Il dna diventa musica
Dal Corriere delle Sera – 10 settembre 1992.
Si tratta di sinfonie musicali ottenute ricopiando le sequenze delle quattro unità chimiche che
formano la molecola del DNA, spiega David Deamer, biofisico dell’Università di Davis, il primo a
tradurre i geni in musica.
Ogni unità di Dna rappresenta un’aria musicale autonoma, aggiunge Susan Alexander, compositrice e
docente di musica alla California State University, proprio come nelle Quattro Stagioni o nella Nona
sinfonia di Beethoven. La molecola che determina le caratteristiche genetiche di ciascun individuo
varia da persona a persona e le sinfonie sono perciò infinite, dato che la configurazione delle
quattro componenti chimiche è sempre diversa. Alcuni individui hanno un Dna musicale noioso, lento e
ripetitivo, continua Deamer, altri invece possono suggerire musiche simili al jazz, altri al blues,
le possibilità sono davvero infinite.
In America è già iniziata la corsa alla scoperta dei propri geni in musica, basta andare in un
laboratorio medico, farsi determinare la struttura del proprio Dna e affidare i risultati a un
compositore. Deamer dice che gli americani vanno pazzi per questa nuova esperienza di poter
finalmente dire: “Questa è proprio la mia musica!”.
Approfondimento sul sito www.sublimen.com
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