03 luglio 2018
E stata identificata larea che permette agli esseri umani unici fra tutti i primati di
controllare consapevolmente l’intonazione della voce, permettendo così di modulare unampia gamma di
sfumature, come esclamazioni o domande, che arricchiscono notevolmente il discorso (red)
da lescienze.it/news
Le variazioni consapevoli dell’intonazione della voce sono controllate da una piccola regione del
lobo frontale del cervello – la corteccia motoria laringea dorsale bilaterale (dLMC) – che permette
di regolare la contrazione dei muscoli della laringe da cui dipende il tono della voce. A
identificare i circuiti che permettono di modulare finemente l’intonazione è stato un gruppo di
ricercatori dell’Università della California a San Francisco, che firmano un articolo pubblicato su
“Cell”.
La scoperta, ha detto Edward Chang, coautore dello studio, “potrebbe avere implicazioni per una
migliore comprensione di come si è evoluta la capacità di parlare negli esseri umani”.
La voce è generata dall’avvicinarsi delle corde vocali in modo tale da vibrare quando l’aria passa
attraverso di esse. Questo movimento, che determina l’altezza della vocalizzazione, è regolato da
una complessa serie di muscoli, ma l’intonazione fine della voce è modulata principalmente da
sottili variazioni nella tensione delle corde vocali da parte del muscolo cricotiroideo.
Gli esseri umani sono gli unici primati in grado di usare questo muscolo in modo da controllare
consapevolmente il tono della voce, così da poter cantare ma anche, e soprattutto, esprimere
esclamazioni, affermazioni, domande e tutte le altre sfumature che possono arricchire il discorso,
perfino cambiandone il significato con una coloritura ironica.
Il circuito neurale per modulare il tono di voce
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La capacità di controllare lintonazione della voce è controllata da una parte della corteccia
motoria laringea. (Cortesia Dichter et./Cell).
Per identificare i circuiti coinvolti, i ricercatori hanno stimolato con piccole correnti elettriche
i neuroni della dLMC di un gruppo di volontari ai quali era temporaneamente impiantata una serie di
elettrodi per monitorare l’attività cerebrale in vista di un intervento per curare un’epilessia.
La capacità di esprimere con il linguaggio concetti ed emozioni complessi non ha peraltro oscurato
l’importanza delle informazioni veicolate dagli aspetti non verbali delle vocalizzazioni, come
mostra un altro studio, condotto da ricercatori dell’Università del Sussex e pubblicato su
“iScience”, in cui Jordan Raine e colleghi hanno analizzato la capacità umana di valutare la
prestanza fisica di ua persona sulla base del solo ascolto di urla e/o frasi aggressive pronunciate
da un’altra persona, “un giudizio che per i nostri antenati poteva essere decisamente rilevante ai
fini della sopravvivenza”, ha detto Raine.
I test condotti hanno mostrato che gli ascoltatori umani sono in grado di stimare, sia pure non con
altissima precisione, se un’altra persona è più forte o più debole e se è più alta o più bassa.
Questa stima è peraltro risultata affetta in generale da un leggero errore sistematico: le donne
tendono infatti a sovrastimare la forza dei vocalizzatori maschi, mentre i maschi tendono a
sottostimare quella delle vocalizzatrici donne.
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