Il Canto della Meditazione

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Il Canto della Meditazione

di Osho

(Commento di Rajneesh al ‘Canto della meditazione’ – di Hakuin)

– Reincarnazione

Io non voglio che tu muoia, io voglio che tu viva, e che tu viva in
modo autentico. La morte giungerà quando sarà il suo momento. Quando
il tempo è maturo la morte è bella. Quando il frutto è maturo cade da
solo. Quando hai vissuto la tua vita in modo totale, la morte è una
gioia, perché significa rilassarsi di nuovo nell’universo. Le onde
scompaiono di nuovo nell’oceano, per riposarsi – per un’altra vita,
prima o poi, perché sorga un’altra onda.

É come quando cala la notte dopo che hai vissuto un intero giorno. La
notte è così bella! Puoi andare a letto e dimenticare tutto: il
disordine, l’ansia, il lavoro, la stanchezza. Scivoli in una piccola
morte ogni notte. E coloro che scivolano veramente nella morte ogni
notte sono benedetti, perché la mattina risorgono, rinascono. Sono di
nuovo freschi, di nuovo pronti a fare le molte cose che la vita
richiede. Non sono più stanchi, il loro cuore sta danzando di nuovo,
sono freschi. E sono pronti a saltare nel disordine della vita e
vivere un altro giorno.

Allo stesso modo tu morirai in questo corpo, e riposerai nella terra,
riposerai nel cielo, riposerai per tutto ilo tempo necessario. E
quando sarai pronto a rinascere – un altro giorno, un’altra
resurrezione, un altro corpo – tornerai indietro. Questo andrà avanti
finché non finirai il lavoro che ti è stato affidato, finché non
compirai il tuo destino. Fino a che non realizzerai che tu non sei il
corpo fisico, e non sei nemmeno il corpo della beatitudine… tu sei
un Buddha.

Il giorno che ti renderai conto di questo – non a parole, non
intellettualmente, non dicendo “penso”, ma totalmente, interamente, in
modo che la comprensione sia assoluta, che non sia una logica
conclusione, ma un’esperienza, un’esperienza esistenziale di cui tu
sia il testimone – quel giorno, tu sparirai. E allora non tornerai
indietro su questa terra in forma corporea.

Allora nascerai in Dio, incorporeo. Allora diventerai Dio. Allora
fluirai per l’eternità. Allora sarai un fiore di loto, invisibile agli
occhi comuni. Allora sarai pura fragranza, in eterno. Ma finché questo
non succede, ogni morte è una nuova nascita. E ricorda: io sono qui
per insegnarti come vivere in questo momento, in questo giorno.

Nel frattempo, lasciate che la vostra vita sia una canzone, una gioia,
una celebrazione. Quando siete felici siete con me e con quanti stanno
pregando in questo medesimo istante.

********

– Perché spesso ripetiamo il medesimo tipo di esperienza? –

Perché l’uomo vive nello stesso circolo vizioso sempre e comunque, una
vita dopo l’altra?

La ragione è molto semplice; perché non vivete realmente. Ecco perché
vuoi ripetere. Se tu vivessi realmente non ci sarebbe alcun bisogno di
ripetere. Se tu avessi amato e conosciuto l’amore non ci sarebbe
nessun bisogno di ripetere. Avresti chiuso con quell’esperienza. Ogni
volta che conosci una cosa completamente, hai concluso. Quando una
cosa continua a essere sconosciuta, tu la brami. È naturale: non fai
che desiderare. Non hai amato in questa vita, e desideri un’altra
vita. Non hai amato questa donna, e desideri un’altra donna. Non hai
amato questo uomo, e desideri un altro uomo. In qualche altro mondo,
su qualche altro pianeta.

Non sei stato capace di vedere, riconoscere, realizzare chi sei in
questa vita, e ne desideri un’altra. Ciò che è incompleto desidera
essere completato. Ecco perché io dico: Vivi totalmente! Vivi
profondamente! Qualunque cosa desideri fare, falla! Non evitare nulla,
e non reprimerti, altrimenti dovrai tornare ancora, ancora e ancora.

Maturità è sapere che non c’è niente che si deve fare. Maturità è
accettare l’esistenza per quello che è: essa esiste (yatha bhutam).
Maturità è non desiderare che le cose siano diverse. Maturità è
rilassarsi nel Tutto. Immaturità è conflitto, lotta. Quando la parte
lotta contro il Tutto c’è immaturità. Quando la parte arriva a essere
in sintonia con il Tutto, in armonia con il Tutto – non per sconfitta,
ma per comprensione – c’è maturità. Non c’è niente che si possa fare.
Comprenderlo è maturità.

E anche comprendere che nulla è importante. Lascia che questa cosa
penetri profondamente nel tuo cuore: nulla è importante, ogni cosa va
bene così com’è; questa è maturità. Se non capisci queste cose rimani
infantile. Se entri dentro di te, non troverai nessuno, c’è un
silenzio assoluto. È quello che Buddha intende quando dice “anatta”,
non-sé. Quando conoscerai non troverai te stesso, lo troverai solo
nell’ignoranza. Se non conosci sei, se conosci scompari. La luce della
conoscenza è abbastanza forte per far scomparire l’oscurità dell’ego.

È molto raro trovare una persona matura. Quando trovi una persona
matura hai trovato un Buddha. Gli altri stanno tutti desiderando,
anche se in modo diverso. C’è chi desidera il denaro e chi la
“moksha”, chi desidera il potere e chi Dio. C’è chi vuole provare al
mondo esterno di essere qualcuno e chi vuol provarlo a se stesso. Non
c’è niente per cui crescere, non c’è nessun luogo dove andare, non c’è
scopo alcuno. Sei già nel luogo in cui vuoi andare, quindi non potrai
mai arrivarci, anche se cerchi di farlo. Perché ci sei già – e lo
sforzo è ridicolo, assurdo.

Ecco perché c’è così tanta infelicità nel mondo: perché cercate di
arrivare in un posto in cui siete già. Ma, naturalmente, non potete
farlo, e quindi siete presi dal panico. Poiché non ci arrivate, siete
sempre più frustrati. Poiché non ci arrivate siete sempre più oppressi
dall’ansia e dall’angoscia. Cominciate a creare un inferno intorno a
voi – vi sentite falliti, dei nessuno. Più sei disperato e più ti
sforzi di arrivarci. Ma non puoi arrivare dove sei già. Se lo
comprendi, all’improvviso ti illumini. L’illuminazione non è graduale,
è improvvisa.

Rilassati in questo momento, lascia che questo momento sia. E,
improvvisamente, tutto comincerà a esplodere dentro di te. In quel
momento sarai maturo; quello sarà il momento della tua comprensione
silenziosa. E allora vivrai come un uomo comune, ma in modo
straordinario; vivrai nel mondo ma non ne farai più parte: l’hai
trasceso, sottilmente, senza sforzo. L’hai trasceso senza lottare.
Potrai continuare a giocare, ma saranno solo giochi, non sarai più
serio.

È tutta una commedia – va bene, divertiti, ma non farti inghiottire.
Nel momento in cui sei serio sei posseduto dal mondo. La serietà
indica che il mondo ti possiede, la non-serietà indica che il mondo
non ha più potere su di te.

Ricorda: Dio ti ha creato perfetto! Questo mondo è perfetto, e tu sei
un essere perfetto. Ascolta Hakuin: “Sin dal principio tutti gli
esseri sono dei Buddha”. È così! E tu stai cercando di diventare un
Buddha, stai cercando di diventare perfetto. Sei tu che crei la tua
infelicità. Fallisci, e quando fallisci sei infelice.

– La beatitudine –

Poche persone riescono a vivere senza l’infelicità. L’infelicità ti dà
il senso dell’esistenza, ti definisce. L’infelicità ti dà l’ego,
l’identità. L’infelicità ti dà qualcosa a cui attaccarti, a cui
aggrapparti.

La beatitudine è molto evanescente. Puoi possedere l’infelicità, ma
non puoi possedere la beatitudine – al contrario è la beatitudine a
possedere te. Puoi controllare l’infelicità ma non la beatitudine.
Nella beatitudine devi scomparire; colui che controlla deve
scomparire. Pochissime persone possono permetterselo, hanno tutti
paura di addentrarsi nell’ignoto!

Di certo ti è capitato di sentire la famosa affermazione di Cartesio:
“Cogito ergo sum”. In un certo senso è vero – non in quello che
intende lui, ma in un senso completamente diverso, è vero. Nel momento
in cui il pensiero finisce, anche tu finisci. Ecco perché non ti puoi
permettere di non pensare.

Nella beatitudine i pensieri scompaiono. Nella beatitudine non ci sono
pensieri. La beatitudine non è pensiero. E anche se ti rendi conto di
essere beato, ti succede solo più tardi, quando la beatitudine se n’è
andata, quando quel momento è scomparso. Quando l’uccello è volato di
nuovo verso l’ignoto e tu sei lasciato nella tua infelicità – allora
ricordi, rievochi. È sempre un ricordo. La beatitudine è così vasta…
ti spinge via. Arriva come una marea, e tu svanisci. Se sei pronto a
morire, se sei pronto a scomparire, se sei pronto a perderti… solo
allora riesci a lasciare andare l’infelicità.

Quando sei infelice tutto il mondo ti ha in simpatia. Quando sei
felice tutti sono gelosi di te, nessuno ti può perdonare. Quando sei
infelice tutti sono così gentili con te, così amichevoli, così
generosi. Quando sei felice ti sono tutti nemici. Il mondo intero
diventa nemico di un uomo beato.

Sei infelice perché hai deciso di essere infelice. Forse la decisione
è inconscia – e tu devi essere conscio delle tue decisioni, solo
allora puoi abbandonare, perché niente può essere abbandonato
dall’inconscio. L’inconscio conserva tutto. Una volta che fai una cosa
inconsciamente sarà conservata per sempre, a meno che tu non la porti
alla consapevolezza, e poi la butti via.

Il tuo inconscio è una cantina dove non vai mai e dove continui a
buttare cose. Ogni volta che sei infelice ti reprimi. Se i tuoi occhi
sono pieni di lacrime, cerchi di sorridere – butti quelle lacrime
nell’inconscio. Se sei furioso, reprimi la rabbia, così come la
sessualità, l’avidità.

Continui a buttare queste cose in cantina, ed esse creano uno
straordinario processo alchemico. Tutte queste cose che si incontrano,
che si mescolano… sembra il laboratorio di un alchimista. Solo che
funziona alla rovescia: tu trasformi l’oro in metallo vile.

Devi portare la tua infelicità alla consapevolezza. Devi guardarla in
faccia. E vedere una cosa in modo completo, riconoscerne l’assurdità,
significa lasciarla cadere. Anzi, non c’è più bisogno di lasciarla
cadere, perché nel vederla la lasci cadere. Vedere è trasformazione.
Ihi passika, dice Buddha: vieni e vedi.

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