I ritmi circadiani sono controllati dal nucleo suprachiasmatico del cervello

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I ritmi circadiani sono controllati dal nucleo suprachiasmatico del cervello

02 marzo 2010

I ritmi circadiani nel comportamento, nella fisiologia e nella biochimica dei mammiferi sono
controllati dall’orologio centrale all’interno di una struttura del cervello nota come nucleo
suprachiasmatico (SCN). L’orologio è sincronizzato con i cicli ambientali di luce e oscurità. È ben
noto, dall’esperienza quotidiana, che adattarsi a una nuova fase oraria può richiedere diversi
giorni, tuttavia i dettagli di come si verifica questo adattamento non sono ancora del tutto chiari.

In uno studio scientifico un gruppo di ricercatori guidato da Johanna H. Meijer dell’Università di
Leiden, in Olanda, riferisce di aver scoperto che questo processo non prevede necessariamente un
adattamento graduale e sincrono dei neuroni che comprendono l’orologio circadiano centrale, ma al
contrario che le differenti componenti dell’orologio tendono ad adattarsi a una nuova fase oraria a
due velocità differenti.

Gli autori hanno studiato il comportamento di tipi esposti a un ritardo di sei ore del normale ciclo
di alternanza luce-buio, un cambiamento che imita la transizione dalla fase oraria degli Stati Uniti
orientali a quella dell’Europa occidentale. Grazie all’analisi elettrofisiologica delle cellule che
costituiscono l’orologio circadiano centrale, gli scienziati hanno fatto una scoperta sorprendente:
una parte del meccanismo cerebrale (rappresentata da un gruppo dorsale di cellule) esibiva
oscillazioni di attività che corrispondevano a una lenta regolazione dell’orologio in risposta al
cambiamento di ritmo, mentre un’altra parte (rappresentata da un gruppo ventrale di cellule) esibiva
uno schema di attività distinto che corrispondeva a una regolazione più veloce.

Forse a questo differente comportamento dei due gruppi di cellule contribuiscono gli effetti del
neurotrasmettitore GABA, che i ricercatori hanno scoperto eccitare le cellule del SCN dorsale e
inibire i neuroni del SCN ventrale. Poiché GABA trasmette informazioni fra le due parti del SCN,
queste differenze potrebbero in effetti influenzare, in maniera complessa, il modo in cui i due
gruppi di cellule si adattano a un cambiamento di luce.

Autore: Massimo Bertolucci

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