I segreti dei fiori di Bach, i fiori dell’anima
(autore sconosciuto)
“Non sai somministrare nulla ad una mente inferma,
strappare dalla memoria un dolore che vi si è radicato,
cancellare le scritte angosciose del cervello?”
(Macbeth di W. Shakespeare)
Viviamo in un’epoca in cui tutto concorre a renderci sempre più estranei a
noi stessi, sordi alle richieste del nostro corpo ed ai suoi campanelli d’
allarme: i ritmi di vita e di lavoro diventano sempre più stressanti, la
cattiva alimentazione e l’inadeguata cura del corpo e della salute, ma
soprattutto l’eccessivo valore attribuito a quello che siamo “fuori”
rispetto a quello che abbiamo “dentro”, completano il tutto.
Una distanza resa ancora più incolmabile dal cattivo rapporto con il nostro
corpo: ci preoccupiamo principalmente di plasmarlo a nostro piacimento,
secondo il nostro volere, costringendolo violentemente a diete e ginnastiche
forzate che ne ignorano completamente i suoi ritmi naturali e le vere
esigenze. Ma quel che è peggio è che, in questo aggressivo “abuso” di noi
stessi, i più penalizzati sono i sentimenti, tenuti sempre il più lontano
possibile dalla nostra coscienza e dai nostri comportamenti di tutti i
giorni. E’ facilmente immaginabile che questa situazione critica, non può
durare a lungo: “prima o poi tutti gli oppressi insorgono!”, ed il nostro
corpo si ribellerà manifestando malessere e malattia.
Nella storia di ognuno di noi, questa ribellione si chiama, appunto,
“sintomo”: sia fisico che psichico, esso rappresenta un messaggio che parla
di noi. che parla A NOI.
Ci comunica chiaramente che qualcosa non va, che stiamo sbagliando troppo e
ripetutamente, insomma che ci stiamo facendo del male, che stiamo
danneggiando il nostro corpo e la nostra psiche, i nostri sentimenti, la
nostra naturalità.
E, come risposta, cerchiamo di mettere a tacere il “fastidioso” disturbo,
vogliamo soffocare le grida d’aiuto del nostro corpo, e per smettere di
sentire i segnali d’allarme ci imbottiamo di medicine, pillole, sciroppi,
che spesso, nascondendo i primi sintomi, favoriscono proprio il
peggioramento della malattia, portandola, a nostra insaputa, a patologie ben
più serie ed importanti. E’ come se ad un semaforo rosso, invece di fermare
l’automobile, spegnessimo il semaforo!
Gran parte della medicina moderna funziona proprio così: rivolgendo la sua
attenzione quasi esclusivamente alla terapia del sintomo, se questo ancora
non manifesta una vera e propria malattia organicizzata e conclamata.
Così continuando a rifiutare il nostro mal di testa, le nostre nausee, l’
inappetenza o la disperata ricerca di cibo, ecc., ci facciamo del male,
anche se apparentemente ci sentiamo “meglio”.
Recenti scoperte scientifiche hanno dimostrato, invece, che la malattia è l’
espressione di un disagio veramente profondo che coinvolge tutta la persona,
sia a livello fisico che psichico.
E allora quella da curare è la persona, non la malattia. Questo, infatti, è
lo scopo della Floriterapia.
Giovanissimo, Edward Bach, medico inglese degli Anni Trenta, aveva intuito
che ogni uomo è un piccolo mondo a sé, un microcosmo armonioso e, di
conseguenza, non può essere curato con metodi “standardizzati”, cioè uguali
per tutti. Aveva teorizzato che del malato va guarita soprattutto la psiche,
perché tutte le patologie hanno origine da uno stato d’animo negativo, che
mina l’intero equilibrio del corpo, stravolgendone l’armonia generale. Il
dottor Bach ne era profondamente convinto, tanto da abbandonare, all’età di
43 anni, la sua brillante e redditizia attività professionale di medico, per
dedicarsi completamente alle ricerche sulle piante e sui fiori “amici”, cioè
quelli dotati di vibrazioni particolari e di uno speciale potere
terapeutico. Mise a punto, così, una cura gentile, ma efficace, basata sulle
forze della Natura e non sulle sostanze chimiche, secondo il principio
“guarisci te stesso”.
Bach era convinto della continuità e dell’armonia che lega il nostro corpo
alla nostra mente, al nostro spirito, agli tutti gli altri esseri umani, a
gli altri esseri viventi che ci circondano, compresa la natura, gli animali,
gli alberi, i fiori. Tutto proviene da un Unico Principio e quindi, ogni
individuo, ogni essere vivente, ogni cosa possiede un’unica vibrazione
universale. Quando questa vibrazione viene alterata, ci ammaliamo: ecco
quindi che possiamo tornare ad attingerla da altri esseri viventi, i fiori
appunto, degli speciali fiori, i 38 Fiori di Bach.
Oggi, dopo 50 anni, la Teoria di Bach riscopre un rinnovato successo e
decenni di pratica e di risultati soddisfacenti su persone, animali e
piante, ne fanno più che una semplice teoria. Inoltre, i rimedi dei Fiori di
Bach figurano tra i metodi di cura che nel 1983 l’Organizzazione Mondiale
della Sanità ha riconosciuto e raccomandato. Una concezione di salute e
malattia che è un approccio spirituale della cura, un processo semplice e
naturale, ma soprattutto “innocuo”.
Restiamo, quindi, attenti e vigili alle sensazioni del corpo e seguiamo, nel
limite del possibile, i ritmi naturali del nostro organismo, i ritmi della
Natura.
Chi era Edward Bach
Edward Bach nacque il 24 settembre 1886 a Moselej , un villaggio a 5 km da
Birmingam nel Galles. Bach era innamorato della natura, e a sei anni disse:
‘Farò il medico’. Bach sognava una medicina diversa, che si avvalesse di
cure semplici, invece dei complicati metodi della medicina ufficiale.
Passava la maggior parte del suo tempo in laboratorio, i suoi esperimenti lo
assorbivano completamente.
Bach scrisse : “Non vi è una vera guarigione senza la pace dell’anima e
senza una gioia interiore.”
E iniziò a chiedersi se ogni malattia corrispondesse ad un determinato stato
d’animo. I risultati furono incoraggianti, perché si accorse che migliorando
lo stato d’animo di un paziente se ne stimolava la guarigione.
A 43 anni iniziò per lui una nuova vita. Si stabilì in un villaggio del
Galles, iniziò a fare lunghe passeggiate nei prati e nei boschi, alla
ricerca dei fiori che potevano essere utili.
La fitoterapia non era una novità, perché era da secoli che gli uomini si
curavano con le erbe, ma Bach era convinto che i fiori fossero molto più
efficaci, perché contenevano tutta l’energia della pianta alla quale
appartenevano.
Alla fine del 1939, Bach aveva scoperto 9 fiori, ed identificato 12 stati
d’animo negativi fondamentali che era necessario riequilibrare.
Negli anni 1931-1932 scoprì altri 3 fiori fondamentali: erano così nati “i
12 guaritori”.
I risultati delle cure erano lusinghieri, ma mancava ancora qualcosa.
Bach si rese conto che le emozioni negative possono presentare diverse
sfumature: c’è la paura di qualcosa di preciso, quella vaga e inspiegabile
di cose sconosciute, quella che ghiaccia il cuore, c’è la solitudine
orgogliosa, quella sofferta, di chi è talmente orgoglioso che non riesce a
creare contatti con altri, c’è la sofferenza mascherata di allegria, quella
che ricatta gli altri dando spettacolo di se stessa.
Bach cominciò a cercare altri fiori che curassero tutte le variazioni degli
stati d’animo.
Trovò altri 4 rimedi che chiamò ‘I quattro aiutanti’ poi altri 19 ancora.
Nel 1935, alla fine, i rimedi erano 38, i 38 fiori dell’anima…
La terapia dei fiori era finalmente completa.
Bach vi aveva dedicato sette anni, gli ultimi della sua vita.
Il 27 novembre 1936 si mise a letto e si addormentò nel sonno, per sempre.
Ha lasciato a tutti gli esseri viventi un sistema per poter vivere meglio e
più sereni.
Lascia un commento