I primi elementi di Occultismo – 1

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I primi elementi di Occultismo – 1

di Joanny Bricaud

-Prima parte

Tratto da:

JOANNY BRICAUD.

I primi elementi di Occultismo

(Prima parte)

Traduzione e cura di Pietro Bornia

AVVERTENZA.

Nel profluvio di pubblicazioni che, più o meno a buon diritto, pretendono di
svelare il mistero del mondo occulto, questo scritto di Joanny Bricaud si
segnala per dei meriti del tutto particolari.

Innanzitutto, lo si può ritenere un classico, uno di quei libri, cioè, che
nonostante l’età difficilmente possono essere interamente sostituiti. In
secondo luogo, l’opera del Bricaud è da considerarsi introduttiva nel senso
migliore della parola: essa spiega, infatti, i principi basilari delle scienze
occulte con un linguaggio semplice e chiaro, senza per questo scadere al
livello della bassa volgarizzazione. Il volume, quindi, è accessibile a tutti,
a patto che il lettore voglia dedicarvi quel minimo di attenzione e di cura
che argomenti di questo genere richiedono necessariamente.

Gruppo Atanr.

TEORIE DELL’OCCULTISMO.

L’Occultismo , nella sua essenza,è una filosofia tradizionale e al contempo un
positivismo trascendente.

Riassumiamo le sue principali teorie.

Il principio fondamentale dell’occultismo è questo: Il soprannaturale non
esiste; il caso non esiste. [Da questo principio sgorgano leggi e fatti].
L’Occultismo vede in ogni minimo fatto l’opera di una legge, e si applica con
ardore ad estendere il dominio sperimentale. L’occultista è un esploratore
ardito, un pioniere, un dissodatore dell’intermondo. Per lui non avvengono mai
miracoli, nel senso che il popolino dà a tale parola; non esistono effetti
senza cause, ma soltanto fenomeni, le cui cagioni ci sfuggono.

Da questo principio sgorgano le leggi seguenti:

[1 La legge dell’unità. – Gli antichi scoprirono dapprima che l’Infinito – o
Dio, come lo chiamarono i fedeli di tutti i culti – è unico. Difatti Zerdusht
o Zoroastro (sec. VII av. l’E.V.) disse: “Il Tutto è Uno”; e gli alchimisti
greci contemporanei di Aristotele (sec. IV a. c.) ripeterono: “En to pan”,
cioè: “Il Tutto uno”.

E Voltaire scrisse: Nella natura non c’è che un
principio universale, eterno ed agente. Dunque il principio universale è il
Dio di ogni religione. Poi gli antichi scoprirono che la forza che agisce nel
mondo è unica. Tale forza o essenza intima delle cose fu variamente
denominata. Eraclito la disse ‘ark’; Esiodo ‘caos’; Talete ‘acqua’; Anassimandro
‘apeiron’; Anassimene ‘aria’; Zoroastro ‘fuoco’; Anassagora ‘pensiero’; Gesù ‘amore’;
Mencio ‘energia creatrice’; e i moderni l’hanno chiamata ‘etere’. Gli occultisti
dissero : ” La forza dell’universo una “. Tale forza e’ il telesma
(l’etere) della “Tavola Smaragdina” d’Ermete Trismegisto. Da ultimo, gli
antichi scoprirono che la materia è unica. Essi sentenziarono perciò: “La
Natura è unica”. In conclusione, unico e’ il principio, unica e’ la forza, unica
la materia].

[2 La legge del binario. – Pei Pitagorici, la Divinità, che è principio,
centro e fine – che è “l’Alfa e l’omega”, dissero i cristiani – di ogni
essere, di ogni perfezione, di ogni armonia, era simbolizzata dall’unità o
monade. Il numero uno designava l’armonia, l’ordine, o il principio buono: Dio
uno ed unico. Questo era espresso in latino da solus (solo, unico), della qual
voce si e’ fatto sol, “sole”, simbolo di tal Dio”. Quindi, per gli antichi
filosofi, il Sole splendente che noi vediamo era un simbolo; ma, per le folle
ignare, era un dio, un dio luminoso. Al quale faceva riscontro il Dio umano
che era – per gl’iniziati egiziani – un Dio oscuro, Inferiore. Donde
nell’iniziatura memfitica, la frase gridata da un sacerdote all’orecchio
dell’ammittendo, mentre questo si trascinava pel cunicolo del pozzo:

“Osiride un dio nero”; la quale voleva istillare nel giovane la verità:
“Osiride non è il vero Dio”. Quando la divinità si manifestò, diede origine
alla Diade, ossia al Binario. Detto in altre parole, quando l’essenza unica si
scisse, allora ebbe origine la duplicità; cioè, allora si verificò l’esistenza
del me e del fuori di me, di Dio e della Natura, dell’unità e della frazione,
del soggettivo e dell’oggettivo, del Bene e del Male, dello spirito e della
materia, della Provvidenza e della Necessità, vale a dire che nacque il
binomio. Vediamo ora qual’è il significato della duplicità. “La Diade è il
contrario della Monade; e perciò immagine di ciò che è composto e della
Natura mutevole, indefinita e capace di assumere qualsiasi forma. (Ecco la
Yinx pantomorfa degli Egizi e la Mirinima, o “Dea dai mille nomi” di
Apuleio). Il Binario, siccome rappresenta il contrasto, la scissione, e il
simbolo della materia, della divisione, della separazione, del principio
passivo. Dal numero due comincia la Scienza duplice, la scienza funesta del
Bene e del Male (di Dio e del diavolo, sua ombra)”. (RAGON Ortodossia
massonica. DITO Massoneria e Carboneria in Italia).].

3 La legge del ternario domina tutto, e si riflette nei tre mondi che
compongono l’universo, cioè: nel mondo divino o dei principi, vale a dire
nella ragione di essere, nella causa prima; nel mondo psichico, o delle leggi,
vale a dire nell’equiparazione di una certa quantità di fatti, i quali,
studiati sembrano rinnovarsi sempre con una identica seriazione; e da ultimo
nel mondo fisico, o dei fatti, Cioè a dire nelle manifestazioni esteriori
delle leggi, nelle loro varie contingenze. La medesima legge del ternario
(riconosciuta in Dio da tutte le grandi religioni: trinità, [triade, trimurti,
trinomio]) si rinviene anche nella costituzione generale dell’uomo (spirito,
anima e corpo).

4 La legge del quaternario. – “Il quadernario (o quaternario), o tetrade (e
anche tetraktis), significa il moto, e lo infinito, donde tutto deriva (cioè,
un simbolo di Dio, che il Balzac definì “il Moto”.). Il quaternario riconduce
all’unità, od – in altre parole – il numero quattro un termine che ingloba
il ternario (la trinità o triade). “Si è veduto che la generazione del
fanciullo proviene dall’azione dell’uomo sulla donna. Orbene, esiste un quarto
termine, risultante dai primi tre: la famiglia. (PLYTOFF.
Misteri delle Sc. Occulte, pag. 242). “Il quaternario è
il più perfetto dei numeri ed è la radice (la base) degli altri numeri e di
tutte le cose. La tetrade rappresenta la virtù generatrice (l’azione), dalla
quale derivano tutte le combinazioni. l’emblema di ciò che non è ne’
corporeo, ne’ sensibile. (Dunque il simbolo di ciò che è spirituale).

Pitagora comunicava ai suoi discepoli, come simbolo del principio eterno e
creatore, il nome ineffabile di Dio, sotto il nome di quaternario (cioè di
nome di quattro lettere). Effettivamente tale nome (che è Jve) in ebraico
di quattro lettere (I H V E) e significa (la) sorgente di tutto ciò che
ha ricevuto l’essere. Il quaternario si riduce al binario; cioè il sacro
tetragramma – che non dovrebbe mai pronunziarsi – quando si vuole
compitarlo, va letto IEVE, o, bacchicamente EVo. Il binario l’unione
dell’attivo (+) e del passivo ( – ), o della forza che cade sulla materia, la
pervade e la vitalizza; esso è la chiave del mondo materiale, come il ternario
(+, – , infinito), o volontà, forma e vita, la chiave del mondo spirituale.
Per tornare al quaternario, esso si scompone nel modo seguente:

Principio attivo 1 Iod.
Principio passivo 2 1 H.
Termine mediano 3 Vu
Transizione 4 2 H

Il quarto termine, o termine inglobante, il gancio, il tratto d’unione, il
passaggio da un ternario al ternario successivo. Così p. es. nel ternario
padre, madre, figlio, esso rappresenta la famiglia. Ora tre famiglie
costituiscono una seconda serie, il cui termine inglobante è la gente, tre
genti formano una terza serie, il cui termine di transizione è la tribù, tre
tribù formano la quarta serie: la nazione. E Così via di seguito. “La maggior
parte dei popoli ha il nome di Dio scritto con quattro lettere. Eccone gli
esempi: presso gli Ebrei si trova Ive ed Odon, e i cabbalisti ebbero Tor, La
legge, donde ne vennero Taro, Rota, Ator. In caldeo era Abis, in assiro Adad,
in indù Esgi. Gli Egiziani ebbero Amun, (da confrontare con l’Aum indiano),
Teut ed Euma; gli Etruschi sar; gli antichi persiani Syre; ed i magi Orsi. In
greco Teos, in latino Deus, in spagnuolo Dios, in italiano Iddio, nella qual
parola il primo di eufonico e sta in sostituzione dell’i dell’articolo il. I
latini ebbero Iove (Jovis abbreviazione di Ioupiter); e i Greci, scrivendo
a rovescio lo Ieve ebraico, crearono il nome Pipi, come gli stregoni
medioevali, leggendo lo stesso nome a rovescio, ne fecero Huhi, ed anche
Havaiod, l’appellativo del loro dio, cioè del diavolo. Il tetragramma dei
Giapponesi Zaim, quello dei Cinesi Tien, quello dei Turchi Agdi, quello dei
sacerdoti macedoni Bedy. Gli alchimisti hanno il tetragramma Inri, che è un
acrostico latino. Gott era il Dio degli antichi Germani; Godh era quello degli
antichi Belgi; Odin o Thor quello dei Goti; Froe quello degli antichi Svedesi;
Itga od Idga quello degli antichi Tartari; Bovh ed Istv quello degli antichi
Sarmati; Boog e Codd quello degli antichi Slavi, All quello degli Arabi e
Buum quello dei Boemi. Bvvh era il Dio dei Zigani antichi e Lian
quello dei Persiani moderni”. (Da BOURGEAT, Le Tarot, p. 26 e 27 e da altri
autori). Il quaternario trova applicazione nel Taro, o giuoco dei tarocchi].

[15. La legge del quinario. – Il quinario esprimeva l’unione del binario e
del ternario, ossia del Male e del Bene; ed era perciò il carattere di tutti
gli esseri della natura, in quanto che nella loro composizione suppongono
altresì il principio della distruzione”. (RADON, Ortodoxie maconnique). Cinque
esprimeva il principio cattivo (il diavolo), il mondo (la terra, l’acqua,
l’aria, il fuoco e l’etere, o spiritus), il Redentore (inserendo lo sh nello
Iehv e formandone Iehosciu, Gesù, cioè il Cristo) e la quintessenza
universale od essenza vitale (l’etere, il pnr , o la luce astrale, corpo che
simbolizzato dal 5 cinque a serpetta e dalla lettera S. Confrontare questo
cinque a serpetta col drago cinese e con l’ureo o serpente egizio)].

6. La legge del senario, o legge d’involuzione e d’evoluzione. [Negli
antichi Misteri il sei era l’emblema della Natura. I dotti applicavano il
senario all’uomo fisico, mentre che il settenario era per essi simbolo dello
spirito immortale. La cifra sei era il simbolo della Terra animata da uno
spirito divino”.

(RAGON. op. cit.). Il sei era espresso dall’esagramma, o doppio triangolo
intrecciato, simbolo dell’involuzione dello spirito e dell’evoluzione della
materia, o della discesa del Verbo e della elevazione dell’uomo, il quale
doppio triangolo era compenetrato:

disegno del simbolo

La legge d’involuzione e d’evoluzione [legge di trasformazione] può essere
espressa in questa maniera: Il principio attivo, la cui essenza è l’unità
[cioè l’Infinito, Dio], s’impone dapprincipio al principio passivo, che lo
attira mediante la propria essenza, infinitamente multipla; questo [il
principio passivo] assorbe quello, che progressivamente si dissemina, si
suddivide [si fraziona] in ogni atomo, onde animarlo. [E’ la caduta dello
spirito nella materia: ]. Questo è il primo principio
del processo vitale: l’involuzione. [Il fatto] seguito da uno stato di
confusione, d’effervescenza, di turbamento [di gestazione], durante il quale
ogni atomo [materiale] in tal modo vivificato entra in lotta di spontaneità
con gli atomi vicini. [Poi] lo spirito creato si polarizza nella materia, la
quale alla sua volta, a poco a poco, evolve attraverso ai diversi mondi e si
spiritualizza sempre più per tornare all’unità, [cioè, per tornare a Dio.
Questo è il volo delle anime da un pianeta meno evoluto ad un altro più
evoluto, e Così di seguito. Dunque il secondo principio del processo vitale e’
la evoluzione della materia, ossia il ritorno delle frazioni a ricomporre
l’Unità]. Questa la legge di evoluzione, espressione metafisica della caduta
e della reintegrazione dell’uomo. Conseguentemente, la legge universale
d’aspiro e di respiro [o d’afflato e d’efflato] manifestata [all’umanit] mediante la luce e l’ombra [Ecco il binomio, che spiega il mondo terrigeno],
la vita e la morte, il flusso ed il riflusso, l’espansione e la compressione,
il moto del principio nell’essere [di Dio nella Natura] e dell’essere in
principio [della Natura che torna a Dio], l’involuzione e l’evoluzione.

[A queste sei leggi se ne appaiano altre sei:]

7. La legge dell’analogia. – Questa costituisce il metodo occultista. Essa
Intermediaria tra la deduzione e l’induzione, giacchè poggia alternativamente
su ognuna delle due. Ermete Trismegisto [cioè la Università templare
egiziana], nella sua
Tavola Smaragdina., l’ha formulata Cos:

“Ciò che sta in alto è come ciò che
sta in basso; per compiere il miracolo della unità”. [Elifas Levi spiega
questa frase Cos: Il morale influisce sul fisico. (Levi, Dogma e Rituale,
pag. 182 ff.). E l’iniziato Vergilio Marone disse: “Mens agitat molem”, cio
“Lo spirito muove la materia”. Su questi principi è basato un ramo
importantissimo della pratica occulta]. Osservate che l’autore della tavoletta
di smeraldo distingue in modo assoluto, e fin da principio [del suo codice, o
credo], l’analogia dalla similitudine; il che è l’errore difficile ad evitare
dai principianti. Una cosa analoga ad un’altra non ne è quasi mai simile.
Mediante l’analogia, l’occultista determina le relazioni che esistono tra i
fenomeni.

8. La legge delle corrispondenze. – una legge importantissima. Il celebre
veggente svedese Swedenborg (1688-1777) l’ha messa particolarmente in luce
nelle sue opere. Egli l’ha enunciata in questa maniera: “Ogni cosa che esiste
nel mondo naturale, in conseguenza di una [cosa] spirituale, detta
corrispondente [di essa]”. [Donde l’uomo ed il suo genio, o demone, od angelo
custode; e l’uomo la propria stella. Si distingua il demone, che un genio
buono, dal demonio, che un genio malefico].

9. La legge della serie [o legge d’equilibrio] può essere formulata in
questa maniera: due opposti hanno sempre tra loro un intermediario, che è la
loro risultante. Così il giorno si contrappone alla notte; ma, tale opposizione
non è assoluta del tutto. Osservando meglio si vede che tra la luce e l’ombra,
che sembravano del tutto separate tra di loro, esiste qualche cosa che non è
ne’ luce, ne’ ombra, e che vien designata col nome di penombra. Di guisa che
avremo: luce, ombra, penombra; caldo, freddo, tiepido; positivo, negativo,
neutro; attrazione, repulsione, equilibrio; acido, base, sale; stato solido,
liquido, gassoso; maschio, femmina, fanciullo; Padre, Figlio e Spirito Santo.
[Si osservi che, nella trinità cristiana, lo Spirito Santo, essendo il
principio negativo, deve stare in mezzo tra il Padre e il Figlio; e che
quest’ultimo sta in sostituzione della Madre. Il cristianesimo ha sostituita
un personalità maschile a quella femminile, cioè lo Spirito Santo a Maria;
ma, malgrado tale confusione, la legge resta qual’è, +, – , infinito (neutro
od equilibrante). Del ternario si hanno infiniti esempi: la trimurti indiana
(Brama, Dio creatore; Siva o Sciva, Dio distruttore; Visnù, Dio conservatore),
la trinità egiziana (Osiride, Iside, Oro), persiana (Ahura Mazda, Angro
Mainyus e Mithras Mithra), mitriaca (Oromasde, SpentaArmaiti ed ApamNapat),
zarvanica (Ormuz, Arimane e Mitra), gnostica (Gnosi, Hil, Psiche), cosmica
(Sole, Terra e Luna), la triade pagana ( Giove, Giunone e Minerva), esoterica
(Dio, Universo, Umanità) e scientifica (Principi, Fatti e Leggi). Per i
termini del ternario possono anche essere letti in senso inverso, Cioè: +,
infinito, e – . La trinità raffigurata costantemente dal triangolo
equilatero. Essa, secondo principi filosofici, estranei a qualsiasi religione,
può venire indicata con una delle seguenti espressioni: Pensiero, materia e
movimento; oppure: volontà, sapere, azione; ed anche: scienza, anima ed
energia]. Luigi Lucas ha applicato la legge della serie a quasi tutti i
fenomeni chimici, fisici ed anche biologici della scienza contemporanea.

10. La legge dei connotati o delle segnature. – Detta legge basata
sull’influenza dello spirituale sul fisico, dell’anima sul corpo. Essa si
rappicca alla legge delle corrispondenze. Può essere formulata in questo modo:
Ogni essere creato manifesta il proprio carattere per mezzo di speciali
lineamenti, che le nostre facoltà intuitive ci permettono d’apprezzare. Questa
legge serve di base a tutte le scienze divinatorie.

11. La legge della composizione delle calamite. – Stanislao de Guaita,
nella “Chiave della Magia nera”, la formula come segue: “Il maschio positivo
nella sfera sensibile [nell’organo genitale] e negativo nella sfera
intelligibile [nel cervello]. La femmina, al contrario, positiva nella sfera
intelligibile e negativa nella sfera sensibile. Inversamente complementari, il
maschio e la femmina sono neutri nella sfera mediana del psichico [nel cuore].
Questa loro somiglianza animica e anche il loro sol punto di fusione”.

12. La legge dei segni di appoggio. – Questa può venir formulata così:
l’uomo per agire all’esterno di se stesso, deve avere per punto d’appoggio
[per base] un segno [grafia, gesto, pentacolo] che corrisponda, per analogia,
alla sua volontà. “Il segno, ha detto Elifas Levi (nella Chiave dei Grandi
Misteri, pag. 205 e 206) esprime la cosa; e la cosa è la virtù del segno. Vi
è corrispondenza analogica tra il segno e la cosa significata”. Più il segno è
perfetto, più la corrispondenza è completa”. Questo è il principio del potere
del verbo umano, manifestato mediante la preghiera, la benedizione, la
maledizione, lo scongiuro. Questa è la legge fondamentale della Magia.

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