I meccanismi delle decisioni
Data articolo: novembre 2008
Fonte: Cordis
Ripreso da: www.molecularlab.it
L’attività legata alle decisioni semplici avviene nelle regioni del cervello che ricevono i relativi
stimoli e ne controllano la risposta del corpo
Secondo una nuova ricerca finanziata dall’UE, l’attività legata alle decisioni semplici non avviene
nella parte del cervello responsabile degli aspetti più avanzati della cognizione, quali
l’autocoscienza, come si pensava in precedenza. Avvengono invece nelle regioni del cervello che
ricevono i relativi stimoli e ne controllano la risposta del corpo.
Il lavoro, pubblicato online dalla rivista Nature Neuroscience, è stato in parte finanziato
attraverso il progetto finanziato dall’UE Investigations in Brain Sciences Education Network,
sostenuto attraverso lo schema Marie Curie nell’ambito del Sesto programma quadro (6° PQ).
È importante capire come il cervello prende le decisioni in condizioni normali per acquisire
conoscenze su malattie come il morbo di Alzheimer, le lesioni cerebrali traumatiche o gli ictus,
nelle quali la capacità di prendere decisioni viene compromessa, ha spiegato il professor Maurizio
Corbetta della facoltà di medicina della Washington University negli Stati Uniti. Ci piace pensare
alle nostre decisioni come se si trattasse di atti volontari, ma ciò potrebbe rivelarsi
un’illusione. Molte decisioni potrebbero essere prese molto più direttamente e automaticamente da
ciò che il nostro cervello percepisce.
Per molto tempo i ricercatori hanno pensato che gli uomini avessero una specie di modulo delle
decisioni nel cervello che coinvolgesse il lobo frontale, la parte del cervello responsabile di
processi cognitivi più avanzati. La ricerca ha però recentemente rivelato che nelle scimmie le
attività semplici sono mediate da meccanismi relativamente semplici contenuti nelle regioni del
cervello sensoriali-motorie. In quest’ultimo studio, scienziati provenienti daItalia e USA si sono
impegnati per vedere se lo stesso valeva per gli uomini.
Hanno insegnato a volontari a svolgere un compito che prevedeva la distinzione tra una fotografia di
un viso e quella di un edificio. Se vedevano un viso, i volontari dovevano muovere gli occhi in una
determinata direzione; se vedevano un edificio, dovevano tendere la mano verso la stessa direzione.
Tale decisione non è automatica. Richiede attenzione verso lo stimolo e controllo della reazione,
ha detto il professor Corbetta.Variazioni nel livello di rumore confondevano le figure per il poco
tempo in cui erano visibili. Mentre i volontari svolgevano il compito, il loro cervello veniva
esaminato con una risonanza magnetica funzionale per immagini (fMRI).
Gli esami hanno rivelato che l’attività nella parte del cervello responsabile della progettazione di
attività come il movimento degli occhi o delle mani aumentava a seconda del tipo di figura che
veniva mostrata (un viso o un edificio) e il tipo di reazione che il cervello stava progettando
(movimento degli occhi o della mano). Quando la figura era associata a meno rumore, rendendo la
decisione più facile, l’attività cerebrale nella relativa area del cervello aumentava in
proporzione.
Questo suggerisce che tali regioni del lobo parietale elaboravano tutti i segnali sensoriali,
decisionali e motori necessari per prendere e mettere in atto la decisione, ha commentato l’autrice
principale dello studio Annalisa Tosoni, specializzanda presso l’Università di Chieti, inItalia .
Al contrario, nessuna area del lobo frontale, che si pensava fosse coinvolta nella decisionalità,
ha aumentato significativamente la propria attività al momento della decisione.
Anche per decisioni visive arbitrarie e in qualche modo complesse, sembra che sia una questione di
quantità di informazioni sensoriali che spinge il cervello verso una scelta piuttosto che un’altra,
ha aggiunto il professor Corbetta. Secondo i ricercatori, i risultati sostengono l’idea di una
cognizione incorporata, in cui funzioni cognitive astratte sono basate su semplici meccanismi di
elaborazione sensoriali-motori. Più semplicemente, vedere e decidere consiste, in effetti, nel
pianificare una risposta motoria, hanno scritto gli scienziati.
Il team ha adesso in programma di studiare se le decisioni più complesse sono elaborate dallo stesso
meccanismo sensoriale-motorio, e se le decisioni sono influenzate dalla quantità di ricompensa che
il soggetto si aspetta quando prende decisioni semplici e complesse.
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