I nove pilastri della conoscenza

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I nove pilastri della conoscenza

autore sconosciuto

Il valore esoterico dei numeri è molto importante per comprendere attraverso le leggi che essi esprimono il complesso delle Cause Prime che reggono l’Universo. Consideriamo, per prima cosa, che i numeri sono solo 9 e che tutti gli altri sono la ripetizione degli stessi. Partendo dallo 0, che è un non-numero, arriviamo al 10, che è solo l’inizio di un nuovo ciclo.

E’ perciò logico sostenere che i 9 numeri su cui si basa ogni matematica (che di per sè è pura metafisica) racchiudono nei loro rapporti la soluzione dei complessi meccanismi che regolano questo nostro universo. Semplicizzando al massimo, vediamo allora di considerarli uno ad uno, questi numeri. Come ho detto, lo 0 è il non-numero, ma la sua “non esistenza” è solo parziale, un po’ come il teorizzato “nulla” primordiale che, invece, contiene in sè il germe di tutto l’universo. Lo 0 è una promessa omnicomprensiva, l’illusione di un vuoto che è solo ricezione in essere, indescrivibile, illimitata.

L’1 è il principio. Come si sia creato non si sa e giriamo la domanda alla filosofia ed alla scienza. Ma dall’ 1 procedono tutti gli altri numeri, i quali, d’ora in poi, gli si contrapporranno, lo
equilibreranno, lo svilupperanno, ecc., ecc… L’ 1 è il Padre, il fecondatore, principio maschile-attivo. Ma l’1 è numero vitale solo se ci sarà un 2 a spianare la strada alla sua manifestazione…

Ed eccolo, allora, il 2. Numero della dualità, della contrapposizione, della ricezione manifesta. Si determina il principio del “Binario”. Col manifestarsi del 2, si pongono le basi del Tempio, le colonne di Jakin e Boaz, su cui il sapere edificherà la sua dimora. Il 2 è madre generante, luce che permette la manifestazione, premessa di ogni libertà ma anche anelito d’equilibrio affinchè il Tempio abbia l’indispensabile architrave per l’edificazione ormai inarrestabile. Nasce così il 3, numero dei numeri, perfezione manifesta d’equilibrio in cui gli opposti si accettano e si rafforzano.

Ecco il “Ternario”. Inizio d’ogni armonia, nella sua rappresentazione geometrica, il Triangolo, il 3 è il numero della sapienza che basa la sua forza nelle esatte rispondenze di causa-effetto da cui deriva la “manifestazione”. Il 3 è giustizia che scaturisce dall’azione vitale che dà sostanza al “padre” ed alla “madre”. Il 3 è il figlio, l’inizio di ogni discendenza. Il 4 è, al tempo stesso, doppia contrapposizione ed unità. Due volte, infatti, si ripete in esso il pricipio esoterico del “binario”, ovvero della dualità primordiale e, da questa sinergia, scaturisce al tempo stesso l’unità che li accomuna. Dunque, il 4 è l’unità quaternaria da cui, sempre più, procederanno altre unità-legge che, da questo momento, saranno veri e propri “meccanismi
sapienziali”.

Il Quaternario è il Tempio edificato. Il 5 è dato dall’unione del “Binario” e del “Ternario”. E’ numero completo, perchè dall’unione dei due princìpi scaturisce il Microcosmo, ovvero l’Uomo, o
Pentagrammaton, da “penta”, ovvero “cinque”. La sua rappresentazione grafica è la stella a cinque punte, un’immagine che si può costruire attorno ad un uomo in piedi, dove ad ogni punta corrispondono sia i quattro arti che la testa. Nell’uomo perfetto, vera rappresentazione del Microcosmo, ci sono la dualità del “Binario” e l’equilibrio del “Ternario” pertanto si dice che il 5 è un numero completo. Il 6 è un numero di maestosità riflessa. Esso è la risultanza di 3 + 3 ( il 6 si può ottenere anche con altre somme, ad esempio 1 + 5, o 2 + 4, o 5 + 1 ma, sebbene tutte perfettamente armonizzabili in postulati esoterici, la conoscenza iniziatica considera principalmente la “risultanza d’equilibrio”, quella, appunto, del 3 + 3).

Pertanto, rifacendoci nuovamente alla geometria, si tratta di contrapporre due triangoli, sovrapponendoli con la punta rivolta in opposte direzioni: una verso l’alto e l’altra verso il basso. Il 6 è, per questo, numero divino. Se il 3, infatti, rappresenta il primo ternario trascendente (il triangolo bianco), la successiva terna è un riflesso uguale e contrario, un triangolo che si specchia nell’acqua di un oceano infinito (il triangolo nero). Qualunque sia la nostra concezione di Dio, nella Stella a 6 punte che ne deriva, detta Tetragrammaton, si possono ravvisare gli attributi di giustizia e, al tempo stesso, di dualità basata su leggi immutabili. Il 7 è il numero della magia e dell’armonia.

Dal Tetragrammaton divino deriva un “suono” di manifestazione che si espande in ulteriore combinazione di leggi codificate. 7, infatti, è la risultanza di 3 + 4 (valga anche qui, e d’ora in poi, quanto dicevo a proposito del 6 e delle possibili addizioni alternative, laddove si privilegiano le contrapposizioni di equilibri o, come nel caso del 7, le somme derivanti dall’addizione del fattore minore con quello maggiore più vicino ed utile per ottenere la somma in oggetto partendo dal 3, numero perfetto. Così, per il 9, partendo dal 3, il fattore minore più vicino è il 4 al quale andrà aggiunto il 5) ovvero Ternario divino più Quaternario manifesto,

Costruttore e Tempio. Il numero 8 è l’equilibrio dei quaternari che ha in sè il germe di innumerevoli altri quaternari. I Templi sono infiniti in ripetizione. L’8 è il numero dei cicli evolutivi, del karma e del destino. Il 9 viene considerato il numero
dell’Iniziazione, ed infatti, esso unisce in sè le valenze del Quaternario e del Microcosmo, ovvero assomma la divinità immanente alla manifestazione umana che la riflette. L’iniziato perfetto, cioè, è un Microcosmo nel quale vive il Quaternario divino. Il 10 non è che un 1 da cui inizia un nuovo ciclo, e così all’infinito.

Questa semplicissima “matematica” esoterica è la base per tutti i successivi piani di studio della manifestazione che nulla, quanto i numeri, potrebbe descrivere meglio. I numeri possono aiutare ad interpretare “l’anima” delle cose e ne sono essi stessi anima. Un gioco abbastanza diffuso di cui si è persa la vera conoscenza, è trovare il numero sintesi di una persona. Si tratta, cioè, di ottenere un numero singolo per ognuno di noi sommando le corrispondenze numeriche che compongono il nostro nome, cognome e data di nascita. Il più delle volte, si dà risalto a significati banali, spesso fittizi, e si perde il vero valore intrinseco del nostro “numero guida”. Esso è uno scrigno di sapere ed una fonte di Conoscenza che, come tutte le cose, non ci è stata data a caso.”

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