Il corpo eterico – La telepatia mentale -I chakras (terza parte)

pubblicato in: AltroBlog 0
IL CORPO ETERICO – LA TELEPATIA MENTALE (TERZA PARTE)

(OTTAVA MONOGRAFIA)

di Guido Da Todi

I chakras, in funzione della telepatia – I punti occulti degli altri nostri organismi sottili – La divisione, in tre parti, dell’umanità, dovuta al risveglio di determinati chakras – Le razze umane trascorse – La telepatia che nasce dal plesso solare; quella emessa dal cuore; e quella dei centri superiori, sul capo – Come vede, il veggente, i corpi sottili dell’uomo – La composizione geometrica ed interiore di ogni chakra – Il gioiello monadico, al centro del “Fiore d’Oro” – I colori esatti e i suoni occulti di ogni centro eterico – Una rara lettera originale del Maestro Paramahansa Yogananda, sulla misteriosa e potente natura dei chakras – L’aura radiante umana – Il Mondo delle Idee; o, come scrive Patanjali, la Nuvola delle Cose Intellegibili – Aspirazione, concentrazione, meditazione, illuminazione ed ispirazione – Chi sono i Guru divini? La Monade: Volontà di Essere Come il veggente vede le “idee”, partorite dai pensatori – Indicazioni ulteriori sull’arte della telepatia –
I Chakras eterici, in funzione della telepatia

Uno studio serio e consapevole sui chakras non sarebbe integrale se non toccassimo la connessione che essi hanno con quel fenomeno, chiamato della telepatia.
Ne comprenderete le ragioni, proseguendo la lettura. Vale, qui, affermare che non soltanto il nostro corpo eterico denso possiede e postula le sue funzioni sperimentali sui chakras; anche gli altri organismi invisibili li possiedono. Ma, i punti occulti degli organismi invisibili sono praticamente inutili, fino a quando non vengono resi funzionali quelli del corpo eterico. La chiaroveggenza, la preveggenza, e tutti i fenomeni di materializzazione avvengono quando le leve degli organismi invisibili dell’uomo sono inserite nella sua struttura eterica, tramite l’unificazione con i relativi chakras eterici.
Lungo tutto il percorso reincarnativo, dunque, la Monade si trova, assopita e priva di poteri divini, immersa nei tre mondi. E le forze galvanizzanti dei piani Eterico-Cosmici, per il peso gravitazionale planetario, si baricentrano nei chakras sotto il diaframma.
L’umanità, in proposito, è stata autorevolmente divisa in tre parti.
V’è un tipo di uomini e donne che trae ogni risorsa dalle sue linfe vitali, enucleate nel chakra sacrale e che, a malapena, raggiunge il plesso solare.

Un altro genere di umanità dipende, in ogni anelito vitale, dall’accentramento di forze istintive che, in massima parte, si annidano nel plesso solare e lambiscono il chakra del cuore.
Un folto gruppo di esseri, (ma, ciò nondimeno, una stretta minoranza, in paragone al rimanente), vive sul vibrare delle forze, che alimentano, principalmente e preferibilmente, i centri, dal cuore in su.
E, in tal caso, già ci troviamo nel campo prossimo agli iniziati. Si tratta, per lo studioso intuitivo, di non fare a meno di riconoscere, nei tre aspetti di umanità, le tracce evidenti di tre razze, nell’unica loro sintesi: la Lemuriana, l’Atlantidea, l’Ariana. Cosa comportano tali energie, baricentrate solo nel centro sacrale, o, nel plesso solare, o, nei centri attinenti alla testa?
Nel Corso orale di Esoterismo, abbiamo parlato della qualità di ognuno dei Sette Raggi. E, ad esempio, abbiamo detto che il quarto Raggio é il Raggio che dona la capacità di racchiudere, in formula matematica e geometrica, e in circoli chiusi, la bellezza, latente in ogni cosa. Esso é il Raggio dell’artista. Ben cruda ed amara maniera di parlare del quarto Raggio. Per diffonderci, compiutamente, sulle sue qualità, infatti, avremmo dovuto esporre tutte le forme artistiche che esistono nel cosmo, conosciute e sconosciute!
Lo stesso avviene quando noi ci accingiamo a trattare delle facoltà di ogni chakra, che sono l’affiorare, nel tempo e nello spazio, del determinato Raggio che rappresentano. Ci dobbiamo limitare a crudeli sintesi; esortiamo, allora, il lettore a non volere strettamente allacciarsi ad esse, poiché le medesime costituiscono una lama a doppio taglio.
Sono utili, se considerate per quel che valgono: cioè, delle pure linee indicatrici; divengono, addirittura, deleterie, se considerate fini a se stesse e senza possibilità di sviluppi ulteriori.

Il fatto che l’umanità’ sia divisa in tre grandi zone: il lemuriano, o, l’uomo dedito alla trasformazione pura e semplice dei soli istinti sessuali e di forza fisica, con le linfe promotrici dell’essere, postulate nel centro sacrale; l’atlantideo, o, l’emotivo alla ricerca di sensazioni più vaste, ma, tutte, facenti capo al proprio egotismo centrale, amante del lusso e della comodità, dipendente da un plesso solare altamente sviluppato; o, facendo un balzo avanti, l’ariano, più o meno intellettuale, vincolato e prigioniero del proprio razionalismo, oppure radioso d’un intelletto, che è sfociato e si è trasmutato nell’intuizione pura e iniziatica; ebbene, ciò, ai fini della telepatia, divide l’argomento in altrettanti tre tipi di telepatia: l’istintiva, l’animica e la spirituale.

Cominciamo con la prima.

Molti scienziati si sono domandati per quale ragione le ondate migratorie dei volatili seguissero sempre, nel tempo e nello spazio, i medesimi obiettivi. Oppure, per quale ragione i cani fossero capaci di rintracciare, senza alcuna causa che collaborasse con il loro olfatto, un essere umano, a loro caro, allontanatosi centinaia di chilometri. Oppure, perché bastasse, da parte di qualche fiera, madre di una nidiata di cuccioli, un solo sguardo, in direzione del piccolo, andato a giocherellare dieci, o, quindici metri oltre il limitato, e tutto intento ai suoi ruzzoloni, per fargli rizzare le orecchie, volgere il capo, e tornare indietro, lentamente.
Tutte forme, codeste, di telepatia istintiva, proveniente dal plesso solare.
Difatti, gli esoterici sanno che l’animale agisce, non già attraverso il suo cervello, nei coordinamenti d’atto, ma, attraverso il plesso solare.
Nel caso umano, questa telepatia la si riscontra là, dove un tenace affetto istintivo lega due elementi della razza; che siano tutti e due compartecipi nel sentimento, o, che uno solo di essi lo esprima.
Una madre, che avvisa un certo pericolo in cui il figlio si trova in un dato momento. Ed allora si scuote bruscamente ed entra in stato di agitazione. Un innamorato respinto, il quale, di continuo, assilli, con ogni sorta di linee psichiche invisibili, la povera fanciulla, che se ne sente ossessionata quotidianamente, senza un contatto diretto.

Telepatia istintiva è, anche, quella di massa.

Mille persone, eccitate, gomito a gomito, da discorsi di leaders, in pubblici comizi, le quali, in un graduale crescendo, prorompono in ovazioni e in prese di posizione emotive, che non avrebbero raggiunto senza tale fusione telepatica.
E’ il caso, purtroppo, dei linciaggi; è il caso di quelle povere giovani immature, che si strappano le vesti e cadono in delirio, davanti ad un gruppo di, più o meno, altri stupidi, o, troppo furbi, suonatori di una determinata musica. E’ il caso delle cosiddette “sedute di risveglio religioso”, in cui delle anime infantili, in preda ad una crescente paranoia psichica, dopo il canto di alcuni salmi, si contorcono e urlano, a decine, per terra, chiedendo pietà al loro Dio, e che li tolga dalla fragile condizione umana in cui si trovano…
Sempre, agisce il plesso solare, unione diretta con il mondo astrale. Ed ogni movimento, in simile direzione, arricchisce il mondo dell’annebbiamento emozionale, di soporifere altre energie intangibili; ma, pronte ad ingoiare qualsiasi anima che si sintonizzi con esse, per similitudine di natura.
Lo sgradevole, comunque, è passato. Poiché giungiamo alla telepatia d’animo, dopo aver tralasciato quella della personalità, più o meno sviluppata.
I risultati a cui giunge la telepatia d’animo sono, per lo più, positivi. Difatti, essa nasce dal ritmo imposto all’intero organico dell’uomo, dal chakra del cuore.
Si tratta della telepatia di gruppo.

Colui che la pratica è portato a far suoi i sentimenti dell’altro, per quanto tenui gli vibrino alla portata.
Un sublime esempio di questo tipo di telepatia, lo abbiamo da parte del Cristo, nella comprensione cosmica di ogni singolo fatto, che costituisce la panoramica della realtà solare.
Va detto che, nei casi in cui tale telepatia divenga nociva, noi ci troviamo di fronte ai gruppi di delitto (camorra, ndrangheta, ecc..).
Pur essendo, questi gruppi, riuniti in una consonanza effettiva d’animo, poiché mancano di morale e di principi, le loro possibilità si volgono verso conquiste inferiori.
Da qui, la necessità di uno stretto collegamento tra pensiero illuminato e cuore.
Il terzo tipo di telepatia è quello definitivo. La telepatia mentale-spirituale..

La Telepatia mentale-spirituale

Abbiamo elencato i chakras, ma, sempre, senza parlarne singolarmente, per il fatto che eravamo intenti a rivelare i fattori cosmici ai quali ci inseriscono, di costante.
Teniamo, ora, presente che i chakras, a differenza della statica funzione di ogni arto biologico e tangibile del fisico, si qualificano perché palpitano di una nota, o, natura sconosciuta al mondo materiale: la quarta dimensione.
Ogni chakra è collegato, naturalmente, a tutte le parti dell’universo; il chiaroveggente, difatti, non porta il chakra verso l’oggetto eterico denso, o, eterico-cosmico che vuole raggiungere.
Egli lo vede riflesso in quel chakra, ovunque l’oggetto si trovi; lì, ove il tempo e lo spazio sono aboliti.
E, ad un più attento esame, la immagine dell’entità’ contemplata e rispecchiata nel chakra, si rivelerà, non già per un fantasma, ma per l’entità’ stessa.

Però, ogni chakra ha delle funzioni soggettive, che è necessario comprendere, per potersi avvalere delle sue specifiche possibilità.
Nel descrivere i chakras dell’essere umano, noi faremo conto di osservarli nel corpo eterico di un uomo sviluppato spiritualmente e che li abbia tutti funzionali.
Il chiaroveggente, difatti, dove un Adepto ha, per chakras, dei soli, rutilanti di splendore e di colore, vede, in un uomo sottosviluppato, dei grigi bottoni larghi, di materia eterica torbida, senza alcun balenio manifesto, e con una luce potenziale appena accennata.
Il chakra e’, anzitutto, un innesto di due tipi di forze: quella planetaria e quella umana.
Ecco, i due bracci della croce; ecco, il Cristo e l’uomo.
Esistono settantasette chakras in tutto il corpo eterico: hanno un’apparenza sferica.
Sette sono i maggiori: quattro, lungo la spina dorsale; tre, riguardano la testa.
Ed i Guru danno molta importanza al fatto che il discepolo afferri, alla radice, le loro funzioni. Né, presumiamo, che esso possa farlo di primo acchito. La strada, in ogni modo, è tale, quale gliela stiamo indicando.

Il chakra è composto dal coesistere di varie linee magnetiche:
a) Il Punto
b) il Triangolo
c) le Linee Irradianti
d) la Sfera di Incidenza.

Incapsulato in ogni chakra, come perla nello scrigno, v’è il Punto Centrale, che dissemina le indescrivibili potenze della Monade; il Punto Centrale è racchiuso in un triangolo: tre linee di forza, che riflettono il colore, la natura, il potere del raggio monadico, di quello del corpo causale e di quello della personalità.
S’ergono, in direzione quadrimensionale, dalla presente tetrakis magica, i cosiddetti petali del chakra. Cioè, le singole irradiazioni, diverse per ogni chakra, e che sono proprio le linee di forza che il discepolo deve imparare a trattare a dirigere, nel suo lavoro di mago bianco.
Simile divino armonium si assomma nel circolo, che ne rappresenta la zona di confluenza e la sintesi radicale.
Il gioiello monadico, risiede, manifesto a chi lo sappia localizzare, nel chakra alla sommità del capo. E si riflette in quello posto fra gli occhi ed in quello della gola. La sua visione e’ più labile negli altri.
Diamo qui di seguito i colori dei centri eterici, come vengono indicati da Paramahansa Yogananda, nelle sue lezioni della Self-Realization Fellowship (dal Grado settimo delle Lezioni SRF, di Paramahansa Yogananda – L-175)

N.B. I colori dati dal Guru sono solo quelli del chakra alla base della spina dorsale, del lombare, del plesso solare, del cardiaco, della medulla e dell’ajna.. I commenti sul centro ajna e sul brahmanandra non sono i suoi, ma provengono da altre fonti autorevoli.
Il chakra alla base della spina dorsale ha quattro petali, o linee di forza, ed è di colore giallo.
Il chakra lombare ha sei petali, ed è di color bianco intenso.
Il chakra, detto plesso solare, ha dieci petali ed il suo colore è rosso sangue.
Il chakra cardiaco ha dodici petali ed il suo colore è di un azzurro palpitante.
Il chakra della gola ha sedici petali ed il suo colore è una nebbia vaporosa, reticolata con punti luminescenti.
Il chakra della medulla ha due petali, di color azzurro.
Il chakra ajna, posto tra gli occhi, riunisce, in una sintesi sostanziale, la personalità dell’uomo; dove la natura inferiore si collega alla superiore. E’ curioso, infatti, constatare, che i petali sono novantasei, cioè il doppio della somma dei precedenti cinque. Le totalità di colore si raffinano altamente, e, qui, sono oro-azzurro splendidi.
Il chakra brahmanandra, alla sommità del capo, ha mille petali ed è rappresentato, simbolicamente, nelle statue del Buddha, dal misterioso vestimento lenticolare al capo, che quasi tutte portano. E’ composto da due elementi: una zona interna ed una esterna. La zona interna (la Luce nella Luce) è bianco-oro. La esterna, di un indescrivibile balenio di colori. La zona interna è il riflesso, sul cerebro eterico, del chakra del cuore.

E’, comunque, al centro brahmanandra che si focalizzano tutte le attenzioni delle Guide dell’umanità. Viene detto, difatti, di continuo, ai discepoli: “Vivete nella testa”. Con ciò, simbolicamente, esortando l’uomo a postularsi alla vetta delle sue sensazioni fisio-psicologiche, per giungere al contatto monadico. Contatto che scaturisce solo da tale chakra.
L’insieme d’incidenza delle rispettive circonferenze dei sette chakra determina un’entità energetica, chiamata aura individuale. E’ l’irradiazione combinata dei gradi evolutivi dei suoi chakras che dà la nota occulta all’individuo, in seno ai valori invisibili dell’umanità.
Noi continuiamo a riferirci all’ideale individuo che abbia risvegliato armoniosamente tutti i sette punti nevralgici eterici. Tale aura avrà, allora, acquistato un incredibile potenza, silenziosa e suggestiva. Senza parlare del fatto che costui, appunto perché essi lo collegano ai Sette Signori del Mondo, al Logos Planetario, e, più su ancora, alle Sfere Celesti, possederà la padronanza del costante colloquio con i Poteri Divini dell’Essere, confermiamo che egli potrà dirigere le sue forze risvegliate, ovunque lo voglia e con tutto il successo che desidera.

Convergerà le linee magnetiche dei chakras, o, petali, in determinate note posizioni e in determinate direzioni; le unificherà, ritmicamente, in un blocco unico; le vedrà trasformarsi nei poteri angelici che presiedono alla loro struttura, e oltre….. Ma, possederà un’aura, meravigliosa conchiglia, da cui sfavillerà la luce della perla della Gerarchia Bianca, in ogni atto quotidiano che compie..
Consideriamo, adesso, la naturale predisposizione che l’uomo ha, nei contatti con il mondo delle idee.
Esiste, come viene riferito da Patanjali, nelle sue lezioni di Yoga, “la nuvola delle cose intelligibili”, (quella che è stata chiamata “il Piano Divino”, da un altro Guru), che, dalle vette del supremo ordine celeste, lambisce, di continuo, il terreno spirituale dell’uomo.
Il problema è di entrare in contatto con essa e di tradurla in espressione. Vi sono vari metodi graduali per farlo.
Aspirazione, concentrazione, meditazione, illuminazione; e l’ispirazione avviene.
Spesso, il discepolo si incapriccia a volere che il Guru intavoli con lui un discorso più diretto, sulla natura di simili processi occulti, che, per la maggiore, sfuggono all’analisi della coscienza ordinaria.

Cosa che il Guru non vuole fare, semplicemente perché soltanto la maturità individuale ci può permettere di comprendere cosa siano i piani superiori, troppo spesso confusi e scambiati con qualcosa, pur se radiante, di statico e incombente.
Cogliamo, adesso, l’occasione, per suggerire al discepolo, se egli cade in preda a tale tipo d’illusione, di volgere altrove lo sguardo. Non solo i Guru hanno cessato di occuparsi personalmente dell’evoluzione singola dei discepoli; ma, desiderano collaboratori, capaci ed esperti. Tutto ciò che di teorico poteva essere rivelato all’uomo, sulla magia creatrice, è stato rivelato. Il resto è questione di intuizione personale. Solo quando il discepolo è diventato un collaboratore capace ed efficiente, il Maestro si fonde con lui, in una consapevole unità d’azione e continuità di presenza.

Comunque, costretti come siamo a parlare per simboli, torniamo a rappresentarci la nube di cose intelligibili, quale lago inesauribile di sostanza archetipa, che alimenta e continua a far crescere il fiore della civiltà.
I Portatori dell’acqua divina sono i Guru che, con la borraccia del loro sapere e del loro potere, raccolgono, da una parte, il liquore vitale, e, dall’altra, innaffiano, con esso, tramite la telepatia planetaria, le menti degli uomini, accelerandone il processo evolutivo.
All’uomo, ciò appare come un rivelarsi di improvvise intuizioni, come un impulso a nuove mete…
Si tratta, non solo di accettare il fatto ed abituarsi ad esso; ma, di aiutare il desiderio che i Guru hanno di unirsi al genere umano, con l’apprendere l’arte della ricezione e della impressione.
I Guru non si trovano lì, o, qui. I Guru si trovano latenti, nell’ovunque.
L’uomo non è ancora capace di vivere, unificato al silenzio della Parola Divina Informale, che palpita in seno alla nube delle cose intelligibili. La vibrazione rarefatta, composta dai mille segmenti energetici del suo chakra alla sommità del capo, per forza di cose, è immersa, continuamente, in tanto mondo sottile. Ma, l’atmosfera é troppo alta perché le parole possano descriverla.
L’uomo si trova costretto, tramite l’articolazione occulta del suo Io, a dare una veste a quanto veste non ha, e che è il puro Essere.
Ivi, regna, sovrana, la Monade.
E la Monade e’: “VOLONTÀ DI ESSERE”.
Ecco la ragione per cui il chakra alla sommità del capo è stato chiamato il chakra della volontà, e soltanto la volontà risvegliata e cosciente può compiere la magica incisione che ne liberi il fuoco ardente.

Quando l’uomo – prima pigramente, poi, in maniera più precisa e sempre più precisa – inizia a portare giù la semenza d’oro delle astrazioni pure che riceve dalla Monade (a cui si é unito, alla quarta iniziazione, distruggendo il suo ego e acquistando la completa padronanza del chakra brahmanandra, egli è costretto a prendere la strada del chakra ajna, posto tra le due sopracciglia.
E’ tale chakra che plasma il materiale luminoso, ne estrae il messaggio contenuto, e lo inquadra in una forma intellettuale, comprensibile all’amanita’.
Tutti i chiaroveggenti, nell’osservare un uomo in atteggiamento cogitabondo, ne hanno visto le idee: sono entrati in contatto con le energie sottili che egli trattava inconsciamente. E tutti sono rimasti d’accordo nel dire che ciò che veniva pensato da quel uomo essi lo vedevano galleggiare – in linee armoniose, o, confuse, a seconda della potenza del pensatore – a pochi centimetri davanti ai suoi occhi.
Fate una prova. Sceglietevi una rappresentazione mentale di qualche esperienza, da voi vissuta, e che, tuttora, continui ad interessarvi, vitalmente. Diciamo: “..che continui ad interessarvi, vitalmente..”, perché e’ necessario che, per avere una potenza efficace, il pensiero vibri secondo una tonalità forte.
Rappresentatevi l’esperienza, nella mente, fino a fissare un solo particolare. Sarà una mano, saranno le rotaie di un tram, sarà il candelabro di una chiesa; non importa cosa.
Voi sentirete, con distinzione, che tale piccola figurina, partorita dal vostro immaginare, vi vellicherà la fronte, a pochi centimetri davanti agli occhi, sostenuta dal chakra ajna.

Ricordatevi, è molto difficile saper pensare egregiamente. E’, anche, pericoloso intraprendere degli esperimenti telepatici, nella direzione sbagliata e senza dei graduali allenamenti e con una saggia previsione degli ostacoli a cui si vada incontro.
Quando l’uomo intensifica la sua tonalità magnetica, poiché, purtroppo, si trova a dover superare delle barriere di forze stagnanti, sia in lui, che fuori di lui, e poiché, anche, non ha la volontà necessaria a spazzar via ogni impedimento energetico che gli viene dall’atmosfera celata del nostro globo, potranno succedergli vari inconvenienti.
Se noi sfreghiamo un pezzetto di ambra, esso si elettrizzerà ed attrarrà dei corpuscoli di polvere, che ne appanneranno la levigatezza. Se noi tuffiamo in una scatola di limatura di ferro una calamita, essa resterà appesantita da una considerevole quantità di ferro.
Lo stesso accadrà all’uomo, che inizia la telepatia.
Indiscutibilmente, gli sforzi che egli compie per il suo desiderio di aumentare il potenziale magnetico lo elettrizzano e, prima o poi, senza le debite precauzioni, egli si troverà circondato da una massa vibrante di corpuscoli energetici, che ammanteranno la sua natura ancora impura, rendendo argilloso il terreno su cui cammina.
Ecco perché i Guru insistono molto che, prima di addentrarsi in esperienze di carattere occulto, il discepolo purifichi i propri moventi e la propria natura.

V’è, poi, ancora, un altro inconveniente, per chi comincia a praticare l’arte della telepatia.
La sua debolezza psichica.
Esistono pochi individui che riescano a forare la placenta di forze in cui si trovano tutelati, o quelle della loro aura, e a toccare un’altra aura: l’aura con cui vogliono entrare in contatto. Ciò fa sì che gli incauti, credendo di procedere con successo sulla strada della telepatia, gonfino di sostanzepensiero, sempre rinnovate, simile a un palloncino colorato, la loro aura. E raggiungano gli stessi insuccessi di cui abbiamo parlato poco fa.
Uno dei Maestri afferma che, tra coloro i quali, al giorno d’oggi, si dicono telepatici, o, medium, il novantacinque per cento cade nell’illusione piena. Essi manipolano e rimanipolano forme-pensiero, o, vibrazioni del loro subconscio, attorno, e nella loro stessa zona astro-mentale. Mettono insieme, in una cecità poco illuminata, dei messaggi, quasi tutti nello stesso tono; poi, affermano che l’entità ha parlato, o, l’amico ha risposto, da una città distante.
Per lo piu’, si tratta di persone in buona fede; quindi, maggiormente pericolose.
Ma, lo stesso Maestro, esorta, nel contempo, a rinnovare gli sforzi, e dice che la Gerarchia ha bisogno di discepoli, i quali sappiano impressionare e siano telepatici.
L’abitudine a pensare rettamente, con precisione e con maturità, darà il sottostrato necessario ad avere un pensiero efficace, per venire proiettato e per ricevere.

Guido Da Todi

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *