IL CIBO COME COMPLEMENTO ALLA VITA SPIRITUALE
di Marco Ferrini
Come ci spiegano i testi della letteratura indovedica, quello che mangiamo non solamente determina
quello che noi siamo ma può essere determinante per quello che vogliamo diventare. Attraverso una
scelta attenta della nostra dieta, possiamo cambiare radicalmente il nostro approccio alla vita, i
nostri stati d’animo e la nostra relazione con il prossimo. Il cibo ci nutre ad ogni livello, nutre
sia il corpo che la mente, e dalla sua qualità dipende il benessere dell’individuo nell’interezza
della sua costituzione psicofisica. Inoltre e soprattutto il cibo dovrebbe essere preparato e
cucinato secondo modalità che favoriscono un affinamento della coscienza e delle sue qualità
superiori per permettere un’elevazione etico-morale e spirituale.
E’ importante dunque scegliere una dieta, è altrettanto importante però cucinare in modo corretto.
Il nostro intento è quello di proporre del cibo sano, servito nella quantità giusta con metodologie
di cottura che lo mantengano integro ed equilibrato. Una dieta dovrebbe essere vegetariana e
rispettare le regole del cibo che viene offerto a Dio (niente carne, pesce, uova) ed essere anche in
armonia con i fondamentali princìpi di una alimentazione sana. Spesso per disattenzione e per la
poca importanza che si dà all’alimentazione si finisce per rifugiarsi in cibi che ci nutrono e che
ci danno piacere solo superficiale. Le fritture, gli eccessi di zuccheri, lo scegliere sempre gli
stessi cereali per nutrirci, il condire troppo con spezie e grassi, ci fa ammalare, rimanere
insoddisfatti e poco lucidi e ciò è controproducente anche su di un piano spirituale, poiché questo
tipo di alimentazione non aiuta il nostro impegno nelle pratiche per l’elevazione della coscienza.
Dieci regole importanti per un’alimentazione sana:
Mangiare cibo vegetariano, cucinato con la giusta coscienza e come offerta a Dio.
Scegliere cibi che possano essere assimilati lentamente dal nostro organismo e che producano scorie
sufficienti per un suo buon funzionamento. Pochi cibi raffinati e zuccheri, niente eccitanti (con
una dieta equilibrata non se ne sentirà nessun bisogno), escludere completamente le bevande
alcoliche.
Mangiare molto frutta e verdura alternando il cotto e il crudo; il cotto si assimila più facilmente
e riscalda, il crudo mantiene integre le vitamine e la forza vitale dell’alimento.
Scegliere cereali diversi ogni giorno, diversi da riso e frumento, ad esempio farro, mais, miglio. I
cerali soprattutto se integrali devono essere ben cotti.
Limitare i formaggi stagionati alternandoli a leguminose che è preferibile servire decorticate per
evitare digestioni lunghe e laboriose. Consumare altresì latticini freschi e yogurt. Quest’ultimo
aiuta la digestione e ci dà sostanze preziose.
Diminuire i condimenti. Ogni alimento ha un suo carattere predominante (salato, amaro, dolce,
piccante e acido), un condimento in suo contrasto è utile a valorizzarne le caratteristiche, è
sbagliato sovrastarle e perderne l’essenza. Solitamente si utilizza almeno il 30% di condimento di
troppo.
Non aggiungere grassi inutili perché solo nella quantità giusta aiutano la digestione e sono il
ponte tra noi e il cibo, aiutandoci a distinguerne le caratteristiche.
Mangiare preferibilmente poche volte al giorno. A colazione cereali, latte, yogurt e frutta, a
pranzo cereali, verdura cotta e cruda, proteine vegetali e derivati del latte, a cena una minestra e
della verdura cotta. Tradizionalmente il pane è un alimento essenziale, ma deve essere ben integrato
e moderato nelle quantità.
Quantificare il cibo a seconda dei nostri reali bisogni.
Degustare attraverso i cinque sensi il cibo offerto a Dio con l’intento di coglierne l’essenza.
Cercare di sviluppare la coscienza per riconoscerne il valore intrinseco, naturale e spirituale. Ciò
è possibile mangiando lentamente, con gusto e masticando bene ogni boccone, con attenzione, meglio
se in silenzio.
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