IL BUDDHA E’ SEMPRE CON NOI

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IL BUDDHA E’ SEMPRE CON NOI

da SESTO SENSO

Il Buddha disse: “Sono sempre alla presenza di coloro che hanno fede”.
Dilgo Khyentse Rinpoche

IL BUDDHA ERA UN ESSERE UMANO ORDINARIO

Il Buddhismo è stato fondato dal Buddha circa 2.500 anni fa. Ciò che sappiamo del Buddha, è che egli
affermava di aver fatto esperienza della realtà delle cose così come sono, e di aver realizzato una
profonda conoscenza della natura della condizione umana. Egli non affermava di essere l’incarnazione
di un essere più elevato, né di essere un qualche tipo di messaggero.

Né disse mai di essere un intermediario fra una qualche realtà più elevata e gli esseri umani. Egli
descriveva se stesso come un essere umano ordinario applicatosi alla pratica della meditazione;
grazie a questa era riuscito a purificare la sua mente, in modo da far sorgere in lui la conoscenza
delle cose così come sono. Il Buddha disse anche che queste qualità e capacità possono essere
sviluppate da chiunque.
Traleg Kyabgon Rinpoche

IL BUDDHA ERA UN GRANDE RIVOLUZIONARIO

Gautama scoprì che, quando si tratta di imparare qualcosa, occorre avere un’esperienza diretta, di
prima mano – piuttosto che affidarsi ai libri o agli insegnanti o al seguire pedissequamente degli
schemi prestabiliti.

Questa fu la sua scoperta e, in questo senso, il Buddha fu un grande rivoluzionario nel suo modo di
pensare. Egli arrivò perfino a negare l’esistenza di Brahma, o Dio, il creatore del mondo; decise di
non accettare nulla che non avesse personalmente sperimentato.
Chögyam Trungpa Rinpoche

LA SCOPERTA DEL BUDDHA

Il Buddha trovò che non esisteva nulla di simile a un “io”, un sé. Forse si potrebbe aggiungere che
non esiste nulla di simile a un “sono”, come in “io sono”. Egli scoprì che tutti questi concetti,
idee, speranze, paure, emozioni e conclusioni sono creati dal pensiero speculativo – e da ciò che
abbiamo assorbito psicologicamente dai nostri genitori, esperienze infantili e così via. La nostra
tendenza è quella di affastellare tutto ciò e a ritenerlo vero.
Chögyam Trungpa Rinpoche

L’UNICO SCOPO DEL BUDDHA

L’unico scopo del Buddha, la ragione per cui offriva i suoi insegnamenti, è di aiutarci a realizzare
la nostra natura, l’unione di vacuità ed esperienza cognitiva; di addestrarci in questa e di
ottenere stabilità.
Tulku Urgyen Rinpoche

IL METODO DEL BUDDHA: LA MEDITAZIONE

Il metodo scoperto dal Buddha è quello della meditazione. Egli si rese conto che sforzarsi per
trovare le risposte non funzionava; soltanto quando i suoi sforzi s’interrompevano le intuizioni e
la saggezza venivano a lui. Così iniziò a realizzare che esisteva in lui una qualità risvegliata,
completamente sana, che si manifestava soltanto in assenza di sforzo. Dunque la pratica della
meditazione ha a che fare con il “lasciar andare”, “lasciar essere”.
Chögyam Trungpa Rinpoche

IL BUDDHA NON INTENDEVA CREARE UN NUOVO “ISMO”

Il Buddha non intendeva creare un nuovo “ismo”. L’intenzione di creare un nuovo sistema, una nuova
fede o una nuova filosofia sarebbe in contraddizione con la scoperta della verità assoluta, che è il
punto focale e lo scopo di tutto il Buddhismo. Il fine della meditazione buddhista è la
realizzazione della verità assoluta, che permette di rimuovere ogni traccia di ignoranza, in modo
che la gentilezza amorevole, la saggezza e la natura umana genuine possano essere scoperte e
realizzate.
Venerabile Khandro Rinpoche

CHI È IL BUDDHA? I SUOI TRE CORPI

A livello Dharmakaya la sua mente è l’immensa estensione dell’onniscienza, che conosce tutte l cose
esattamente come sono. A livello Sambhogakaya, che trascende la nascita e la morte, egli gira
ininterrottamente la Ruota del Dharma. A livello Nirmanakaya egli ha raggiunto la piena
illuminazione vicino all’Albero della Bodhi a Vajra Asana, in India. Dopodiché ha girato la ruota
del Dharma tre volte per il beneficio degli esseri senzienti.
Dilgo Khyentse Rinpoche

IL BUDDHA È AL DI LÀ DI ETERNALISMO E NICHILISMO

Il Buddha è al di là dell’eternalismo: non dimora nei cinque elementi.
Il Buddha è al di là del nichilismo: non è mai separato dai cinque elementi.
Ma per gli esseri senzienti è molto difficile riuscire a capire questo, noi solitamente ci affidiamo
all’eternalismo o al nichilismo – con la conseguenza che soffriamo e ci puniamo nel circolo vizioso
di morte e rinascita.
Thinley Norbu Rinpoche

I TRE STATI DI BUDDHA SONO LA NOSTRA MENTE PRIMORDIALE

La mente è primordialmente vuota. È saggezza primordiale, la cui essenza è vuota, la cui natura è
esperienza cognitiva, la cui espressione è energia compassionevole. Questa saggezza primordiale
(tib. yeshe) non è un vuoto assoluto, poiché è caratterizzata dall’esperienza cognitiva: è capacità
di conoscere. Quando parliamo di ciò che è reale, di ciò che è primordiale, è a questa saggezza che
ci riferiamo.

La saggezza primordiale la cui essenza è vuota è il Dharmakaya di tutti i Buddha. La saggezza
primordiale la cui natura è esperienza cognitiva è il Sambhogakaya di tutti i Buddha. La saggezza
primordiale è anche energia compassionevole, quanto alla sua espressione. L’espressione, innata, in
cui la vacuità e l’esperienza cognitiva sono inseparabilmente presenti è chiamata Nirmanakaya di
tutti i Buddha.

Questi tre Kaya costituiscono un’unità indivisibile, lo Svabhavikakaya, che è la nostra mente.
Questa realtà primordiale presente in noi, contrapposta alla realtà apparente, è esattamente ciò che
chiamiamo Natura di Buddha.
Tulku Urgyen Rinpoche

I TRE GIRI DELLA RUOTA DEL DHARMA

Negli originari insegnamenti Hinayana – definiti il primo giro della Ruota del Dharma – il Buddha
negò l’esistenza di un sé permanente, dotato di sostanza, ma non si dilungò in spiegazioni relative
alla vacuità. Nel secondo giro della Ruota del Dharma vennero invece introdotti gli insegnamenti
sulla vacuità dei fenomeni.

Qui viene spiegata sia l’insostanzialità (o vacuità) del sé che la vacuità dei fenomeni esterni.
Infine, nel terzo giro della Ruota del Dharma venne introdotta l’idea del Tathagatagarbha, o Natura
di Buddha, che resta per sempre non-contaminata dalle emozioni conflittuali e dalla confusione
concettuale della mente.
Traleg Kyabgon Rinpoche

I TRE SUCCESSIVI STADI DELL’INSEGNAMENTO

Nel primo dei tre successivi stadi dell’insegnamento, chiamato “il primo giro della Ruota del
Dharma”, il Buddha insegnò le Quattro Nobili Verità: la verità della sofferenza, delle sue cause,
della sua cessazione e del sentiero per realizzare quest’ultima.

Nel Secondo Giro, insegnò che la vera natura di tutti i fenomeni è vuota, priva di segni, libera da
aspirazioni: la base è vacuità, il sentiero è privo di segni, la meta è al di là dell’aspirazione.
Nel Terzo Giro della Ruota, parlò delle complete, infallibili, radiose qualità della natura della
mente, del sorgere della luce della saggezza primordiale.
Chagdud Tulku Rinpoche

LO SCOPO DEI TRE GIRI

Il Buddha insegnò tre distinti approcci in tre diversi periodi della sua attività di Insegnante.
Questi approcci sono conosciuti come “i Tre Giri della Ruota del Dharma”, ma possono essere
efficacemente riassunti in un unico slogan: “C’è una mente; non c’è mente; la mente è luminosità”.

La prima parte, “C’è una mente”, si riferisce alla prima serie di insegnamenti e indica che il
Buddha spiegò che una mente “esiste”. Questo insegnamento aveva la funzione di invalidare il punto
di vista nichilista secondo cui non esiste il bene, non esiste il male, non esiste il karma, non
esistono causa ed effetto delle azioni, non esiste nulla. In seguito, quando il Buddha disse “Non
c’è mente”, intendeva dire che la mente è solo un concetto e non esiste “una mente” realmente,
oggettivamente esistente di per sé.

Infine, quando disse “La mente è luminosità”, fece riferimento alla Natura di Buddha, la saggezza
priva di illusioni primordialmente esistente.
Il grande commentatore Nagarjuna disse che lo scopo del Primo Giro era quello di contrastare la non
virtù, le azioni nocive. Da dove proviene la non virtù? Deriva dall’abbracciare un punto di vista
nichilista o eternalista.

Quindi per contrastare le azioni, la parola e i pensieri nocivi, il Buddha divulgò questo primo
insegnamento. Il Secondo Giro della Ruota del Dharma, in cui il Buddha parlò della vacuità, venne
presentato per contrastare l’attaccamento a un sé (io) intrinsecamente esistente e a fenomeni
intrinsecamente esistenti.

Infine, gli insegnamenti del Terzo Giro vennero divulgati per invalidare qualsiasi punto di vista
precostituito, perfino il punto di vista dell’assenza di un sé. Le tre serie di insegnamenti
impartiti dal Buddha non avevano la funzione di introdurre “nuovi concetti”; il loro scopo era
semplicemente quello di disperdere (diversi tipi di) confusione.
Dzongsar Khyentse Rinpoche

PERCHÉ I BUDDHA CI AIUTANO?

Lo spazio, in cui tutto l’ universo appare, non ha alcun bisogno di mostrarsi (in qualsiasi modo) a
ciò che accade al suo interno. Allo stesso modo, i Buddha nella loro natura illuminata non hanno
alcun bisogno di manifestarsi, in qualsiasi modo.

Tuttavia – a causa delle potenti connessioni create dalle aspirazioni che essi stessi hanno
formulato prima di raggiungere l’illuminazione, e dalle preghiere che gli esseri viventi formulano
per ricevere le loro benedizioni – i Buddha si manifestano spontaneamente in un’infinità di modi per
aiutare gli esseri viventi secondo le loro esigenze e inclinazioni.
Dilgo Khyentse Rinpoche

L’EREDITÀ DEL BUDDHA IN TIBET

Quando gli insegnamenti del Buddha si diffusero in Tibet, i diversi lignaggi ricevettero un certo
nome secondo le circostanze della loro trasmissione. La prima fu la Scuola Antica (Nyingma in
tibetano). I successivi sette lignaggi vennero chiamati le Scuole Nuove (Sarma in tibetano).

Collettivamente, queste diverse scuole di insegnamenti sono conosciute come gli “Otto Veicoli del
Lignaggio della Pratica”. I loro nomi sono Nyingma, Kadam, Sakya, Karma Kagyu, Shangpa Kagyu, Shi-je
e Chöd, Jordruk e Nyendrub. Al giorno d’oggi sono tutte incluse nelle quattro scuole del Buddhismo
tibetano, le rinomate Nyingma, Kagyu, Gelug e Sakya.
Tulku Urgyen Rinpoche

Da: “In the Presence of Masters”, di Reginald A. Ray – Shambhala Publications 2004

Scelto e tradotto da Italo Cillo, Chönyi Dorje.

Fonte: sestosensojewels.blogspot.com/2009/07/il-buddha-e-sempre-con-noi.html

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