22 febbraio 2010
Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Cell, rappresenta un passo in avanti nella comprensione di
come le memorie a breve termine si perdono e soprattutto come vengono creati nuovi ricordi.
Fino ad oggi gli scienziati hanno ipotizzato che i ricordi a breve termine vengono cancellati per
fare spazio a quelli nuovi, ma questa teoria non è mai stata provata. Ora un gruppo di ricercatori
dell’Università Tsinghua di Pechino ha scoperto che il cervello produce attivamente delle sostanze
chimiche per rimuovere i ricordi a breve termine. Un lavoro, questo, che viene accelerato di fronte
a grandi quantità di nuove informazioni.
L’apprendimento – ha spiegato Yi Zhing, che ha coordinato lo studio – attiva la formazione
biochimica della memoria. Ma è necessario – ha continuato – rimuovere i ricordi per far entrare
nuove informazioni. Abbiamo scoperto che dimenticare è un processo attivo per rimuovere memoria. I
risultati potrebbero aiutare gli scienziati a capire come le nostre menti immagazzinano i ricordi in
primo luogo.
Lo studio di come si dimentica può essere il modo migliore per individuare le basi materiali della
memoria. I ricordi vengono cancellati da una proteina nota come ‘Rac’. Quando la produzione di
questa proteina viene bloccata, il cervello conserva le informazioni per molto più tempo di quanto
invece farebbe normalmente. Ma quando il cervello tenta di manipolare grosse quantità di
informazioni nuove, Rac viene rilasciata molto più velocemente per fare spazio.
Lo studio è stato condotto sui moscerini della frutta addestrati a sfuggire a certi odori. Le cavie
hanno dimenticato gli odori da cui sfuggire quando venivano date loro nuove informazioni. Ma quando
gli scienziati hanno spento l’ ‘interruttore’ della proteina Rac i moscerini della frutta hanno
ricordato gli odori molto più a lungo di quanto avessero fatto in precedenza, cioè più di un giorno
anziché poche ore.
I ricercatori ritengono che i ricordi potrebbero funzionare allo stesso modo per tutti gli
organismi. Inoltre, di recente la proteina Rac è stata associata all’intelligenza negli esseri
umani.
Fonte: salute.agi.it
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