James Hillman – Il Cammino del «fare Anima» e dell’Ecologia Profonda
di Selene Calloni Williams
Noi siamo vittime delle teorie ancor prima che vengano messe in pratica James Hillman.
Ecco perché in questo libro tutto è esperienza: lesperienza stessa del fare anima e dellecologia
profonda, che conducono in un cammino che trasforma paure e limiti nel fuoco psichico della grande
energia creativa e dona il potere della visione immaginale. Fare anima ha un effetto curativo, salutare e vivificante.
Tuttavia fare anima non è fare terapia.
Fare anima è stare dalla parte dei sogni, delle ombre, degli avi, è stare dalla parte del daimon, il lato invisibile delle cose.
Fare anima è stare con le immagini dellanima, con gli eidola, gli dèi, e da lì, da quella
prospettiva, guardare allIo e ai suoi bisogni. Fare anima è stare nel sacro, nella capacità di
darsi e nel piacere, nel fuoco, nel calore psichico, nella beatitudine di cui questo darsi è fonte. Queste pagine raccolgono la saggezza di un insigne maestro dei nostri giorni.
James Hillman (1926-2011) ha parlato di un grande segreto di libertà, riscatto ed emancipazione.
Selene Calloni Williams porta la sua voce a tutti in un modo straordinariamente semplice,
accessibile da chiunque, eppure capace di rendere il messaggio originario con inalterata profondità.
Ma non solo, nel corso delle pagine il messaggio di Hillman si confronta con i grandi segreti dei
culti dei misteri sciamanici dellAsia, che Selene Calloni Williams studia da oltre trentanni E
così impariamo che possiamo trovare la nostra via che porta fuori dalla sofferenza ed esistere nella gioia, proprio ora.
Contiene il DVD dell’eccezionale documento
L’esperienza Sciamanica e la Psicologia Archetipica
Alcuni brani estratti da “James Hillman – Il Cammino del «fare Anima» e dell’Ecologia Profonda”
James Hillman, scomparso di recente, è stato uno dei più fertili e creativi autori della psicologia post-junghiana.
Il libro di Selene Calloni Williams, allieva di James Hillman, è una testimonianza illuminante.
In questo libro si trova una autentica risposta: la chiave del metodo immaginale che sussurra – non
grida – all’orecchio le parole di una iniziazione antica che tratteggia il futuro del pensiero psicologico.
C’é veramente un segreto alchemico rivelato tra le pagine che scorrono veloci, perché la lettura
riesce a essere leggera e accattivante, grazie all’espediente narrativo che tutto inquadra nel tenue
chiarore del primo mattino, quando l’autrice si reca per i suoi allenamenti sul canale della mistica città di Edimburgo.
Lì, mentre corre nel freddo, vede riflesso nel ghiaccio che sovrasta l’acqua del canale il volto del
maestro e intrattiene con lui un dialogo fatto non solo di parole, ma soprattutto di eventi.
Questo non è un libro che procede per concetti, ma per immagini, come appunto dovrebbe essere un libro sulla psicologia archetipica e sulla visione immaginale che essa ispira.
Il libro di Selene Calloni Williams rivela di un fiato il metodo immaginale con un incalzare forte che dice tanto.
La visione immaginale è una incisiva eredità del pensiero e dell’opera di C. G. Jung.
Il sentimento centrale della visione immaginale ci rivela che la realtà è immagine, sogno, miraggio,
proiezione. La realtà oggettiva e il materialismo sono il frutto di una ipnosi dalla quale bisogna risvegliarsi.
Questo risveglio è chiamato in psicoanalisi ritiro delle proiezioni e nelle tradizioni spirituali
esoteriche, come il tantrismo sciamanico (si vedano per esempio gli insegnamenti del mistico Naropa) riassorbimento del reale.
Osserviamo alcuni momenti di questo processo attraverso la lettura di estratti significativi del libro di Selene Calloni Williams.
Fare anima
Fare anima è unattività delle profondità: è psicologia del profondo ed è ecologia del profondo. È
unattività universale, un viaggio che chiunque può intraprendere indipendentemente dal suo retroterra culturale, religioso, etnico e geografico.
Fare anima è prendere gli oggetti, le persone, gli eventi e riportarli alla loro natura di ombre, di
immagini, cioè alla loro natura psichica e animica, liberarli dal giogo del tempo, risvegliarli dallipnotismo dellIo.
Fare anima significa sviluppare la capacità di vedere che persone cose, luoghi ed eventi che
quotidianamente percepiamo sono un sogno allinterno di un sogno e non hanno alcuna sostanza reale,
sono ombre, miraggi; come limmagine della luna riflessa nellacqua, sono visioni vivide e lucide,
ma prive di sostanza. Il senso delloggettività delle cose e del materialismo sono inganni che, al momento del risveglio dal sogno, svaniscono come fumo nel vento.
Fare anima significa prendere ogni persona, oggetto, evento con cui veniamo a contatto e riportarlo
alla sua reale natura di immagine ricordando a noi stessi che stiamo sognando e che ciò che percepiamo è una immagine prodotta dal nostro stesso sogno.
Fare anima significa, dunque, prendere la realtà pezzo per pezzo e ricondurla allanima, ai regni di
Ade, alla dimora delle ombre, alle profondità delleterno femmineo, ai reami dellIo istintuale.
Fare anima vuole dire altresì saper evocare le ombre che abitano oltre la Grande Soglia e portarle
in una zona ove ci sia possibile comunicare con esse: gli avi, gli archetipi, le immagini che
popolano le profondità della nostra psiche, le ombre invisibili che determinano il nostro pensare e il nostro agire.
Fare anima, in buona sostanza, significa fare in modo che tutto ciò che è al di qua e tutto ciò che
è al di là della Grande Soglia si incontri in un confine che non ha collocazione né di tempo né di
spazio. Questo confine è la Terra di Mezzo, la Grande Medesimezza e può essere simboleggiato dallandrogino.
Ritrovare l’unione degli opposti e imparare ad ascoltare la voce del daimon, l’angelo custode.
Landrogino è il simbolo dellunione di morte e vita e di tutti gli opposti, esso è lemblema della
vittoria dellamore sulla paura e dellincontro con il sacro, il sacrum facere, la capacità di darsi.
Fare anima significa affrontare il viaggio verso la Grande Soglia che è la terra dellimmaginale.
Chi accompagna questo viaggio partendo al di qua della Grande Soglia può essere lo psicologo del
profondo, il consulente del fare anima, che ha una funzione sciamanica da psicopompo, traghettatore
di anime, conoscitore del post mortem. Chi accompagna il viaggio partendo dallaltra parte della Grande Soglia è il daimon.
Prima della nascita, lanima di ciascuno di noi sceglie unimmagine o disegno che poi vivremo sulla
terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia
nel venire al mondo dimentichiamo tutto questo e crediamo di essere venuti vuoti. È il daimon che
ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il
portatore del nostro destino. (…) Si è cercato per secoli il termine più appropriato per indicare
questo tipo di vocazione, o chiamata. I latini parlavano del nostro genius, i greci del nostro
daimon e i cristiani dellangelo custode. (James Hillman, Il Codice dellAnima, Adelphi, Milano 1997, p. 22, 23, 24.)
Dialogare con gli avi per conoscere il mito che stiamo mettendo sulla scena della vita.
Le fonti del condizionamento inconscio sono di origine famigliare, esse sono infatti la famiglia e
la società, che è la famiglia della famiglia. La visione di Hillman ci porta a considerare i nostri
avi e a cercare delle vie per riportare in vita qualcosa che la nostra cultura pare avere quasi del tutto dimenticato: i culti degli avi.
La psicologia archetipica e la visione immaginale conducono quasi naturalmente, alla psicologia transgenerazionale.
Divenire consapevoli dei condizionamenti che per il fatto di essere nati in una certa famiglia e
in una data cultura influenzano i nostri obiettivi, i nostri desideri, il nostro comportamento
significa anche poter sentire oltre questi stessi condizionamenti e percepire il daimon.
Le idee che possediamo senza sapere di averle, possiedono noi. (James Hillman, Il Potere, Rizzoli, Milano 202, p. 29).
Da dove ci provengono le nostre idee che non sappiamo di possedere?
Dalleducazione che abbiamo ricevuto, ma più ancora esse sono la conseguenza di atti damore.
In virtù dellamore che ci lega alla famiglia dorigine e nel caso questa sia presente alla
famiglia adottiva, noi ne assumiamo le idee fondamentali e ci facciamo carico di compiti ereditari.
Fin dal momento del nostro concepimento noi riceviamo dai nostri avi un progetto di vita. In
questo progetto di vita si esprimono compiti di compensazione del destino familiare, cioè compiti di
risarcimento nei confronti degli avi. I nostri avi, dunque, sono dentro di noi, sono aspetti della
nostra psiche, dialogare con gli avi è interrogare le profondità psichiche, è fare anima.
I nostri avi, in quanto rappresentanti dellinvisibile, ci mostrano ciò che è nascosto, segreto,
profondo. Gli avi ci parlano del nostro progetto di vita, della nostra missione nel mondo. In quanto
immagini psichiche, ci svelano il mito che stiamo mettendo sulla scena della vita vivendo.
Avendo la nostra cultura perduto il contatto con Ade e con il suo mondo infero, è la psicologia del
profondo il luogo in cui troviamo oggi il mistero iniziatico, il lungo viaggio di apprendistato
psichico, il culto degli antenati, lincontro con demoni e ombre, i patimenti dellinferno. (James Hillman Il Sogno e il Mondo Infero, Adelphi, Milano, 2003, P. 85).
Intervista a Selene Calloni Williams di Margherita Coldesina
Nel 1953, si legge nel libro di Selene Calloni Williams, James Hillman e la sua prima moglie, Kate
Kempe, si stabiliscono a Zurigo, dove egli studia filosofia presso l’Università, conseguendo il
dottorato summa cum laude e, nel 1959, il diploma di analista del CG Jung Institute presso il quale
viene presto nominato Direttore degli Studi, carica che ricopre per dieci anni, fino al 1969.
James Hillman, il grande filosofo e psicoanalista recentemente scomparso – definito da molti il
“dopo Jung” – è stato selezionato dalla Utne Rreaders tra le prime 100 persone “che sono in grado di cambiare la vita del loro lettore”.
Hillman è uno dei più importanti pensatori post-junghiani, il fondatore della rivoluzionaria scuola di psicologia archetipica.
Incontriamo Selene Calloni Williams che di recente ha pubblicato un libro sulla sua vita e il suo
pensiero: James Hillman, il cammino del fare anima e dell’ecologia profonda, 2013, Edizioni Mediterranee, Roma.
Con Mediterranee Selene Calloni Williams ha pubblicato vari libri tra i quali, due anni fa, Le Carte
dei Nat e le costellazioni familiari che ci parla di avi e di psicologia transgenerazionale, uscito nel 2011, sempre per i tipi di Edizioni Mediterranee.
“La mia sensazione”, dico all’autrice, “è che vi sia un nesso importante tra la scuola di psicologia analitica di Jung e di Hillman e l’analisi transgenerazionale.
Del resto come James Hillman ha evidenziato: È la psicologia del profondo il luogo in cui troviamo
oggi il mistero iniziatico, il lungo viaggio di apprendistato psichico, il culto degli antenati,
lincontro con demoni e ombre, i patimenti dellinferno. (James Hillman Il Sogno e il Mondo Infero, op. cit. P. 85).”
Nella visione di Hillman – che egli indubbiamente eredita dal maestro, C.G. Jung – la vita è mito.
Noi possiamo solo fare nel tempo ciò che gli Dei fanno nelleternità, scriveva Hillman (James
Hillman, La Vana Fuga dagli Dei, Milano, 1991, Adelphi, p. 98.). Una persona si risveglia quando svela il mito che sta mettendo in scena vivendo.
Il metodo della psicologia analitica junghiana ci permette di evidenziare nelle immagini
fondamentali della nostra vita gli archetipi che creano il nostro mito. Essi sono gli dei, ovvero i
temi fondamentali della nostra esistenza, le forme originarie delle nostre esperienze. L’analisi
transgenerazionale evidenzia gli archetipi attraverso le immagini dei nostri avi. Gli avi, che che
ci parlano dai simboli di un genogramma o dalle voci di di una costellazione immaginale, ci raccontano una favola che è mito.
Dei e avi, numi e ombre, tutto ciò che ci parla delle profondità psichiche appartiene al mondo che è
oltre la Grande Soglia, il regno di Ade, la dimensione dell’invisibilità, del daimon, del maestro
interiore, del doppio animale, di tutto ciò che, appunto, non è visibile: l’eterno reame dell’anima.
“Infatti,” osservo, “Hillman ha definito il processo della sua psicologia archetipica fare anima. Come dobbiamo prendere questa espressione?”
Il metodo della psicologia archetipica di Hillman non si preoccupa di rendere coscienti i contenuti
inconsci, quanto piuttosto di prendere la cosiddetta realtà cosciente e di ricondurla alla propria
origine, che è nel potere immaginativo della psiche. Ciò che Hillman definisce fare anima
significa spersonalizzare e smaterializzare il reale, riconducendo ogni cosa, persona, luogo, evento
alla sua reale natura, che è immagine, e riportando ogni storia personale alla sua originaria
dimensione mitologica, universale. In questo passaggio si compie una terapia delle idee e della cultura.
Leggendo Hillman si ha limpressione che egli tratti la malattia come un rituale che ha lo scopo di
ristabilire lordine universale, lordine primevo, riparando al danno generato dalle idee.
L’eredità di Jung, che anima il rivoluzionario pensiero di Hillman, è evidente in due immagini
chiave che costellano il bel libro di Selene Calloni Williams. La prima immagine ci mostra che le
idee non sono nostre. Le idee sono eidola, cioè sono idoli, dei e demoni, sono spiriti e numi. La
seconda immagine ci dice che il nostro corpo, lontano dall’essere “oggetto”, è anch’esso, alla stessa stregua di ogni altra cosa, simbolo e immagine.
Jung aveva affermato che gli organi sono gli dei e Hillman gli aveva fatto eco, sostenendo con
energia che gli dei sono divenuti malattie. Il dio Pan, che nella nostra cultura viene sperimentato
come panico, è forse l’esempio più eclatante di ciò. Le malattie sono anch’esse eidola.
“È straordinario!”, dico. “Abbiamo a che fare con un metodo del fare anima, non solo concetti, non mera teoria!”
Noi siamo vittime delle teorie ancor prima che vengano messe in pratica, scriveva James Hillman. Nel mio libro su James Hillman ho voluto esprimere il cuore di un metodo.
“Può evidenziarci altri punti del pensiero di Hillman nei quali l’eredità junghiana è sentita.”
James Hillman è stato un grande innovatore del pensiero junghiano.
Partendo dal concetto di “inconscio collettivo” di Jung, James Hillman arriva a dare alla psiche un
fondamento poetico. La psiche poetica non può essere indagata con strumenti scientifici. Piuttosto
l’approccio alla psiche, nella visione della psicologia archetipica di Hillman, fa pensare all’impiego di strumenti artistici e alle tradizioni dei popoli animisti.
Il concetto di anima mundi che Hillman esprime in una fase matura della sua ricerca, ci dice che
ogni cosa, ogni luogo ha la sua anima. Saper entrare in relazione con l’anima del mondo ci
permettere di esistere in modi più ricchi e creativi. Percepire che il letto in cui si dorme ogni
notte, la sciarpa che si indossa al mattino hanno un’anima, significa poter entrare in una relazione
più intensa con essi; un rapporto d’amore che dà infinitamente di più di una mera relazione materialistica.
La connessione basata sulla percezione dell’oggetto come tale si esaurisce nel suo consumo, ci fa
esistere in un mondo di meri valori economici, di calcolo di più e di meno; un mondo in bianco e
nero. La relazione con l’anima delle cose ci consente di amarle e l’amore all’improvviso colora il
nostro mondo; le cose e i luoghi ci parlano, ci aiutano nei sogni, ci raccontano storie che ci aprono a nuove esperienze.
“Ho apprezzato il suo libro su James Hillman anche per la sua originalità che rompe il consueto stile della biografia.
C’é veramente un segreto alchemico rivelato tra le pagine che scorrono veloci, perché la lettura
riesce a essere leggera e accattivante, grazie all’espediente narrativo che tutto inquadra nel tenue
chiarore del primo mattino, quando lei, l’autrice, si reca per i suoi allenamenti sul canale della mistica città di Edimburgo, la città di Harry Potter.
Lì, mentre corre nel freddo, vede riflesso nel ghiaccio che sovrasta l’acqua del canale il volto del
maestro e intrattiene con lui un dialogo fatto non solo di parole, ma soprattutto di eventi.
Questo non è un libro che procede per concetti, ma per immagini, come appunto dovrebbe essere un libro sulla psicologia archetipica e sulla visione immaginale che essa ispira.”
Non potevo pensare alla vita di James Hillman – colui che ha evidenziato la poesia come base
naturale della psiche e la depersonalizzazione come metodo psicologico – in termini cronologici né storici, così ho rotto le consuetudini.
La psicologia archetipica di James Hillman e la visione immaginale ti portano oltre confine, devi solo pronunciare un “sì”, prendere una decisione, e l’avventura ha inizio.
Concludo affermando che il libro di Selene Calloni Williams, che si legge con il trasporto di un bel
romanzo, è un aiuto che insegna l’arte preziosa della trasvalutazione a mezzo della quale è
possibile percorre il ‘cammino controcorrente’, proprio della psicologia archetipica. All’interno
del libro vi è un brano inedito di James Hillman stesso che ci parla di ecologia profonda. Ecco un breve estratto di questo illuminante intervento:
E’ molto difficile per noi oggi, dopo Cartesio, che creò i presupposti filosofici per lo
sfruttamento dell’ambiente, dichiarandolo morto e privo di anima, di attività propria – davvero
difficile per noi immaginare che la terra letterale possa essere animata, dotata di spirito.
Popoli di molte altre culture percepiscono la terra sulla quale vivono e dalla quale traggono vita,
non semplicemente come una madre che nutre e punisce, bensì come parte integrante della loro stessa anima.
L’anima interiore e la terra esteriore sono unite per osmosi, cosicché quando si verifica un
impetuoso movimento, una migrazione oppure una distruzione radicale della terra mediante l’apertura
di miniere, la costruzione di dighe e la deforestazione, tali popoli sentono deteriorarsi la loro stessa anima, la vita li abbandona e muoiono.
Tutto ciò non accade soltanto per motivi economici, per il fatto d’essere stati privati dalla loro
fonte di sussistenza, degli animali, delle piante, dell’acqua, ma perché il loro mondo spirituale è
stato smembrato; hanno perso i loro protettori, la loro ragione per esistere e per servire.
Noi, che nella nostra “civilizzazione” siamo in grado di vivere senza dei in una società secolare,
arrangiandoci abbastanza bene come anime perse in una condizione priva d’anima, siamo dal loro punto
di vista dei morti che camminano, degli zombi, irreali. Solo in questo modo, disgiunti dalla terra,
possiamo raggiungere i nostri “successi”, successi che stanno all’interno della follia di un pianeta filosoficamente morto. ()
Ecologia è molto più che semplice attenzione alla distruzione della vita sulla terra e all’urgenza di azioni in merito.
Selene Calloni Williams
James Hillman – Il Cammino del «fare Anima» e dell’Ecologia Profonda – Libro + DVD >> http://goo.gl/VG1YqB
Editore: Edizioni Mediterranee
Data pubblicazione: Agosto 2013
Formato: Libro + DVD – Pag 160 – 13,5 x 21,5
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__james-hillman-il-cammino-del-fare-anima-e-dell-ecologia-profonda -libro-dvd.php?pn=1567
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