I neuroni dedicati a capire il tono delle frasi

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I neuroni dedicati a capire il tono delle frasi

28 agosto 2017

Un nuovo studio condotto su soggetti epilettici ha individuato nella corteccia cerebrale gruppi di
neuroni che reagiscono in modo specifico all’intonazione con cui vengono pronunciate le frasi, una
componente importante della prosodia del linguaggio con cui si comunicano i significati (red)

da lescienze.it

Nel cervello umano, esistono specifici neuroni che rispondono alle variazioni di tono del linguaggio
parlato: li hanno scoperti alcuni ricercatori dell’Università della California a San Francisco che
firmano un articolo su “Science”.

Le variazioni di tono fanno parte di quella che i linguisti chiamano prosodia del linguaggio, che
costituisce una parte fondamentale della comunicazione umana, un po’ come la melodia per la musica.

In cinese mandarino, per esempio, le variazioni d’intonazione possono cambiare completamente il
significato delle parole. Ma anche in una lingua non tonale come l’inglese o l’italiano, le
variazioni di tono possono cambiare il significato delle frasi.

Per esempio, la frase “Aldo gioca a calcio” può essere pronunciata in modo neutro, per indicare che
Aldo pratica questo sport e non un altro. L’intonazione può però essere modulata anche in modo da
far capire che Aldo, e non un’altra persona, gioca a calcio, oppure con un tono interrogativo.

Ma come fa il cervello a interpretare questi segnali, in un tempo brevissimo, se ogni parlante ha la
propria intonazione?

Precedenti studi sugli esseri umani e sugli altri primati hanno identificato alcune aree delle
corteccia frontale e di quella temporale che sono sensibili all’intonazione ma senza scoprire in che
modo i neuroni di queste regioni rilevano e rappresentano i cambiamenti nell’intonazione per
determinare l’interpretazione del significato delle frasi.

Nel nuovo studio sono stati considerati alcuni soggetti epilettici in attesa di un tipo d’intervento
al cervello che richiede l’impianto di alcuni elettrodi, che hanno permesso la rilevazione
strumentale dell’attività delle diverse regioni cerebrali. Ai volontari sono state fatte ascoltare
alcune frasi pronunciate da diverse voci sintetizzate con intonazioni differenti, mentre veniva
monitorata la loro attività cerebrale, in particolare del giro temporale superiore della corteccia
uditiva, che è coinvolto nell’elaborazione della prosodia del linguaggio.

Si è così scoperto che alcuni neuroni del giro temporale superiore potevano distinguere le voci
sintetizzate sulla base delle differenze dell’intervallo di variazione del tono vocale. Altri
neuroni potevano distinguere le diverse frasi sulla base dei differenti tipi di suoni e infine un
terzo gruppo di neuroni poteva distinguere tra quattro differenti tipi d’intonazione.

“Uno degli obiettivi del nostro laboratorio di ricerca è capire in che modo il cervello converte i
suoni in significati”, ha spiegato Tang. “Ciò che abbiamo scoperto è che ci sono neuroni della
neocorteccia cerebrale che elaborano non solo quali parole sono pronunciate, ma come sono
pronunciate”.

science.sciencemag.org/content/357/6353/797

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