I segreti dell’acustica di San Marco e la nascita della polifonia
Combinando moderne tecnologie di simulazione acustica e documentazioni storiche, è stato possibile
ricreare e riascoltare composizioni polifoniche rinascimentali esattamente nel modo in cui si sarebbero udite all’epoca.
(red)
Leffetto stereo non è uninvenzione moderna. I primi a sfruttarlo furono infatti i musicisti del
Rinascimento, a partire da Adrian Willaert, maestro di cappella della basilica di San Marco nel XVI
secolo, che si accorse delle peculiari caratteristiche acustiche dell’edificio. Le chiese costruite
durante il Rinascimento sono peraltro note per i loro lunghi tempi di riverbero, che pendono a
mescolare e confondere i suoni di una musica pensata e composta per quegli spazi, una circostanza che spesso ha lasciato perplessi gli esperti.
Ora, per meglio comprendere la musica e il ruolo dell’architettura nellacustica di quel periodo, un
gruppo di ricerca dellUniversità di Cambridge e della New York University ha sfruttato una
combinazione di testimonianze storiche e di modelli scientifici per poter riascoltare la musica
nello stesso modo in cui sarebbe stata udita nelle chiese di Venezia quattrocento anni fa. In
particolare come hanno illustrato Braxton Boren e Malcolm Longair al convegno annuale della
Acoustical Society of America i ricercatori hanno sfruttato le moderne tecnologie di simulazione
acustica per analizzare le caratteristiche acustiche di due delle più importanti chiese di Venezia,
la basilica di San Marco e la chiesa del Redentore, ricostruendo leffetto delle composizioni polifoniche che là nacquero.
“Abbiamo messo a punto un filtro per l’acustica delle chiese”, ha spiegato Boren. “Così abbiamo
potuto registrare un coro che cantava in una camera anecoica, in cui non si ha alcuna riflessione
dei suoni, per poi fare passare la registrazione attraverso il filtro e ascoltare come lo si sarebbe sentito se il coro avesse cantato durante il Rinascimento.”
I modelli mostrano che durante le feste, quando questa musica veniva eseguita, il folto pubblico e
gli arazzi che adornavano le chiese aumentavano significativamente lassorbimento del suono e
riducevano i tempi di riverbero, con un netto miglioramento della chiarezza della musica.
In effetti gli storici dell’architettura avevano già sostenuto che l’acustica di queste chiese si
sarebbe dimostrata migliore durante le esecuzioni in occasione delle festività, ma nessuno
osservano i ricercatori si aspettava un cambiamento di qualità del suono quale quello suggerito dalle simulazioni.
I modelli mostrano inoltre che la posizione in cui era collocato lo scranno del Doge avrebbe
garantito al reggente della città la migliore posizione di ascolto, ma in origine solo in
presenza di un unico coro centrale. Le modifiche eseguite alle gallerie delle navate centrali
sarebbero state effettuate proprio per garantire un efficace “effetto stereo al Doge anche con
lesecuzione di composizioni poliufoniche che prevedevano lo sdoppiamento del coro.
Ricostruzione audio nella basilica di San Marco
https://files.nyu.edu/bbb259/public/braxtonboren/sanmarco.html#sanmarcoAnchor
Ricostruzione audio nella chiesa del Redentore
https://files.nyu.edu/bbb259/public/braxtonboren/redentore.html#redentoreAnchor
da lescienze.it
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