Il cancro secondo la medicina ayurvedica

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Il cancro secondo la medicina ayurvedica

Medicina Non Convenzionale

Secondo l’Ayurveda la trasformazione neoplastica è data dalla progressiva perdita, da parte della cellula, della possibilità di recuperare le informazioni necessarie per l’adattamento all’ambiente e la messa in atto di strategie per la sopravvivenza che attingono a schemi e configurazioni precedenti

Antonio Morandi – 13/09/2018

È possibile quindi definire un modello generale che descriva le condizioni neoplastiche secondo l’Ayurveda.

All’inizio si deve verificare una condizione che determini un’alterazione o un abbassamento della capacità digestiva e/o metabolica dell’organismo. Questa capacità metabolica è chiamata Agni ed è riferibile a tutti i processi di digestione e trasformazione dell’organismo sia a livello macroscopico che microscopico. Questa alterazione può avere luogo in seguito all’esposizione cronica ed eccessiva ad elementi ambientali o all’assunzione di alimenti non adeguati allo specifico organismo.

L’equilibrio di Agni porta all’utilizzo ideale delle risorse, mentre una sua disfunzione porta alla formazione ed accumulo di materiale dismetabolico, chiamato Ama, letteralmente “cibo non cotto”, riconosciuto come “non self” dall’organismo e quindi di ostacolo al suo corretto funzionamento. Per la sua natura di catalizzatore metabolico Agni è caratterizzato da attributi di velocità e qualità diffusive, calde, penetranti e, secondo i principi dell’Ayurveda, le condizioni che possono portare a una sua alterazione sono quelle in cui si verifica l’eccessiva presenza di elementi con caratteristiche qualitative opposte. Queste condizioni si possono verificare, ad esempio, in un individuo in seguito ad assunzione, per lunghi periodi, di cibo con qualità eccessivamente pesanti e vischiose o, al contrario, all’esposizione a situazioni anomale, sia fisiche che psicologiche, che presentino qualità riferibili al freddo in senso lato, come ad esempio la paura e lo stress, determinando quindi contrazione, blocco e secchezza, elementi contrastanti la qualità calda di Agni.

L’alterazione di Agni determina quindi la formazione e l’accumulo di materiale dismetabolico a più livelli (Ama), che va ad alterare ed ostruire il flusso di informazioni che, secondo l’Ayurveda, è veicolato da particolari canali chiamati Srota. L’alterazione o il blocco delle comunicazioni intercellulari, dovuto alla presenza di materiale dismetabolico che degenera la funzione della membrana e della matrice extra cellulare, è una condizione che anche la moderna biomedicina considera fra le cause principali della trasformazione neoplastica.

Quindi da una parte si avrà un blocco del flusso informativo che altera profondamente l’equilibrio fra i principi funzionali (Doṣa) che governano la fisiologia cellulare e quindi il funzionamento dei tessuti più complessi, generando condizioni di stagnazione, congestione e infiammazione. Dall’altra parte la perdita dello scambio di informazioni e del feedback intercellulare, che consente un continuo adattamento alle variazioni ambientali e microambientali, porterà a un cambiamento della strategia di sopravvivenza cellulare e un’alterazione delle istruzioni normalmente utilizzate.

La trasformazione neoplastica secondo l’Ayurveda è data quindi dalla progressiva perdita, da parte della cellula, della possibilità di recuperare le informazioni necessarie per l’adattamento all’ambiente e la messa in atto di strategie per la sopravvivenza che attingono a schemi e configurazioni precedenti. Cellule con modificazioni che possono essere tendenzialmente neoplastiche si producono continuamente e continuamente vengono eliminate dai meccanismi omeostatici di controllo del sistema generale dell’organismo. Infatti il meccanismo, ad esempio, dell’infiammazione è considerato la fase iniziale di trasformazione e controllo del tessuto neoplastico o potenzialmente tale. L’alterazione del controllo da parte dell’organismo sull’infiammazione è il primo passo della trasformazione neoplastica. Quando l’organismo perde la sua capacità di omeostasi ed autocontrollo, le cellule alterate sopravvivono e raggiunta una massa critica, possono costituire un sistema a sé stante, prevalente sui tessuti circostanti ed autonomo.

Da un punto di vista macroscopico e clinico le condizioni patologiche descritte in Ayurveda che possono essere assimilate alla moderna descrizione di neoplasia sono dette Arbuda. Il termine Arbuda significa letteralmente “crescita di carne”, tuttavia nella sua radice etimologica è anche compreso il concetto di distruzione. Arbuda ha anche altri significati fra cui “dieci miliardi”, numero astronomicamente grande che può indicare la crescita incontrollata di cellule, ma anche “montagna”, “serpente” e anche “demone”.

Quindi, in accordo quanto sopra esposto, secondo l’Ayurveda possiamo riassumere la manifestazione clinica di una neoplasia nei seguenti stadi:

1. Śopha – gonfiore/infiammazione;

2. Granthi – rigonfiamento tissutale;

3. Arbuda – tumore vero e proprio;

4. Karkaṭārbuda – tumore solido esplicitamente maligno;

5. Adhyarbuda – metastasi in siti primari;

6. Dvirārbuda – metastasi distanti;

7. Vraṇārbuda – suppurazione, tumori ulcerativi.

La tipizzazione costituzionale secondo il concetto di Prakṛti viene ovviamente adottata anche nell’ambito delle neoplasie, permettendo di individuare non solo le predisposizioni individuali ma anche, in caso di accertamento clinico, le possibili modalità evolutive della patologia e quindi la migliore strategia terapeutica. Questo concetto è anche estendibile alla Medicina Moderna per una migliore stratificazione dei pazienti e tipizzazione della terapia.

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Scienza e Conoscenza n. 63 – Rivista >> https://goo.gl/ddGQ6U Nuove Scienze, Medicina non Convenzionale, Coscienza
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