IL CAMPO PSICHICO KARMICO FAMILIARE COLLETTIVO

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IL CAMPO PSICHICO KARMICO FAMILIARE COLLETTIVO

Intervento tratto dal settimo seminario del Corso di Counseling per l’Armonizzazione e lo Sviluppo
della Personalità, tenutosi in data 18 e 19 Aprile 2009 da Marco Ferrini

Le affinità karmiche risultano essere alla base delle relazioni familiari, ma producono anche altri
tipi di rapporti: amicali, professionali e simili. Ciò che andremo ad esporre ha comunque valenza
universale ed è alla base di tutte le nostre relazioni con qualsiasi persona ed anche con gli
animali, poiché anche alla base dei rapporti con esseri di altre specie ci sono sempre i legami
karmici. La tesi che voglio esporre, sulla base delle conoscenze antropologiche, umanistiche,
filosofiche, psicologiche e scientifiche della tradizione indovedica, è la seguente: i membri
familiari sono tutti in rete in quello che ho definito “campo psichico karmico familiare collettivo”
(denominato CPKFC). Per membri familiari intendo sia i membri della famiglia di origine, sia i
membri della famiglia attuale, quindi dai parenti più stretti, a quelli più lontani.

Questa rete familiare si sviluppa da una comune tipologia di samskara o registrazioni psichiche
inconsce, nella fattispecie i samskara degli antenati fino a quelli dei propri genitori. Tale rete
karmica si espande sulla spinta della forte interazione emotiva ed affettiva che si sviluppa tra i
membri della famiglia. Per estensione chiunque venga in contatto per ereditarietà, parentela,
solidarietà o frequentazione con uno qualsiasi di questi membri familiari, entra nella stessa rete e
la estende, poiché comincia ad interagire con i samskara attivati da quegli individui e da quel
gruppo nel suo complesso. L’effetto è l’irretimento. In tal modo, attraverso l’interazione dei
samskara, i quali tendono ad aggregarsi secondo contenuti inconsci emotivi e psichici analoghi,
della stessa categoria, si estende sempre più un determinato tessuto di affinità karmiche, come
quando un diapason suonando ne mette in risonanza altri.

Sempre sulla base di tali interazioni karmiche, nell’atto della procreazione i genitori tendono ad
attrarre esseri che hanno samskara affini ai propri. Entrando in una determinata matrice o yoni e
poi in un determinato nucleo familiare, l’essere che è stato richiamato da samskara affini ai propri
viene ulteriormente influenzato dai samskara dei genitori e dell’ambiente in cui essi vivono,
cosicché si crea una sempre più forte interazione affettiva ed emotiva che stringe ulteriormente i
legami tra i membri della famiglia. Il legame potente che si sviluppa tra genitori e figli si spiega
dunque con il fatto che essi hanno e sviluppano sempre più samskara in comune; per questa ragione i
figli sono inconsciamente portati a vedere nei genitori parti di se stessi, o comunque persone a
loro molto simili e vicine, anche quando il comportamento dei genitori è riprovevole e riconosciuto
come tale dalle componenti più razionali della psiche.

Poiché nel nucleo familiare la madre e il padre trasmettono con il proprio comportamento e con
l’ambiente che essi creano determinati samskara ai propri figli, con i quali già condividono una
consistente affinità karmica, si sviluppa tra di essi un attaccamento inconscio quasi viscerale, che
soprattutto si costituisce durante l’infanzia del bambino quando la facoltà del discernimento e la
capacità di autonomia affettiva non sono ancora sufficientemente sviluppate. Simili esempi eclatanti
si trovano nella storia della letteratura occidentale ed orientale di tutti i tempi, basti pensare a
Dostoevskij e alla sua celebre opera “I Fratelli Karamàzov” o all’epica mahabharatiana in cui
Dhrtarastra, pur riconoscendo l’egoismo, la natura perfida, violenta, malvagia e invidiosa del
figlio, lo asseconda nel suo delirio di potere che porta alla rovina milioni di persone oltre a loro
stessi. Si possono individuare samskara di due principali categorie: quelli personali e quelli
collettivi. I samskara personali sono registrati nell’inconscio personale che, a livello ancora più
profondo, comunica con l’inconscio collettivo dell’estesa rete dei samskara parentali e
quest’ultimo, ad un livello ancora più profondo, con l’inconscio collettivo universale.

Dunque se uno riuscisse a percepirsi e a sondarsi in profondità, individuando i propri samskara
personali e collettivi, scoprirebbe di trovarsi in rete con chiunque: con Napoleone, Gengis Khan,
Nerone, Platone, Pitagora, Lao Tze e tutti gli esseri che sono esistiti e di cui permangono le
tracce psichiche inconsce registrate e depositate nello spazio-tempo. Gli stessi atomi, aggregandosi
in forme diverse, costituiscono i corpi di tutti gli esseri, ed ognuno dei jiva o esseri presenti in
questi corpi opera sulla base di registrazioni psichiche accumulate nel corso di svariati migliaia
di anni. Dunque sia nel tempo che nello spazio, sia nel micro che nel macro, siamo tutti
indissolubilmente collegati dai samskara che abbiamo attivato. Realizzare i nostri collegamenti
sottili a livello universale richiede una capacità di visione e di consapevolezza molto sviluppate,
mentre è piuttosto facile intuire quanto siamo fortemente connessi e interdipendenti a livello
affettivo e familiare, quasi come se fossimo legati da invisibili catene, per i più indissolubili.

da psicologiaespiritualita.blogspot.com/

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