I quattro ostacoli alla meditazione

pubblicato in: AltroBlog 0
I quattro ostacoli alla meditazione

di Rthrangu

Ci sono quattro tipi di pensiero che sono d’ostacolo alla meditazione.
La malevolenza, cioè il desiderio di recare danno a qualcun altro, la
gelosia, il dubbio e l’incertezza e, infine, l’attaccamento e la
passione. Non appena nella nostra mente stanno prendendo forma dei
pensieri caratterizzati, per esem­pio, dall’avversione, è essenziale
poterli riconoscere, altrimenti essi continueranno a distoglierci
dalla meditazione. Dobbiamo essere consapevoli che quando ci si lascia
coinvolgere dall’av­versione questo danneggerà la nostra meditazione.
In altre parole, il punto fondamentale è che non dobbiamo lasciarci
trascinare dai pensieri, né guardare a essi come se fossero la nostra
vera natura. Se non ci si attacca ai pensieri, sarà facile
sbarazzarsene, ma se ci si attacca a essi, liberarsene diventa
un’impresa ardua.

Ci sono due generi di pensieri: quelli grossolani e quelli sottili.
Quando nella meditazione emergono i pensieri grosso­lani, ci si
dimentica che si sta meditando e vengono meno sia la consapevolezza
che la presenza mentale. A quel punto, ci si rammenta: «Sto
meditando», e si ritorna alla meditazione. Questi pensieri grossolani
coincidono con quelle che siamo soliti chiamare distrazioni, quindi il
metodo atto a evitare il loro insorgere consiste nel coltivare la
presenza mentale e la consapevolezza. Il secondo tipo di pensieri,
quelli sottili, sono denominati “pensieri che emergono dalle
profondità”.. In loro presenza, non si è completamente distolti dalla
meditazione; ancora immersi in tale stato, si osserva: «Questi fugaci
pensieri si stanno affacciando alla mia mente».

Sono così effimeri che, in genere, non si può fare molto contro di
essi e sono estrema­mente difficili da sradicare; in effetti, non
nuocciono partico­larmente alla meditazione; semplicemente, emergono
nella pro­pria coscienza e non si può far altro che lasciarli così
come sono. Alla fine, si riuscirà a eliminarli. Questi pensieri
effimeri, tuttavia, possono anche divenire sempre più consistenti, ed
ecco che si finisce col perdere la propria meditazione: prima li si
osserva consapevolmente, poi ci si lascia distrarre da essi, finché la
propria presenza mentale viene meno. Sarebbe bene sforzarsi affinché
ciò non succeda! Questo è possibile grazie a una presenza mentale e a
una consapevolezza molto stabili e che possano essere conservate per
un periodo prolungato. Tale vigilanza mentale deve essere alimentata
istante dopo istante. Se si riuscirà a fare questo, senza dubbio, non
ci sí lascerà distrarre.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *