Il discepolo

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Il discepolo

di Roy Eugene Davis – discepolo diretto e vivente di Yogananda Paramahansa

Traduzione e note a cura di Furio Sclano – ottobre 2006

Le parole “discepolo” e “disciplina” provengono dal latino
“discipulos”. Questa parola, a sua volta, deriva da “discere”, ossia
“imparare”. Fintanto che non sappiamo di cosa abbiamo bisogno per
essere pienamente funzionali e per ristabilire la nostra
consapevolezza nel suo puro stato, abbiamo bisogno di imparare. Ora
sapete perché è necessario essere un discepolo.

Desiderare di essere un discepolo o fare finta di esserlo non sarà
sufficiente per raggiungere i nostri scopi. Ciò di cui abbiamo bisogno
è di essere dedicati (al percorso spirituale) e di vivere con tutto il
cuore in modi compatibili con l’apprendimento e la crescita
spirituale. Trasformazione psicologica e correzioni necessarie in
comportamenti e stili di vita, coincidono con gli episodi di crescita.
Non possiamo focalizzarci con successo sulla crescita del nostro
spirito, ignorando le questioni pratiche che la facilitano e che
richiedono la nostra attenzione. Un discepolo è una persona che segue
volontariamente precetti e processi con lo scopo di diventare più
competente e funzionale.

Come dobbiamo imparare a seguire, prima di poter assumere un ruolo di
leadership, così dobbiamo diventare competenti, prima di riuscire a
raggiungere scopi che richiedono conoscenze e abilità specifiche.
Andiamo a scuola, prima di seguire una vocazione particolare, quindi
continuiamo ad imparare quando l’esperienza ci rivela che è necessario
farlo. Se abbiamo una sana curiosità circa il mondo che ci circonda,
indaghiamo sugli oggetti di tale curiosità e ci informiamo meglio.
Possiamo, però, non essere altrettanto attenti nell’imparare le cose
su noi stessi, ossia su come stare perfettamente bene al livello dello
spirito e non. Questi ultimi fattori determinano la qualità delle
nostre vite e ci danno pace e libertà da dolore e illusione; risultati
certi di una vita centrata nel (piccolo) sé e orientata al
materialismo.

Non avremo mai piena soddisfazione, fino a quando non saremo centrati
nell’anima e coscienti di Dio. Non saremo mai pienamente felici senza
la consapevolezza spirituale, perché il nostro desiderio innato ci
spingerà al risveglio e alla trascendenza. Negare questo bisogno,
significa invitare (nelle nostre vite) frustrazione, conflitti
interiori di vario genere e disordine, poiché, facendolo, reprimeremo
l’inclinazione dell’anima verso lo sviluppo e la crescita. E’
veritiero affermare che la maggior parte dei problemi umani ha origine
nella mancanza di consapevolezza dello spirito, pertanto le soluzioni
a tutti i problemi umani sono la crescita spirituale e la
realizzazione di Dio. Il punto di vista della persona comune in
riguardo a Dio e ai processi del mondo è scorretto, a causa della
credenza errata dell’esistenza individuale. L’anima individuale non
esiste, poiché le anime sono luci riflesse della coscienza di Dio. Dio
è la sola Realtà manifesta e noi siamo semplicemente espressioni della
Sua luce, identificate temporaneamente con i processi mentali e
fisici. Quest’identificazione culmina nella convinzione che Dio sia
qualcosa di differente da noi stessi e che il mondo abbia una realtà
permanente, quando invece non ne ha.

L’analisi introspettiva e la contemplazione filosofica sono utili per
ottenere un certo grado di comprensione e un’intuizione parziale. Ciò
che è ancor più necessario, è una modifica radicale di pensieri e
comportamenti, in modo che gli atteggiamenti mentali possano essere
corretti e che si possano sfruttare le opportunità per la crescita
spirituale. Vivere sfruttando il nostro potenziale più elevato,
aspirando ad un risveglio maggiore, facilita il nostro progresso
spirituale. Per farlo occorrono il discepolato, l’apprendimento e
l’esperienza di prima mano.

Accontentarsi di ascoltare altri parlare di possibilità di crescita
spirituale e di conoscenza della realtà di Dio, significa
accontentarsi di informazioni di seconda mano. Queste cose non
accontenteranno il desiderio dell’anima di esperienza diretta e di
realizzazione. La sola via per essere un discepolo è di dire “si” alla
dedizione. Anche se non comprendiamo bene la procedura, con la
dedizione siamo decisi in modo positivo e pienamente risoluti. A quel
punto, possiamo procedere con l’acquisizione della conoscenza e
testarla, applicandola nella vita di tutti i giorni. Farlo è
essenziale, perché la conoscenza non è realmente “nostra” fino a che
non è provata dall’esperienza. Cosa facciamo quando vogliamo imparare
qualcosa per migliorare la nostra performance nel mondo? Cerchiamo la
fonte di informazioni più competente e le migliori procedure
possibili, giusto?

Dobbiamo farlo anche nel percorso del discepolato. Non perdete tempo
impegnandovi in attività di fantasia, relazioni non pratiche e
attività poco importanti. Rinunciate a tutti i comportamenti, inclusi
quelli di natura psicologica, che non contribuiscono in nessun modo
alla vostra crescita spirituale e allo sviluppo delle vostre capacità
innate. Comportandovi in questo modo, focalizzerete la vostra vita ed
eviterete distrazioni (e problemi) che potreste avere associandovi con
le persone sbagliate e/o con circostanze incompatibili con i vostri
scopi più alti.

Alcune delle ragioni grazie alle quali molti aspiranti discepoli non
sperimentano i risultati desiderati, è che essi persistono nel nutrire
umori autodistruttivi, non chiariscono la loro mente, non focalizzano
i loro scopi e si associano con persone confuse e centrate nel
(piccolo) sé. Indipendentemente dalla vostra situazione nella vita,
affermate interiormente: “Sono un essere spirituale e un riflesso
perfetto della luce di Dio. Sono radicato nell’infinito e dedicato
alla crescita spirituale e all’illuminazione della coscienza”.
Imparate a calmare la mente, siate certi di quali siano gli scopi che
volete raggiungere nella vita e focalizzate attenzione e sforzi su di
essi.

Rispettate tutte le persone, ma scegliete compagni e amici per le loro
qualità spirituali e la loro dedizione alla vita sana e centrata
nell’anima. In molti casi la crescita spirituale è impedita
dall’immaturità emotiva, che contribuisce a dipendenze, comportamenti
condizionati, atteggiamenti – e sentimenti – di incompetenza e altre
condizioni debilitanti. Le persone emotivamente immature spesso
indulgono in comportamenti autodistruttivi, tendono a giudicare gli
altri e a voler trovare errori nei loro comportamenti, nutrono
sentimenti di inadeguatezza, sono competitive e si attaccano alle
cose. Si dovrebbe rinunciare a tutte queste caratteristiche. Il
discepolato richiede – tra le altre cose – umiltà, voglia di
apprendere, salute ragionevolmente buona, integrità psicologica,
intelligenza, lealtà alla causa del discepolato e coraggio. La lista
potrebbe andare avanti, ma queste sono le cose essenziali.

Senza umiltà e voglia di imparare, si può essere difensivi e perversi,
si può tendere a proteggere gli stati psicologici esistenti e a
giustificare le circostanze. Se non si supera la resistenza
all’apprendimento, ci può essere la tendenza di distorcere le
informazioni per adattarle a nozioni preconcette. Se ci si comporta in
questo modo, difficilmente si seguiranno le procedure raccomandate,
poiché queste saranno ignorate o alterate in base all’umore del
momento.

Benché non sia un requisito essenziale per dedicarsi al sentiero
spirituale, una vita lunga e in salute è utile, perché permette al
devoto di raggiungere i suoi scopi più facilmente e libera attenzione
e risorse per gli sforzi creativi e la pratica spirituale.
Solitamente, quando la salute è buona, la vita è più godibile. Se c’è
bisogno di salute, la si può ottenere. Bisognerebbe avere un giusto
equilibrio di attività, riposo, esercizio e dieta naturale corretta.
E’ necessaria una ragionevole integrità psicologica per comportarsi in
modo responsabile e per addestrarsi nel discepolato.

Con la crescita spirituale, la maturità psicologica si svilupperà
naturalmente. Problemi importanti come forti depressioni, fissazioni,
ossessioni, ecc. che possono richiedere assistenza da parte di un
terapeuta professionista, dovrebbero essere affrontati e guariti. Per
evitare di aggravare condizioni psicologiche già disturbate, si
dovrebbe scegliere uno stile di vita naturale ed equilibrato – quando
possibile – e si dovrebbe evitare la meditazione introspettiva, fino a
quando non si è raggiunta una ragionevole integrità psicologica.

Il discepolato richiede l’utilizzo dell’intelligenza, ossia la
capacità di essere determinati e di fare scelte utili. Bisogna essere
in condizione di comprendere i principi di base della verità e la
ragione per cui entrare nei processi della crescita spirituale. Quando
la concentrazione migliora, si accetta la volontà di affrontare la
vita e si diventa maggiormente calmi a livello mentale ed emotivo, i
poteri dell’intelletto aumentano. Bisognerebbe comprendere bene le
definizioni delle parole, poiché il linguaggio è il veicolo che si
utilizza per la trasmissione delle informazioni e la verità dietro le
parole. Mentre le realtà più elevate sono comprese direttamente o
intuitivamente, si possono capire le cose relative attraverso il
giusto utilizzo della facoltà dell’intelligenza. Quando l’intelligenza
è chiarita, si può inoltre utilizzare facilmente ciò che si è appreso
intuitivamente.

E’ vero che la devozione a Dio e la dedizione al percorso spirituale
sono influenze potenti per la crescita spirituale, ma il devoto deve
sviluppare le capacità intellettuali per mantenere un apprezzamento
razionale dei processi della vita e per evitare illusioni e fantasie.
Quando si conosce chiaramente la via del discepolato, si dovrebbe
entrare in essa con convinzione, devota partecipazione e attenzione.
Iniziare con propositi elevati per poi cadere all’indietro ritornando
ai vecchi comportamenti distruttivi, perdere tempo, interessarsi di
altre faccende, provare un sistema di pratica spirituale dopo l’altro,
mancare di fede nel processo o nella tradizione, ecc. sono alcuni dei
sintomi della mancanza di lealtà verso se stessi.

Se abbiamo rispetto per noi stessi e siamo di buon carattere, saremo
leali al sentiero del discepolato, dopo esserci dedicati ad esso. Il
nostro motto deve essere: “una volta decisi, pienamente dedicati”.
Giurate a voi stessi di non ritornare più indietro e di non
abbandonare mai. In qualità di discepoli di Dio, siete sulla strada
“verso l’alto” e la conclusione destinata del processo è la
liberazione eterna della coscienza (eterna libertà in Dio). Non esiste
nulla che possa anche solo moderatamente essere comparata con un
destino così glorioso. Il discepolato può essere per la persona umile
e di temperamento moderato, ma non può essere vissuto con successo da
chi non ha coraggio. Se Dio è la nostra vita, che cosa ci può
minacciare?

Quando le tempeste occasionali e circostanziali ci minacciano o sono
in piena forza, quando ci sono delle sfide da affrontare, o anche
quando le condizioni sembrano disperate, valutate ogni situazione come
un’opportunità per crescere spiritualmente e per imparare come le
influenze superiori prevalgano sempre, quando aiutiamo noi stessi
rimanendo ancorati nella consapevolezza di Dio. Un discepolo dovrebbe
studiare parole di verità, leggendo gli scritti di uomini e donne
illuminati e dovrebbe ascoltarle, quando possibile.

Facendolo, si può acquisire una comprensione intellettuale dei
principi universali di causazione, della natura dei livelli elevati di
coscienza, di Dio e della via per raggiungere la salvezza (liberazione
della coscienza). Il percorso del discepolato è diretto e focalizzato,
e si dovrebbe acquisire quanta più conoscenza valida possibile su cosa
si può realizzare e su come procedere. Bisognerebbe evitare di essere
illusi, malinformati e di prestare attenzione alle questioni
irrilevanti. L’approccio raccomandato è di iniziare, esaminando la
natura e i processi di Dio, perché da Dio stesso si esprimono i mondi.
Non si può conoscere la realtà di Dio, esaminando gli aspetti mondani
della natura.

Questo processo ci può far dedurre che Dio esiste, ma non può darci
conoscenza su di esso. In ogni caso, quando si conosce Dio almeno a
livello parziale, si comprendono anche più facilmente i processi della
manifestazione del mondo e della vita umana. Esiste anche la
possibilità che esaminando le realtà più elevate, si sperimentino
intuizioni improvvise e un’immediata illuminazione della coscienza.
Entrambe culmineranno nella comprensione chiara e in episodi di
realizzazione diretta (e di consapevolezza) di Dio.

Poiché siamo esseri spirituali, tutta la conoscenza di Dio e dei
processi cosmici è dentro di noi. Bisogna acquisire conoscenza
relativa, perché le circostanze oggettive sono in continuo
cambiamento, ma si può sperimentare direttamente la conoscenza delle
realtà soggettive, poiché sono permanenti. Durante i primi tempi del
discepolato, acquisire conoscenza valida di Dio e dei processi cosmici
è utile, poiché almeno si può avere un’idea di ciò che è vero.
Contemplando la conoscenza valida, ci sarà una risposta dal nostro
interno che farà sviluppare la conoscenza innata. Quest’ultima
culminerà nell’intuizione e nella realizzazione. Essendo il
discepolato un processo interiore, è adatto a tutti. Non è solamente
per le persone religiose o per gli individui che vivono in certe parti
del mondo. La via interiore non ha nulla a che fare con la geografia e
le condizioni sociali e/o culturali. Il solo ostacolo per il
discepolato è l’egocentrismo, che conduce a false assunzioni quali:
sono unico, sono un individuo, sono diverso, la mia via non è come
quella degli altri, ecc.

Ci sono molti tipi di adorazione e diversi destini dell’anima, ma
esiste solo una via per la realizzazione di Dio ed è quella del
risveglio spirituale, della dissoluzione dei limiti dell’ego, dello
sviluppo degli stati supercoscienti, di coscienza cosmica, di
coscienza di Dio e di trascendenza. Poiché il discepolato è un
processo interiore, ogni stile di vita completo è adatto per
praticarlo. Il consiglio essenziale è che il proprio stile di vita
supporti totalmente il soddisfacimento dei bisogni personali e della
società, e che contribuisca allo stesso tempo alla crescita spirituale
personale e al benessere altrui. Tutti i nostri comportamenti e
intenzioni dovrebbero essere motivati da scopi puri, espressi
appropriatamente e sperimentati con risultati interamente benefici per
tutte le persone coinvolte.

Dovunque siamo e qualunque siano i nostri doveri e le relazioni che
abbiamo scelto, possiamo vivere con efficacia in modo appropriato,
mantenendo una prospettiva cosmica. In questo modo, ci godiamo la
vita, compiamo i nostri doveri e raggiungiamo gli scopi, evitando allo
stesso tempo tutti i problemi sperimentati da così tante persone che
vivono negli stati mentali condizionati e i cui valori sono
relazionati solo alle questioni mondane. Anche se possiamo scegliere
un modo semplice di vivere, non possiamo sperimentare la crescita
spirituale se non siamo disposti a mettere da parte atteggiamenti
provinciali e comportamenti rozzi. Ugualmente dannosa per la crescita
dello spirito è l’espressione dell’emotività, che culmina in
comportamenti non appropriati e senza un fermo fondamento nella
consapevolezza dell’anima e nel senso di giusto scopo.

Possiamo osservare questo tipo di comportamento, drammatizzato dalle
persone che sembrano compulsive nei loro sforzi di provare – a se
stesse e ad altri – di essere in grado di creare una realtà personale
ed uno stile di vita, che mancano di ogni senso circa il vero scopo
della vita e di cooperazione con lo stesso. Queste persone spesso
utilizzano parole come “sinergia, acquisizione di potere ed
esperienza”. Quando non sono attive, si sentono sole e infelici, e lo
sono realmente, poiché la loro comprensione è superficiale e non si
sono ancora radicate nella consapevolezza dell’anima. Essendo agitate
e insoddisfatte, hanno l’impulso di cercare esperienze esteriori e
relazioni che possono dar loro almeno un senso illusorio di valore.
Per fortuna, la grazia di Dio fa per noi ciò che non possiamo fare da
soli e spesso fa ciò che non facciamo per noi stessi. L’attività della
Grazia è il risultato dell’impulso innato della vita di Dio per
esprimere e sviluppare le sue inclinazioni. Contribuisce alla
trasformazione dei processi universali e al risveglio delle anime. Per
queste ragioni, le sue influenze sono sempre benefiche, sempre per il
bene più alto e costantemente una benedizione.

Quando le nostre vite sono ragionevolmente ordinate e siamo ricettivi
alle esperienze della crescita, le operazioni della Grazia sono quasi
sempre riconosciute e accettate come le azioni redentrici che
realmente sono. Sperimentiamo a quel punto: pace interiore, calma
anticipazione di buona fortuna vicina e lontana, salute fisica
migliorata, benessere psicologico, relazioni e rapporti spontanei,
godibili e di supporto. Ci saranno comuni anche: intuizioni, chiare
capacità di determinazione e il senso di essere “nel flusso degli
eventi” sistemati armoniosamente. Potremo osservare anche la
semplicità dell’avere a disposizione tutte le risorse per soddisfare i
nostri bisogni.

La vita si sviluppa e fiorisce quando è assente la resistenza ai suoi
movimenti. Quando le nostre vite non sono sempre ben ordinate o quando
subiamo la sfida delle circostanze, qualcosa di diverso dai nostri
sforzi ci fa superare quella condizione o situazione. Quel “qualcosa”
è la Grazia di Dio. La Grazia, alla fine, ci aiuterà anche se non ne
siamo consapevoli o se resistiamo ad essa. La Grazia ispira idee
creative, risveglia la speranza, mette a posto le circostanze in modo
che noi si possa prevalere (in una determinata situazione) e, a volte,
arrangia le cose in modo che noi si debba osservare noi stessi e la
nostra presente situazione nella vita per diventare più onesti e
responsabili. Anche le circostanze difficili possono celare
opportunità di crescita spirituale. Il nostro progresso spirituale è
determinato parzialmente dalle nostre azioni costruttive e per il
resto (la maggior parte) dalla Grazia di Dio. Se facciamo la nostra
parte per aiutare noi stessi, l’influenza redentrice della Grazia farà
il resto. Per questo motivo, andando avanti sul sentiero del
discepolato con dedizione, consigliamo alle persone di coltivare la
devozione e di abbandonarsi a Dio.

Guardiamo con tenero affetto a tutto ciò che amiamo. Il nostro amore
per Dio dovrebbe essere così. E’ un amore senza qualifiche, senza ego
e in abbandono. Pensate a voi stessi e alla vostra vita. Non siete
esseri indipendenti buttati lì nell’universo. Non avete creato il
mondo, non avete messo voi stessi in un corpo fisico e non avete
sistemato il tutto per essere comodi e per esprimervi. A meno che non
siate perfettamente realizzati, non sapete cosa vi succederà nel
futuro o che cosa vi accadrà quando morirete. La vostra vita non è
determinata dal senso dell’ego, ma dalla Grazia di Dio. Sapendo
questo, non ha più senso venire a patti con i fatti della vita? Non ha
più senso dissolvere i limiti dell’ego e aprirvi alle opportunità di
crescita spirituale? Nel vostro cuore (il punto più profondo
dell’essere n.d.t.) volete farlo, perché dunque non farlo per davvero?
Non ci sarà mai un momento migliore di adesso per aderire alla via
dell’amore in abbandono e del discepolato dedicato.

Il nostro universo è in manifestazione per lo meno da quindici
miliardi di anni. Gli esseri umani sono su questo pianeta da un
milione di anni o più. Mentre le ere degli eventi cosmici si
susseguono nei corridoi del tempo, le anime entrano nel mondo e presto
se ne vanno. Ogni cento anni circa, praticamente tutte le anime sono
“nuovi arrivi” sul pianeta e i precedenti abitanti sono andati in
altre dimensioni o sfere di esistenza. Solo alcuni tra i tanti pensano
alle possibilità più elevate e pochi tra questi fanno qualcosa per
risvegliarsi dal sogno di Dio della mortalità. Potete risvegliarvi, se
volete. Le forze dell’evoluzione sono più pronunciate oggi di quanto
non lo fossero in precedenza.

Osserviamo le loro influenze intorno a noi, poiché un numero crescente
di persone si sta risvegliando ad un discreto livello di
consapevolezza spirituale. E’ possibile sperimentare una crescita
spirituale accelerata in questo momento a causa delle influenze
cosmiche favorevoli, delle opportunità personali di apprendimento e
dello sviluppo dell’anima. Non pensate in termini di possibilità
future di illuminazione. Accettate l’opportunità di sperimentare la
totalità di Dio, la totalità della conoscenza disponibile e della
libertà dell’anima nell’esperienza di tutti i giorni. E’ solo
questione di lasciar andare ciò che non è compatibile con il vivere
ideale e accettare ciò che è compatibile e di supporto. Vivete una
vita semplice e naturale con chiara intenzionalità e scopo. Decidete
come utilizzare al meglio il vostro tempo disponibile. Decidete quanto
tempo ed energia dedicare a lavoro, relazioni familiari, attività
ricreative, interazione sociale, comunità, cultura, studi filosofici e
pratiche spirituali. Vivete il tipo di vita che decidete di vivere,
perché sapete che è il migliore.

Comportandovi in questo modo, ogni cosa che farete produrrà effetti
benefici e vedrete ogni problema come un impedimento di poca
importanza da risolvere o trascendere facilmente. La maggior parte dei
problemi umani sono dovuti all’egocentrismo e alle preoccupazioni
circa gli effetti delle cause, che si possono conoscere e cambiare.
Espandetevi ed entrate in uno stato supercosciente, cosmicamente
cosciente e cosciente di Dio. Vedrete ogni cosa in modo differente e
la vita come realmente è. Fate in modo che la vostra esistenza sia una
benedizione per gli altri. Lasciate che la bontà di Dio si esprima
attraverso i vostri pensieri, umori, comportamenti e azioni
disinteressate. Rispettate e inviate le vostre benedizioni a tutti, ma
non lasciatevi distogliere dalla via del discepolato che avete scelto.
Fate ciò che dovreste (e potreste) fare, e il mondo sarà benedetto
come lo sarete voi.

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