Il Dalai Lama parla di Buddha
di S.S., il Dalai Lama
LE PAROLE DEI DALAI LAMA
ARMENIA
[…]Come definire il buddismo tibetano? Sua Santità il quattordicesimo Dalai Lama ci prova così:
“Nella vita quotidiana le preoccupazioni assorbono la nostra attenzione e il tempo passa
inesorabile, indipendentemente dal fatto che le nostre azioni siano buone o cattive. L’esistenza
scorre e non si può tornare indietro; tuttavia ogni istante è unico e il mezzo migliore per viverlo
con intensità è divenirne consapevoli. Dobbiamo esaminare il nostro atteggiamento mentale, e farlo
quotidianamente, per ottenere risultati.
“In tal modo capirete in che maniera funziona il vostro spirito, e con tale maggiore conoscenza
scoprirete il modo per affinarlo. Progressivamente, metterete in luce le cause prime che vi spingono
ad agire, e la consapevolezza di tali meccanismi vi consentirà di modificare il vostro
comportamento, di trasformarlo e di migliorarlo.
“Dovete considerare questi insegnamenti come gli utensili di base della vostra trasformazione e del
miglioramento, così vi sarà possibile ristrutturare lo spirito in senso positivo, un po’ come se
l’aveste disposto in un laboratorio, dove vi fosse possibile osservarlo e impararne i meccanismi
profondi, per modificarli all’occorrenza. Questo con lo scopo di migliorare, obiettivo a cui aspira
ogni buddista.
“Io credo che persone appartenenti ad altre fedi manifestino un sicuro interesse per la nostra
religione e per le sue tecniche di meditazione, che sviluppano l’amore e la compassione. Costoro non
guadagnerebbero forse molto, introducendo alcuni elementi del buddismo nei riti delle proprie
tradizioni?
“Dal punto di vista buddista, tutte le tradizioni e i loro insegnamenti concordano sul
raggiungimento di uno stesso obiettivo: alleviare la miseria della vita umana e interrompere il
ciclo dell’esistenza. In questo, sono tutte degne d’interesse, anche se utilizzano metodi diversi.
“Il progresso verso il Dharma 4 passa attraverso vari approcci complementari chiamati yana
(Veicoli), la cui base è formata dall’Hinayana (Piccolo Veicolo), il corpo dal Mahayana (Grande
Veicolo) e la via tantrica dal Vajrayana (Veicolo del Diamante).
In realtà quest’ultimo si inserisce maggiormente nello spirito del Mahayana, pur poggiando
sull’Hinayana.
“Il Piccolo Veicolo, Hinayana, fa appello innanzitutto al rigore.
Ci sono tre Rifugi: il Budda, il Dharma (legge buddista o dottrina) e la Sangha (che indica l’idea
d’ordine). Liberato da tutte le impurità che mascherano la realtà, il Budda è onnisciente; Lui è il
Rifugio. Per Sua Santità Tenzin Gyatso, il Budda è una guida, a immagine del medico che conduce alla
salute. Si giunge al Dharma, considerato il Vero Rifugio, dopo aver trionfato sul male e averne
vinto tutte le brutture. Per Sua Santità Tenzin Gyatso, il Dharma può essere paragonato alla pratica
della medicina. La Sangha è l’Ordine o la perfezione che ci aiuta a realizzare il Rifugio. Sua
Santità paragona la Sangha all’infermiera che somministra i medicinali.
I Budda sono esseri che, avendo eliminato tutti i condizionamenti, hanno liberato l’immenso
potenziale di saggezza e di compassione che sonnecchia nel cuore di ciascuno.
I Budda onniscienti non tengono minimamente conto delle preoccupazioni del mondo; poco importano per
loro la perdita o
il guadagno, il conforto o lo sconforto, la celebrità o l’oscurità dell’anonimato, l’elogio o il
rimprovero; questi otto concetti non hanno alcun valore per loro, che li ignorano totalmente.
Le doti dei Budda sono vaste come il cielo. Come descriverle tutte? Eppure, che felicità essere in
grado Di esprimere anche solo un numero ridotto
I Budda insegnano in modi diversi; Talvolta ciò che dicono è vero alla lettera, Ma utilizzano anche
metafore Se questo risulta più consono alla natura di chi ascolta. Parlano per giri di parole quando
un discorso diretto Altererebbe la comprensione di chi dev’essere trascinato.
A proposito dello stato di infinita compassione: quando un figlio unico è ammalato, naturalmente la
madre prova un desiderio violento di vedere il bambino vivere libero dalle particolari sofferenze
che lo affliggono. Allo stesso modo, si deve coltivare un desiderio analogo affinché tutti gli
esseri senzienti vivano liberi dalle sofferenze.
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