I cinque tibetani – 1

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I cinque tibetani – 1

(di autore sconosciuto)

I Cinque Tibetani non sono per tutti. Intraprendete questo percorso solo se riuscite a credere nella
“Fonte della Giovinezza” e che si può rallentare l’invecchiamento. Se accettate l’idea che
l’impossibile è raggiungibile, otterrete un gran numero di benefici.

Con i Cinque Tibetani si può raggiungere il benessere del corpo, della mente, dello spirito e il
risveglio della forza vitale. Tutto ciò è raggiungibile solo però se sarete gentili con voi stessi e
se vi concederete il giusto spazio e tempo. E’ una promessa che fate a voi stessi, i progressi non
devono essere forzati, gioite di ogni piccolo miglioramento, solo così i risultati dureranno nel
tempo. I Cinque Tibetani funzionano, non vi toglieranno quarant’anni ma possono aiutarvi a sembrare
più giovani, a sentirsi molti anni in meno e a conquistare un maggior senso di benessere. Se li
farete tutti i giorni si vedranno già i risultati in trenta giorni e i vostri amici cominceranno a
farvi domande sul vostro aspetto più giovane e sano.

I Cinque Tibetani sono anche una forma di meditazione fisica attiva, molto efficace per prendere
coscienza di se stessi, del proprio corpo fino alla più piccola cellula, in modo particolarmente
vivo. Eppure chi resta troppo condizionato dallo scopo finale rischia di perdere l’occasione di
un’esperienza meditativa davvero profonda del Sé, all’interno del proprio corpo; infatti, mentre si
affanna con sempre maggiore accanimento a inseguire la ricompensa che gli spetta una volta raggiunta
la meta, si lascia sfuggire quel momento di piena libertà in cui ogni scopo appare privo di
importanza.

PERCHÉ FUNZIONANO

Nel corpo ci sono sette centri energetici principali che corrispondono alle sette ghiandole
endocrine. Le funzioni corporee sono regolate dagli ormoni secreti proprio dalle ghiandole
endocrine. Di recente si è scoperto che anche l’invecchiamento è regolato dall’ormone della morte
che viene prodotto dalla ghiandola pituitaria all’inizio della pubertà. Sembra che l’ormone della
morte interferisca con l’abilità delle cellule di utilizzare ormoni benefici come quello della
crescita, quindi cellule e organi a poco a poco si deteriorano e muoiono. In realtà i sette centri
energetici che chiamiamo chakra possono essere considerati come campi elettrici invisibili a occhio
nudo. Ogni chakra ha il centro in una delle sette ghiandole endocrine (a secrezione interna) che
hanno la funzione di stimolare la produzione di ormoni. Gli ormoni regolano le funzioni del corpo
incluso il processo di invecchiamento.

I sette chakra sono così localizzati : 1) le ghiandole della riproduzione 2) il pancreas 3) le
ghiandole surrenali 4) il timo 5) la tiroide 6) la ghiandola pineale 7) la ghiandola pituitaria.

Equilibrando i sette Centri Energetici probabilmente viene normalizzato anche lo squilibrio
ormonale, perciò le cellule possono replicarsi e prosperare come quando eravamo giovani. Stimolando
tutti i sistemi di regolazione del corpo, le ghiandole endocrine, il sistema circolatorio, i
meridiani e così via si agisce sul livello biochimico degli enzimi e degli ormoni, influenzando
fortemente la nostra sensazione di benessere e la nostra sfera emozionale. In una persona sana ogni
centro energetico ruota a grande velocità, facendo in modo che l’energia vitale detta anche “prana”
scorra verso l’alto attraverso il sistema endocrino.

Se uno di questi centri rallenta, si blocca il flusso di energia vitale influendo così sullo stato
di salute. Il modo più rapido per riattivare il normale movimento rotatorio dei centri energetici è
fare regolarmente i Cinque Tibetani. Dato che questi esercizi stimolano in modo tanto efficace i
diversi sistemi energetici, i risultati saranno subito percepibili a chi li pratica. Gli esercizi
sono abbastanza dolci da poter essere eseguiti da chiunque e a qualunque età. Per vedere se
funzionano provateli, offrite loro una possibilità di riuscita, investite un po’ di tempo e di
energia e se perdete interesse verso di loro non aspettatevi di ottenere risultati straordinari.
Siate consapevoli di essere una persona speciale che vede oltre le convenzioni e i preconcetti degli
altri, in fin dei conti state solo amando voi stessi e quindi ogni cosa è possibile.

LA STORIA

Il libro sui Cinque Tibetani venne scritto negli anni Trenta. La versione originale “Eye of
revelation” fu pubblicata nel 1939. Forse Peter Kelder prese spunto da Shangri-La di James Hilton,
che nel libro di maggior successo Lost Horizon, lascia intuire che il segreto della forza e vitalità
dei Lama Tibetani consiste in alcuni esercizi rituali. L’autore Peter Kelder, ispirandosi a questo,
descrive la ricerca di quei riti e di come siano arrivati in Occidente. Con i Cinque Tibetani
impareremo a conoscere i misteri che per tanto tempo sono stati celati negli antichi monasteri.

La storia narrata nel libro ha inizio un pomeriggio in cui l’autore, Peter Kelder, si sta rilassando
su una panchina del parco, leggendo il giornale della sera. Un vecchio gentiluomo gli si siede
vicino e lo impegna in una conversazione. L’uomo si presenta come il colonnello Bradford, un
ufficiale dell’esercito inglese in pensione che ha prestato servizio anche nei corpi diplomatici
della Corona. La sua carriera lo ha condotto fin nei più remoti angoli del globo, e il colonnello
Bradford avvince l’interesse di Kelder con i racconti delle sue avventure. I due si congedano con la
promessa di rivedersi. In seguito si incontrano regolarmente, e alla fine stringono una solida
amicizia. Una sera, mentre sono insieme, il colonnello gli annuncia una sorprendente decisione che
ha preso. Quando egli era di stanza in India, alcuni anni prima, aveva udito una storia curiosa e
indimenticabile che riguardava i lama di un monastero situato in qualche luogo remoto e selvaggio
dell’Himalaya tibetano. In quel monastero, un’antica sapienza tramandata per migliaia di anni
prometteva la soluzione di uno dei grandi misteri del mondo. Secondo la leggenda, i lama del
monastero erano eredi del segreto della Fonte della Giovinezza.

Come tutti, il colonnello Bradford aveva cominciato ad invecchiare all’età di 40 anni, e da allora
egli aveva perduto qualunque sembianza della gioventù. Più sentiva parlare di quella miracolosa
Fonte della Giovinezza e più si convinceva che un tale luogo esistesse veramente. Egli cominciò a
raccogliere informazioni sulle vie da seguire, sulle caratteristiche della zona, sul clima, e su
qualunque altro dato che potesse aiutarlo ad individuare quella località. E, una volta iniziata la
ricerca, il colonnello fu sempre più ossessionato dal suo desiderio di trovare questa Fonte della
Giovinezza a tal punto che aveva deciso di ritornare in India e di cercare seriamente quel ritiro ed
il suo segreto di duratura gioventù. Il colonnello Bradford mi chiese se volessi unirmi a lui in
questo impegno. Kelder tentenna nell’indecisione, ma alla fine si arrende allo scetticismo,
declinando con riluttanza l’invito.

Il colonnello Bradford si dispose a compiere la sua missione da solo. Poi, passarono molti anni
senza dare più notizie di sé. Infatti Kelder aveva quasi dimenticato il suo amico di un tempo e le
idee di una Shangri-La tibetana, quando un giorno una lettera annunciò che il colonnello aveva
raggiunto il suo obiettivo e stava per tornare. Poco tempo dopo, quando i due si ritrovarono, Kelder
è testimone di una strabiliante trasformazione. Bradford, inaspettatamente, mostra le sembianze “che
il colonnello deve aver avuto negli anni della sua giovinezza, molto tempo fa. Invece di un vecchio
curvo e pallido con un bastone da passeggio, vide una figura alta, eretta. Aveva il volto florido e
i capelli crescevano folti e neri con rare tracce di grigio”.

Il colonnello Bradford si apprestò a raccontare al suo emozionato amico tutto ciò che era accaduto
durante la sua prolungata assenza. Parlò di anni di lotte e di sforzi ricompensati infine dal
successo – la scoperta di un remoto monastero tibetano i cui occupanti non invecchiavano mai.

Nel monastero, non si vedeva da nessuna parte uomini o donne anziani. I lama, scherzando
bonariamente, si riferivano al colonnello chiamandolo “l’Antico”, perché molto tempo era trascorso
da quando avevano visto qualcuno che sembrasse vecchio come lui. Per loro, egli costituiva quasi una
novità.

“Per le prime settimane dopo il mio arrivo”, disse il colonnello, “mi sentii come un pesce fuor
d’acqua”. Ogni cosa che vedevo era per me fonte di meraviglia, a volte potevo a stento credere ai
miei occhi. Presto, la mia salute cominciò a migliorare. Riuscivo a dormire profondamente di notte,
ed ogni mattina mi svegliavo sentendomi sempre più fresco ed energico. Di lì a poco, mi resi conto
che il mio bastone da passeggio mi era necessario solo durante le escursioni sui monti”.

Poi, una mattina il colonnello si imbatte in uno specchio, e per la prima volta in due anni vede la
propria immagine riflessa. Con sua totale incredulità e sorpresa, l’immagine davanti ai suoi occhi è
quella di un uomo molto più giovane. Il colonnello si rende conto di aver subito una trasformazione
fisica : egli appare di ben quindici anni più giovane rispetto al giorno del suo arrivo.

“Le parole non possono descrivere la gioia e l’esaltazione che provavo. Nelle settimane e nei mesi
seguenti, il mio aspetto continuò a migliorare, ed il cambiamento divenne sempre più evidente per
tutti coloro che mi conoscevano. In breve tempo, il mio soprannome onorario, “l’Antico”, non si udì
più”.

Quindi, il colonnello Bradford spiega esattamente in che modo ha ottenuto questo notevole
ringiovanimento. “La prima cosa importante che mi venne insegnata al mio ingresso nel monastero”,
disse il colonnello, “fu questa : il corpo ha sette centri di energia che potremmo chiamare vortici.
Gli Indù li chiamano chakra. Essi sono dei potenti campi elettrici, invisibili ai nostri occhi, e
tuttavia assolutamente reali. Questi sette vortici controllano le sette ghiandole a secrezione
interna nel sistema endocrino, e le ghiandole endocrine, a loro volta, regolano tutte le funzioni
del corpo, compreso il processo di invecchiamento…..”

In un corpo sano, ognuno di questi sette vortici ruota a grande velocità, consentendo all’energia
vitale, chiamata anche prana ovvero energia eterica, di fluire verso l’alto attraverso il sistema
endocrino. Ma se uno o più di questi vortici inizia a rallentare, il flusso di energia vitale
risulta inibito o bloccato, e, ecco, questo potrebbe essere un altro modo per definire
l’invecchiamento ed un precario stato di salute.

“Il modo più rapido per riacquistare la giovinezza, la salute e la vitalità consiste nel riavviare
il normale movimento rotatorio di questi centri energetici. Ciò si può realizzare mediante cinque
semplici esercizi. Ciascuno di essi è efficace di per sé, ma i migliori risultati si ottengono con
la pratica di tutti e cinque. In realtà, non si tratta di esercizi veri e propri. I lama li chiamano
Riti ed anch’io mi riferirò ad essi con lo stesso termine”.

Detto questo il colonnello descrive ed esegue davanti a Kelder cinque esercizi yoga che egli chiama
“i Cinque Riti”. Egli raccomanda a Kelder di iniziare con l’esecuzione quotidiana di ogni Rito
ripetuta per tre volte, e poi di aumentare gradualmente le ripetizioni fino ad arrivare a 21 al
giorno. In seguito, egli spiega che i benefici apportati dai Riti saranno più accentuati per coloro
che praticano la castità. Mentre egli avverte che esso non rappresenta un obiettivo realistico per
la maggior parte delle persone, egli rivela un sesto rito che risulterà efficace per coloro che
accettano questa sfida.

Una volta avuta da Bradford la rivelazione dei Cinque Riti, Kelder iniziò a sperimentarli pieno di
entusiasmo. Entro tre mesi registrò risultati davvero ragguardevoli. Ansioso di condividere con
altri la notizia della scoperta di Bradford, chiese al colonnello di tenere un corso. Il colonnello
si dichiarò d’accordo, e il piccolo gruppo di studio che ne risultò venne soprannominato “Himalaya
Club”. Il gruppo si riuniva regolarmente per praticare i Cinque Riti e discutere di argomenti come
dieta e nutrizione. Effettivamente, i membri del club – tutti al di sopra dei 50 anni – entro breve
tempo trassero giovamento dai poteri di ringiovanimento dei Cinque Riti. Il tal modo un gran numero
di persone in tutti i paesi del mondo è stato reso partecipe della scoperta della Fonte della
Giovinezza fatta da Bradford.

I CINQUE RITI

PRIMO RITO

Il primo rito ha lo scopo di accelerare la velocità dei vortici. Stare in piedi eretto e allargare
le braccia in modo da portarle orizzontali al pavimento, estendendo tutte e cinque le dita nello
spazio. Tenere i piedi paralleli e leggermente divaricati, mentre le ginocchia sono flesse. La
vostra attenzione deve concentrarsi su un punto (o zona energetica) posto all’incirca tre o quattro
dita al di sotto dell’ombellico. Restare in piedi, in un atteggiamento sciolto e rilassato. Ora
lasciarsi guidare dall’idea di affondare nel terreno fino a nove metri di profondità, come se si
volesse mettere radici. Adesso ruotare su se stesso finché non si avverte un leggero capogiro. E’
molto importante ruotare da sinistra verso destra. Per cominciare effettuare il rito fino al punto
in cui si avverte un leggero capogiro. Per attenuare la sensazione di vertigine prima di iniziare a
ruotare mettere a fuoco un punto davanti a se. Non appena si inizia a girare, continuare a
trattenere lo sguardo su quel punto il più a lungo possibile. In ultimo, si deve far sì che quel
punto abbandoni il vostro campo visivo così da poter ruotare su te stesso con il resto del corpo.
Allora, ruotare il capo molto velocemente, e rimettere a fuoco il punto non appena è possibile. Il
punto di riferimento dà la possibilità di sentirsi meno disorientato e stordito. Per ritornare alla
posizione di partenza aiutarsi come segue : mentre state ancora girando, avvicinare le palme delle
mani al viso e concentrare lo sguardo sui pollici. In questo modo si è il centro del mondo e,
quindi, al centro della tranquillità e delle forza. Per concludere la rotazione, restare in
posizione eretta, con i piedi leggermente divaricati, e congiungere il palmo delle mani davanti al
corpo (all’altezza dello sterno), guardando i pollici. Questo aiuterà a ritrovare l’equilibrio.

AIUTA AD ALLEVIARE : Vene varicose – Osteoporosi – Emicranie

BENEFICI PER LA SALUTE : intensifica la circolazione, e quindi può alleviare i problemi di vene
varicose ; tonifica le braccia e ne allevia i dolori dell’osteoporosi ; aumenta il flusso energetico
attraverso tutti i chakra, specialmente quelli situati alla sommità del capo, la fronte, il torace e
le ginocchia, stimolando la rivitalizzazione delle cellule ; aiuta il flusso del fluido
cerebro-spinale che contribuisce alla chiarezza mentale ed è di ausilio nella prevenzione delle
emicranie.

SOTTOPONETEVI AD UN CONTROLLO MEDICO: dal momento che la rotazione potrebbe aggravare certe
condizioni di salute, chiedete sempre consiglio di un professionista se avete problemi di sclerosi
multipla, il morbo di Parkinson o un disturbo senile, la sindrome di Meniere, vertigini, se vi
trovate in stato di gravidanza accompagnato da nausee, o state assumendo farmaci che possono causare
stordimento. Se avete il cuore ingrossato, problemi di valvole cardiache, o avete sofferto di
infarto durante gli ultimi tre mesi, non eseguite questo Rito senza l’esplicito consenso del vostro
medico.

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