Il cuore intelligente

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Il cuore intelligente

Tra i primi moderni ricercatori sulla psicofisiologia che hanno esaminato le conversazioni tra cuore
e cervello, ci sono John e Beatrice Lacey. Durante 20 anni di ricerca negli anni ’60 e ’70, hanno
osservato che il cuore comunica col cervello in un modo che influenza significativamente come noi percepiamo e reagiamo al mondo.

Una generazione prima che i Laceys iniziassero a ricercare, Walter Cannon mostrò che i cambiamenti
nelle emozioni sono accompagnati da prevedibili cambiamenti nella frequenza cardiaca, nella
pressione del sangue, nella respirazione e nella digestione. Nella visione di Cannon, quando siamo
“eccitati”, la parte mobilizzatrice del sistema nervoso (simpatico) ci da energia per combattere o
scappare, e nei momenti di calma, la parte rilassatrice del sistema nervoso (parasimpatico) ci raffredda.

In questa visione, si assume che il sistema nervoso autonomo e tutte le risposte fisiologiche si
muovano in sincronia con la risposta del cervello ad un dato stimolo. Presumibilmente, i nostri
sistemi interni si uniscono quando siamo eccitati e si rilassano insieme quando siamo a riposo e il cervello sarebbe a controllo dell’ intero processo.

I Lacey hanno notato che questo semplice modello corrisponde solo parzialmente al vero comportamento
fisiologico. Con l’ evolvere della loro ricerca, hanno scoperto che il cuore sembra avere la sua
logica particolare che spesso diverge dalla direzione presa dal sistema nervoso autonomo. Il cuore
sembra mandare chiari messaggi al cervello ai quali non solo esso risponde, ma obbedisce.

Ancora piu’ intrigante è stato osservare come questi messaggi influiscano sul comportamento di una
persona. In breve, dopo questo, i neurofisiologi hanno scoperto percorsi neurali e meccanismi
tramite i quali gli impulsi dal cuore al cervello possono “inibire” o “facilitare” l’ attività
elettrica cerebrale. Quindi nel 1974, i ricercatori francesi Gahery e Vigier, lavorando con i gatti,
hanno stimolato il nervo vago (che trasporta molti dei segnali dal cuore al cervello) e hanno
scoperto che la risposta elettrica del cervello veniva ridotta della metà rispetto alla norma.
Riassumendo, le evidenze suggeriscono che il cuore e il sistema nervoso non seguono semplicemente le direzioni del cervello, come aveva pensato Cannon.

Neurocardiologia: il cervello nel cuore

Mentre i Laceys effettuavano le loro ricerca in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori
cardiovascolari si unirono ad un gruppo simile di neurofisiologisti per esplorare le aree di
interesse comune. Questo ha rappresentato l’ inizio della nuova disciplina di neurocardiologia, che
ha fornito importantissime informazioni sul sistema nervoso nel cuore e su come il cervello e il cuore comunichino tra loro tramite il sistema nervoso.

Dopo lunghe ricerche, uno dei primi pionieri della neurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, ha
introdotto il concetto di un “cervello del cuore” funzionale nel 1991. Il suo lavoro ha rivelato che
il cuore ha un sistema nervoso intrinseco complesso e abbastanza sofisticato da essere qualificato
come un “piccolo cervello”. L’ elaborata circuiteria lo abilita ad agire indipendentemente dal
cervello nel cranio, per imparare, ricordare e persino avere sensazioni. Il libro recente
Neurocardiologia del Dr. Armour e del Dr. Jeffrey Ardell, fornisce una panoramica della funzione del
sistema nervoso intrinseco del cuore e del ruolo dei neuroni autonomi centrali e periferici nella
regolazione della funzione cardiaca. l percorsi del sistema nervoso tra il cuore e il cervello sono mostrati nella Figura 2.

Il sistema nervoso del cuore contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori, che rilevano gli
ormoni circolanti, le sostanze neurochimiche, la frequenza cardiaca e la pressione. L’ informazione
ormonale, chimica, della frequenza e della pressione viene tradotta in impulsi neurologici dal
sistema nervoso del cuore e inviata dal cuore al cervello tramite diversi percorsi. E’ sempre
tramite questi percorsi nervosi che i segnali di dolore e altre sensazioni vengono inviate al
cervello. Questi percorsi nervosi entrano nel cervello in un’ area detta medulla. I segnali hanno un
ruolo regolatorio su molti dei segnali del sistema nervoso autonomo che escono dal cervello al cuore, ai vasi sanguigni e ad altre ghiandole e organi.
Comunque, questi arrivano anche ai maggiori centri cerebrali, dove possono influenzare la percezione, le decisioni e altri processi cognitivi.

Il Dr. Armour descrive il cervello e il sistema nervoso come un sistema di processazione parallelo
che consiste in gruppi neuronali separati ma interattivi sparsi nel corpo. Il cuore ha il suo
sistema nervoso che opera e processa informazioni indipendentemente dal cervello e dal sistema
nervoso. Questo permette al cuore trapiantato di funzionare: normalmente il cuore comunica col
cervello tramite le fibre nervose che passano per il nervo vago e la colonna vertebrale. In un cuore
trapiantato, queste connessioni nervose non si ricollegano per un lungo periodo di tempo, se non del
tutto; comunque, il cuore trapiantato riesce a funzionare nel nuovo corpo tramite la capacità del suo stesso sistema nervoso intatto.

Fonte: www.heartmath.org

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