I gangli della base e le abitudini

pubblicato in: AltroBlog 0
I gangli della base e le abitudini

I gangli della base sono strutture cerebrali che ci aiutano ad automatizzare le routine, ma ci
rendono anche difficile spezzare le cattive abitudini. Ne parliamo in questo articolo.

Durante la giornata mettiamo in atto innumerevoli abitudini: dal lavarci i denti al vestirci o
seguire il percorso in macchina che ci porta al lavoro. Svolgiamo queste sequenze di azioni
automaticamente, senza bisogno di un controllo consapevole. Sarebbero impossibili, tuttavia, senza
l’intervento di alcune strutture cerebrali: i gangli della base.

Vale la pena di ricordare che non tutte le abitudini sono positive. Dipendenze, alimentazione
scorretta o stile di vita sedentario sono azioni altrettanto automatiche, motivo per cui è difficile
abbandonarle. Ciò nonostante, conoscere l’attività dei gangli della base può aiutarci a raggiungere
l’obiettivo.

I gangli della base hanno una connessione molto significativa con la motivazione e l’emozione.

Cos’è un’abitudine?

Le abitudini fanno parte di ciò che viene chiamato “apprendimento per rinforzo”. Così, un atto (o
una sequenza di azioni) che si ripete più volte e presuppone una certa ricompensa finisce per
diventare una routine automatica.

Questo ci permette di risparmiare energie ed essere più efficienti, dato che non abbiamo bisogno di
controllare o monitorare consapevolmente quelle routine di base e possiamo concentrarci su altro.
Nella formazione delle abitudini si possono distinguere tre elementi:

Un segnale che innesca l’attivazione dell’abitudine. È l’indicatore che dice al nostro cervello che
è ora di iniziare a eseguire la routine automatica. Questo segnale può essere una persona, un’ora
del giorno, uno stimolo visivo o sonoro o anche un comportamento precedente. Per esempio, per molte
persone, bere caffè è il fattore scatenante associato a fumare una sigaretta.

La routine o l’insieme di azioni che sono state automatizzate. Queste possono essere fisiche (come
lavare i piatti) ma anche mentali, come la tendenza a sentirsi giudicati e rifiutati tipica delle
persone con ansia sociale.

Una ricompensa, fattore che aumenta le probabilità che un comportamento si ripeta in futuro. Sebbene
vi sia una ricompensa, potrebbe esserci anche un costo. È il caso dell’alcol, dannoso per la nostra
salute, ma prevale il piacere a breve termine.

Il ruolo dei gangli della base nella formazione delle abitudini

Quanto descritto si verifica grazie all’attività dei gangli della base. Si tratta di grandi
strutture neurali subcorticali coinvolte nel controllo motorio volontario e nell’apprendimento per
rinforzo.

I gangli della base sono costituiti dal nucleo caudato, putamen, globus pallidus, nucleo subtalamico
e substantia nigra e sono fortemente collegati ad altre aree cerebrali come il talamo e la corteccia
cerebrale.

Grazie al loro rapporto con il sistema di ricompensa, svolgono un ruolo fondamentale nella
formazione delle abitudini. Nella ricerca su cavie è stato riscontrato che danni a carico dei gangli
della base non permettono di ricordare un’azione già svolta e agire in base a un modello
automatizzato.

Un caso opposto, ma che ci porta a conclusioni simili, è quello di Eugene Pauly. Quest’uomo soffriva
di encefalite virale che gli causò ingenti danni cerebrale. Non riusciva a ricordare cosa fosse
successo negli ultimi 30 anni.

Pur così, eseguendo la routine mattutina della colazione, poteva uscire di casa e ritrovare la via
del ritorno e persino stabilire nuove abitudini. E questo perché i suoi gangli della base erano
rimasti intatti.

I gangli della base modulano e controllano l’attività motoria.

Spezzare le cattive abitudini è possibile

Oggi conosciamo meglio l’anatomia cerebrale e le sue funzioni, dunque possiamo sfruttare queste
conoscenze. Sappiamo che l’attività dei neuroni si trasforma quando acquisiamo una nuova abitudine e
questo pattern di attivazione viene memorizzato nel suo insieme in attesa di un segnale che lo
attivi.

Quando interrompiamo volontariamente un’abitudine, l’attività neuronale si trasforma di nuovo, ma
quell’apprendimento rimane latente e può essere riattivato molto facilmente.

Da ciò si deduce che per eliminare una cattiva abitudine è necessario compiere uno sforzo
consapevole per adottarne una nuova che sostituisca la precedente; ciò consente di attivare
deliberatamente comportamenti diversi nelle situazioni che a oggi attivano l’abitudine malsana.

Tuttavia, questa trasformazione non sarà sufficiente e dovremo essere molto attenti al contesto
perché, a ogni segno, si possono riattivare gli apprendimenti pregressi. Ecco perché, per un ex
fumatore, una sola boccata di sigaretta può causare una ricaduta.

Insomma, il ruolo dei gangli della base nella formazione delle abitudini è fondamentale e conoscerne
l’attività può aiutarci a cambiare la nostra quotidianità.

Bibliografia

Barnes, T. D., Kubota, Y., Hu, D., Jin, D. Z., & Graybiel, A. M. (2005). Activity of striatal
neurons reflects dynamic encoding and recoding of procedural memories. Nature, 437(7062), 1158-1161.

Graybiel, A. M. (1995). Building action repertoires: memory and learning functions of the basal
ganglia. Current opinion in neurobiology, 5(6), 733-741.

Yin, H. H., & Knowlton, B. J. (2006). The role of the basal ganglia in habit formation. Nature
Reviews Neuroscience, 7(6), 464-476.

www.nature.com/articles/nature04053

www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/0959438895801006

www.nature.com/articles/nrn1919

da lista mentem gg

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *