, seguendo la propria orbita, attraversa tutti i dodici segni
zodiacali secondo un preciso ciclo, astronomicamente chiamato rivoluzione Siderale. Questo periodo
temporale di base è costante per ogni pianeta.
Presento qui il ciclo planetario Giove-Saturno, che l’Astrologia ritiene essere il più importante
per capire la qualità del tempo. Il periodo Siderale di rivoluzione attorno al Sole è di 11,86 anni
per Giove e di 29,46 anni per Saturno. Sottolineo inoltre che questi cicli sono evidenti in tutta la
loro portata solo se si utilizza lo Zodiaco Siderale.
Seguendo le regole astronomiche, ogni pianeta si muove ciclicamente dal suo segno di esaltazione, in
cui la sua forza e le sue qualità benefiche sono massime, al suo segno di debilitazione, in cui il
pianeta ha il minimo livello di forza e produce risultati negativi, per poi tornare al suo segno di
esaltazione e chiudere il ciclo.

La combinazione dei periodi di rivoluzione di Giove e di Saturno porta ad osservare la presenza di
un ciclo di circa 900 anni, all’interno del quale si intersecano due periodi con qualità distinte.
Nel primo di questi periodi, che si protrae per alcuni secoli, si riscontra la presenza ogni 60 anni
circa di un periodo in cui Giove e Saturno si trovano contemporaneamente nei loro reciproci segni di
debilitazione. In questi periodi la qualità del tempo è tra le più scarse ed essa si manifesta
visibilmente con il verificarsi di eventi mondiali negativi. Nel secondo di questi periodi, che si
protrae anch’esso per secoli e conclude il ciclo di 900 anni, si nota invece la presenza ogni 60
anni circa di un periodo in cui sia Giove che Saturno si trovano contemporaneamente nei reciproci
segni di esaltazione; in questi periodi le qualità positive sono massime ed esse si manifestano
anche nelle tendenze degli eventi mondiali.
Ogni ciclo di 900 anni risulta così formato da secoli in cui prevalgono i positivi influssi
derivanti dalle favorevoli esaltazioni, e da altri secoli in cui prevalgono gli influssi negativi
derivanti dalle sfavorevoli debilitazioni.
Volendo esaminare la storia del mondo seguendo lo sviluppo di questi cicli, i riscontri sono
puntuali ed impressionanti.

Un ciclo di 900 anni è iniziato attorno al 4° secolo, con una serie di anni dominata dalle doppie
debilitazioni. Questo è stato un periodo oscuro per la storia del mondo, con la disgregazione
dell’impero romano e anni bui di lotte e miseria. Nella seconda parte del ciclo, tra il 700 ed il
1200 hanno dominato le favorevoli doppie esaltazioni, che hanno coinciso con il formarsi dei grandi
imperi, lo sviluppo delle città e la rinascita culturale.
Il ciclo successivo di 900 anni è iniziato anch’esso con una serie di anni in cui hanno predominato
le doppie debilitazioni, che si sono protratte fino a tutto il 17° secolo (1600). La storia narra
infatti di secoli difficili, fatti di lunghe e sanguinose guerre, pestilenze, miserie e divisioni
politiche e religiose. Già dal 1600 si sono sovrapposte però le positive doppie esaltazioni,
diventate dominati dal 1700 in poi, ed ancora attive ai nostri giorni. Non possiamo negare
l’evidente sviluppo che da allora ha ricevuto la storia mondiale, gli enormi progressi scientifici e
tecnologici, l’affermarsi dei diritti umani, le maggiori libertà per uomini e nazioni ed il maggior
benessere mondiale. Il ciclo favorevole delle doppie esaltazioni durerà ancora per circa 170 anni,
portando a termine il presente periodo di 900 anni. Da allora ricomincerà un altro ciclo con alcuni
secoli in cui prevarranno le doppie debilitazioni.
Spero con questa esposizione di aver fatto luce su uno degli aspetti più affascinanti dello studio
dell’Astrologia attraverso l’utilizzo dello Zodiaco Siderale.

Manuele

da – Isvara.org

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