Il cicli umorali

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I cicli umorali

di Guido Da Todi

Non è sicuramente un’indicazione risalente soltanto a
quanto insegna l’antica Tradizione Metafisica (Dottrina
segreta, Scienza del Tao, ecc.) quella che valuta e riconosce
un ritmo oscillatorio negli stati d’animo di noi tutti.
Il magnifico «background», ad esempio, che fa da sfondo
al «Libro dei Mutamenti», propone le armoniche innate in
natura quali «conduttori» prioritari della condotta umana.

Se ci addentriamo, addirittura, nella scienza dell’agopuntura,
noteremo come ogni intervento del medico segua
– in rapporto a qualunque disturbo – dei precisi orari,
delle preferenze stagionali, e, cosa fondamentale, inizi la
cura con l’auscultazione dei polsi individuali; da cui si
rileva il «ritmo» alterato, o meno, del paziente.

È nata un’altra indagine alla fine del secolo passato:
quella dei bioritmi.

Essa si basa su analisi statistiche riguardanti un impressionante
numero di casi; che traggono valore, in quanto
– generalmente – portate su società assicuratrici, con i
relativi episodi di incidenti, mortali o meno.

Che sia una «scienza» vera, oppure no, sta di fatto che
non si possono negare coincidenze incredibili tra il meccanismo
rivelatore dell’onda oscillatoria, «positiva», o «negativa
» individuale ed i risultati che quest’ultima porta
nella vita di chi ne risente.

In verità, nell’articolo non è proprio nostra intenzione
dilungarci sulle teorie – antiche e moderne (cicli circa-
diani) – che stanno alla base di una regolare mutazione
dei nostri stati d’animo, in attivi e passivi, quanto risvegliare
una curiosità, o un interesse a quelle ondate successive
e contrarie di euforia o malinconia, che ci coinvolgono,
durante ogni periodo della nostra esistenza.

Basti solo osservare il ritmo contrastante che compone
il nostro respiro: aspirazione ed espirazione; l’avvicendarsi
della notte e del giorno; il flusso e le risacche delle onde
marine.

Ogni metodo spirituale indica il «respiro cosmico» come
preesistente, ed attivo in ogni funzione vitale, dalla più
minuscola, alla più autorevole, ed indica l’innesto completo
che l’individuo ha in questa soggiacenza universale
come assoluto ed inevitabile.

Che lo si voglia, oppure no, ogni cosa respira con un
preciso ritmo; dalla vibrazione ed oscillazione di ogni atomo
del nostro corpo fisico, sino ai nostri sentimenti, pensieri,
e così via.

La chiave fondamentale, allora, fornita dallo studio delle
Verità Metafisiche tradizionali è, in primo luogo, riconoscere
questi ritmi, in noi e fuori di noi. Successivamente,
abbandonarsi ad essi, come il nuotatore si abbandona
alla corrente del mare, facendosene trasportare.

Difatti, è una verità fondamentale che le radici del dolore
e della disarmonia non risiedono nell’accettare e seguire
«la musica fondamentale delle cose», bensì nell’opporsi
– con le mille pulsioni umane – ad essa.

Facciamo un piccolo esempio.

Come un bambino che fa i capricci, e tende a far tardi la
sera, perdendo così quelle preziose ore di sonno formativo,
volute dal respiro della natura, a lungo andare diverrà
scontroso, nervoso, costruendo le basi di una maturità
instabile, così ognuno di noi – trovandosi nel flusso di
giornate «assimilatrici», di «riposo mentale», di «non creatività
» – non dovrà tormentarsi in stress inutili, forzature
ad agire, a creare e costruire azioni che non potranno
nascere perfette, in quanto fuori «tempo» e «luogo».

Impariamo, di conseguenza, a riconoscere in noi il susseguirsi
costante di due periodi specularmente opposti.

Essi ci hanno «marchiato» dalla nascita, come viene indicato
dalla Tradizione.

Yinn e Yang si susseguono in ogni manifestazione dell’essere.
Magari, non ci abbiamo fatto caso. Eppure, una volta
riconosciuti, ci renderemmo conto di quanti errori, quante
velleità spropositate da parte nostra, quante «stonature
» d’essere avremo subito in passato opponendoci al «ritmo
naturale dell’energia».

È facile, in definitiva, riconoscere – quando si possiede
la chiave e si frequenta la persona -qualcuno che sia «in»
oppure «out».

E, in ciò, non soltanto non vi è nulla di male; ma, addirittura,
è celato il segreto più sottile della rigenerazione
delle forze soggettive e biologiche di tutti noi.

Alla fine della giornata, il sonno ristoratore ci obbliga a
cadere in uno stato di coscienza sospesa, in cui la divinità
ricarica le nostre batterie, per farcele trovare ben colme e
carburate all’inizio della prossima giornata.

Così, è per i nostri cicli quotidiani. Siate certi che ad un
ciclo (di solito composto di una quindicina di giorni) di
produttività potenziale, oppure estrinseca, seguirà, in voi,
un periodo simile di una «sottile negazione» a produrre, a
creare cose nuove; sarete portati a «sedervi sugli allori» e
ad utilizzare semplicemente la produzione energetica
espressa nel ciclo precedente.

Ma, ciò è giusto ed è buona cosa.

Nell’arco solare, anche il nostro sistema divide la sua
produttività e la sua creatività in due momenti apici, che
sono gli equinozi ed i solstizi.

Riposatevi, allora, quando riconoscerete quella fase di
«pralaya» in voi. Agite solo per portare a termine i vostri
doveri essenziali, ed i compiti dharmici quotidiani. Anzi,
imparate a percepire come la divinità stia caricandovi
sottilmente ed improrogabilmente di nuova energia; sentitela
fluire nelle vostre vene, nel vostro soggettivo, nel
mondo interiore delle vostre percezioni più nobili.

La natura ve lo chiede.

Opporvi a questo stato di necessario «Yinn» individuale
e ciclico significa, alla lunga, trasformare in stress, malinconia,
e stati d’essere disarmonici quel che dovrebbe essere,
invece, il più bel dono della vita cosmica: la constatazione
sperimentale e personale della Vita Una, che
rigenera, costantemente, ogni suo aspetto finito.

Lasciatevi, quindi, andare, quando sentite che è giunto
il momento.

Ma, inseritevi, invece, nella formicolante azione elettrica,
quando il pendolo sarà slittato nell’ansa successiva:
nel periodo produttivo.

Il flusso cosmico – e codesta è la magnifica rivelazione
che ci proviene dalla Scritture Indiane – è Dio stesso, che
«si fa piccolo come la più minuscola delle esistenze» e
«grande, come l’inimmaginabile»; e, simile all’acqua che,
quando scende copiosa dal cielo, risveglia la vita di una
quercia immensa, penetrando sin nelle sue più invisibili
fibre, così si occupa dell’intero creato, ma anche della ritmica
vivificazione di ogni singolo uomo e donna, e di ogni
altra cosa.

Vi sentite vuoti, malinconici, inutili?

Fate più attenzione in voi stessi; e rintraccerete, nella
condizione predetta, due stati d’animo precisi, allora. Uno,
sarà rappresentato dalla ribellione – sovente primordiale,
subconscia, primitiva – che avete sempre opposto al fatto
che la vostra individualità non «suoni»a sufficienza nel
mondo esterno; che la gente non «vi apprezzi» (tanto più
che, ora, vi trovate in un periodo «assimilativo Yinn»), e
così di seguito.

L’altro stato d’animo, invece, continuerà – come sempre
ha fatto – a suggerirvi:

“. Ma, lasciati andare. Non ti ribellare.Riposati, nell’attuale
apparenza di «non essere». Nessuno ti obbliga a
«dimostrare» chissacchè, o chissà cosa!. Ne parleremo
dopo.”

Non è cosi?. Ed allora, perchè non ascoltare la saggia
voce della natura, in voi, che vi indica il silente diritto
della vita ad assimilare e «risuonare» all’unisono con tutti
i cicli del cosmo-dio?

Credetemi, è così.

E questo ci insegna l’antica Tradizione:
a riconoscere e seguire i ritmi del respiro universale,
adagiandoci in esso, volta per volta.

La ricerca delle «piccole chiavi» ha fatto grande il Pensiero
Cinese, e i taoisti ci insegnano a rintracciare l’assoluto
nei cicli del relativo.

Se, poi, volete la «ciliegina sulla torta» accettate, ora,
questa mia piccola confidenza.

Mentre sto scrivendo l’articolo io «libo e mi inebrio» nello
sperimentare la dolcezza e la tenerezza proprio di un periodo
«out» (ne parlai in uno dei passati articoli..). Tuttavia,
percependo che la vita universale mi sta magicamente
e gradualmente «riempiendo la spugna» con le sue energie
cicliche, non mi resta che rivelarvi la gioia ed il «riposo
creatore» indicibile che provo, lasciandomi andare lungo
la corrente sublime della «Mano Celeste».

Ed è un nettare indicibile sprofondare nel «Cuore di Dio»!

da lista_sadhana

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