I giochi di società nella Nuova Era

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I giochi di società nella Nuova Era

di Giampiero Cara

Dei monaci indiani, solennemente riuniti in un antico tempio, a turno
tirano i dadi e muovono la loro pedina su un percorso a caselle simile
al “gioco dell’oca”.

Riesce difficile immaginare una scena del genere. Eppure è proprio
così: in India, sin dall’antichità, uno degli strumenti a disposizione
di monaci e saggi per “conoscere se stessi” attraverso i principi
dell’induismo è il Gyan Chaupad. Letteralmente, “gioco con dadi per la
conoscenza”.

Oggi anche l’Occidente sta scoprendo l’importanza del gioco come
strumento di autoconoscenza e di evoluzione interiore. Grazie
soprattutto alla crescente diffusione di movimenti e filosofie
spirituali, spesso assai influenzati da dottrine orientali. Tra i
principi della Nuova Era, infatti, ci sono il superamento di limiti e
condizionamenti attraverso la libera espressione della creatività
personale e la scoperta del piacere di imparare, da soli o insieme
agli altri ma senza gerarchie, scegliendo la gioia come “maestra di
vita”.

E’ IN GIOCO LA CONSAPEVOLEZZA

In quest’ottica, il gioco, soprattutto di società, assume
un’importanza particolare. Soltanto, però, se è un “gioco di
consapevolezza”.

Cosa significa? “E’ un tipo di gioco molto particolare”, spiega Enrico
Cheli, sociologo e psicologo fiorentino che insegna all’Università di
Siena. “Ha una struttura simile a quella del Monopoli ma assomiglia di
più al ‘Piccolo chimico’: si gioca non con soldi falsi ma con sostanze
vere che danno origine a reazioni vere, sia pure più contenute
rispetto a quelle di un laboratorio”.

Le “sostanze vere” in questione sono gli obiettivi del gioco, che
devono coincidere con quelli reali della vita del giocatore. Le
“reazioni vere”, invece, sono rappresentate da tutto ciò che avviene
durante il gioco. Ad ogni tiro di dadi, si ricevono da intuizioni,
oracoli, aiuti angelici e messaggi dall’inconscio – tutti sotto forma
di apposite carte – le indicazioni di cui si ha bisogno per realizzare
le proprie aspirazioni anche nel gioco della vita.

Prospettiva allettante, senza dubbio. Ma funziona davvero? Il
professor Cheli è convinto di sì. E infatti, ha ideato “Insight”, il
primo “gioco New Age” italiano, sfidando il prevedibile scetticismo
degli ambienti accademici in cui lavora.

“Il mio gioco, come altri di questo tipo”, spiega, “si basa sul
principio di sincronicità o affinità, secondo il quale le situazioni,
le esperienze e le persone in cui ci imbattiamo nella vita, e quindi
anche nel gioco che la rappresenta simbolicamente, non sono casuali,
ma derivano dall’affinità tra noi e loro.

In altre parole, che ce ne rendiamo conto o no, noi incontriamo ciò
che è in qualche modo in sintonia col nostro stato interiore e con le
nostre esigenze di quel certo momento, e che è appropriato per
comunicarci i significati e gli insegnamenti di cui abbiamo bisogno
per conoscere più a fondo noi stessi e realizzarci nella vita”.

Insomma, noi giochiamo a dadi, ma Dio, come sosteneva Einstein, non fa
altrettanto.

I PRINCIPALI “GIOCHI NEW AGE”

Ma come si usano i nuovi “giochi di consapevolezza”? Ecco una breve
guida ai tre più affermati e significativi.

LILA (Ed. Il Punto d’Incontro, £ 42.000, Euro 21,69) – E’ il gioco più
antico, quello utilizzato dai monaci indiani. Nell’Induismo, infatti,
“lila” è il gioco di Dio, di cui il mondo non è che lo scenario.

I giocatori (massimo quattro o cinque) possono cominciare a muovere il
loro simbolo (un anello o un altro oggetto personale) dalla casella
iniziale della “Coscienza Cosmica” solo dopo aver tirato col dado un
sei, che simboleggia la nascita. La morte, invece, non esiste:
l’essenza individuale che partecipa al gioco cambia soltanto forma
mediante la reincarnazione, e attraversa gli otto livelli di gioco
sospinta dai lanci del dado del karma.

Il gioco finisce quando, completati tutti i livelli, un giocatore
ritorna alla casella della Coscienza Cosmica da cui è partito, che in
questo caso rappresenta la liberazione dal ciclo di morte e rinascita.

IL GIOCO DELLA TRASFORMAZIONE (Ed. Il Punto d’Incontro, £ 110.000,
Euro 56,81) – Più che di società, si tratta di un gioco “di comunità”,
visto che è stato inventato, alla fine degli anni Settanta, nella
cittadina scozzese di Findhorn, dove si trova uno dei centri più
significativi della Nuova Era.

Partendo dalla definizione, su un foglio apposito, del proprio
obiettivo di gioco (ossia qualcosa che si desidera davvero realizzare
nella vita), ognuno dei giocatori (da due a quattro) riempie la
propria “busta dell’inconscio” con varie carte e inizia il gioco
nascendo al livello fisico (scheda rossa).

Mentre si percorre il tabellone a colpi di dado, si seguono le
istruzioni relative alle caselle in cui ci si ferma e si acquistano
consapevolezze e aiuti angelici, fino a riempire la scheda rossa,
segno che si è imparato a padroneggiare il piano fisico. Si passa
allora al livello emozionale (arancione), quindi a quelli mentale
(giallo) e spirituale (viola).

Nel frattempo, si svuota la propria busta dell’inconscio delle carte
in esso contenute affrontando le conseguenti “lacrime”, che
simboleggiano il dolore che proviamo quando facciamo emergere emozioni
represse. Il gioco può terminare quando almeno uno dei giocatori ha
completato tutti e quattro i livelli, non ha più alcuna lacrima da
versare e la sua busta dell’inconscio è vuota.

INSIGHT, VIAGGIO NELLA CONSAPEVOLEZZA (Compagnia degli Araldi, £
115.000, Euro 59,39) – Ideato nel ’94, è il primo “gioco New Age”
italiano. Il titolo, però, è in inglese e significa “intuizione”,
perché il suo scopo è quello di sviluppare nei giocatori (massimo
otto) proprio questa qualità, che consente di interpretare anche nella
vita il linguaggio delle apparenti coincidenze al fine di trarne
spunti preziosi per risolvere i propri problemi.

Ogni giocatore sceglie fino a tre obiettivi personali su cui
imperniare il gioco, quindi percorre col dado un piccolo circuito
giallo a forma di spirale. Se riesce a superarlo (può ripeterlo fino a
tre volte) vuol dire che gli obiettivi scelti sono appropriati al suo
cammino evolutivo, altrimenti deve modificarli.

Giunto sul circuito grande a forma di elica (simbolo dell’infinito),
il giocatore incontra caselle di vario tipo che gli propongono
situazioni, messaggi ed esercizi da cui può trarre spunti e
suggerimenti utili al raggiungimento dei propri obiettivi. Ogni volta
che ciò accade, aumenta di un punto il suo “livello di
consapevolezza”, fino ad arrivare ad un massimo di sette punti, il che
segna la fine del gioco.

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