< I preziosi consigli che Yogananda ti dà, sulla tua Sadhana > – di Yoganandaji
– I consigli di Yoganandaji –
Tratti da:
-IL MAESTRO DISSE –
A certi discepoli dell’eremitaggio che spesso visitavano degli amici nei
weekend, il M. disse: Voi state diventando irrequieti e buttate via il
vostro tempo. Siete venuti qui per conseguire la realizzazione di Dio, e
adesso imbrogliate voi stessi dimenticando il vostro scopo. Perchè cercare
distrazioni esteriori? Trovate il Signore, e vedrete che cosa vi mancava!”
Due giovani discepoli stavano spesso insieme nell’eremitaggio. Il M. disse
loro: “E’ limitante essere attaccati solo a una, o a poche persone,
escludendo tutti gli altri. Tale comportamento inibisce lo sviluppo della
simpatia universale. Voi dovete allargare le frontiere del regno dei vostri
affetti. Disseminate ovunque il vostro amore offrendolo a Dio intutte le
cose”.
Guardando le stelle durante una passeggiata serale con un gruppo di
discepoli, il M. disse: “Ognuno di voi è composto da molte piccole stelle:
stelle d’atomi! Se la vostra forza vitale venisse liberata dell’ego, vi
trovereste consapevoli dell’intero universo. Quando dei grandi devoti
muoiono, essi sentono la loro coscienza espandersi in tutto l’infinito
spazio. E’ una bellissima esperienza”.
Alla congregazione della chiesa dell’Autorealizzazione a San Diego, il M.
disse: “Che la chiesa vi ricordi la cattedrale che ciascuno di voi ha dentro
di sè, dove dovete andare nel cuor della notte e all’alba. Là potete
ascoltare il potente organo dell’Om e udire il sermone della divina
saggezza”.
Una sera, parlando coi discepoli, il M. disse: “Il possesso non significa
nulla per me, ma l’amicizia mi è molto cara. Nella vera amicizia si coglie
un barlume dell’Amico Supremo”.
Dopo una pausa, egli continuò: “Non siate mai falsi verso un amico e non
tradite mai nessuno. Questo è uno dei più grandi peccati di cui dovete
render conto davanti al Tribunale di Dio”.
Yogananda stava partendo dal Centro di Mount Washington per andare a fare
una conferenza, ma si fermò alcuni minuti per parlare ad uno dei discepoli.
Il M. disse: “E’ una buona idea tenere un diario mentale. Ogni sera, prima
di coricarti, siediti per un pò di tempo e passa in rivista la giornata
trascorsa. Vedi cosa stai diventando. Ti piace il tuo modo di vivere? Se no,
cambialo”.
Al M. fu regalato un apparecchio televisivo, che fu collocato in una stanza
dove poteva essere usato da tutti i discepoli. Essi vi andavano così di
frequente che il M. disse loro: “Finchè non avrete trovato Dio, è meglio non
essere interessati al divertimento.Cercare le diversioni significa
dimenticare Lui. Imparate prima ad amarLo e a conoscerLo. Allora non
importerà che cosa farete, perchè Egli non uscirà mai più dal vostro
pensiero”.
“L’indulgere nelle gioie dei sensi si trascina dietro le sazietà e il
disgusto”, disse il M. “Queste costanti esperienze della dualità rendono
l’uomo instabile, vittima dei suoi umori. Maya, il piano dell’illusione, è
caratterizzato dagli opposti. Attraverso la meditazione su Dio, la Sola
Unità, il devoto bandisce dalla propria mente le onde alterne del piacere e
del dolore”.
“M., quando sarò più vecchio e avrò veduto qualcosa di più nella vita,
rinuncerò a tutto e cercherò Dio. Adesso ci sono troppe cose che voglio
sapere e sperimentare”, disse uno studente. Dopo che fu ripartito
dall’eremitaggio, P. disse:”Egli crede ancora che il sesso sia amore e che
le ‘cose’ siano la ricchezza. Diventerà come quell’uomo abbandonato dalla
moglie e la cui casa era bruciata. Pensando a quanto aveva perduto, l’uomo
decise di ‘rinunciare a tutto’. Al Signore non fa grande impressione una
tale ‘rinuncia’. Lo studente che ha appena abbandonato la via della
disciplina qui dentro non sarà pronto a ‘rinunciare a tutto’ fintanto che
avrà ancora qualcosa cui rinunciare!”.
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“Non sembra una cosa pratica quella di pensare a Dio”, osservò un
visitatore. Il M. rispose: “Il mondo è della vostra opinione, ed è forse il
mondo un luogo felice? La vera gioia elude l’uomo che abbandona Dio, perchè
Egli è la gioia stessa: sulla terra i Suoi devoti vivono in un paradiso
interiore di pace; ma, coloro che lo dimenticano passano i loro giorni in un
auto-creato inferno d’insicurezza e di delusioni. ‘Fare amicizia’ col
Signore vuol dire essere veramente pratici”!.
P. chiese a un certo discepolo di fare alcuni lavori in un ritiro SRF nel
deserto. Il giovane vi andò con riluttanza, preoccupandosi per i lavori che
doveva lasciare incompiuti al Centro di Mount Washingto. “Il tuo nuovo
lavoro nel ritiro del deserto “, gli disse il M., “dovrà essere ora la tua
unica preoccupazione. Non sentire attaccamento per alcuna cosa. Accetta i
cambiamenti con equanimità, e svolgi con spirito di divina libertà qualsiasi
compito tu riceva lungo la tua strada.
“Se Dio mi dicesse oggi: ‘Vieni a Casa!’, io lascerei tutti i miei obblighi
qui senza gettare uno sguardo indietro, all’organizzazione, agli edifici, ai
piani, allagente, e mi affretterei a obbedirGli. Far andare avanti il mondo
è responsabilità Sua. Egli è Colui che fa, non tu o io”.
“Guruji”, disse un discepolo, “se poteste tornare indietro nel tempo fino al
punto in cui il vostro Maestro vi chiese di intraprendere il lavoro
organizzativo, acconsentireste lietamente, sapendo ciò che sapete ora del
fardello di responsabilità che portate per molte altre persone?”. Il M.
rispose: “Sì, questo lavoro insegna ad essere altruisti”.
La millenaria domanda: ‘perchè Dio permette la sofferenza’, veniva posta
spesso a P. Egli spiegava pazientemente: “La sofferenza è causata dal
cattivo uso del libero arbitrio. Dio ci diede la facoltà di accettarLo, o di
rifiutarLo.Egli non vuole darci dei dolori, ma non interferirà se noi
scegliamo di compiere delle azioni che ci procurano l’infelicità. “Gli
uomini non ascoltano la saggezza dei santi, ma si aspettano che circostanze
straordinarie o miracoli vengano a salvarli quando si pongono nei pasticci.
Il Signore può fare qualsiasi cosa; ma, Egli sa che l’amore e la buona
condotta dell’uomo non possono essere acquistati con dei miracoli. “Dio ci
mandò fuori quali figli Suoi, e in questa divina qualità noi dobbiamo
ritornare a lui. L’unico modo per riunirci a Lui è attraverso l’esercizio
della nostra propria volontà. Nessun altro potere sulla terra, o in cielo,
può farlo per noi. Ma quando inviamo a Dio un vero richiamo dell’anima, Dio
ci manda un Guru affinchè ci guidi dal deserto del dolore alla Sua casa
della gioia eterna. “Il Signore ci ha dato il libero arbitrio, perciò non
può agire da Dittatore, Benchè Egli sia il Potere Onnipotente, non dispone
che noi siamo liberati dal dolore se abbiamo scelto la via delle cattive
azioni. E’ forse giusto aspettarsi che Egli rimuova i nostri fardelli, se i
nostri atti e pensieri sono in contrasto con le Sue leggi? Nell’osservanza
del Suo codice etico, quello ch’Egli diede nei Dieci Comandamenti, sta il
segreto della felicità”.
P. metteva spesso in guardia i discepoli contro i pericoli della pigrizia
spirituale. “I minuti sono più importanti degli anni”, soleva dire.”Se voi
non riempite i minuti della vostra vita con i pensieri di Dio, gli anni
scivoleranno via; e quando avrete più bisogno di Lui, sarete incapaci di
sentire la Sua presenza. Ma se riempite i minuti della vostra vita di divine
aspirazioni, gli anni ne saranno automaticamente saturi”.
Nell’India antica il termine ‘guru’ si usava solo per Maestri simili al
Cristo, capaci di trasmettere ai discepoli la divina realizzazione. Seguendo
i comandi delle Scritture, i devoti si rendevano spiritualmente ricettivi
attraverso l’obbedienza cieca alla disciplina del loro santo precettore.
Talvolta gli occidentali sollevavano obiezioni a questo assoggettare
volontariamente la propria libertà personale alla volontà di un’altra
persona; ma Y. disse: “Quando uno ha trovato il suo guru, deve avere per lui
una devozione incondizionata, perchè il
guru è il canale di Dio. L’unico intento del guru è di portare il discepolo
all’autorealizzazione. L’amore che un guru riceve dal devoto, viene offerto
dal guru di Dio. Quando un precettore spirituale trova un allievo in
sintonia con lui, egli è in grado di istruirlo più rapidamente possibile che
non un allievo che gli resiste. “Io non sono il vostro capo, ma il vostro
servo. Sono come la polvere ai vostri piedi. Io vedo Iddio rappresentato in
voi, e m’inchino a voi tutti. Voglio soltanto dirvi della grande gioia che
sento in lui. Non ho ambizioni personali, ma ho la più grande ambizione di
condividere la mia gioia spirituale con tutti i popoli della terra”.
In un discorso tenuto ai residenti dell’eremitaggio, Y. disse:
“Nella vita spirituale si diventa come i fanciulli: senza risentimenti,
senza attaccamenti, pieni di vita e di gioia. Non lasciate che alcuna cosa
vi ferisca, o vi turbi. Mantenete il silenzio interiore, rimanete calmi e
ricettivi alla Voce Divina. Passate il vostro tempo libero in meditazione.
“Io non conobbi mai alcun piacere al mondo che eguagliasse la gioia
spirituale del Kriya Yoga. non vi rinuncerei per tutte le comodità
d’Occidente, o per tutto l’oro del mondo. Fu il Kriya Yoga a consentirmi di
portare la mia felicità sempre con me”.
Il M. creava molte colorite immagini di parole per illustrare dei concetti
spirituali “La vita è così”, osservò un giorno. “Avete preparato un picnic,
e improvvisamente sopraggiunse un orso che rovescia la tavola e vi fa
scappare. Gli uomini conducono le loro vite in questo modo: lavorano per
avere un po’ di gioia e sicurezza: poi viene l’orso della malattia, il loro
cuore si ferma, ed essi se ne vanno.
Perchè vivere in tale stato d’icertezza? Le cose senza importanza hanno
preso il primo posto nella nostra vita. Voi lasciate che varie attività
occupino il vostro tempo e vi rendano schiavi. Quanti anni sono passati in
tal modo? Perchè lasciare che il resto della vostra vita scivoli senza
progresso spirituale? Se prenderete oggi la decisione di non lasciarvi
trattenere da nessun ostacolo, vi sarà dato il potere di superarlo”.
“Una persona pigra non troverà mai Iddio”, disse il M. “Una mente pigra
diventa l’officina del diavolo. Ho visto molti sannyasin (monaci) che
rinunciarono al lavoro, diventare soltanto dei mendicanti. Ma le persone che
lavorano per vivere, senza alcun desiderio dei frutti dell’azione, che
bramano soltanto Dio, quelli sono veri rinuncianti. E’ molto difficile
praticare tale rinuncia, ma quando amate Dio tanto che ogni cosa che fate è
per piacere a Lui, allora siete liberi. “Se pensate: ‘Io lavoro per Dio
soltanto’, il vostro amore diverrà così grande che non avrete in mente
nessun altro pensiero, nessun altro obbiettivo, se non quello di servirLo e
adorarLo”.
“Vedete l’altare di Dio nelle stelle, sotto terra, nel pulsare dei vostri
sentimenti”, disse il M. “Egli, la realtà negletta, è celato ovunque. Se
seguirete il sentiero con costanza e mediterete regolarmente. Lo vedrete
nel Suo dorato manto di luce che si estende su tutta l’eternità. Dietro ogni
vostro pensiero sentirete la Sua beata presenza. “Dio non è cosa di cui si
possa soltanto parlare. Molti hanno parlato di Lui, e molti hanno letto di
Lui. Ma pochi hanno gustato la Sua gioia. Solo quei pochi Lo conoscono; e
quando Lo conoscerete, non ve ne starete più in disparte a adorarlo, ma
diverrete Uno con Lui. Allora potrete dire, come dissero Gesù e tutti gli
altri maestri: ‘Io e il Padre mio siamo Uno'”.
Il M. disse: “Tuffandovi profondamente attraverso l’occhio spirituale,
vedrete la quarta dimensione, sfolgorante dei miracoli del mondo interiore.
E’ difficile entrarvi, ma quanto è meraviglioso! “Non accontentatevi di un
po’ di pace nata dalla vostra meditazione, ma anelate sempre e sempre di
nuovo alla Sua beatitudine. Notte e dì, mentre gli altri dormono, oppure
sprecano le loro energie appagando i propri desideri, voi dovete
sussurrare:’Mio Signore, mio Signore, mio Signore!’. E a tempo debito Egli
eromperà dal buio e voi Lo conoscerete. Questo mondo è un posto brutto, in
confronto al bellessimo regno dello Spirito.Rimuovete gli ostacoli che si
oppongono alla vista interiore con determinazione, devozione e fede”.
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