Il cannabidiolo (CBD): cosa ci dice la scienza?

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Il cannabidiolo (CBD): cosa ci dice la scienza?

L’uso del cannabidiolo per scopi terapeutici si è diffuso in tutto il mondo. Tuttavia, vi sono
ancora molte controversie in merito alla sua efficacia. Cosa ci dice la scienza?

Popolarmente conosciuta come marijuana, la cannabis è una pianta psicoattiva che contiene più di 500
componenti, tra cui sono stati identificati 104 cannabididi. Di questi, solo due sono stati studiati
dalla comunità scientifica: delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD).

La cannabis è una delle droghe più consumate al mondo. L’OMS stima che circa 147 milioni di persone
(2,5% della popolazione mondiale) ne facciano uso rispetto allo 0,2% che abusa di cocaina e allo
0,2% che fa uso di oppiacei.

Il THC è la parte della marijuana che provoca l’euforia tipica dopo il consumo. Gli effetti
comunemente associati alla cannabis, di fatto, sono causati da questo componente.

D’altra parte, il cannabidiolo non provoca lo “sballo” ed è presente in quantità molto basse nella
marijuana ricreativa. Cos’altro si sa su questo composto?

Cos’è il cannabidiolo (CBD)?

È il secondo composto più comune nella marijuana dopo il delta-9-tetraidrocannabinolo. La cannabis
contiene più di 400 diverse sostanze attive e il THC e il CBD sono solo due delle sue 60 diverse
molecole di cannabinoidi.

È interessante notare che, a differenza del THC, il CBD non è inebriante, in quanto non è
psicoattivo. Inoltre, esercita numerosi effetti farmacologici positivi. Nello specifico, ha
un’azione analgesica e antinfiammatoria mediata dall’inibizione della ciclossigenasi e della
lipossigenasi.

Negli ultimi anni, molte ricerche hanno dimostrato che certi livelli di CBD possono anche avere un
impatto positivo sulla salute. Il CBD può agire come agente protettivo contro alcuni effetti
psicologici negativi del THC. Allo stesso modo, è un antagonista degli effetti negativi legati al
THC.

Gocce di cannabidiolo.

Il cannabidiolo è una sostanza chimica presente nella marijuana che non contiene
tetraidrocannabinolo (THC).

Tipi di cannabidiolo

Il CBD è disponibile in varie forme e può essere trovato in un’ampia varietà di prodotti. I tre tipi
principali sono i seguenti:

Spettro completo. Contiene altri composti presenti nella pianta di cannabis, comprese quantità
variabili di THC.

Ampio spettro. Contiene altri composti presenti nella cannabis, ma non THC.

Isolare. Non contiene nessun altro composto della cannabis.

I prodotti che possono contenere cannabidiolo includono: oli, spray, capsule, lozioni, caramelle e
bevande. Può essere somministrato per via orale, topica, commestibile o inalato.

Prove dei benefici per la salute del cannabidiolo

Il CBD è stato approvato solo per bambini di età pari o superiore a due anni con disturbi
convulsivi, sindrome di Lennox-Gastaut e sindrome di Dravet.

La Food and Drug Administration ha approvato il CBD nel 2018 ed è l’unico trattamento approvato per
i pazienti con sindrome di Dravet. L’Epidiolex, che contiene CBD, è il primo farmaco derivato dalla
cannabis approvato dalla FDA per queste condizioni.

Questo prodotto è attualmente in fase di studio per un possibile utilizzo in varie malattie
psichiatriche, neurodegenerative, infiammatorie e cancerose.

Sono stati condotti, inoltre, diversi studi sui potenziali effetti del CBD come terapia
complementare per i disturbi d’ansia sociale, la schizofrenia, i sintomi non motori del morbo di
Parkinson e i disturbi da uso di sostanze.

Ansia sociale

una delle ansie più comuni che colpisce in modo significativo la vita della persona. In questo
contesto, il cannabidiolo ha mostrato effetti ansiolitici sia nell’uomo sia negli animali.

In uno studio si è scoperto che il CBD è in grado di ridurre significativamente lo stato di
vigilanza, l’ansia, il declino cognitivo e il disagio nelle persone con ansia sociale generalizzata.

Schizofrenia

È un disturbo psicotico caratterizzato da allucinazioni, deliri e disturbi del pensiero, della
percezione e del comportamento. Tradizionalmente, la schizofrenia può presentarsi con sintomi
positivi (allucinazioni, deliri, disturbi del pensiero formale) e sintomi negativi (linguaggio
confuso, anedonia e mancanza di motivazione).

La ricerca rivela che un gruppo di pazienti affetti da schizofrenia che avevano assunto il
cannabidiolo per sei settimana presentava minori sintomi psicotici positivi. Mostravano anche
migliori facoltà cognitive e migliori prestazioni generali.

Sebbene il CBD sia stato testato su pazienti con disturbi psicotici, resta ancora molto da fare.

Morbo di Parkinson (PD)

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica caratterizzata da sintomi motori come
bradicinesia, tremori, alterazioni della postura e rigidità. Allo stesso modo, da sintomi non motori
come disturbi del sonno, deficit cognitivi e disturbi psichiatrici come psicosi, depressione e
ansia.

Tre studi clinici su pazienti con PD hanno ottenuto significativi benefici a seguito di
somministrazione di cannabidiolo. Questi consistevano nel miglioramento dei sintomi non motori
(psicosi, disturbi del sonno, scarsa qualità della vita, difficoltà a svolgere le attività
quotidiane).

È stato anche scoperto che il CBD ha effetti antidepressivi, ansiolitici e
neuroprotettivi/procognitivi. Grazie a ciò, si riscontra un miglioramento della qualità di vita e
del benessere della persona con PD.

Cannabidiolo per il disturbo da uso di sostanze

I disturbi da uso di sostanze derivano dall’uso prolungato di sostanze che creano dipendenza e dalla
loro successiva dipendenza mentale e fisica. Ciò può causare difficoltà a livello sociale,
accademico e lavorativo, insieme a effetti negativi sulla salute.

Una revisione sistematica supporta l’ipotesi che il CBD possa avere proprietà terapeutiche nei
confronti di oppioidi, cocaina e psicostimolanti. Alcuni dati preliminari indicano anche che
potrebbe essere utile nella dipendenza da cannabis e tabacco negli esseri umani.

Conclusioni

I dati scientifici riportati in questo articolo devono essere presi con grande cautela. Le prove in
merito all’efficacia del cannabidiolo per condizioni diverse dall’epilessia pediatrica sono ancora
limitate, così come le considerazioni sulla sicurezza.

Gli studi clinici sono limitati in quanto a disegni, campioni e durata dell’osservazione. Ciò non
rende possibile generalizzare i risultati e i dati a lungo termine.

Si rivelano necessari, pertanto, ulteriori studi al fine di valutare appieno il potenziale del
cannabidiolo come sostanza efficace per trattare varie disturbi psicotici e mediche.

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