I latti vegetali

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I latti vegetali

17 maggio 2016

Una famiglia di alimenti che si è imposta negli ultimi anni nella alimentazione di tipo salutista è
senza dubbio quella dei latti vegetali. Si tratta di bevande a base di cereali, semi o legumi, che
in verità hanno poco in comune con il latte vaccino da un punto di vista nutrizionale, tanto è vero
che la legislazione non permette ai produttori di definirli “latte” sulla confezione e nella
commercializzazione, ma appunto sono definite bevande vegetali.

Non per questo però questi alimenti sono privi di valore nutrizionale, tutt’altro!

I latti vegetali non sostituiscono il latte di origine animale

Questi prodotti hanno trovato spazio nel mercato alimentare sopratutto per andare incontro alle
esigenze dei consumatori, vegani o vegetariani, che scelgono di non utilizzare cibo animale e
derivati come il latte di mucca. Ma sono oggi ampiamente ricercati e utilizzati anche da tante
persone intolleranti al lattosio, per esempio.

Mi occupo di educazione alimentare a 360 gradi e studiando tutte le sfaccettature della Nutrizione e
dell’impatto di salute che l’alimentazione ha sul nostro organismo, mi sento di dire qualcosa di
importanza concettuale sull’utilizzo di queste bevande.

A mio avviso, sebbene il marketing e le pubblicità in TV passino prevalentemente ai consumatori il
messaggio che il latte vegetale è un ottimo alimento in sostituzione del latte vaccino, questo
concetto è alquanto errato da un punto di vista di educazione alimentare del consumatore e per
acquisire una reale consapevolezza del proprio stile alimentare.

Perché? Perché tra latte animale (mucca, pecora, capra) e latte vegetale non vi sono grandi
somiglianze di tipo nutrizionale, a parte il colore della bevanda e il packaging. Si tratta di
alimenti piuttosto differenti sotto il profilo nutrizionale, allora perché insegnare alle persone
che si possono “intercambiare” ?

Affermazioni del tipo: “I latti vegetali sono privi di colesterolo, lattosio e caseina ma sono
ricchi di vitamine (A,B,C ed E), acidi grassi “buoni” e sali minerali come il calcio, il magnesio e
il potassio. Sostituiscono il latte vaccino e costituiscono un ottimo succedaneo sia nelle ricette
salate che in quelle dolci” sono completamente fuorvianti. Inducono a pensare che colesterolo,
lattosio e caseina siano dei principi nutritivi da evitare come la peste, il che a mio avviso non è
affatto vero, e fanno credere che nutrizionalmente un latte vegetale sia un succedaneo di quello
animale.

Bevande fortificate

Il latte vegetale è di per sé carente di alcuni nutrienti rispetto al latte di origine animale, e
pertanto non è raro che queste bevande vengano fortificate con l’aggiunta di micronutrienti
essenziali come minerali e vitamine ( aggiunta di calcio, vitamina D ecc.), per renderle simili,
nella composizione, al latte animale. Questo aspetto, non fa altro che confermare che si tratta di
alimenti differenti.

Molto meglio cercare di capire quindi quali siano le caratteristiche nutritive specifiche di queste
bevande per poi operare una scelta più consapevole di utilizzo. Non è detto che chi ha problemi col
latte vaccino debba buttarsi sui latti vegetali e non è detto nemmeno che chi consuma abitualmente
il latte vaccino senza problemi non possa anche utilizzare i latti vegetali. Per esempio, chi ha
problemi di intolleranza al lattosio e quindi con l’assunzione di latte, potrebbe ripiegare su
latticini senza lattosio come lo yogurt, non necessariamente passare ad una “sostituzione” con la
bevanda vegetale ! Insomma, non è propriamente vero che uno esclude o sostituisce l’altro.

Latti vegetali confezionati e pastorizzazione

Un punto cruciale su cui i consumatori dovrebbero riflettere è il fatto che molte delle bevande
vegetali presenti in commercio sono di tipo industriale e quindi hanno subito dei processi di
filtrazione e sopratutto di pastorizzazione, che da un lato garantiscono la scadenza più lunga del
prodotto (10-11 mesi ), dall’altro riducono drasticamente il contenuto nutrizionale di vitamine,
minerali ed enzimi dell’alimento di origine. Il prodotto finale che troviamo al supermercato è un
alimento morto, nel senso che non ha più i nutrienti principali per il cui valore dovrebbe essere
consumato. In pratica rimane una bevanda a base di….acqua !

La stessa cosa accade con i succhi di frutta di frutta confezionati, sono tutti pastorizzati e
quindi privi di sostanze nutritive vitali. Tanto è vero che se facciamo un latte di soia in casa, o
di avena, possiamo verificare che dura al massimo 3-4 giorni conservandolo in frigorifero, poi
inizia a decomporsi e alterarsi. Gli alimenti vivi e con i loro nutrienti allo stato naturale non
durano infatti molto a lungo, si decompongono nel giro di poche ore o giorni. A meno che non vengano
sterilizzati attraverso processi di pastorizzazione o altro trattamento con sostanze conservanti.

Latti vegetali, zuccheri e additivi

Il contenuto di zuccheri, grassi, proteine e fibre varia a seconda del tipo di bevanda. Per esempio,
bisogna fare attenzione al contenuto di zuccheri del latte di riso, che tra tutte le bevande
vegetali è quella che contiene più zuccheri semplici. Ritengo utile un approfondimento sul latte di
soia. La soia è un legume e non un cereale, pertanto il suo latte contiene meno zuccheri rispetto a
quello di riso e di avena, contiene più grassi (polinsaturi, quindi grassi “buoni”) e contiene un
discreto quantitativo di proteine (3-4 g per 100 ml di bevanda)

È importante scegliere un latte di soia biologico in quanto nei prodotti non biologici viene
impiegata quasi sempre la soia OGM ovvero transgenica, pericolosa per la salute. Imprescindibile
comunque la lettura sempre attenta dell’etichetta dei prodotti prima di procedere all’acquisto, in
quanto nei latti di soia spesso troviamo l’aggiunta di zuccheri per rendere l’alimento più
appetibile e quindi perdiamo in questo caso il vantaggio di avere una bevanda priva di zucchero.
Inoltre molte bevande vegetali di questo tipo possono contenere altri additivi migliorativi sotto il
profilo sia del gusto (sale, zucchero e aromi) che della consistenza (olio di girasole).

Problemi di etica ambientale con il latte di soia

Di recente abbiamo assistito ad un grande clamore mediatico e a livello istituzionale sull’olio di
palma e sulle questioni di etica ambientale che la produzione di questo alimento comporta. Anche
sulle coltivazioni di soia si discute da anni a livello internazionale, in quanto sono emersi
problemi di tipo ambientale ed etico-morale. Non siamo arrivati ad una presa di posizione ufficiale
e sanzionatoria come nel caso dell’olio di palma, tuttavia ritengo che in breve tempo anche questa
questione verrà portata alla ribalta definitivamente.

Il latte di soia infatti, ha dietro di sé una scia di sangue e di crimini ambientali su cui andrebbe
fatta una riflessione: si tratta di un legume attualmente molto controverso perché legato alla
sofferenza e a volte anche all’uccisione di Indios, alla distruzione di aree della foresta
Amazzonica grandi come nazioni o allo sfruttamento della popolazione rurale cinese.

In un prossimo approfondimento sulle bevande vegetali vedremo alcune ricette per la preparazione
casalinga di alcuni tipi di latte ed esploreremo in dettaglio a quali persone non ne è consigliato
il consumo.

Autore: Gianpaolo Usai
Fonte: benesserecorpomente.it

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