I tre tipi di karma del buddismo

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I tre tipi di karma

Karma mutabile e karma immutabile

“Che differenza c’è tra karma mutabile e karma immutabile?”

Ci sono tre tipi di karma: i Sanchit Karma, ovvero karma (nel senso di
azioni, parole e pensieri) accumulati nel corso di innumerevoli rinascite; i
Prarabdha Karma, ovvero i karma le cui conseguenze sono già in atto; e i
Kriyaman Karma, ovvero i karma le cui conseguenze devono ancora essere
create.

Questi tre tipi di karma si spiegano con la popolare metafora delle varie
fasi della coltivazione del riso: il riso raccolto e immagazzinato nel
granaio può essere paragonato ai Sanchit Karma: da questa provvista la parte
che viene scelta e preparata per essere cotta e mangiata è come i Prarabdha
Karma, ovvero i karma che hanno originato la vita presente. Nello stesso
tempo, i nuovi chicchi che vengono seminati nelle risaie, che daranno un
nuovo raccolto in avvenire e a loro volta saranno aggiunti al granaio, sono
come i Kriyaman Karma, cioè gli atti compiuti di giorno in giorno, che piano
piano s’aggiungono ai Sanchit Karma finché «non maturano» per dare frutto
come Prarabdha Karma in una vita futura (Shikshapatri).

Di questi tre solo il Prarabdha, cioè quello che ha portato alla presente
rinascita, è immutabile: la freccia è già stata scoccata e nulla le può
impedire di raggiungere la destinazione. Perciò gli eventi dovuti al
Prarabdha sono predeterminati e inevitabili, come esemplifica la storia del
monaco Chakkupala che, subito dopo essere pervenuto al pieno risveglio (ed
aver quindi esaurito tutto il karma-deposito), per effetto del prarabdha
divenne cieco.

I Sanchit karma del deposito – che sono determinanti per le vite future –
sono mutabili (purgabili) con la pratica della meditazione Vipassana. Dei
karma della vita quotidiana (kriyaman), invece, ci si prende cura con i
precetti morali per disciplinare il comportamento fisico e verbale e con la
meditazione Samatha per controllare la mente in modo che non dia origine a
nuove creazioni.

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