I modelli neurali del linguaggio

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I modelli neurali del linguaggio

Generalmente diciamo che il linguaggio è gestito dal nostro emisfero sinistro. Ciò significa che
esiste solo una parte del cervello responsabile del linguaggio?

Il linguaggio è uno strumento che gli umani utilizzano per comunicare e pensare. Esso è
rappresentato in più aree del cervello, motivo per cui le lesioni cerebrali che colpiscono le aree
in questione possono causare disturbi del linguaggio. Ecco perché molti autori sono interessati allo
studio dei modelli neurali del linguaggio.

Alcune funzioni del cervello, incluso il linguaggio, non sono concentrate in un punto di
quest’organo. Un intero gruppo di aree corticali e subcorticali sono coinvolte nella produzione del
linguaggio. Ognuna di queste aree contribuisce al risultato finale che sarà la produzione e lo
sviluppo del linguaggio.

In seguito a ciò, se un’area è danneggiata, ne risentirà l’intero sistema. Le componenti principali
del linguaggio si trovano nell’emisfero dominante (quello sinistro) e per quanto riguarda i modelli
neurali del linguaggio, possiamo distinguere tra modelli classici e nuovi modelli.

Modelli neurali del linguaggio classici

Nel 1836 un medico francese di nome Marc Dax espose i suoi lavori scientifici al congresso della
Montpellier Medical Society. Il suo lavoro affrontava la relazione tra i pazienti con afasia e le
lesioni che coinvolgevano l’emisfero sinistro. Giunse alla conclusione che il linguaggio si sviluppa
lateralmente, nell’emisfero sinistro.

Poco tempo dopo, l’anatomista, medico e antropologo Paul Broca presentò un paziente con lesioni al
lobo frontale dell’emisfero sinistro. A causa delle lesioni, il paziente presentava problemi nello
sviluppo del linguaggio.

Un altro neurologo riconosciuto per il suo lavoro sui modelli neurali del linguaggio è Wernicke. Nel
1874, scoprì una relazione tra le lesioni all’esmisfero temporale sinistro (che venne chiamata area
di Wernicke) e la perdita del linguaggio.

Alcuni anni dopo, il neurologo americano Norman Geschwind propose un modello neoconnettivista.
Secondo questo approccio, l’abilità linguistica di nominare gli oggetti comporta la confluenza di
rappresentazioni semantiche di varie modalità. Dall’altro, il lobo parietale inferiore possiede
delle proprietà esclusive della specie umana. Geschwind è così giunto alla conclusione che la sede
della capacità di nominare gli oggetti si trova nel lobo parietale inferiore.

Infine, il neuroscienziato Roger Sperry, vincitore del Premio Nobel per la medicina per i suoi
esperimenti di lateralizzazione cerebrale, ha contribuito al progresso degli studi in questo campo.
Nella sua ricerca, Sperry ha dimostrato che gli emisferi sono specializzati.

Ha anche sottolineato il ruolo del corpo calloso nell’integrazione funzionale. Da queste ricerche si
deduce che nella maggior parte della popolazione il linguaggio si trova nell’emisfero sinistro.

Nuovi modelli neurali del linguaggio

Con il progredire della ricerca, sembra sempre più chiaro che il linguaggio è un sistema complesso.
Il modello classico si concentrava sulle aree cruciali di Broca, Wernicke, il giro angolare e il
fascicolo arcuato. D’altro canto, i modelli attuali includono l’elaborazione della lingua a diversi
livelli e secondo delle correnti organizzate in «rotte».

Modello di elaborazione della lingua a doppio flusso

Questo modello è costituito da un input (rotta ventrale) e da un output (rotta dorsale). In questo
modo, la rotta ventrale sarebbe responsabile di:

Riconoscere i suoni.

Determinarne l’origine.

Identificare il suono e riconoscere la parola utilizzando il lessico disponibile.

Collegare la parola concettualmente (con le nozioni in nostro possesso al riguardo).

Formare la parola combinando gli elementi per generare una struttura (ad esempio: formare il
plurale).

A sua volta, l’uscita o la rotta dorsale consisterebbe in:

Articolare le parole.

La capacità di tradurre le informazioni uditive in informazioni motorie.

Neuroanatomia funzionale del linguaggio

Il linguaggio si trova in diverse aree del cervello. Ogni lobo registra pertanto le informazioni in
diverse regioni seguendo una struttura ben definita: in primo luogo, le informazioni fonologiche
vengono registrate nelle aree dorsali; più tardi, le informazioni sintattiche e le rappresentazioni
semantiche giungono nella parte più ventrale.

Da parte sua, il lobo temporale è responsabile della memorizzazione di nuove parole e del recupero
delle parole memorizzate. Il lobo parietale è responsabile dell’elaborazione più analitica.

Per quanto riguarda il lobo frontale, invece, questo ha un’importante funzione di sintesi. È
responsabile della comprensione e dell’espressione; infine, va notato che si parla di afasia quando
si verifica un’alterazione nella capacità di usare un linguaggio acquisito in precedenza.

Sembra dunque chiaro che, sebbene la sede del linguaggio si trovi nell’emisfero sinistro, sono
coinvolte diverse aree al fine di produrlo, svilupparlo e comprenderlo. Il risultato, cioè il
linguaggio stesso, si verifica grazie all’integrazione delle diverse aree, tutte fondamentali per la
sua corretta produzione e comprensione.

Bibliografia

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García, A. M. (2012). La Teoría de Redes Relacionales: Correlatos neurológicos de un modelo
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Castaño, J. (2003). Bases neurobiológicas del lenguaje y sus alteraciones. Rev Neurol, 36(8), 781-5.

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